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Festival dello Sviluppo Sostenibile, ASviS lancia la partnership “Ecosistema Futuro” – Economia e Finanza


(Teleborsa) – Immaginare oggi il futuro del nostro Paese è il primo passo per costruirlo. È con questa convinzione che, nell’ambito della nona edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile, si è svolto il Future Day 2025, una giornata di dibattito pubblico, scientifico, culturale e politico per ragionare sui futuri possibili che l’Italia ha davanti a sé e presentare “Ecosistema Futuro”, il progetto promosso dall‘Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) che, dopo aver portato la sostenibilità nel dibattito pubblico, nelle politiche e nelle pratiche della società italiana, oggi propone una nuova sfida collettiva attorno ad un’altra parola visionaria: futuro.

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L’iniziativa si ispira al “Patto del Futuro” approvato dalle Nazioni Unite nel 2024 e si radica nei valori dell’art. 9 della Costituzione italiana, che, dopo la modifica intervenuta nel 2022 su proposta dell’ASviS, prevede tra i compiti della Repubblica la tutela degli interessi delle generazioni future. “Ecosistema Futuro” ha l’obiettivo di contribuire a mettere il futuro, meglio “i futuri”, e il “pensiero a lungo termine” al centro della riflessione culturale, politica, economica e sociale del nostro Paese, nonché a identificare e studiare rischi, opportunità, percorsi e scenari che permettano all’Italia di realizzare uno sviluppo sostenibile e garantire benessere e qualità della vita per tutte e tutti, nel rispetto dei confini planetari da qui al 2100.

Il progetto già coinvolge trenta tra università, centri di ricerca, aziende, enti della società civile e media che in Italia si occupano di futuro. In un’epoca di grandi cambiamenti, climatici, tecnologici e sociali, Ecosistema Futuro intende contribuire a superare la tendenza atavica della società italiana di guardare solo al breve termine, come notava già Niccolò Guicciardini sette secoli fa, sintetizzando l’atteggiamento degli italiani nella famosa frase “Franza o Spagna purché se magna”.

“Dobbiamo imparare a governare il cambiamento senza paura. Serve costruire una visione per il futuro del nostro Paese, altrimenti saremo parte della visione di qualcun altro. L’Italia, su questi temi, è ancora indietro, spesso bloccata in un dibattito di breve termine che impedisce alla classe politica, alle imprese e alla collettività di immaginare una società diversa, più creativa, più innovativa, più prospera”, ha dichiarato Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS.

Al progetto partecipano tra gli altri l’Istituto Italiano di Tecnologia, il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, Officine Italia, Harvard Business Review Italia, l’Università Ca Foscari di Venezia, l’Italian Institute for the Future, l’Associazione Italiana Futuristi, e giornalisti come Riccardo Luna e Luca De Biase. La partnership è aperta e accoglierà nuove istituzioni e media partners nei prossimi mesi. Sostengono l’iniziativa Entopan, IREN, Randstad Research e Toyota Handling Italia.

“Uno degli elementi originali del progetto Ecosistema Futuro – ha sottolineato Carlo Carraro, Università Ca’ Foscari e CMCC – è l’obiettivo di studiare il futuro in modo interdisciplinare ed interconnesso. Non più, quindi, soltanto capire quello che ci aspetta a causa del cambiamento climatico, dell’innovazione tecnologica, dei trend demografici e migratori, della scarsità di risorse, dell’evoluzione dell’intelligenza artificiale, ecc., ma un’analisi in cui questi fenomeni considerati assieme, tenendo conto delle loro interazioni, per capire sinergie e trade-off”.

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Nel corso dell’evento, con la moderazione di Luna, esperto di innovazione del Corriere della Sera e tra i fondatori del progetto, si sono alternate le testimonianze di otto giovani under-30 che stanno già cambiando l’Italia attraverso progetti concreti in ambito scientifico, culturale e sociale. Dalle nanotecnologie applicate alla medicina, Irene Guerriero, all’informazione per la Generazione Z (Bianca Arrighini), dall’attivismo artistico e ambientale, Carlotta Sarina-Lotta, alle startup aerospaziali, Claudio Piazzai, passando per il volontariato sanitario digitale, Chiara Schettino, fino al diritto ambientale internazionale, Angelica De Vito, la governance partecipativa, Florian Sejko e l’educazione all’innovazione nelle scuole, Eugenio Russo. Sono inoltre intervenute alcune personalità chiave del dibattito internazionale, come Guy Ryder, vicesegretario generale dell’ONU per le Politiche e Sophie Howe, prima “commissaria per le Future Generazioni” nominata al mondo. Per illustrare il punto di vista del mondo produttivo e istituzionale sono intervenuti poi Sabrina Bandera, Scuola Nazionale dell’Amministrazione, Luca Dal Fabbro, presidente di IREN, Rossella Fasola, public affairs director del Gruppo Randstad, Leonardo Salcerini, ad di Toyota Material Handling Italia e Antonio Viscomi vicepresidente di Entopan.

“Lo sviluppo tecnologico, dalla robotica ai nuovi materiali, dalle scienze della vita alle scienze computazionali, deve essere al servizio delle persone ha aggiunto Giorgio Metta, direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia –. È necessario creare spazi per discutere e riflettere insieme la visione che il nostro Paese ha del futuro, per questo nasce Ecosistema Futuro. Governare il cambiamento si può, con fiducia nelle nostre capacità come Paese di farlo, e di essere leader in Europa e nel mondo”.

Mettere il pensiero di lungo termine e i diritti delle “future generazioni” al centro del dibattito del Paese richiede di assumere alcune iniziative, alcune delle quali l’Italia si è impegnata a realizzare firmando il Patto sul Futuro: istituire all’interno delle istituzioni pubbliche delle strutture capace di fare previsione strategica (foresight), capaci cioè di leggere gli scenari e orientare le scelte con metodo e trasparenza; completare l’iter di approvazione della legge approvata giovedì scorso dal Senato che obbliga a valutare l’impatto generazionale di ogni nuova legge, e coinvolgere i cittadini. Per questo, si intende convocare entro il 2027 una grande Assemblea nazionale sul futuro, che mobiliti cittadine e cittadini per discutere, con il supporto della scienza, le scelte da fare oggi per migliorare il benessere futuro del Paese.

“Per difendere gli interessi delle future generazioni, è fondamentale una chiara volontà politica e una cultura diffusa sui temi legati al futuro – ha ricordato Giulia Di Donato, Officine Italia –. L’Italia ha bisogno di modelli e strutture di governance anticipante che introducano un approccio integrato, coerente e strategico che guardi come priorità agli interessi delle future generazioni e alla salvaguardia del pianeta”.



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