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saldo migratorio sopra il 36 per mille – Targatocn.it


Se il saldo migratorio della montagna cuneese è positivo del 26 per mille, tra il 2019 e il 2023, quello dell’Italia delle Alpi e degli Appennini del 12 per mille, la Valle Varaita con la Valle Po superano il 36 per mille. Saldo migratorio positivo, importante, da non confondere con “crisi demografica”, con il fatto che in tutta Italia si muore di più e si nasce di meno, che ci si sposta verso i centri più in alto, verso media e bassa valle. Da non mistificare tutto questo con la parola “spopolamento” che Uncem chiede di non usare più anche alla Politica, guardando ai dati, ai numeri, per fare le Politiche. Di certo, le scelte di legame, di collante, di unità – con Terres Monviso prima di tutto – sono state importanti e vettore di opportunità per i flussi in entrata in Valle Varaita come in Valle Po. Ora occore capire chi sono le persone che si sono trasferite, cosa fanno, cosa chiedano, cosa vogliono.

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Lo hanno ribadito Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, e Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte, presentando a Frassino il Rapporto Montagne Italia 2025, realizzato proprio da Uncem ed edito da Rubbettino. La prima presentazione Cuneese, alla quale seguirà nella Granda il 26 luglio quella di Canosio-Marmora, in Val Maira.

“I numeri sono interessanti, ma quello che più mi colpisce da anni in Val Varaita – evidenzia Bussone – è l’arrivo di nuove imprese, l’impegno di molti giovani in agricoltura, come nel settore ricettivo. Non è ovunque così. E smettiamo di dire che le cose vanno male. Le periferie urbane stanno peggio, altri contesti del Paese anche a noi vicini sono peggiori. Hanno PIL e indicatori drammatici. Non qui invece. Guardiamo al positivo, senza facile ottimismo, dannoso. Ci sono nuove imprese, anche grazie al GAL, nuovi mestieri e nuove opportunità. Ci sono Associazioni fondiarie, una Green Community di trenta Comuni, delle nascenti Comunità energetiche. Dobbiamo però evitare gli scoraggiatori militanti. Ascoltiamo piuttosto giovani e studenti. Il saldo migratorio positivo non sono il dato della popolazione e il saldo naturale, che diminuisce a Roma, a Torino, in Val Varaita, in Valle Stura e in Valle Po. Non si combatte con investimenti, ma con questioni culturali che riguardano il Paese e l’Europa. Il saldo migratorio dice che ci sono evoluzioni della popolazione che vivremo nell’intero secolo, non nel 2025 o nel 2026. Dobbiamo saper leggere i dati anche in Val Varaita e nelle Valli cuneesi. Che non sono povere, fragili, perdute”.

Guadiamo ai flussi. “Ho detto a Frassino quanto mi insegna Aldo Bonomi, sociologo e autore di un pezzo del Rapporto – aggiunge Roberto Colombero – e cioé dei flussi che dal centro, che qui si chiama Saluzzo, salgono e vanno in direzioni molteplici e opportune, interessanti, da indagare. Flussi culturali, di merci, di persone, di idee. Flussi che scendono, ma anche che salgono. Il Rapporto lo dimostra. Non si stava meglio trent’anni fa solo perché avevamo la Comunità montana o apparentemente più soldi. I fondi nazionali e regionali per la montagna non sono mai stati così tanti. Eppure ci sono ancora divisioni che fanno male, dei non-detti, delle ripicche, fomentati da molti. Dobbiamo vincerle nel NOI”. Gettare ponti. “È quello che abbiamo ribadito con tanti imprenditori e Sindaci a Frassino – fa notare il Presidente Uncem Piemonte Colombero – Enormi opportunità, descritte nel Rapporto, e così troppe incrostazioni che sono nel passato. Non fanno notizia. La montagna non è luogo dei vinti che restano perché non sanno dove andare, come diceva il presidente Riba. Uncem fa una piccola parte di lavoro, creando sinergie, cercando dialogo, oltre pezzetti di rivalità e invidie. Che fanno sorridere. Ma che vanno presi senza giudizi. Guardando oltre”.
 

“Vedersi nuovi”: è il claim della Val Varaita. Da aggiungere a quello storico e iconico “Bella d’inverno, stupenda d’estate”, citato molto spesso da Lido Riba, ricordato ieri sera a Frassino nel terzo anniversario della morte. Ma se non ci si vede Nuovi tra Sindaci, anche la valle è perduta e il paesaggio non è. Lo ha detto bene Franco Revelli, 84 anni, lucidissimo: “camminare insieme” come insegnava il Cardinale Pellegrino vuol dire “andare oltre”, le amenità e i contrasti tra Sindaci, Amministratori, minoranze e opposizione. Non servono per la valle, per le valli. Costruire sinergie, evitando continui screzi, giudizi, municipalismi che piacciono a chi vuole dividere. In ballo ci sono le risorse del rinnovo delle concessioni idroelettriche, le gestioni forestali, l’assorbimento di CO2, le risposte alla crisi climatica e demografica: la Valle Varaita risponda unita. Con le altre valli, con Saluzzo, con Terres Monviso. Meno divisioni, più unità sostanziale, più sinergie, più managerialità. Lo insegna il progetto ITALIAE, voluto dal Dipartimento Affari regionali e delle Autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che vede Uncem attuatore: rafforziamo l’Unione montana Valle Varaita. Diamogli forza e comunione. Ci devono credere prima di tutto i Sindaci.

“La Valle Varaita – prosegue Bussone – ha bisogno come tutte le altre valli di superare frammentazioni nei Comuni. Vi è da chiedersi, operativamente, se sia corretto tenere un ufficio tecnico e un ufficio tributi in ogni Comune, o se invece non sia logico riorganizzare gli Enti in forma manageriale, sistema pubblico al centro, grazie all’Unione montana. Non è fantasia e i Sindaci non perdono potere. Lo rafforzano nel NOI. Questo passo forse non migliorerà domani economia e non fermerà con un dito certi scoraggiatori militanti. Ma il sistema degli Enti locali ha bisogno qui come altrove di nuova coesione. Ancora troppi sono i municipalismi. Si litiga per nomine di presidenti, di piccole cose, al posto di guardare il molto che unisce si cerca quello che divide. Contribuiscono anche i Partiti e certi Eletti. Non tutti. Guardo invece allo straordinario lavoro di Terres Monviso. La Valle Varaita cresce in sinergia. Oltre ogni lacerazione, frammentazione partitica, unire cinque valli e le aree di pianura è un esempio nazionale. Si deve andare avanti con la Francia perché l’Italia ha bisogno di percorsi di unità, di dividersi meno. Scegliamo la coesione anche qui, in Val Varaita, dove l’economia ha segnato punti di snodo interessanti da studiare”. 

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