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Mobilità elettrica in Italia: per gli obiettivi 2030 la strada è in salita


Mobilità elettrica in Italia: il 2025 come punto di svolta?

Il 2024 della mobilità elettrica o per essere più precisi dell’auto elettrica ha segnato, come si vede molto bene anche dalla grafica, un netto rallentamento. Nello stesso tempo, come era accaduto nel 2023, sembra apprestarsi a riprendere velocità.

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Come viene molto bene evidenziato nello Smart Mobility Report 2025 dell’Energy & Strategy della School of Management del Politecnico di Milano, il mercato della mobilità elettrica è stato caratterizzato da una flessione significativa nelle immatricolazioni a livello nazionale ed europeo. Nello stesso tempo però il report mette in evidenza che i primi mesi del 2025 hanno segnato una netta inversione di tendenza estremamente promettente, con un incremento del 63,3% su base mensile in Italia.

Un cambio di passo per la mobilità elettrica nei primi mesi 2025

Questo “cambio di passo”, come viene definito nel report, giunto alla sua nona edizione che potrebbe essere interpretato come un potenziale punto di svolta per la mobilità sostenibile nel nostro Paese. Nello stesso tempo, anche per trasformare questo segnale positivo in un asset a sua volta strutturale per lo sviluppo, il report indica la necessità di un approccio organico e integrato in grado di unire interventi strutturali e normativi che tengano conto delle necessità legate agli obiettivi di decarbonizzazione fissati per il nostro paese peril 2030. Obiettivi per i quali occorre considerare una strategia di decarbonizzazione e competitività industriale come unico vero percorso per dare vita a un’economia sostenibile.

Una strada verso la mobilità elettrica: un milione di immatricolazioni elettriche all’anno

Il percorso previsto dal PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima) punta a raggiungere i 6,6 milioni di auto elettriche circolanti in Italia entro la fine del decennio. Per centrare questo obiettivo si dovrebbero immatricolare circa 1 milione di auto elettriche all’anno.

L’andamento del mercato: salite e discese per la mobilità elettrica

la prima osservazione relativamente all’andamento del 2024 riguarda il fatto che nel complesso si è trattato di un anno difficile per l’industria automobilistica nel suo complesso. La produzione globale di automobili con qualunque tipo di alimentazione a livello mondiale si è fermata a 75,5 milioni di unità, con un calo dello 0,5% rispetto ai 75,9 milioni del 2023.

La contrazione del mercato auto europeo in generale

Guardando al solo mercato europeo la diminuzione è stata più consistente nella misura di un 6,7% per 12,2 milioni di veicoli prodotti. Nello stesso tempo poi, le immatricolazioni europee complessive hanno registrato una crescita modesta dell’1%, raggiungendo i 13 milioni di auto. Se il focus su ferma sul nostro paese le immatricolazioni segnano invece un calo dell’1% con un parco macchine di 1,58 milioni di veicoli.

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Il rallentamento delle auto elettriche in Europa

Ancora più significativa è stata la contrazione nel segmento dell’elettrico sia in Europea sia in Italia. Nel 2024, le immatricolazioni di auto elettriche in Europa sono scese del 2,1%, per un parco macchine di 3 milioni di vetture. Il rallentamento in Europa si è trasformato in una frenata in Italia con una riduzione del 13,3% che ha portato le immatricolazioni a 119.000 unità.

Se si scatta la fotografia della mobilità elettrica nel nostro paese e la si confronta con quella dei principali mercati automobilistici europei non si può non notare che l’Italia presenta la percentuale più bassa di auto elettriche sul totale delle immatricolazioni, pari al 7,5% in diminuzione dell’1,1% rispetto al 2023. Un dato questo che mostra in modo chiaro il ritardo strutturale nel processo di transizione energetica.

Fonte: Smart Mobility Report 2025 dell’Energy & Strategy School of Management Politecnico di Milano – Immatricolazioni mensili di auto elettriche in Italia

Più in generale si può osservare come questa flessione generale in Europa si sia appesantita in particolare nel secondo quadrimestre del 2024, decisamente in controtendenza rispetto a un inizio d’anno positivo che aveva visto una crescita del 7,2% a cui, appunto, è seguito un brusco calo del 13,5%. Il terzo quadrimestre si è stabilizzato ma non ha corretto la situazione mostrando valori che si sono riallineati all’anno precedente.

La mobilità elettrica nel 2025

L’inizio del 2025 ha mostrato un andamento un po’ più energico: nel periodo da gennaio a maggio, le immatricolazioni mensili di auto elettriche in Europa sono cresciute in media del 21,9%, superando con questa performance anche i risultati del 2023.

Una partenza brillante per l’Italia

Una performance ancora più importante per l’Italia, che ha segnato una crescita media mensile del +63,3% rispetto all’anno precedente, con un picco decisamente eccezionale del +92% ad aprile. In termini assoluti nei primi cinque mesi del 2025, sono state immatricolate circa 73.000 auto elettriche in Italia, con un aumento decisamente significativo rispetto alle 45.000 dell’anno precedente e ben superiore anche alle 58.000 del 2023.

Sulla base di questi numeri il report Energy&Strategy ipotizza il 2025 come un punto di svolta collegato a una serie di fattori, come un’offerta più competitiva e performante da parte delle aziende produttrici, una maggiore consapevolezza degli acquirenti e il contributo importante di un progressivo miglioramento della rete di ricarica.

A livello globale la mobilità elettrica viaggia a piena velocità in Cina

Tra frenate e accelerazioni l’Europa torna dunque a muoversi verso una mobilità elettrica più convincente, ma se si azzarda un confronto a livello globale non si può non osservare come la Cina abbia continuato a rafforzare la sua presenta a livello internazionale in tutti i comparti dell’automotive. Con un aumento sia nella produzione sia nelle immatricolazioni nel 2024, la Cina è cresciuta del 5,2% a livello di nuove vetture con un parco macchine pari a qualcosa come 26,8 milioni di veicoli a cui corrisponde una quota di mercato globale del 35,4%.

La bilancia commerciale automobilitica tra Europa e Cina

I risultati di Pechino sono particolarmente significativi in termini di flussi commerciali, con il valore delle auto cinesi importate in Europa che dal 2% del 2019 è passato al 21% del 2024. Al contrario le esportazioni europee verso la Cina sono invece scese dal 25% del 2021 al 13% del 2024.

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Il mercato USA resta importante ma pesa l’incognita dazi

Al netto del mercato cinese per le imprese automobilistiche europee il mercato più importante per l’export restano gli tati Uniti. Una posizione che è oggi più che mai soggetta a molte variabili tra cui, ancora tutti da valutare, i rischi connessi alla introduzione di nuovi dazi.

Le accelerazioni dell’industria cinese sulle auto elettriche

La crescita dell’industria automobilistica cinese è ancora più evidente e consistente nel settore dell’elettrico. Se si pensa che nel corso del 2024 auto elettriche prodotte nel mondo sono arrivate a 17,3 milioni di unità con una crescita del 25% la Cina da sola ha coperto il 70% di questa produzione con una quota pari a 12,4 milioni. Staccatissima l’Unione Europea conferma sì la seconda posizione in termini di polo produttivo ma con 2,4 milioni di unità, ma con un andamento molto difficile. All’interno del perimetro UE nel 2024 convivono le imprese tedesche che sull’elettrico hanno registrato un +5% e gruppi come Stellantis e Renault che al contrario hanno dovuto incassare una diminuzione del 15%.

Un altro aspetto da considerare per valutare le performance UE riguarda l’evoluzione della produzione in Europa degli OEM ameirca che sono cresciuti notevolmente rispetto al 2023 arrivando al 20% del totale con una forte spinta da parte di Tesla e Ford.

Sul piano delle vendite nel 2024 la diffusione dei veicoli elettrici in Cina prosegue a grandi passi, passando dal 38% al 48% di quota di mercato, con circa 10 punti percentuali in più all’anno dal 2020.

Infrastruttura di ricarica: il vero fattore abilitante per la mobilità elettrica

Un fattore chiave per la diffusione su larga scala della mobilità elettrica è la disponibilità, la capillarità e l’accessibilità delle infrastrutture di ricarica, sia pubbliche che private.

Se si guarda all’ Europa, l’infrastruttura di ricarica ad accesso pubblico continua a crescere, raggiungendo un milione di colonnine di ricarica a fine 2024, di cui circa il 18% sono di tipo “fast”.

Punti di ricarica Slow e Fast

Rispetto al 2023, i punti di ricarica “slow”, utilizzati in contesti urbani o residenziali, sono aumentati del 35%, mentre i “fast” hanno registrato una crescita ancora più marcata, del +43%.

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Questi dati evidenziano non solo l’intensificarsi degli investimenti, ma anche un crescente orientamento verso soluzioni di ricarica rapida, indispensabili per incentivare l’adozione su larga scala dei veicoli elettrici. Tuttavia, la densità dell’infrastruttura europea a fine 2024 risultava ancora piuttosto eterogenea, con differenze marcate tra i Paesi: i Paesi Bassi si confermano nettamente al primo posto, con circa 1 punto di ricarica ogni 100 abitanti, seguiti da Belgio, Danimarca, Norvegia e Svezia.

La rete pubblica in Italia

A fine 2024 in Italia si contavano 66.000 punti di ricarica ad accesso pubblico, con un incremento del +34% rispetto al 2023. Sebbene il 78% di questi punti appartenga ancora alla categoria “slow” in crescita del 27% sul 2023, i punti “fast” hanno registrato un aumento del +67%. Il report Energy&Strategy sottolinea la necessità di un ulteriore miglioramento dell’accessibilità economica e funzionale dell’infrastruttura pubblica, e in particolare un potenziamento della presenza di punti “fast” e “ultra-fast” in aree strategiche come strade extra-urbane e autostrade.

La ricarica privata e il ruolo delle aziende nella mobilità elettrica

Accanto alla rete pubblica, l’infrastruttura privata svolge un ruolo fondamentale per favorire la ricarica quotidiana e diffusa. A fine 2024, si stimavano in Italia circa 560.000 punti di ricarica attivi ad accesso privato, con un aumento del 12% rispetto al 2023. Un’indagine condotta nel primo trimestre 2025 su proprietari e utilizzatori di veicoli elettrici ha rivelato che il 37% dei rispondenti ricarica esclusivamente a casa.

Negli anni passati l’infrastruttura privata è stata sostenuta da stimoli fiscali come il Superbonus, che ha incentivato l’installazione di colonnine domestiche in abbinamento ad altri interventi di efficientamento energetico. La progressiva riduzione del valore dell’incentivo in questi ultimi due anni ha causato un rallentamento.

La mobilità elettrica nelle opinioni di “chi la utilizza”

Il report Energy&Strategy mette in evidenza una importante soddisfazione tra i proprietari e gli utilizzatori di veicoli elettrici. Una survey condotta nel primo trimestre 2025, in collaborazione con BVA Doxa, ha infatti rivelato che l’84% di chi usa vetture full-electric le riacquisterebbe in futuro. Questa soddisfazione è supportata anche da una percezione positiva dell’autonomia reale rispetto a quella dichiarata: il 71% degli intervistati segnala al massimo uno scostamento del 10%, una constatazione che sfata una delle preoccupazioni più comuni, la cosiddetta “range anxiety” (ansia da autonomia).

Come si arriva alla mobilità elettrica

Quali sono le ragioni che spingono nella direzione della mobilità elettrica? La principale motivazione all’acquisto di un veicolo elettrico, resta l’impatto ambientale positivo, citata dal 30% dei rispondenti. La possibilità di utilizzare energia autoprodotta e la convenienza economica legata alla ricarica domestica sono altre due motivazioni. Non ultimo una quota pari a un quarto degli intervistati attribuisce un ruolo rilevante anche alle facilitazioni offerte, come l’accesso gratuito alle Zone a Traffico Limitato (ZTL) e i parcheggi gratuiti.

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Il contributo degli incentivi

Per quanto riguarda gli incentivi, il 54% del campione ne ha usufruito per l’acquisto del veicolo, con una netta prevalenza dell’Ecobonus nell’85% dei casi seguito dagli incentivi regionali nel 21% dei casi. Quasi la metà di coloro che non hanno utilizzato incentivi, pari al 46%, ha comunque scelto di acquistare un veicolo elettrico, un segnale che conferma la crescente attrattività del full-electric anche in assenza di agevolazioni specifiche.

Il vero costo totale della mobilità elettrica

L’analisi del Total Cost of Ownership (TCO), condotta sullo stesso campione della survey mostra che anche in assenza di incentivi all’acquisto, le auto BEV (Battery Electric Vehicles) possono già oggi risultare più convenienti rispetto a quelle tradizionali a determinate condizioni d’uso.

I fattori che incidono maggiormente sul risultato finale del TCO sono il costo iniziale dell’auto, la possibilità di ricaricare a basso costo (in particolare a casa) e la percorrenza annua del veicolo.

Nello stesso tempo va detto che anche l’offerta di auto elettriche sta evolvendo. Nel primo semestre 2025, erano disponibili ben 115 modelli base, con un aumento del 12% rispetto allo stesso periodo del 2024. In questo scenario poi ci si prepara al lancio di nuovi modelli BEV a costo ridotto da parte di diversi costruttori ed entro la fine del 2026 dovrebbero arrivare veicoli di segmento B con prezzi inferiori ai 30.000 euro e altri di segmento A a meno di 20.000 euro. Una vetrina, quella si sta componendo, che rende la scelta dell’elettrico più accessibile.

A che punto siamo rispetto agli Obiettivi 2030

Gli obiettivi fissati dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) per il 2030 relativamente alla mobilità elettrica restano purtroppo lontani. Per raggiungere i 6,6 milioni di auto elettriche circolanti in Italia al 2030, come appunto stabilito dal PNIEC, il ritmo delle immatricolazioni dovrebbe arrivare a 1 milione di auto elettriche all’anno nel periodo compreso tra il 2025 e il 2030. Se si misura questo target con le 119.000 immatricolazioni del 2024 appare evdiente la difficoltà di centrare l’obiettivo se non si segna un cambio di passo.

Come e dove agire per avvicinare gli scenari di Sviluppo al 2030

Le criticità relative alle prospettive future della mobilità sostenibile in Italia al 2030 devono a questo punto confrontarsi con diversi possibili scenari individuati nel report Energy&Strategy.

  • Business As Usual: in questo scenario, senza un cambio di passo e senza fattori che intervengono sul mercato si prevede il raggiungimento di appena 3,1 milioni di auto elettriche circolanti entro la fine del decennio. Una quota che arriva all’8% del totale parco auto.
  • Boosted: in questo scenario si ipotizza un supporto legislativo ad-hoc per la diffusione della mobilità sostenibile.
  • Policy Driven: questa ipotesi è la più favorevole e ambiziosa e parte dal presupposto di raggiungere i target fissati dal PNIEC vale a dire i 6,6 milioni di autovetture elettriche circolanti in Italia al 2030. Si tratta dunque di una previsione di sviluppo molto sostenuta che beneficia di un deciso supporto alla smart mobility, a cui si aggiungono provvedimenti di supporto per l’intera filiera produttiva unitamente a incentivi per gli utilizzatori finali.

Come accelerare la transizione

Vittorio Chiesa, Direttore di Energy&Strategy, ha sottolineato che “Per stimolare una crescita organica del mercato delle auto elettriche sono necessari incentivi stabili e di lungo periodo, con fondi in grado di garantire l’erogazione dei contributi per un arco temporale adeguato, non in modalità stop&go che paralizzano il mercato“.

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Paolo Maccarrone, Direttore scientifico del Report Energy&Strategy, ha sottolineato che “I dati registrati nei primi mesi del 2025 indicano una direzione promettente, ma per accelerare questa tendenza è necessario un approccio organico e integrato che unisca interventi strutturali e normativi“. In particolare le misure che più posso contribuire a questo cambio di passo possono essere sintetizzate in quattro punti.

  • Creazione di una cabina di regia per recepire proposte da tutti gli stakeholder attivi nel settore e ridurre i tempi di attuazione delle politiche.
  • Predisposizione di piani di incentivazione pluriennali e meccanismi di supporto stabili per l’intera filiera produttiva e garantire maggiore chiarezza ai possibili acquirenti.
  • Semplificazione degli iter burocratici per lo sviluppo dell’infrastruttura e l’adozione di nuove tecnologie.
  • Informazione e promozione di maggiore consapevolezza sui benefici economici e ambientali della mobilità elettrica

Maggiore attenzione alla coerenza del quadro normativo

va infine osservato che il quadro normativo europeo resta sostenzialmente favorevole alla decarbonizzazione dei trasporti su strada, con target funzionali al raggiungimento degli obiettivi e un indirizzo strategico a supporto della transizione sostenibile del settore. In questo contesto tuttavia il percorso verso gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 richiede anche un impegno politico e strutturale.



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