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Italiae, la rete che salva i piccoli comuni dalla paralisi digitale


In un’Italia che punta con decisione alla transizione digitale, non è più possibile immaginare un rafforzamento amministrativo o un’evoluzione dei servizi pubblici senza fare i conti con il potenziale trasformativo della tecnologia. Tuttavia, in molti dei piccoli comuni italiani – oltre 5.500 su circa 8.000 – la digitalizzazione non è un’opportunità da cogliere, ma una sfida da affrontare a mani nude.

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Spesso privi delle risorse economiche e umane necessarie, questi enti si trovano in una condizione di emergenza organizzativa permanente. Mentre la complessità delle normative aumenta e i bisogni dei cittadini si moltiplicano, molti piccoli comuni faticano a coprire i ruoli tradizionali – come quelli di ragionieri o geometri – figurarsi a reperire figure con competenze specifiche in ambito digitale.

Responsabile transizione digitale: una figura difficile da reperire

In questo scenario, l’assunzione di un Responsabile della Transizione Digitale (RTD) appare spesso un lusso inaccessibile, sacrificato sull’altare delle priorità quotidiane: assistenza sociale, manutenzione, presidio del territorio.

Tuttavia, questa non è necessariamente una condanna all’inefficienza o all’obsolescenza. Molti piccoli comuni hanno aderito ai progetti del PNRR legati alla digitalizzazione e si avvalgono del supporto di fornitori privati per la gestione e la manutenzione dei sistemi digitali. Ciò che manca, tuttavia, è una piena consapevolezza del reale impatto della digitalizzazione sull’organizzazione dei servizi, dei costi correlati e delle strategie necessarie per garantire sostenibilità e continuità agli investimenti effettuati ed alla fine della conoscenza stessa di quanto oggi ogni comune sta spendendo per la digitalizzazione. Si sta così verificando, inconsapevolmente, una privatizzazione delle leve organizzative fondamentali del presente e del futuro a fronte di impegni di spesa anche rilevanti ma fuori dal perimetro del governo e del controllo di gran parte dei piccoli comuni ovvero del 70% dei comuni italiani.

Nonostante questo quadro critico, il processo di digitalizzazione è comunque in corso. Ma a fronte di investimenti spesso consistenti, resta un grande punto interrogativo, quali speranze ci sono di trovare figure esperte in transizione digitale se le risorse del comune destinate dal bilancio sono prevalentemente dedicate a tecnici, assistenti sociali o agenti della Polizia Locale? A questo va aggiunto che i vincoli economici e normativi limitano fortemente le capacità assunzionali dei piccoli enti, mentre le richieste quotidiane – dalla manutenzione delle strade all’assistenza sociale, fino al presidio del territorio, hanno una priorità di gran lunga maggiore rispetto all’assunzione, per esempio, di un responsabile della transizione digitale con adeguate competenze. Posto che lo si riesca a trovare.

Progetto Italiae: alle radici della trasformazione digitale

Proprio per colmare questo divario di competenze, risorse e capacità operative, nasce il Progetto ITALIAE, promosso dal Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri. L’obiettivo? Accompagnare i comuni più fragili verso una digitalizzazione consapevole, sostenibile e condivisa.

 

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ITALIAE si articola in due percorsi principali:

  • La Community di innovazione, che punta a rafforzare l’autonomia degli enti locali nel gestire i processi digitali, anche valorizzando le tecnologie open source;
  • Il laboratorio permanente, che promuove modelli organizzativi intercomunali, attraverso l’unione dei comuni, generando economie di scala, specializzazione professionale e maggiore capacità di presidio del territorio.

In entrambi i casi, il principio guida è chiaro: nessuna trasformazione digitale può essere efficace se non è governata direttamente dagli enti pubblici. L’associazionismo, in questo senso, non è solo una soluzione tecnica ma una strategia politica per rafforzare il controllo pubblico sui processi di innovazione e garantire che la digitalizzazione diventi un’opportunità per tutti, e non solo per i più strutturati.

Il supporto alla funzione dell’RTD associato

Uno dei fronti su cui ITALIAE ha lavorato più intensamente è il supporto alla funzione dell’RTD associato. In pratica, il progetto affianca i comuni in un percorso articolato: dall’analisi iniziale delle dotazioni tecnologiche, all’assessment organizzativo, fino alla progettazione e all’avvio del servizio condiviso. Spesso, il processo è accompagnato da laboratori operativi con il personale tecnico e amministrativo, favorendo così un trasferimento diretto di competenze.

Negli ultimi quattro anni, ITALIAE ha concluso 72 interventi di supporto all’associazionismo, coinvolgendo oltre 600 comuni. Nella maggior parte dei casi, è stato avviato anche un percorso di trasformazione digitale, con la creazione di RTD condivisi e piani di innovazione su misura. Eppure, i numeri ci dicono che il potenziale è ancora in gran parte inespresso: delle 436 unioni di comuni oggi attive in Italia, solo 72 hanno associato formalmente la funzione digitale. Le ragioni? Da un lato, la difficoltà a reperire figure qualificate in ambito digitale; dall’altro, l’assenza di un incentivo diretto alla digitalizzazione all’interno del sistema normativo e finanziario delle unioni.

Esempi virtuosi e modelli replicabili di digitalizzazione

Non mancano però gli esempi virtuosi. In Emilia-Romagna, tutte le unioni di comuni hanno costituito servizi digitali unici: un risultato possibile anche grazie alla scelta della Regione di includere la digitalizzazione tra i requisiti per l’accesso agli incentivi.

Questo dimostra che quando la visione politica e gli strumenti operativi si allineano, la trasformazione è possibile. Oggi, tutte le unioni di comuni coinvolte nel progetto ITALIAE chiedono con forza di proseguire su questa strada, con un supporto stabile che consenta la creazione di task force digitali intercomunali capaci di guidare, non subire, il cambiamento.

La digitalizzazione come scelta politica strategica

La digitalizzazione non è un tecnicismo, ma una scelta politica cruciale. Per i piccoli comuni, significa oggi uscire da una logica di emergenza per costruire un’amministrazione pubblica più efficiente, accessibile e autonoma. Una cosa è certa: nonostante le difficoltà di bilancio e la carenza di competenze specialistiche, oggi tutte le aggregazioni intercomunali ed unioni di comuni partner del progetto ITALIAE, chiedono con convinzione il supporto per creare task force e servizi condivisi che possano governare con efficacia questa cruciale fase di trasformazione digitale.



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