Il pacchetto di accordi con l’UE è considerato un pilastro per rafforzare la via bilaterale e la competitività della Svizzera, ma il mondo economico respinge una misura a tutela dei rappresentanti dei lavoratori.
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Economiesuisse e l’Unione padronale svizzera (UPS) sostengono il pacchetto di accordi negoziato con l’Unione Europea (UE). Chiedono un’attuazione che tenga conto delle esigenze delle imprese. Una delle misure per proteggere il mercato del lavoro è respinta.
L’economia e i datori di lavoro ritengono che gli accordi costituiscano un elemento solido per stabilizzare e sviluppare la via bilaterale. “Siamo d’accordo sulla sostanza”, ha dichiarato il presidente di Economiesuisse Christoph Mäder.
L’attuazione nella legislazione svizzera deve permettere di garantire sia un accesso ottimale al mercato dell’UE sia condizioni quadro competitive per la piazza economica svizzera. Anche la flessibilità del mercato del lavoro deve essere preservata. “È necessaria un’attuazione degli accordi snella e favorevole alle imprese”, ha sottolineato Mäder.
Una misura respinta
La maggior parte delle misure concordate tra le parti sociali è sostenuta, a eccezione di una sola, destinata a proteggere i rappresentanti dei lavoratori contro i licenziamenti. Applicata alle imprese con più di 50 lavoratori, questa disposizione era stata aggiunta dal Consiglio federale.
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L’economia sostiene infine la clausola di salvaguardia in materia di immigrazione. Questa deve essere applicata in modo rigoroso e le sue modalità esaminate in profondità, con la partecipazione delle parti sociali.
Gli accordi Svizzera-UE sono attualmente in fase di consultazione fino al 31 ottobre. È previsto di modificare 32 leggi svizzere, di cui 12 subiranno modifiche importanti. Il Parlamento dovrà occuparsi del dossier nel 2026.
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