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la proposta di nuovo bilancio Ue 2028-2034


Bruxelles – Annunciato in anticipo, ritardato il giorno della presentazione. Il bilancio pluriennale dell’Ue per i prossimi sette anni (Mff 2028-2034), uno dei dossier più importante della legislatura se non il più importante, mostra i limiti della Commissione europea e della sua presidente, Ursula von der Leyen, che si presenta all’appuntamento con un dossier neanche chiuso, ma tutto ancora da negoziare a poche ore da una conferenza stampa di presentazione, slittata non a caso di ore.

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Strategie negoziali, certamente, e a volte le strategie possono risultare non proprio brillanti. Per chi è a capo dell’esecutivo comunitario, comunque, non certo un peccato veniale. Un dossier non semplice, certamente. Perché servono circa 168 miliardi di euro per ripagare gli eurobond emessi per finanziare il Meccanismo per la ripresa NextGenerationEU. Soldi che non servono al bilancio, finanziato per lo più dai governi che hanno già espresso la volontà di spendere di più in difesa per impegni Nato.

Tanti nodi da sciogliere, e proprio per questo, forse, da gestire in modo diverso, magari chiedendo ai co-legislatori (Consiglio e Parlamento) del tempo in più. Anche perché notoriamente la fretta difficilmente è mai pioniera di grandi risultati. Uno di questi risultati non certo invidiabili è l’immagine di una Commissione che si ritrova a non presentare ciò di cui aveva pre-annunciato la presentazione, oltretutto in grande stile. La strategia della Commissione prevedeva presentazioni tematiche in Parlamento europeo, in tempo utile per rendere conto prima della pausa estiva. Invece le relazioni dei commissari Roxana Minzatu (Diritti sociali) e Costas Kadis (Pesca e oceani) nelle commissioni Pesca e Lavoro vengono annullate, mentre la presentazione del commissario per il Bilancio, Piotr Serafin, dalle 12:30 slitta alle 16 (senza documenti ma solo con slide, motivo che vale critiche e reprimenda), costringendo von der Leyen a presentare da sola il bilancio anziché in compagnia di Serafin, come da programma.

“E’ stata una maratona”, riconosce von der Leyen. “Abbiamo cambiato i testi nel corso della notte“, e questo ha determinato un lavorio tutto nuovo per i servizi giuridici e nuovo dibattito in seno al collegio. “Ora dobbiamo batterci per negoziare i prossimi anni”.

Bilancio da 2.000 miliardi, agricoltura e coesione insieme

Alla fine von der Leyen può mettere sul tavolo una bozza che prevede 2.000 miliardi di euro, ripartiti come segue: 865 miliardi di euro per ‘persone, Stati membri e regioni’, 410 miliardi per la competitività (che include Horizon, e che prevede 131 miliardi di euro solo per la difesa), 200 miliardi per ‘Europa nel mondo’ (che include allargamento e azione esterna), 400 miliardi per il meccanismo di gestione delle crisi, un fondo speciale per l’Ucraina da 100 miliardi di euro, e 50 miliardi per cultura, istruzione e mobilità.

Il fondo da 865 miliardi accorpa agricoltura e coesione, un’operazione che non piaceva al Parlamento. Inoltre il fondo viene gestito congiuntamente da regioni e governi, con piani nazionali e riforme. Un’altra operazione bocciata in via preliminare dal Parlamento.

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Pac e coesione separati e con almeno le stesse risorse: le linee rosse del Parlamento Ue sul bilancio

“Le regioni conoscono meglio la situazione del territorio, e possono gestire meglio”, spiega von der Leyen nel corso della conferenza stampa. “Le strategia nazionali-regionali possono permettere di investire meglio”, in modo più efficiente. La presidente dell’esecutivo comunitario punta anche sulla semplificazione: “Invece di avere più programmi diversi, col rischio di sovrapposizione, ne abbiamo uno solo e più forte”.

Stato di diritto, resta la condizionalità. Per i giovani + 50 per cento di risorse

Von der Leyen vuole ribadire che per i fondi di coesione resta ferma la regola per cui si possono congelare risorse in caso di mancato rispetto dei diritti fondamentali o deterioramento dello Stato di diritto negli Stati membri. Per i giovani annuncia invece un aumento delle risorse del 50 per cento per il programma Erasmus+ per la mobilità studendesca e lavorativa. Attualmente il programma ha risorse per 26,2 miliardi, il che vuol dire che la Commissione intende dare 13,1 miliardi in più, per 39,3 miliardi di euro complessivi per il prossimo ciclo.

Cinque nuove fonti di risorse proprie e revisione

La Commissione introduce nella sua proposta di nuovo bilancio  cinque nuovi fonti di introiti da versare direttamente nella casse dell’esecutivo comunitario: prodotti del tabacco, grandi imprese con fatturato netto di almeno 100 milioni di euro, tasse sul carbonio dai meccanismo Ets e Cbam, e tasse sui rifiuti elettronici. Queste cinque ‘tasse europee’ dovrebbero generare ricavi annuali complessivi per 44 miliardi di euro (11,2 miliardi dal tabacco, 6,8 miliardi dalle tasse alle imprese, 9,6 miliardi di euro dall’Ets, 1,4 miliardi dal Cbam, 15 miliardi dai rifiuti elettronici), che vorrebbe dire 308 miliardi di euro nei setti anni del periodo 2028-2034.

Il bilancio comunque non sarà, almeno nelle intenzione della Commissione, definitivo. Perché se nel corso dei prossimi anni un altro Paese attualmente candidato dovesse entrare nell’Ue, l’Mff 2028-2034 sarà oggetto di revisioni.

Le sfide che attendono la Commissione

L’esecutivo comunitario ha fatto di tutto per presentare la bozza di bilancio secondo le intenzioni, anche se una seconda parte del dossier sarà presentata alla ripresa della pausa estiva, il 3 settembre. Però le premesse non sono promettenti: il fondo unico che accorpa agricoltura e coesione era stato sconsigliato dal Parlamento europeo (dove serve la maggioranza assoluta), al pari di una gestione nazionale e differenziata dei fondi. Non solo: sui nuovi meccanismi di risorse proprie si addensano in Consiglio (dove invece serve l’unanimità). Svezia, Grecia, Romania e Italia non gradiscono le tasse sul tabacco, mentre Paesi Bassi, Irlanda e Lussemburgo non sono favorevoli all’idea di tassare aziende attratte con accordi fiscali agevolati concepiti per farle venire e restare.

Come se non bastasse, i 410 miliardi di euro per la competitività non sono sufficienti. Il vicepresidente esecutivo Stephan Séjourné, responsabile per la Strategia industriale, parla di creazioen di “un fondo Draghi”, quando in realtà Mario Draghi, nel suo rapporto per la competitività – che Eunews ha tradotto integralmente in italiano – parla di “almeno 750-800 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi annui”.



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