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ATER UDINE e ATER PORDENONE: APPROVATO IL BILANCIO SOCIALE CONGIUNTO 2024/2025


Il periodo 2020-2024 è stato un quinquennio che ha cambiato il volto dell’edilizia residenziale pubblica friulana, tra sfide (a partire da quelle imposte dalla pandemia) e nuove opportunità (come i fondi garantiti da Pnrr e Superbonus). In questi cinque anni Ater Udine e Ater Pordenone hanno incrementato l’impegno nella gestione del proprio patrimonio immobiliare.

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Questo a vantaggio di una ampia platea di cittadini: basti pensare che attualmente quasi un contratto di locazione su quattro (23%) tra tutti quelli attivi sul territorio delle due ex province è relativo ad alloggi gestiti o amministrati da Ater. La domanda di alloggi popolari è in crescita del 12% su base quinquennale (e proprio per questo stanno per arrivare 272 tra alloggi nuovi, completati o in fase di progettazione).

Le attività curate dalle Ater hanno rappresentato un volano per l’economia locale: il 50% dei soldi spesi complessivamente nel quinquennio sono andati a imprese regionali, per una somma totale di 130 milioni 875 mila euro.

Ater Udine e Ater Pordenone raccontano questa evoluzione nel nuovo Bilancio sociale congiunto che copre il periodo 2020-2024: un documento ricco di dati che “fotografa” il recente passato e il presente del sistema, aiutando così a indirizzare le linee di sviluppo futuro. 

Punto focale di questo percorso il 2021, con le ricorrenze del Centenario di Ater Udine e del Cinquantenario di Ater Pordenone e con la nomina, per la prima volta, di un direttore unico per le due Aziende. Non solo: si è avuta nello stesso periodo la fusione tra Ater Udine e Ater Alto Friuli. 

Il bilancio enuclea i risultati raggiunti nel mandato dei precedenti Consigli di amministrazione delle due Ater, presieduti rispettivamente da Giorgio Michelutti e da Giovanni Tassan Zanin e viene pubblicato oggi, nel 2025 con Vanessa Colosetti a Udine e Mauro Candido a Pordenone che hanno raccolto il testimone quali presidenti operando insieme ai nuovi CdA. Questo in stretta sinergia con le linee di indirizzo sulle politiche abitative della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia tramite l’Assessorato regionale alle Infrastrutture guidato da Cristina Amirante.

 

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“In questo periodo – dichiarano i neo presidenti – si sono strette nuove collaborazioni e sinergie tra le due Ater, tramite lo sviluppo di attività condivise, volte a incrementare le competenze reciproche del personale delle due aziende e a migliorarne l’azione amministrativa in generale, pur mantenendo ogni Azienda un’autonomia ed una propria linea, anche in virtù delle specificità e delle peculiarità dei territori rispettivamente serviti. Le nuove sfide, però, non possono che essere comuni: la società chiede sempre più un abitare eco-compatibile e rappresenta una domanda abitativa in continuo aumento relativamente a nuclei familiari con redditi bassi o molto bassi ed età media in aumento, che non sono in grado di affrontare in autonomia i canoni di locazione di mercato e chiedono quindi canoni calmierati”.

Nel dettaglio, le due Ater attualmente gestiscono o amministrano 15.183 alloggi, pari al il 3% di tutte le abitazioni presenti nel territorio delle due ex province, distribuiti su tutto il territorio di rispettiva competenza, dalle aree urbane a quelle rurali e montane. Il 35% di essi si trova nei due capoluoghi. In particolare, l’Ater di Udine gestisce alloggi in 121 diversi Comuni, mentre l’Ater di Pordenone in 44.

La maggior parte degli alloggi si trova in immobili realizzati tra il 1975 e il 1990. Dopo un periodo di rallentamento nella costruzione di nuovi alloggi, con gli ultimi finanziamenti ricevuti e grazie alle politiche varate dalla Regione, si sta assistendo ora a una lieve inversione di tendenza. 

Negli alloggi esistenti risiedono attualmente 23.525 persone che rispondono a specifici requisiti di reddito per risultare assegnatarie, e che pagano un canone di locazione medio mensile tra i 152 e i 124 euro, valore ben al di sotto gli standard del settore privato. I nuclei famigliari titolari del contratto sono 11.108, principalmente composti da una persona (il 46% a Udine e il 40% a Pordenone, territorio quest’ultimo, che vede più famiglie numerose). La fascia di età predominante è quella dai 51 anni a salire (53% a Udine, 51% a Pordenone. 

In totale l’81% degli inquilini è di nazionalità italiana, il 2% comunitaria e il 17% extracomunitaria.

In totale l’89% dei titolari di contratto è di nazionalità italiana, il 2% di nazionalità comunitaria e il 9% di nazionalità extracomunitaria.

In soli cinque anni, grazie ai fondi del Superbonus 110%, si è potuto dare nuovo valore a 823 alloggi a Udine e 792 alloggi a Pordenone con un investimento complessivo di 123 milioni di euro tra le due Ater, per interventi di efficientamento energetico, in un più ampio quadro di rigenerazione del patrimonio edilizio. A Pordenone sono ancora in corso alcuni interventi per altri 7 milioni di euro complessivi. 

I finanziamenti del Pnrr hanno consentito invece di fare altri 4 interventi a Pordenone per complessivi 13,7 milioni di euro, e 8 interventi a Udine con una spesa di 29,5 milioni di euro.

 

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Ma, come ricordato, ci sono state anche delle sfide inaspettate nella gestione dei diversi cantieri, in un periodo storico che ha visto la pandemia del Covid-19 prima, la crisi energetica e l’aumento del costo delle materie prime, collegata al quadro internazionale, a seguire. Non vanno dimenticate neppure le ondate di maltempo con i relativi danni, come accaduto per esempio nell’estate del 2023, caratterizzata da forti grandinate. Il nuovo codice degli appalti e la saturazione del mercato delle costruzioni hanno posto ulteriori sfide all’operatività.

“Tuttavia – concludono Colosetti e Candido – le strutture di Ater Udine e Ater Pordenone, che oggi possono contare su 166 dipendenti totali per una media di 91 alloggi gestiti da ognuno di loro, hanno dimostrato di saper rispondere alle emergenze e di saper cogliere le opportunità, gestendo la spesa dei fondi in tempistiche ottimali. Il tutto ottenendo il risultato di migliorare le condizioni del nostro patrimonio edilizio e la qualità della vita dei nostri inquilini, per i quali siamo diventati un punto di riferimento non solo nel momento in cui gli viene assegnato un alloggio, ma anche per tutta una serie di azioni al servizio dell’abitare. In tal senso, si può dire che ora che Ater è sempre più amministratore di case, in un raggio di azione sempre più globale dell’edilizia residenziale pubblica. I rinnovati Consigli di amministrazione sono pronti a raccogliere con fiducia ed energia l’eredità che è stata loro affidata e ad affrontare le nuove sfide che li attendono nei prossimi cinque anni”.



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