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Rinnovabili in crescita, ma si deve fare di più


Le rinnovabili in Italia stanno vivendo una crescita importante. Negli ultimi venti anni sono passate da 20.222 MW del 2004 a 74.303 MW di potenza efficiente netta installata, con una media pari a 2.704 MW l’anno. Il tutto con un incremento di 54.081 MW, + 267%.

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Mentre il Renewable Energy Report 2025, redatto dall’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano evidenzia come: per la seconda volta consecutiva, infatti, nel solo fotovoltaico le nuove installazioni superano i 5 GW, stabilendo un inedito “livello di regime” e portando la potenza totale annuale a 6.027 MW (+15%). L’eolico segna un’inversione di tendenza, con 612 MW (+26%) di nuova potenza dopo la contrazione del 2023.

Rinnovabili crescita dati elaborati dal Polimi

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Il numero degli impianti come indicato nel report di Legambiente diffuso ieri 26 maggio report nello stesso periodo è passato da 2.452 a oltre 1.893.195 milioni di installazioni.

  • Il solare fotovoltaico dal 2004 ad oggi ha registrato una crescita di 37.085 MW distribuiti in 1,8 milioni di impianti, di cui 276mila solo nel 2024 e i Comuni dove sono state installate queste fonti pulite sono passati nell’arco di vent’anni da 74 a 7.873.
  • eolico nello stesso periodo è cresciuto di 11.890 MW e gli impianti sono passati dai 120 del 2004 ai 6.130. Inoltre, ben 685 MW di eolico sono stati realizzati nel 2024 grazie alla realizzazione di 84 nuovi impianti che, nonostante le tante opposizioni, hanno coinvolto ben 66 Comuni.
  • L’idroelettrico è passato da 17.055 MW del 2004, distribuiti su 2.021 impianti, a 18.992 MW su 4.907 installazioni nel 2024. Più stabile ma comunque in crescita, anche la geotermia ad alta entalpia che dal 2004 al 2024 è cresciuta di 136 MW, mentre le bioenergie sono passate da 1.346 MW a 3.802 MW distribuiti in almeno 3.054 Comuni.

Una crescita che non basta

L’Italia è ancora lontana da una traiettoria di crescita compatibile con l’obiettivo al 2030 di raddoppiare la capacità totale installata (dai 50 GW attuali a 107 GW), ottenibile solo aggiungendo ogni anno il 40% in più rispetto ai volumi attuali stando all’analisi degli esperti.

“Il nostro Paese – aggiunge Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente – deve assolutamente accelerare il passo, visto il grande potenziale e l’interesse che le imprese hanno nel voler realizzare impianti. Basterebbe guardare a cosa accade in Paesi come Spagna e Germania dove, grazie ad una produzione da rinnovabili che supera il 60%, le bollette elettriche sono decisamente più basse di quelle italiane, ma anche di un Paese nucleare come quello francese. Una percentuale a portata di mano di mano per l’Italia e raggiungibile in poco tempo, anche grazie al prezioso lavoro di tante imprese che ancora scommettono sul nostro Paese. Per far ciò serve una buona dose di coerenza e coraggio, la stessa che in questi anni stanno dimostrando di avere già da tempo le tante buone pratiche che abbiamo censito ma anche le comunità energetiche che abbiamo premiato oggi.”

“Il problema non è più tanto tecnologico o economico, quanto autorizzativo e infrastrutturale – commenta Davide Chiaroni, vicedirettore di Energy&Strategy e responsabile dell’Osservatorio sulle rinnovabili -: a fine 2024 risultavano oltre 161 GW di richieste in attesa, ma tempi lunghi e colli di bottiglia sulla rete stanno rallentando l’effettiva messa a terra dei progetti. Il mercato però si sta ridefinendo: il numero di impianti installati è in calo mentre la taglia media è in crescita, segno di una sempre maggiore focalizzazione su progetti di scala industriale o commerciale. Gli impianti con potenza superiore a 1 MW hanno contribuito per oltre il 43% alla nuova potenza fotovoltaica, quasi il doppio rispetto all’anno precedente, riflettendo un contesto normativo e finanziario che favorisce la realizzazione di impianti di taglia medio-grande”.

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“In questo quadro, le rinnovabili restano il pilastro della strategia climatica, ma il contesto politico e regolatorio appare oggi più fluido e meno coeso – conferma Vittorio Chiesa, direttore di Energy&Strategy -. A livello europeo, il dibattito sul Clean Industrial Deal punta anche su tecnologie non-FER, mentre in Italia è tornata centrale la discussione sul nucleare, segno che lo spazio politico delle rinnovabili non è più scontato. In più, sul piano normativo l’assenza del decreto FER X definitivo alimenta incertezza sugli orizzonti post-2025. Serve quindi una nuova fase di politica industriale e istituzionale, capace di semplificare e armonizzare le procedure autorizzative, accompagnare gli operatori con strumenti chiari, stabili e proporzionati, coordinare efficacemente le azioni tra Stato, Regioni e operatori di rete. Solo così sarà possibile trasformare l’interesse del mercato in nuova capacità installata e avvicinarsi agli obiettivi di transizione e sicurezza energetica”.

Il Premio Comunità energetiche rinnovabili e solidali di Legambiente

Nel corso della giornata che si è svolta il 26 maggio presso il Gse ha visto anche assegnare la seconda edizione del Premio Comunità energetiche rinnovabili e solidali (C.E.R.S) di Legambiente è andato a Fondazione CER Italia. Voluta e promossa dal Comune di Montevarchi. Con una configurazione che si è sviluppata inizialmente intorno a una cabina primaria e poi estesa a livello nazionale, questa CERS conta oggi oltre 400 aderenti, tra cittadini, imprese, enti del terzo settore e amministrazioni pubbliche. Il Premio è stato ritirato dal Sindaco di Montevarchi Silvia Chiassai Martini.

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Vincitori Premio C.E.R.S di Legambiente

“Ringrazio Legambiente per questo importante riconoscimento, che premia il nostro impegno e conferma la bontà del percorso che abbiamo intrapreso verso una transizione energetica inclusiva – ha spiegato Silvia Chiassai Martini, sindaco di Montevarchi e presidente Fondazione CER Italia -. In un momento storico in cui i costi dell’energia e le sfide ambientali richiedono soluzioni ambiziose, abbiamo scelto di investire in un modello che promuove l’autoproduzione di energia pulita e la condivisione dei benefici. Questo premio ci sprona a continuare con ancora maggiore determinazione, perché siamo convinti che la transizione ecologica possa portare benefici a tutti: cittadini, aziende, istituzioni e comunità”.

Medaglia d’argento alla Comunità Illuminati Sabina – Montopoli di Sabina (RI), che nasce per iniziativa di un gruppo eterogeneo di cittadini, associazioni e piccole aziende agricole nel cuore della Sabina reatina. Costituita come associazione ETS, questa C.E.R.S. copre tre cabine primarie e si fonda su principi di mutualismo sociale.

Medaglia di bronzo per la Comunità solare di Lodi, Piacenza e Milano, una cooperativa-impresa sociale che coinvolge cittadini, associazioni, cooperative e parrocchie di diversi territori della Lombardia. Ogni configurazione territoriale ha un proprio Comitato Soci per la gestione dei benefici derivanti dalla condivisione energetica. La produzione proviene da oltre 100 impianti fotovoltaici (3.000 kW complessivi previsti entro fine 2025), in parte realizzati attraverso gruppi di acquisto solidale.

Due le menzioni speciali assegnate: la prima alla CER Vele a Roma, la prima comunità energetica del centro storico di Roma, nata grazie alla spinta dell’Istituto Leonarda Vaccari e di organizzazioni del Terzo Settore, con il supporto del Municipio.  La seconda alla Comunità energetica CERNES in Calabria – San Ferdinando e Gioia Tauro (RC). Nata dall’impegno di cittadini e della Parrocchia di San Ferdinando, si fonda su un modello solidale ispirato all’enciclica ‘Laudato Si’’ di Papa Francesco. I due impianti fotovoltaici attivi (25,36 kW totali) producono circa 35.000 kWh l’anno, evitando l’emissione di oltre 14 tonnellate di CO₂.

 

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