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“Dalla sicurezza alla sostenibilità, l’impresa che evolve con le regole: il modello ECOSafety”


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Il CEO e fondatore Basili racconta la missione, la visione e l’innovazione di un Gruppo che ha anticipato i bisogni delle aziende con strumenti concreti e un approccio etico, multidisciplinare e digitale

(mi-lorenteggio.com) ROMA 12 LUG 2025 – È nato nel 2007 con l’obiettivo di accompagnare le aziende sanitarie del Lazio nei percorsi di autorizzazione e accreditamento. Oggi Gruppo ECOSafety – è un network nazionale che integra consulenza, formazione, tecnologia e compliance in tutti i settori strategici della sicurezza, dell’ambiente, della qualità e della transizione digitale.
A raccontare questa evoluzione è il fondatore e CEO, il dottor Basili, già ricercatore ISPESL, che ha trasformato la propria visione tecnico-scientifica in un modello operativo per PMI, grandi imprese e Pubblica amministrazione. Un modello basato sulla sinergia tra etica, norme e sviluppo.
Nell’intervista che segue, Basili ripercorre le tappe della crescita del Gruppo, i riconoscimenti ottenuti – come il massimo rating di legalità – e lancia uno dei progetti più innovativi sul fronte della prevenzione: RI.LE.VA., il primo strumento informatizzato italiano per la valutazione del rischio da polveri di legno. 

• Dott.Basili, può raccontarci brevemente la nascita e la missione del Gruppo ECOSafety e quali settori copre la vostra attività oggi?
Gruppo ECOSafety nasce nel 2007 con una visione chiara: offrire un supporto concreto alle aziende sanitarie e sociosanitarie del Lazio nella gestione dei requisiti fondamentali per l’autorizzazione e l’accreditamento, con particolare attenzione alla salute e sicurezza sul lavoro, alla qualità dei processi e alla formazione del personale.
Negli anni il Gruppo ha esteso la propria attività ben oltre il settore sanitario, grazie all’ampliamento della clientela e all’ingresso di nuove competenze e società specializzate che hanno dato vita a un ecosistema operativo.
Ogg Gruppo ECOSafety è presente in comparti strategici come il farmaceutico, l’industriale e quello della lavorazione del legno, dimostrando una notevole capacità di adattamento. È un corporate network multidisciplinare attivo su scala nazionale, che fornisce servizi integrati alle imprese private e alla Pubblica amministrazione.
Le aree di intervento coprono aspetti cruciali per la sostenibilità e la competitività: sicurezza sul lavoro (D.Lgs. 81/08), rischio clinico, accreditamento, consulenza ambientale (ISO 14001), qualità (ISO 9001 e 45001), marcatura CE e transizione digitale 4.0 e 5.0.
Il Gruppo è anche attivo in ambito alimentare, con consulenze HACCP e sicurezza degli alimenti e nella fornitura di reagenti e attrezzature per laboratori tramite la società Chebios. A completare l’offerta, la sinergia con Ecosystem, DECa Systems e AR Ambiente garantisce soluzioni personalizzate, aggiornate e rispondenti alle sfide del mercato.

• Lei è CEO & Founder di ECOSafety Group: qual è stata la sua visione nel fondare l’azienda e come è cambiato il Gruppo da allora?
La mia esperienza da ricercatore ISPESL (oggi INAIL) ha influenzato profondamente la visione alla base di Gruppo ECOSafety. Ho sempre pensato che la consulenza dovesse andare oltre il rispetto delle norme e diventare uno strumento di crescita.
Per questo il nostro approccio è orientato alla qualità, alla consapevolezza e allo sviluppo sostenibile. Nel tempo, siamo diventati un punto di riferimento per chi cerca soluzioni concrete, innovative e affidabili nella gestione dei sistemi aziendali.

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• Gruppo ECOSafety ha ottenuto un rating di legalità con punteggio massimo: come questo riconoscimento riflette i vostri valori aziendali?
Il punteggio massimo di tre stelle nel Rating di Legalità è molto più di una certificazione formale: è la conferma del nostro impegno quotidiano verso etica, trasparenza e responsabilità sociale.
Questo riconoscimento, rilasciato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, premia non solo il rispetto delle regole, ma anche l’adozione volontaria di protocolli avanzati per tracciabilità, prevenzione della corruzione e sostenibilità.
Per noi la legalità è un valore fondante che guida ogni scelta, soprattutto nei settori più complessi come quello sanitario, ambientale e industriale.

• RI.LE.VA. è descritto come un “primo strumento informatizzato” in Italia per valutare il rischio da polveri di legno. Com’è nata questa idea e qual era il gap che volevate colmare?
RI.LE.VA. nasce da un vuoto metodologico nella gestione del rischio da polveri di legno, classificato come cancerogeno dall’IARC e regolato da limiti sempre più stringenti.
L’idea prende forma tra il 2009 e il 2012 all’interno del laboratorio ISPESL, oggi INAIL, dove con un gruppo di ricercatori abbiamo sviluppato un algoritmo per la valutazione preliminare del rischio, poi digitalizzato e reso conforme alla norma UNI EN 689:2019.
La piattaforma cloud, testata su 15 aziende del comparto legno, consente oggi una prevenzione concreta, quotidiana e responsabile.

• Il sistema si basa sull’Indice di Rischio Legno (IRL): ci può spiegare come è strutturato questo indice e come funziona operativamente?
L’IRL è il cuore di RI.LE.VA., costruito su un modello scientifico e innovativo. L’algoritmo si basa su 9 fattori di rischio, ognuno con un valore arbitrario di pericolosità (VAP), combinati su scala 1-5.
I fattori si dividono in tre gruppi:

  • L + Ch + Ig: tipo di legno, trattamenti chimici, igiene ambientale
  • V + M + Al: ventilazione, mansione, aspirazione localizzata
  • T × E × Q: tempo, frequenza e quantità di legno lavorato
    Il sistema tiene conto delle nuove normative europee sui legni duri e adotta una logica di massima tutela. RI.LE.VA. è pensato per le PMI ma adattabile anche a settori complessi come edilizia, chimica e metallurgia.

• Il progetto ha raggiunto TRL 8 ed è stato testato in 15 aziende del comparto: quali criticità avete riscontrato e che impatto reale avete osservato in ambito operativo?
La fase di sperimentazione ha evidenziato differenze significative nei livelli di esposizione, a seconda delle mansioni e dei cicli produttivi.
Abbiamo quindi confermato l’utilità di un modello flessibile, capace di adattarsi a ogni contesto. La web app ha automatizzato la valutazione, integrando l’algoritmo nella piattaforma e riducendo gli errori.
Abbiamo anche affrontato situazioni con margini di incertezza, dove si è reso necessario integrare il modello con misurazioni ambientali dirette.
RI.LE.VA. non è solo una tecnologia: è un cambio culturale per affrontare i rischi in modo intelligente e scientifico.

• In termini di prevenzione, salute e produttività, quali sono i principali benefici tangibili – sanitari e manageriali – che avete riscontrato nei clienti che hanno utilizzato RI.LE.VA.?
I benefici sono concreti. In ambito sanitario: classificazione più precisa dei rischi, interventi tempestivi, prevenzione mirata. In ambito manageriale: digitalizzazione dei processi, riduzione dei tempi, miglioramento della qualità della rendicontazione.
Il sistema ha introdotto una fascia “intermedia” di rischio utile a pianificare interventi prima che si superino i limiti. Le aziende coinvolte hanno mostrato un netto aumento della consapevolezza interna e della cultura della sicurezza.

• Guardando oltre l’industria del legno, quali altri settori ad alto rischio ritiene siano più pronti ad adottare RI.LE.VA. e con quali criteri personalizzate la piattaforma?
RI.LE.VA. è già pronto per essere esteso a settori ad alto rischio come edilizia, chimica e metallurgia.
La piattaforma è modulare, permette di inserire nuovi parametri di pericolosità e agenti specifici.
Con l’integrazione di dashboard ESG e moduli per altri agenti fisici e chimici, RI.LE.VA. è destinato a diventare uno standard nazionale per la gestione del rischio ambientale e occupazionale.



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