Nel settore dei servizi finanziari, l’innovazione tecnologica rappresenta da sempre una leva fondamentale di trasformazione.
Tecnologie come cloud, API, blockchain e intelligenza artificiale guidano l’evoluzione del comparto, attirando l’attenzione sia degli intermediari finanziari più affermati (gli incumbent) sia degli investitori in startup.
Tuttavia, l’innovazione in questo settore si sviluppa lungo un equilibrio complesso: da un lato la spinta costante verso la creazione di nuovi prodotti e servizi, dall’altro la necessità imprescindibile di garantire sicurezza, tutela dei clienti e piena conformità a un quadro normativo che rimane altamente regolamentato.
Osservatorio Fintech & Insurtech: startup sono il motore del cambiamento
In questo contesto, banche, assicurazioni e più in generale tutti i soggetti con una posizione dominante di mercato continuano a investire in sperimentazioni, cercando di migliorare efficienza operativa e qualità del servizio offerto ai propri clienti.
Le startup Fintech e Insurtech sono però il motore del cambiamento grazie alla loro capacità di anticipare rapidamente nuovi trend, sperimentare soluzioni più agili e integrarsi efficacemente con le istituzioni consolidate.
Dopo un periodo caratterizzato da una forte crescita nel numero delle startup (per esempio in Italia sono cresciute del 93% dal 2019 al 2022), da ingenti investimenti e dall’intensa attenzione degli investitori, favorita ulteriormente dall’accelerazione digitale generata dalla pandemia, oggi il settore sta attraversando una fase di stabilizzazione.
Nonostante questo, le startup continuano a rappresentare l’elemento più dinamico e creativo del mercato, non solo nella relazione diretta con il cliente finale, ma anche come partner strategici dei player tradizionali, in un contesto in cui la strada più efficace per fare innovazione è quella della collaborazione e in generale del paradigma Open.
Scenario economico in evoluzione
Questa evoluzione del settore si inserisce in uno scenario economico generale in evoluzione, influenzato anche dalle scelte delle banche centrali sui tassi di interesse.
Il passaggio da una fase di tassi molto bassi, che ha agevolato investimenti ad alto rischio, a un contesto più restrittivo e ora nuovamente in lieve distensione, ha indotto gli investitori a ripensare le proprie strategie.
Oggi si osserva una selezione più marcata delle iniziative imprenditoriali, con una maggiore attenzione alla sostenibilità economica e strategica delle startup.
Alcune realtà innovative sono riuscite a consolidarsi, mentre altre hanno incontrato difficoltà a trovare spazio e risorse in questo nuovo contesto.
L’influenza dei fattori economici, regolamentari e culturali
Parallelamente, l’evoluzione dei vari ecosistemi nazionali mostra una significativa eterogeneità, influenzata da fattori economici, regolamentari e culturali profondamente diversi da Paese a Paese.
Tuttavia, nonostante queste differenze, esistono alcuni fenomeni comuni che mostrano chiaramente come il contesto stia cambiando in maniera simile a livello europeo.
L’evoluzione europea del settore bancario tradizionale
Un esempio evidente di questa dinamica è rappresentato dal settore bancario tradizionale, dove si assiste ad una generale e marcata riduzione del numero di sportelli fisici.
In Italia e Spagna, per esempio, il numero di filiali si è quasi dimezzato negli ultimi anni, mentre nel Regno Unito la contrazione è stata ancora più netta, con un livello di sportellizzazione oggi estremamente ridotto.
Questo fenomeno riflette chiaramente una duplice tendenza: da un lato la volontà degli istituti finanziari di ridurre i costi operativi, dall’altro la crescente preferenza dei clienti verso i canali digitali, con il 74% degli italiani che usa il proprio home banking come canale principale.
Questa trasformazione evidenzia come il digitale non rappresenti più una semplice alternativa, ma sia ormai un passaggio obbligato per tutte le istituzioni finanziarie europee.
Lo scenario italiano nel 2024: tra stabilità e ricerca di capitali
La ricerca condotta dall’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano ha censito, per il 2024, 596 realtà innovative attive, numero leggermente inferiore all’anno precedente (622 realtà).
Tuttavia, questa lieve diminuzione si inserisce in un quadro più ampio di sostanziale stabilità: annualmente, nuove realtà vengono fondate, altre terminano la loro attività o vengono acquisite da operatori più strutturati.
Queste dinamiche riflettono chiaramente una fase di maturità crescente, dove la crescita del settore avviene in modo più prudente, selezionando modelli di business sostenibili invece di incrementare semplicemente il numero di nuove iniziative.
In termini di finanziamenti, il 2024 ha mostrato una chiara ripresa rispetto agli anni precedenti, con 250 milioni di euro raccolti tra equity e strumenti convertibili (+44% rispetto al 2023).
Questo dato, sebbene positivo, rimane lontano dai livelli record registrati in passato. A influenzare questa situazione non è tanto una carenza di idee innovative o la saturazione del mercato, quanto una riallocazione degli interessi degli investitori anche verso altri settori.
Nonostante la ripresa, permane una necessità significativa di capitali per le startup italiane: circa due terzi delle realtà innovative è attivamente alla ricerca di finanziamenti.
Le risorse richieste rimangono però limitate, spesso sotto i 2 milioni di euro, importo adeguato per garantire l’operatività delle imprese nel breve periodo, ma difficilmente sufficiente per una crescita strutturale.
Questo problema costringe spesso le startup a un ciclo continuo di raccolta di capitale, riducendo il tempo dedicato allo sviluppo strategico e alla crescita commerciale.
Settore Fintech & insurtech: la tendenza delle startup
Malgrado le difficoltà nell’accesso ai capitali, il settore Fintech italiano mostra alcuni indicatori economici positivi.
In particolare, i ricavi delle startup hanno registrato una crescita rispetto agli anni precedenti, con quasi la metà delle realtà innovative (44%) che registra un Ebitda positivo alla fine dell’anno.
Questo trend indica chiaramente una risposta delle startup alla scarsità di capitali attraverso l’adozione di strategie conservative e attente alla sostenibilità economica, invece che orientate a una crescita immediata e aggressiva.
Guardando al futuro, il settore Fintech italiano potrà consolidarsi ulteriormente solo attraverso la capacità di attrarre finanziamenti più consistenti e stabili, sviluppare collaborazioni strategiche con player industriali e finanziari tradizionali e continuare a proporre innovazioni concrete e sostenibili.
Solo così le startup italiane potranno competere efficacemente in un contesto sempre più internazionale, sfruttando appieno le opportunità di un mercato finanziario globale in continua evoluzione.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link