di Confartigianato Terni
Confartigianato Terni ancora una volta è costretta a constatare che le politiche seguite negli appalti dal Comune di Terni e dai propri enti partecipati, prescindono dalla finalità di promuovere il lavoro e lo sviluppo delle PMI del territorio, quando addirittura non la ostacolano direttamente.
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L’attuale normativa nazionale consente sempre di più di difendere e far sviluppare le PMI dei territori con strumenti diretti a limitare i ribassi anomali nell’aggiudicazione degli appalti e a dare premi valutativi secondo il criterio della prossimità geografica.
In tal senso, molti Comuni che hanno a cuore lo sviluppo del territorio inseriscono criteri di valutazione ambientale e gestionale, invitano operatori con sede nella regione con criteri di minor prezzo uniti a criteri di filiera corta, introducono criteri premiali di prossimità (come quelli previsti dall’ art. 108 del nuovo codice degli appalti), valorizzano le risorse locali, ecc.
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Nonostante questo l’amministrazione comunale di Terni ancora una volta ha deciso di non applicare questi strumenti legislativi e di procedere imperterrita nella ormai lunga prassi amministrativa, che non possiamo considerare casuale, tendente a preferire le offerte al massimo ribasso di imprese di altri territori anche quando presentano ribassi del tutto esorbitanti rispetto al mercato locale.
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Con determina dirigenziale del 4 luglio u.s. il Comune di Terni ha aggiudicato lavori di manutenzione straordinaria da eseguirsi nel cimitero urbano e nei cimiteri suburbani del comune di Terni per la durata di un anno per un importo totale pari a 289.008,69 euro.
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Alla procedura erano state invitate quattro imprese locali e una di Caserta: mentre le imprese locali, che hanno partecipato in tre, hanno praticato ribassi in un intervallo molto stretto (tra il 17.80 e il 20.23%), che individua bene il valore economico corretto sul mercato locale, l’impresa di Caserta ha praticato un ribasso del 30.88%, oltretutto proposto perfino sulla parte della sicurezza non ribassabile, offerta che la commissione ha ritenuto comunque ammissibile ‘in esito al ricalcolo effettuato disapplicando il ribasso ai costi e agli oneri della sicurezza’.
A questa politica contraria agli interessi legittimi del territorio, che abbiamo già avuto occasione di criticare in altri casi precedenti, e che purtroppo si sta perpetuando, si è aggiunta un’altra prassi negativa per le PMI locali che è quella di emettere appalti riservati alle cooperative sociali di tipo B. Si tratta di uno strumento certamente previsto dalla normativa nazionale con lo scopo nobile di favorire l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate, ma esso, se utilizzato in modo continuo e sistematico trasformandolo da eccezione a regola, rischia di stravolgere il significato originario e di incaricare un ristretto numero di soggetti, con effetti potenzialmente distorsivi della concorrenza.
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Senza contare che la capacità produttiva delle imprese cooperative sociali del territorio non appare molto elevata e quindi si finirebbe comunque per mancare l’obiettivo dell’effettivo inserimento lavorativo di persone svantaggiate. La stessa logica preoccupante si riflette, purtroppo, anche nelle gare d’appalto gestite dagli enti partecipati dal Comune di Terni e da altre aziende pubblico/private operanti nel territorio.
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Anche in queste realtà, si prediligono spesso criteri che favoriscono il ricorso a operatori esterni al territorio, talvolta con ribassi eccessivi. Mentre la difesa e la promozione di un patrimonio di PMI locali con competenze e prassi in grado di collegare e integrare agevolmente i processi produttivi tra appaltanti e appaltatori e quindi pervenire a più alti livelli di efficacia e di efficienza non viene tenuta in nessun conto.
È fondamentale che anche gli enti partecipati adottino politiche più attente al tessuto imprenditoriale del territorio, allineandosi ai principi di prossimità e sostenibilità economica che dovrebbero guidare ogni azione legata agli appalti pubblici.
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Anche le politiche generali dei lavori pubblici possono essere migliorate, un caso per tutti la situazione delle manutenzioni degli asfalti che necessita di molti interventi con un equilibrio virtuoso tra interventi di piccola manutenzione di emergenza, come le buche stradali, e interventi di rifacimento del manto e del fondo stradale per lunghi tratti: invece una politica che si concentra eccessivamente sui piccoli interventi (macchina tappabuche) rischia alla fine dei conti di non essere né efficiente, né efficace, con il risultato che si fa molta comunicazione mentre si incide poco sulla situazione reale.
Come Confartigianato Terni rinnoviamo l’appello all’amministrazione comunale di Terni affinché ripensi alle politiche degli appalti e delle manutenzioni sia proprie che degli enti partecipati perché troppo orientate ai piccoli interventi, perché considerano normali e desiderabili offerte con ribassi eccessivi, invitando imprese che operano a centinaia di chilometri di distanza, con il rischio concreto di lavori sottocosto e di compressione del livello della qualità e infine perché ricorrono eccessivamente alla riserva per le cooperative sociali, con il rischio di snaturare la concorrenza e lo stesso strumento di inclusione.
Così facendo, si schiaccia l’imprenditoria locale, si riduce la concorrenza sana e si compromette la fiducia dei cittadini, oltretutto in un momento storico nel quale, essendo l’ente uscito dalla procedura di dissesto, non è più assillato da problemi di bilancio.
Terni merita una politica degli appalti equa, trasparente, aperta e orientata in primo luogo alla qualità e alla sicurezza, che promuova le imprese del territorio che aderiscono a questi criteri, non un mercato dove vince chi taglia di più. È tempo di cambiare rotta: non si tutela il bene pubblico con il massimo ribasso.
Poche ore ed arriva la replica del Comune per voce dell’assessore Marco Iapadre: «Una associazione di categoria di livello nazionale, con migliaia di iscritti anche a Terni, come Confartigianato, dovrebbe conoscere bene la normativa che regola il settore degli appalti pubblici e sapere bene che nessuno se ne può sottrare anche se mosso dall’intento nobile di salvaguardare il tessuto delle piccole e medie imprese locali. L’amministrazione Bandecchi ha dimostrato con i fatti a quanto tenga al tessuto economico e produttivo di Terni, con misure concrete nella politica fiscale, nelle infrastrutture e nei servizi, ma nessuno ci può chiedere di stravolgere le procedure di gara che vedono a livello nazionale sia le tipologie e i criteri selettivi da applicare».
«Si tratta, nello specifico, di un aspetto gestionale che giustamente non compete alla politica ma ai tecnici chiamati ad applicare con rigore, lealtà e correttezze, normative che il legislatore fissa di volta in volta sempre più stringenti per evitare atti arbitrari o non rispettosi sulle normative della concorrenza. Rammento che il Comune di Terni, quando negli anni passati, non ha fatto uso sistematico degli appalti, ed ad esempio ha utilizzato le proroghe, ci sono stati problemi di natura gestionale, e non solo, di non poco conto».
«Confartigianato cita nello specifico l’appalto in merito alle manutenzioni straordinarie per quasi 300 mila euro nei cimiteri cittadini. Ebbene il bando è stato preceduto da una manifestazione di interesse che ha visto l’invito di tutte le aziende, soprattutto locali, che hanno dato disponibilità a partecipare. L’appalto non poteva che essere aggiudicato tenendo conto del ribasso. Mi auguro che Confartigianato esca quanto prima da una fase di contrapposizione e critica – queste sì incentrate esclusivamente sugli aspetti comunicativi – ed entri in una ottica di collaborazione, magari rimettendo documentazione puntuale su attività di bandi pubblici che tengano insieme il sacrosanto rispetto della normativa con l’attenzione alle imprese locali».
Sul tema interviene il presidente della IV commissione e capogruppo FI Francesco Maria Ferranti: «Da anni sostengo che le gare pubbliche basate sull’offerta al massimo ribasso non garantiscono la qualità delle opere e il rispetto dei tempi. Inoltre c’è il ricorrente problema della valorizzazione delle imprese del territorio che, troppo di frequente, vedono la concorrenza di realtà provenienti da fuori regione (spesse volte dal sud). Intendo in tal senso presentare un atto d’indirizzo in consiglio con il quale approfondire il tema delle gare di appalto pubbliche, al fine di promuovete criteri che guardino al progetto, alla qualità e al rispetto dei tempi. E meno agli sconti e ai ribassi che di frequente divengono motivo di ritardi, disguidi e contenziosi per la PA. Allo stesso tempo impegnare la giunta comunale a prediligere nelle gare ad invito l’albo delle imprese della Regione e della Provincia, tutelando così l’economia del territorio e favorendo una concorrenza che miri alla qualità delle prestazioni da svolgere. Valorizzando le imprese locali. Ritengo che sia una scelta politica quella di cercare di valorizzare – nel rispetto delle leggi – le imprese del territorio, prediligendo sulle gare ad invito le imprese iscritte al registro regionale. E altresì ritengo che fare gare ad interesse pubblico senza il criterio del massimo ribasso garantisca maggior qualità delle opere e rispetto dei tempi. Evitando così frequenti contenziosi che, anche negli ultimi due anni di amministrazione, non sono mancati».
In serata ecco la controreplica di Confartigianato: «In riferimento alle dichiarazioni dell’assessore Marco Iapadre, Confartigianato Terni precisa che la propria richiesta è – e resta – quella di applicare correttamente e integralmente il Codice degli Appalti attualmente vigente, utilizzando tutti gli strumenti che esso prevede per favorire la qualità, la sostenibilità e la valorizzazione delle imprese del territorio, nel pieno rispetto della legalità. Contrariamente a quanto affermato, non chiediamo di stravolgere la normativa, ma di applicarla anche nelle parti oggi ignorate dall’Amministrazione comunale di Terni: dai criteri di premialità legati alla prossimità territoriale e alla filiera corta (come previsto dall’art. 108 del Codice), alla corretta valutazione della qualità delle offerte, fino all’equilibrio tra interventi di manutenzione ordinaria e interventi strutturali.
Prendiamo atto con rammarico che l’Assessore Iapadre non risponde nel merito a nessuno dei punti sollevati. Non una parola:
• sui criteri premiali previsti per le imprese locali;
• sulla politica delle “manutenzioni di facciata”, che privilegia interventi minimi e poco incisivi anziché lavori strutturali realmente risolutivi;
• sull’uso abnorme degli appalti riservati alle cooperative sociali di tipo B, un argomento che sembra essere diventato un vero e proprio tabù politico, nonostante i rischi di distorsione del mercato e l’inefficacia degli interventi in termini occupazionali.
Se l’assessore Iapadre non riconosce la distinzione tra scelte tecniche e scelte politiche, allora
Confartigianato Terni si appella direttamente al Sindaco Bandecchi. Chiediamo che intervenga per porre fine a una linea politica dannosa per le imprese del territorio, portata avanti da assessori e dirigenti politici da lui nominati, che si nascondono dietro le decisioni dei tecnici per sottrarsi alle proprie responsabilità.
Confartigianato non chiede favoritismi, ma equità, trasparenza e l’applicazione piena delle norme esistenti. Chiede una politica degli appalti che valorizzi le competenze, la qualità e il radicamento territoriale, non una corsa al massimo ribasso che danneggia il lavoro, la sicurezza e la fiducia delle imprese e dei cittadini».
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