È stato da poco approvato dal Consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ) di Inail il bilancio consuntivo 2024 dell’Ente, che ha registrato un avanzo finanziario di oltre 2,6 miliardi di euro. Questo avanzo rappresenta un’incongruenza e non un valore per l’Istituto previdenziale, la cui mission è l’investimento nella prevenzione, negli interventi di contrasto agli infortuni sul lavoro, alle malattie professionali e la tutela degli assicurati nelle diverse forme.
L’anno scorso anche il Procuratore generale della Corte dei conti aveva dichiarato: “Desta perplessità che il bilancio Inail presenti un ingente ed improprio avanzo annuale (spesso superiore al miliardo) che poco si concilia con il perdurante fenomeno infortunistico”.
In questi anni, i vincoli interni (organizzativi) ed esterni (Governo e Parlamento) non hanno consentito di gestire in modo adeguato e tempestivo le risorse messe a disposizione dal sistema produttivo a favore dei lavoratori e imprese per il compito proprio dell’istituto e il perdurante avanzo è determinato dalla mancata rimozione di questi vincoli, dai mancati investimenti immobiliari, dall’abnorme tempistica nell’erogazione delle somme destinate alla prevenzione attraverso i Bandi Isi, all’erogazione di risorse per la prevenzione, per la formazione e per il reinserimento. A tutto ciò si aggiunge la mancata revisione incrementale delle prestazioni a favore dei lavoratori infortunati.
Il bilancio di Inail è pressoché totalmente determinato dalle leggi del Parlamento o da altre fonti normative, di fatto circa l’80% delle entrate derivano dai premi e contributi di assicurazione (le cui tariffe sono state aggiornate nel 2019) che le aziende versano per ogni dipendente e dai trasferimenti da parte dello Stato (principalmente per la fiscalizzazione dei premi assicurativi per talune categorie). Negli ultimi anni queste entrate sono aumentate per la crescita occupazionale e per i rinnovi contrattuali, per cui sono legati all’andamento dell’economia sulla base della crescita o diminuzione delle retribuzioni e dell’occupazione.
In Italia ci sono oltre 24,3 milioni di occupati e Inail assicura circa 21 milioni di lavoratori (compresi gli ultimi assicurati dall’istituto come i rider, i giornalisti professionisti, praticanti e pubblicisti con contratto di lavoro subordinato, il personale della scuola dell’università e gli studenti). Un dato Istat del 2024 evidenziava che nel nostro Paese vi sono circa 5 milioni di imprese e di queste, 3,2 milioni sono assicurate Inail, con un costante aumento complessivo delle entrate nelle casse dell’Ente attraverso le tariffe/premi versati dalle aziende.
Per quanto riguarda le uscite dell’Istituto, circa il 60% del totale è determinato dalle prestazioni istituzionali di natura economica (rendite e inabilità temporanea dei lavoratori, ferme però all’anno 2000, tranne piccole modifiche derivanti dalla rivalutazione annuale o per l’inflazione) e anche queste sono definite dalla legge.
Le uscite di competenza diretta da parte di Inail, come quelle sulla prevenzione (finanziamenti alle imprese che investono in progetti di salute e sicurezza sul lavoro, ovvero per acquisto di nuovi macchinari nei settori manifatturiero e agricolo, sulla formazione, sul reinserimento dei lavoratori dopo l’infortunio) sono erogate in misura limitata rispetto a quanto programmato, con incremento dei relativi residui passivi che generano continui impegni in bilancio, senza comportare le conseguenti erogazioni (cioè i pagamenti).
La dirigenza Inail deve promuovere iniziative a livello politico per la realizzazione di tali finalità anche in caso risultasse necessario il superamento dei limiti di spesa imposti dalla vigente normativa, con particolare riguardo a garantire il massimo dell’efficienza e dell’efficacia nel raggiungimento della mission dell’Istituto a cominciare dall’implementazione delle risorse umane, questione centrale rispetto alla capacità di spesa. Negli ultimi quattro anni gli organici dell’Istituto si sono ridotti di 622 unità attestandosi alla fine del 2024 a 8.080 lavoratori.
Deve inoltre semplificare ulteriormente gli atti amministrativi della procedura di finanziamento (Bandi Isi) al fine di realizzare una maggiore efficienza dei tempi procedurali per l’erogazione dei fondi stanziati, rafforzare la collaborazione ai fini epidemiologici e di sorveglianza sanitaria con i soggetti istituzionali indicati nel Piano nazionale amianto, focalizzare la ricerca sulla diagnosi precoce delle patologie asbesto correlate e sui nuovi rischi nonché sulle tecnologie per lo smaltimento dei materiali, sono anche questi temi della missione di Inail.
Sono ancora molti i passi da compiere per un miglioramento delle prestazioni economiche a favore degli oltre 24 milioni di lavoratori, come l’estensione della tutela assicurativa, la riduzione dei gradi d’inabilità oggi in franchigia e l’adeguamento degli indennizzi del danno biologico per quei lavoratori che hanno subito un infortunio sul lavoro.
Un investimento su cui la politica e il gruppo dirigente Inail dovrebbero puntare per ridurre gli avanzi di bilancio riguarda l’utilizzo concreto dei 650 milioni proposti dal premier Meloni alle organizzazioni sindacali nell’ultimo incontro, attraverso il potenziamento del meccanismo “bonus malus” sui premi versati dalle imprese all’Inail, disposizione di carattere preventivo e incentivante in assenza di violazioni legislative in materia di lavoro. L’obiettivo è quello di premiare le aziende più virtuose che investono per incrementare la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro con uno sconto del premio.
Anche la formazione dei lavoratori, strumento di prevenzione, di tutela e percorso importante per conoscere rischi e situazioni pericolose legate all’attività lavorativa, può contribuire a ridurre gli avanzi di bilancio, ma deve essere estesa ai datori di lavoro, ai lavoratori stranieri, i quali, a causa delle differenze linguistiche, sono più soggetti a infortuni all’interno della azienda. Se le 3,2 milioni di imprese assicurate ad Inail, mettessero a disposizione questi percorsi formativi, che non sono un costo ma un investimento, ai propri 21 milioni di lavoratori assicurati, certamente si ridurrebbero in modo considerevole sia gli infortuni, compresi quelli mortali, che le malattie professionali.
Oppure la creazione di una realtà simile a quella già esistente a Vigorso di Budrio (BO) e relative filiali per infortunio sul lavoro dedicata, ad esempio, alla cura delle malattie professionali, con particolare riferimento ai danni derivati dall’inalazione di polveri e fibre (amianto), ai problemi all’apparato muscolo scheletrico, alle lesioni midollari e cerebrali, potrebbe essere un investimento che non mette in difficoltà il raggiungimento degli obiettivi di bilancio.
A proposito degli avanzi di bilancio dell’istituto è opportuno sottolineare che Inail, così come tutti gli Enti pubblici, è soggetto alle norme sulla Tesoreria unica, cioè un sistema di regole e procedure che accentra presso la Tesoreria statale le risorse liquide/avanzi di enti e organismi pubblici diversi dalla Stato, per minimizzare il ricorso del Governo nel reperire risorse sul mercato monetario.
Per cui gli avanzi dell’Ente (circa 44 miliardi di euro al 31 dicembre 2024) sono a tutti gli effetti “soldi dell’istituto”, per la quasi totalità detenute in purtroppo in maniera infruttifera in Tesoreria centrale, che lo Stato non può utilizzare direttamente in alcun modo, ma concorrono al calcolo dei saldi di finanza pubblica (come, ad esempio, nella quantificazione dell’importo dei Titoli di stato da emettere o dello stesso deficit statale) oppure contribuiscono alla liquidità nei parametri richiesti dalla Comunità europea.
Lo Stato, come detto, non può usufruire direttamente di tali somme, ma di fatto limita l’utilizzo delle spese Inail imponendo tramite il ministro dell’Economia e delle Finanze (dei vari Governi) una sorta di “compensazione” per ogni incremento delle uscite o diminuzione delle entrate, al fine di mantenere quanto più possibile inalterato il differenziale entrate/uscite, incrementando ogni anno gli avanzi.
Il risultato di bilancio di un Ente dello Stato è giudicato positivamente quando vengono raggiunti gli obiettivi a cui l’istituto è chiamato a rispondere, cioè non solo quelli economici e finanziari ma anche quelli sociali. Un Ente come l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro è chiamato a dare risposta innanzitutto a questo ultimo obiettivo.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link