Le transazioni digitali, insieme a indiscutibili vantaggi, rappresentano un fronte esteso di esposizione ai rischi informatici, ancora di più per le piccole e medie imprese che si trovano a dover affrontare sfide complesse per proteggere il proprio business, senza disporre di strumenti adeguati e competenze per farlo. Secondo una ricerca commissionata da Mastercard, quasi un’impresa su quattro in Italia (allineata alla media europea) ha subito tentativi di frode digitale. Un dato che, per quanto già allarmante, si aggrava se si considerano le punte più alte rilevate che riguardano Irlanda (38%), Danimarca (35%) e Francia (29%).
Lo studio, con il lavoro sul campo affidato all’agenzia di ricerca indipendente Opinium è stato condotto attraverso un sondaggio quantitativo online in 18 Paesi europei; ha coinvolto 1.830 responsabili Pmi, nell’accezione più “internazionale del termine” perché si parla di realtà con meno di 250 dipendenti. I Paesi coinvolti nell’analisi sono: Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito.
L’analisi dei dati evidenzia in modo chiaro come la cybersicurezza sia diventata una questione esistenziale per le Pmi europee: il 28% degli imprenditori italiani teme esplicitamente che un attacco informatico possa portare alla chiusura definitiva della propria attività. Un rischio percepito che sta rallentando anche le strategie di crescita: il 46% degli intervistati in Italia dichiara di essere più cauto nello sviluppo del proprio business proprio a causa della minaccia rappresentata dalle frodi digitali.
Asimmetria delle competenze, elemento critico
Le vulnerabilità delle Pmi non sono solo tecnologiche, ma anche e soprattutto culturali e formative. In Italia, il 51% degli imprenditori confessa di non sapere come proteggere adeguatamente la propria impresa, un valore che supera la media europea (47%).
Michele Centemero
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Generazioni a confronto
A delineare ulteriormente la complessità del quadro interviene anche una lettura generazionale del rischio percepito. La Generazione Z, composta dai più giovani imprenditori europei, è quella che mostra i livelli più alti di preoccupazione quotidiana rispetto alla possibilità di diventare vittima di crimini informatici. Il 36% di loro lo teme ogni giorno, rispetto al 27% dei Millennials e al 25% dei Baby Boomer. Per il 61% degli imprenditori Gen Z, le frodi digitali rappresentano un ostacolo concreto allo sviluppo del business. Questo dato mette in evidenza come l’avversione al rischio generata dal timore per la cybersicurezza stia influenzando le nuove generazioni di imprenditori, frenando innovazione e crescita proprio tra coloro che dovrebbero trainare la trasformazione digitale del continente.
Mastercard, serve risposta sistemica
La crescente sofisticazione degli attacchi, il diffondersi delle truffe e il timore generalizzato che ne deriva stanno generando quindi un freno all’innovazione e allo sviluppo imprenditoriale. In un’Europa composta per il 99% da Pmi – 23 milioni di realtà che danno lavoro a tre quarti della forza lavoro del continente – la resilienza digitale non è solo una priorità aziendale, ma un fattore critico per la tenuta del sistema economico europeo.
Ma senza investimenti in competenze, tecnologie accessibili e reti collaborative, la cybersicurezza rischia di diventare un freno, anziché un fattore abilitante. In questo scenario, Mastercard ribadisce il suo ruolo di abilitatore e partner anche attraverso il lavoro dell’European Cyber Resilience Centre (Ecrc). Inaugurato nel maggio 2024 a Waterloo, in Belgio, l’Ecrc è concepito per rafforzare la resilienza digitale della regione europea, contribuendo alla difesa dell’ecosistema economico contro minacce cyber sempre più complesse. Il lavoro del centro si basa su partnership strategiche con istituzioni e autorità di primo livello: Europol, Interpol, Ecrb, FS-Isac, Banca Nazionale del Belgio, ma anche le agenzie britanniche Nca e Ncsc. L’obiettivo condiviso è diffondere le migliori pratiche di prevenzione e risposta agli incidenti informatici, agendo sia sul fronte istituzionale sia in supporto alle Pmi.
“Con le frodi digitali in aumento, è fondamentale che gli imprenditori adottino misure proattive per proteggersi – spiega Michele Centemero, Evp Services Europe di Mastercard -. “E la nostra ricerca mette in luce l’urgenza di migliorare la formazione, rafforzare le difese e promuovere la collaborazione settoriale per tutelare le imprese ]…[“.
Visione condivisa anche da Tulsi Narayan, EVP Commercial and New Payment Flows Europe, che osserva e aggiunge: “Le minacce informatiche rappresentano una delle sfide più complesse per le Pmi. Con un’impresa su quattro che teme di dover chiudere a causa di un attacco, diventa urgente dotarsi di strumenti di protezione più efficaci ]…[“.
Le soluzioni
Dal punto di vista tecnologico Mastercard ha sviluppato e adattato una serie di strumenti dedicati proprio alle realtà più piccole. Uno di questi è My Cyber Risk, come versione personalizzata del sistema RiskRecon che permette alle Pmi di valutare autonomamente la propria esposizione al rischio, identificare le vulnerabilità e definire le priorità di intervento. A questa soluzione si aggiunge ID Theft Protection, servizio pensato per monitorare e proteggere l’identità digitale degli imprenditori, e il Mastercard Trust Center, piattaforma collaborativa cui le Pmi possono accedere a ricerche, risorse formative e strumenti per migliorare la propria postura di sicurezza.
La strategia Mastercard si rafforza inoltre attraverso collaborazioni con partner specializzati come CyberMonks e VikingCloud, che hanno contribuito al lancio di un marketplace di cybersecurity pensato per rendere accessibili soluzioni modulari e scalabili a imprese di ogni dimensione. Il marketplace consente di individuare rapidamente le opzioni più adatte al proprio profilo di rischio e alle caratteristiche del business, abbattendo una delle principali barriere d’accesso alla sicurezza: la complessità.
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