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Verso il Polo Nazionale Strategico del Turismo di Alta Formazione


Il turismo italiano è un settore produttivo vitale, con un potenziale che incide fino al 13% del PIL nazionale, e persino fino al 18% con l’indotto, vantando oltre 60 siti UNESCO tra patrimonio materiale e immateriale (l’ultimo sito iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel luglio 2024 è la via Appia). Nonostante la sua intrinseca ricchezza, il comparto però si confronta con una carenza strutturale di risorse umane adeguatamente specializzate, evidenziando un “vulnus” significativo nel tessuto formativo.

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Si registra una crescente domanda di servizi innovativi, di alta qualità e intrinsecamente sostenibili. In tale scenario, la formazione specialistica, la riforma dell’ordinamento professionale del comparto insieme al programma di digitalizzazione per la costruzione di banche dati nazionali, anche tramite l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, emergono come pilastri strategici indispensabili per lo sviluppo di politiche turistiche capaci di generare impatti positivi su tutti gli ambiti dell’economia, della vita civile, del mondo del lavoro e, in ultima analisi, per il sostegno alla competitività dell’industria del turismo italiano nel mercato internazionale.

Il Ministero del Turismo italiano, nato solo tre anni fa, si configura come una “startup” dinamica, profondamente impegnata in programmi di sostegno a progetti di alta formazione professionale e di eccellenza nel settore turistico, che convergono verso un obiettivo ambizioso: la costituzione del Polo Nazionale Strategico del Turismo di Alta Formazione (PNST), un luogo che, inizialmente “dematerializzato” e basato sull’integrazione delle migliori competenze settoriali, aspira a diventare un giorno un polo fisico di riferimento nazionale.

Senza competenze non c’è competitività. Circa 20 milioni di euro del Ministero del Turismo, su 3 anni, sono dedicati alla formazione e alle professioni turistiche. Il Ministero ha lanciato un “portale delle professioni turistiche” come punto di riferimento digitale per chi opera o intende operare nel settore. Il PNST mira dunque a ottimizzare il tempo e a garantire trasparenza, a fornire corsi di formazione tematici filtrabili per categoria e avvisi pubblici sempre aggiornati e consultabili in pochi click, procedure per il riconoscimento di titoli esteri, tesserini digitali e dashboard personalizzate. Non solo. Mira a semplificare l’accesso a percorsi di formazione, ad agevolare l’inserimento nel mercato del lavoro e valorizzare le competenze dei professionisti coinvolti.

Il portale è parte di una strategia più ampia per tutelare e valorizzare le professioni turistiche, serve anche a contrastare l’esercizio abusivo della professione e creare un ecosistema formativo moderno e coerente. È una sfida complessa. Quando sono stati scritti i primi bandi, il Ministero si è mosso su due principali direttrici formative, rispondendo a esigenze specifiche del mercato: specializzazioni tecniche che mirano a colmare la carenza di addetti qualificati in settori specifici come il termale, il ricettivo, la nautica da diporto o il benessere; competenze manageriali, finalizzate a sdoganare l’immaginario collettivo delle professioni turistiche, spesso limitato all’hotellerie e alla ristorazione. Si intende formare figure come il manager della charteristica nautica, del wellness o del turismo sportivo, valorizzando settori ad alto potenziale.

La risposta ai primi bandi è stata straordinariamente positiva: il bando per la formazione professionale altamente qualificante ha ricevuto 30 domande, assorbendo i 4,6 milioni di euro disponibili, mentre quello per l’alta specializzazione ha registrato 74 domande per un valore di 56 milioni di euro, a fronte di 8 milioni disponibili. Questo squilibrio evidenzia una domanda elevatissima e la necessità di ulteriori risorse nella prossima legge di bilancio per soddisfare tutte le proposte ammissibili.

 

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Formazione, digitalizzazione e valorizzazione professionale

Il PNST si basa sull’integrazione di più elementi per una trasformazione profonda. Certificazione delle Competenze: la formazione erogata nell’ambito di questi bandi si distingue per l’integrazione con università, ITS e scuole d’ordinamento speciale, garantendo la tracciabilità e la qualificazione del capitale umano. Questo rappresenta un senso di responsabilità che il Ministero ha pienamente assorbito, valorizzando strumenti come il Fondo Nuove Competenze, pur riconoscendo le sfide legate al rapido turnover nel settore turistico.

Innovazione Digitale: l’innovazione passa inesorabilmente attraverso le tecnologie e l’integrazione di piattaforme. Il Tourism Digital Hub, una misura del PNRR accessibile dal portale Italia.it, offre servizi agli operatori, inclusa la formazione, dimostrando come la tecnologia sia un veicolo fondamentale per la divulgazione delle competenze. Il Ministero sta lavorando anche a una nuova banca dati nazionale delle strutture ricettive, uno strumento fondamentale per politiche basate su dati reali.

Il Ministero pone un’attenzione costante al comparto, ascoltando le associazioni di categoria come Federturismo Confindustria, che partecipa attivamente a tutti i tavoli ministeriali. Questo dialogo è fondamentale per tradurre le esigenze delle imprese in politiche concrete.

Un modello collaborativo e integrato

Il successo del PNST si fonda su un approccio profondamente collaborativo e sinergico che coinvolge una pluralità di attori: dall’amministrazione pubblica al mondo accademico e della ricerca, sino alle realtà imprenditoriali e alle associazioni di categoria. Il modello collaborativo adotta un approccio “bottom-up”, dove i temi prioritari e le esigenze formative emergono direttamente dagli interlocutori e dagli stakeholder del settore.

Insieme ad altri dicasteri come il Ministero dell’Istruzione e quello dell’Università, il Ministero del Turismo è al centro del coordinamento delle politiche. Anche le Regioni, che hanno competenza esclusiva in materia di turismo, collaborano strettamente con il Ministero per evitare frammentazioni e garantire una visione nazionale. La Regione Lazio, ad esempio, ha già implementato avvisi per la formazione degli operatori turistici, evidenziando la necessità di una “regia più forte” da parte delle istituzioni per integrare i percorsi universitari esistenti.

Università come la Pontificia Università Salesiana e centri di innovazione come la Fondazione Rome Technopole (l’ecosistema dell’innovazione della Regione Lazio, con 10 università e 4 centri di ricerca) sono partner fondamentali. Rome Technopole, in particolare, è coinvolta nella selezione e valutazione dei progetti di formazione, garantendo che l’offerta formativa sia funzionale alle esigenze del territorio.

Federturismo Confindustria è un attore chiave, rappresentando le imprese e portando le loro istanze al tavolo ministeriale. Le imprese sono riconosciute come i veri protagonisti degli interventi formativi, beneficiando delle nuove competenze e assorbendo i talenti formati dal Polo. La collaborazione pubblico-privato è ritenuta essenziale per la competitività del turismo italiano.

Progetti di eccellenza e prospettive internazionali: il “Campus Enrico Mattei”

Un esempio tangibile dell’impegno del Ministero e della visione strategica del PNST è il progetto della Scuola Italiana di Ospitalità Campus Enrico Mattei in Egitto, ad Hurghada. Questo progetto, che ha visto un investimento di 300mila euro da parte del Ministero, si inserisce nel più ampio “Piano Mattei” del Governo italiano, volto a rafforzare la collaborazione Italia-Africa.

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La scuola, prima nel suo genere a offrire un corso di laurea interamente in inglese in hospitality, mira a esportare il modello italiano di accoglienza, colmare il divario di competenze operative e sfruttare la complementarità stagionale. La bassa stagione del Mar Rosso (giugno-agosto) coincide con l’alta stagione italiana, offrendo la possibilità di supportare le aziende italiane con personale qualificato durante i periodi di maggiore richiesta.

La scuola, sebbene giovane, mostra già risultati promettenti: i primi laureati hanno tutti trovato lavoro con contratti regolari e retribuzioni adeguate (intorno ai 1500 euro come lavoro entry level), spesso in posizioni di assistant management, dimostrando che la formazione di qualità genera valore aggiunto. Il progetto è ambizioso e aspira a replicare, a lungo termine, modelli di eccellenza internazionale come la Scuola di Losanna, pur riconoscendo la necessità di investimenti significativi (il secondo campus di Losanna è costato 200 milioni di euro).

Prospettive Future

Con oltre 446.000 richieste di lavoratori previste per il trimestre giugno-agosto solo per le imprese turistiche, la questione quantitativa si somma a quella qualitativa. Il Decreto flussi che fissa una quota massima di ingressi pari a 69.700 unità, 42.000 delle quali riservate agli ingressi per motivi di lavoro stagionale, è riconosciuto come fondamentale, ma anche questi devono essere adeguatamente professionalizzati.

Per raggiungere l’eccellenza e competere a livello internazionale, saranno necessari investimenti ingenti, non solo nella formazione ma anche in infrastrutture e politiche a supporto dei lavoratori (come le “staff house” e la detassazione delle mance).

È fondamentale che il PNST si integri con strumenti istituzionali come il Centro Nazionale dell’Orientamento, per guidare i giovani verso un’offerta formativa coerente con le esigenze del mercato.

Attraverso l’integrazione di attori istituzionali, accademici e imprenditoriali, l’attenzione alla digitalizzazione, la certificazione delle competenze e l’esplorazione di modelli di eccellenza internazionale, il Ministero del Turismo sta gettando le basi per un ecosistema formativo dinamico e coerente. I risultati raggiunti dimostrano che l’Italia è sulla buona strada per consolidare la propria leadership nel panorama turistico globale, promuovendo un modello di sviluppo sostenibile che pone al centro la qualità delle persone e l’innovazione.



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