Dopo un inizio anno debole, gli indici degli investimenti sostenibili (SI) hanno registrato una ripresa netta nel secondo trimestre 2025, dimostrando resilienza in un contesto di forte volatilità. A guidare il rimbalzo sono stati settori strategici come la tecnologia e l’economia verde, con gli indici Environmental Opportunities (EnvOps) in evidenza grazie alla crescita degli investimenti in energie rinnovabili ed efficienza energetica. Questa dinamica conferma una tendenza globale: gli investitori sono sempre più orientati verso soluzioni che coniughino rendimento finanziario e impatto positivo, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione e transizione ecologica. È quanto emerge dal Sustainable Investment Insights – Quarterly Report di luglio pubblicato da FTSE Russell, uno dei principali provider globali di indici e analisi finanziarie. Un segnale, si legge nel documento, che la finanza sostenibile non solo resiste alle turbolenze, ma si afferma come leva strategica per affrontare le sfide del futuro. Integrando obiettivi economici con criteri ambientali, sociali e di governance (ESG), queste strategie orientano il capitale verso imprese capaci di generare valore duraturo per investitori, società e ambiente.
Investimenti sostenibili: una ripresa solida nel secondo trimestre 2025
Nel secondo trimestre del 2025, gli indici di investimento sostenibile (SI) hanno mostrato segnali di recupero, nonostante l’instabilità dei mercati. Il settore tecnologico, che aveva sofferto nei mesi precedenti, ha guidato la ripresa con una crescita vicina al + 23%, mentre il settore energetico, precedentemente in testa, ha perso -1,5% a causa del calo dei prezzi del petrolio. La spinta verso l’economia verde ha rafforzato l’andamento positivo, con gli indici Environmental Opportunities (EnvOps) sostenuti dalla crescita degli investimenti in fonti di energia rinnovabili ed efficienza energetica.
Mentre i Green Bond hanno registrato buone performance e un aumento delle emissioni, con una forte presenza di titoli europei. Anche il comparto delle infrastrutture sostenibili ha beneficiato del rilancio del settore ferroviario, contribuendo al rafforzamento complessivo degli strumenti legati alla transizione.
Dopo i deflussi di marzo e aprile, i mesi successivi hanno visto una maggiore stabilità nei flussi di fondi SI. Resta però alta l’attenzione verso le dinamiche geopolitiche e macroeconomiche, che continuano a influenzare il comportamento degli investitori.
Il report mette in luce la varietà delle strategie SI. Alcuni indici, come Global Choice, si concentrano sull’esclusione dei combustibili fossili e sulla riduzione dell’intensità carbonica. Altri, come FTSE4Good, privilegiano aziende con punteggi ESG elevati, mentre Environmental Opportunities seleziona imprese con ricavi fortemente orientati al green. Gli indici Paris Aligned Benchmark e TPI Climate Transition perseguono obiettivi multipli, tra cui la riduzione delle emissioni e il rafforzamento della governance climatica.
Europa in testa alla performance regionale, mentre il mercato ritrova fiducia
L’Europa (escluso il Regno Unito) ha guidato nuovamente la performance regionale, sostenuta dal rafforzamento dell’euro rispetto al dollaro. Nonostante le tensioni legate ai dazi annunciati il 2 aprile con l’amministrazione Trump, che hanno provocato un temporaneo calo dei mercati azionari, la loro sospensione pochi giorni dopo e l’avvio dei negoziati tra Stati Uniti e Cina hanno alimentato un clima di fiducia, con un ritorno generalizzato al rischio per il resto del trimestre.
A livello settoriale, la tecnologia è tornata in testa, seguita da comparti ciclici come industria, beni di consumo discrezionali e finanza, mentre sanità ed energia hanno mostrato le performance più deboli.
Sul fronte macroeconomico, le previsioni del Fondo Monetario Internazionale (FMI) indicano un rallentamento della crescita statunitense nel 2025-2026, a fronte di una ripresa attesa nei mercati sviluppati a partire dal 2026. L’inflazione attesa a 1-3 anni è scesa sotto il 2% nella maggior parte dei paesi sviluppati, mentre negli Stati Uniti le aspettative di breve periodo sono aumentate, complicando le scelte della Federal Reserve. Dopo le elezioni, le previsioni sui tagli dei tassi negli USA hanno subito una delle inversioni più marcate, rendendo il paese un’anomalia rispetto agli altri mercati avanzati. Nonostante i deflussi dai fondi obbligazionari registrati ad aprile, i flussi globali hanno mantenuto un trend positivo nel corso del trimestre.
La transizione energetica accelera: investimenti record e boom dell’efficienza
La green economy ha brillato grazie alla forte performance del settore dell’efficienza energetica, spinto dalla ripresa dell’industria e della tecnologia. Anche le rinnovabili hanno mostrato segnali di slancio, confermando un trend positivo che riflette la crescente fiducia negli investimenti legati alla transizione ecologica.
Secondo le stime dell’Agenzia Internazionale dell’energia (IEA), gli investimenti globali in energia pulita raggiungeranno 2.2 trilioni di dollari nel 2025, il doppio rispetto a quelli previsti per i combustibili fossili. Il solare si conferma protagonista, con 450 miliardi di dollari di investimenti previsti, mentre lo stoccaggio energetico e le reti elettriche continuano a crescere, anche in risposta a eventi critici come il blackout che ha colpito Spagna e Portogallo.
La mobilità elettrica è in piena espansione: nel 2024 sono stati venduti 17 milioni di veicoli elettrici, pari al 20% delle nuove immatricolazioni globali, con la Cina in testa (50%), seguita da EMEA (20%) e Stati Uniti (10%). Questo cambiamento sta riducendo la domanda di petrolio e accentuando la sovraccapacità del mercato fossile.
Parallelamente, cresce l’interesse per le soluzioni di adattamento climatico: il 34% delle aziende di medie e grandi dimensioni ha dichiarato di aver adottato misure in tal senso. Il mercato dell’adattamento è stimato attorno a 1 trilione di dollari, con una crescita annua del 21% negli ultimi quattro anni.
La transizione non è solo una questione di mitigazione: è sempre più evidente che adattarsi al cambiamento climatico sarà cruciale quanto ridurne le cause. E il mercato sembra seguire questa visione.
Green Bond: emissioni in crescita e segnali positivi nel Q2 2025
Parallelamente il mercato dei Green Bond ha mostrato vitalità: le emissioni sono aumentate e il rapporto tra obbligazioni verdi e totali ha superato la media degli ultimi cinque anni. Le performance sono state buone sia su base trimestrale che annuale, con le Green Corp (obbligazioni aziendali verdi) in vantaggio grazie al buon andamento del settore bancario. Anche le Green Sov (obbligazioni sovrane verdi) hanno beneficiato della discesa dei rendimenti in Europa e Regno Unito, pur restando penalizzate nel lungo periodo.
Il mercato europeo continua a trainare le emissioni, mentre negli Stati Uniti la presenza di Green Bond sovrani resta limitata. Le Green Corp mostrano una maggiore esposizione a titoli con rating BBB, offrendo rendimenti più elevati ma anche un profilo di rischio diverso rispetto alle obbligazioni tradizionali.
In sintesi, il Q2 ha confermato il ruolo crescente dei Green Bond nel panorama finanziario globale, con segnali di stabilità e interesse da parte degli investitori. Un settore da tenere d’occhio per chi cerca opportunità legate alla transizione ecologica.
Global Choice: investimenti sostenibili con rendimento solido e minore impatto ambientale
Nel secondo trimestre del 2025, gli indici Global Choice hanno registrato una performance superiore alla media globale, grazie a una strategia mirata che ha premiato in particolare negli Stati Uniti e nei mercati emergenti. La sovrapposizione nel settore tecnologico, la sottopresenza nell’energia e una selezione efficace nel comparto finanziario hanno sostenuto i risultati, mentre l’eccessiva esposizione alla sanità e una selezione meno incisiva nell’industria hanno frenato le performance in Europa, Regno Unito e Asia-Pacifico.
Oltre ai risultati finanziari, questi indici si distinguono per la loro capacità di ridurre l’intensità carbonica, grazie a un approccio che esclude o sottopesa i settori ad alta emissione come energia, utility e materiali di base. L’unica eccezione è il Regno Unito, dove l’efficacia ambientale è risultata più contenuta.
La combinazione tra selezione settoriale e attenzione ai criteri ESG conferma il ruolo dei Global Choice come strumenti di riferimento per chi cerca investimenti sostenibili con un profilo di rischio equilibrato e una minore esposizione ai rischi climatici.
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