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Forum Nazionale Energia, da Rapallo parte la sfida per una transizione efficace senza aumento dei costi


Si è chiusa tra la soddisfazione dei relatori e del pubblico intervenuto la prima giornata del Forum Nazionale sull’Energia, organizzato da Telenord in collaborazione con Quotidiano Energia all’Excelsior Palace Hotel di Rapallo, sono stati approfonditi i temi più attuali della transizione energetica, con un focus sui trasporti, sull’idrogeno e sullo sviluppo delle fonti rinnovabili.

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Ad aprire i lavori pomeridiani è stata una sessione dedicata alla transizione energetica nei trasporti, moderata da Fabio Pasquarelli (Telenord). Dopo gli interventi introduttivi di Stefania Timperi (ENI) e Davide Falteri (Federlogistica), si sono svolti due panel.

Così Timperi“La transizione energetica richiede un approccio di neutralità tecnologica: non esiste una soluzione unica, ma un mix di tecnologie da calibrare su contesto, settore e tempi di adozione. Il nostro studio con Fincantieri e Bain mostra chiaramente che ogni scelta comporta costi diversi lungo tutta la filiera, e che sarà fondamentale pianificare con lungimiranza per rendere i porti e le infrastrutture pronte ad accogliere i nuovi fuel.”

E continua Falteri: “L’Italia ha il potenziale per diventare un hub energetico del Mediterraneo, ma serve una strategia condivisa, una cabina di regia tra pubblico e privato e un dialogo costante con l’Europa. Senza un disegno di filiera e una governance forte, il rischio è di disperdere risorse senza un reale impatto industriale e logistico.”.

A seguire, la sessione curata da The International Propeller Club – Port of Genoa, che ha affrontato le sfide energetiche dello shipping con la partecipazione di Marco Novella (Sofipa), Enrico Molisani (Wegal), Mattia Canevari (Assarmatori), Gian Paolo Dalla Vedova (Lloyd’s Register) e Andrea Cogliolo (Rina). Il secondo panel ha esplorato le modalità di trazione nel trasporto pubblico su gomma, con Fabio Gregorio (AMT Genova), Luigi Di Stasio (CTM Cagliari), Andrea Bottazzi (Tper Bologna) e Michele Petraccone (Wolftank), evidenziando anche le potenzialità dell’idrogeno nel TPL.

“Per accelerare davvero la transizione energetica serve una maggiore sinergia tra imprese e istituzioni. Dal nostro punto di vista industriale, è fondamentale che i processi autorizzativi siano più semplici e chiari, per permettere alle aziende di investire con tempi certi e contribuire con soluzioni tecnologiche innovative”, ha dichiarato Petraccone.

 

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La sessione successiva, moderata da Simone Galdi (Telenord), ha approfondito il tema dell’idrogeno, dalla strategia nazionale al piano operativo, con i contributi di Alessandro Venanzini (Danieli Centro Combustioni) e Fabio Magrassi (Stam).

A seguire, una sessione dedicato al rapporto tra sviluppo delle rinnovabili e tutela del territorio. Dopo l’introduzione di Massimiliano Atelli, Presidente della Commissione PNRR-PNIEC del MASE, sono intervenuti esperti del settore come Alessandro Migliorini (European Energy), Paolo Picco (Federidroelettrica), Enrico Erulo (Tirreno Power) e Paolo Mezzera (Iren Energia), a cui sono seguiti gli interventi di Claudio Monteforte (Idnamic), Carlo Bassanini (Coopservice).

L’esperienza di questi anni è stata soddisfacente, ma sappiamo che si sarebbe potuto fare di più. Ora, con la revisione del Testo unico sulle rinnovabili, abbiamo l’opportunità di compiere scelte tempestive e appropriate per far avanzare il sistema. È essenziale che le Regioni, cui è stata devoluta parte delle competenze, siano strutturate per gestire efficacemente la domanda di autorizzazioni”, ha dichiarato Atelli.

“Abbiamo dovuto rinunciare ai fondi PNRR per il nostro progetto di agrivoltaico, uno dei più grandi d’Europa, a causa di tempistiche e criticità tecniche non risolvibili. La burocrazia non è ancora pronta a gestire progetti così complessi. Ora puntiamo su nuovi meccanismi come il FER X, che potranno offrire maggiore stabilità e sostenibilità economica”, ha spiegato Migliorini.

Il piccolo idroelettrico dovrà reinventarsi ora che gli incentivi sono al termine. Stiamo puntando su contratti diretti con le aziende (BPI), sui SEU che permettono collegamenti diretti tra impianti e consumatori, e sulle comunità energetiche, dove l’idroelettrico è essenziale per garantire la stabilità della rete, a differenza di fonti più intermittenti come il fotovoltaico”, ha sottolineato Picco.

Perché l’agrivoltaico possa crescere davvero servono regole chiare e tempi autorizzativi compatibili con la complessità dei progetti. È altrettanto essenziale investire nella rete e nella capacità di integrazione locale delle nuove produzioni, affinché i benefici siano concreti per i territori e per il sistema elettrico”, ha affermato Mezzera.

In chiusura di giornata, l’attenzione si è focalizzata sulla riqualificazione energetica degli edifici come opportunità di sviluppo, con interventi di Luca Conti (E.ON Italia), Riccardo Bani (Veos) e nuovamente Carlo Bassanini.

Così Conte: “Con la fine del Superbonus, serve un nuovo approccio all’efficienza energetica: il 75% degli edifici italiani è ancora inefficiente. La transizione dovrà puntare su elettrificazione, fotovoltaico, comunità energetiche e digitalizzazione. Occorrono incentivi mirati per supportare le fasce più vulnerabili e ridurre la povertà energetica.”

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Infine, si è affrontato il potenziale delle bioenergie, con i contributi di Franco Cotana (RSE), Giorgio Segre (Italgas) e Andrea Baldini (Wagaenergy).

Così Segre: “Il biometano è un’alternativa immediata e compatibile per la decarbonizzazione, sfruttabile tramite le infrastrutture esistenti. Rispetto all’elettrificazione, richiede investimenti più contenuti e può avere un impatto rapido. Italgas punta a connettere 400 impianti entro il 2030 grazie alla digitalizzazione della rete.”

I lavori si sono conclusi con la cena ufficiale in attesa della seconda giornata di sabato 7 giugno, che vedrà la partecipazione di rappresentanti istituzionali e accademici di primo piano.

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