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Il Presidente ANIA Alla Commissione Parlamentare di inchiesta sul sistema bancario, finanziario e assicurativo Assinews.it


Il 12 giugno 2025 il Presidente di ANIA, Giovanni Liverani, è stato convocato in Senato dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario, finanziario e assicurativo.

di Leandro Giacobbi

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L’audizione è stata per il Presidente Liverani un’occasione per presentare alla Commissione non soltanto la rilevanza del settore assicurativo, ma anche la sua specificità. In tal senso, ha sottolineato che l’imprenditoria assicurativa è basata su modelli di funzionamento e ruolo sociale specifici che lo differenziano profondamente dai servizi bancari e finanziari.

LE DIMENSIONI DEL SETTORE

Alla fine del 2024, precisa il Presidente, in Italia operavano 88 imprese assicuratrici sotto la vigilanza IVASS, con l’aggiunta di 91 compagnie SEE con sede stabile e circa 900 imprese che operano in libera prestazione di servizi. Il mercato assicurativo è aperto alla concorrenza, con due terzi gestiti da operatori italiani e un terzo da gruppi esteri. La concentrazione del mercato è significativa, con le prime dieci imprese che detengono il 70% nei rami vita e il 73% nei rami danni.

Il settore assicurativo in Italia impiega oltre 45.000 dipendenti, con un’occupazione complessiva che supera 300.000 unità, di cui 200.000 nelle reti distributive. Il numero di lavoratori direttamente assunti dalle compagnie è rimasto stabile, con una prevalenza di contratti a tempo indeterminato rispetto ad altri settori.

La distribuzione delle polizze avviene principalmente tramite sportelli bancari e postali (43,7%), agenti (29,7%), consulenti finanziari (12,4%), canali diretti (10,7%) e broker (3,5%). Nei rami vita, dominano gli sportelli bancari e postali (56,4%), mentre nei rami danni la quota maggiore è detenuta dagli agenti (72,9%).

DIMENSIONE PATRIMONIALE

Alla fine del 2024, il settore assicurativo italiano ha confermato la sua solida posizione patrimoniale, registrando un Solvency Ratio di 2,60. Questo significa che il capitale disponibile, pari a 156 miliardi di euro, supera di 2,6 volte il requisito legale di 60 miliardi, mantenendosi stabile rispetto all’anno precedente e risultando superiore alla media europea di 2,45.

 

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Oltre a garantire stabilità finanziaria, il comparto assicurativo rappresenta uno dei principali contribuenti dello Stato, assumendo anche il ruolo di sostituto d’imposta per alcuni tributi rilevanti. Complessivamente, le compagnie assicurative versano circa 12 miliardi di euro all’anno alle casse pubbliche.

LA SOTTOASSICURAZIONE: UNO SVANTAGGIO COMPETITIVO

Sebbene il settore assicurativo italiano registri risultati di rilievo, il Presidente evidenzia che nel ramo danni i premi raccolti nel 2024 hanno raggiunto 41 miliardi di euro, il valore più alto mai registrato. La crescita costante di questo segmento rappresenta un segnale positivo, contribuendo a ridurre il divario che ancora separa l’Italia dalle economie avanzate europee.

Ma il divario è ancora rilevante, in quanto i dati mostrano che l’Italia si posiziona agli ultimi posti tra le economie sviluppate, con una quota di premi assicurativi non auto pari all’1% del PIL, nettamente inferiore alla media europea del 2,4%. In alcuni ambiti, la sottoassicurazione raggiunge livelli critici, come nel caso delle catastrofi naturali, dove fino al 2024 la copertura era solo del 5% per le imprese e del 6% per le famiglie. A confronto, Germania e Francia vantano tassi di copertura decisamente superiori: 46% e 51% per le imprese e le famiglie in Germania, mentre 95% per le imprese e oltre 90% per le famiglie in Francia.

UN’INTERPRETAZIONE DEL FENOMENO

Il Presidente, oltre a esprimere il suo rammarico, perché questa persistente situazione di sottoassicurazione costituisce un oggettivo fattore di svantaggio competitivo per l’Italia, propone una lettura del fenomeno con un intreccio tra dinamiche economiche e fattori socioculturali non priva di originalità.

Infatti, il Presidente sottolinea che “non è che gli Italiani non si preoccupino dei rischi, ma lo fanno senza attivare lo strumento dell’assicurazione. Si può quasi dire che gli italiani si autoassicurino mediante forme di risparmio di brevissimo periodo che, oltre a essere spesso insufficienti a coprire gli eventuali bisogni, sono anche molto meno efficienti rispetto allo strumento assicurativo perché immobilizzano liquidità nel breve termine, che potrebbe essere messa invece al servizio di investimenti di medio-lungo termine più redditizi e funzionali alla crescita di produttività innovazione e transizione energetica del nostro Paese”.

Il messaggio ha una sua complessità. Da un lato, c’è un’interpretazione economica chiara: la sottoassicurazione limita l’efficienza nella gestione del rischio, immobilizzando liquidità che potrebbe essere destinata ad investimenti più produttivi e strategici. Dall’altro lato, vi è una forte componente sociologica, poiché il comportamento degli italiani riflette una tendenza culturale radicata, che privilegia il risparmio diretto e la gestione autonoma del rischio, piuttosto che la delega alle assicurazioni.

Questa impostazione potrebbe però condurre alla conclusione che nei cittadini italiani vi sia una percezione negativa dell’affidabilità delle imprese di assicurazione. D’altra parte, ad esempio, in questo primo semestre del 2025 abbiamo avuto il “crack Fwu Life Insurance” con migliaia di risparmiatori italiani che non conoscono il futuro dei loro risparmi e la pubblicazione di IVASS dei reclami ricevuti dalla clientela nel 2024 che sono stati 113.537 con un incremento del 5,6% rispetto al 2023.

È indubbio che su questa materia dovrebbe svilupparsi un dibattito nel Paese perché il settore assicurativo dovrebbe liberarsi, una volta per tutte, delle proprie “ombre”, anche perché una componente di questa situazione è certamente una mancanza, o meglio assenza, di una cultura economico-finanziaria che valorizzi pienamente il ruolo delle assicurazioni. Chi se ne deve fare carico? In quali ambiti e settori del processo educativo e scolastico delle nuove generazioni?

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In questo senso, proprio al termine dell’audizione, che è estremamente interessante e che andrebbe tutta commentata, il Presidente esprime l’esigenza di fare tutti insieme uno sforzo per il rafforzamento della cultura assicurativa.

Da qui l’invito ad agire su più fronti: “l’inserimento di moduli educativi nei programmi scolastici e universitari capaci di stimolare la curiosità e l’interesse dei giovani e giovanissimi su un tema purtroppo piuttosto complicato ed a volte anche “noioso”, campagne di sensibilizzazione per il pubblico adulto sui vantaggi nell’utilizzo dello strumento assicurativo e iniziative per rendere l’offerta assicurativa più semplice, trasparente e accessibile, anche attraverso la collaborazione tra compagnie, istituzioni e associazioni dei consumatori”.

L’audizione si conclude con un appello alla collaborazione tra tutte le Istituzioni, affinché si possano intraprendere azioni concrete e significative in questa direzione. L’auspicio è che gli inviti si trasformino presto in un tavolo operativo, evitando così il rischio di un ciclo sterile di buone intenzioni senza risultati.

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