Nella bozza del nuovo “Fondo europeo per la prosperità e la sicurezza sostenibili a livello economico, territoriale, sociale, rurale e marittimo per il periodo 2028-2034” risorse per l’agricoltura accorpate a Fondo sociale e fondi di Coesione. Professionali sul piede di guerra
Bruxelles la chiama evoluzione, qualcuno già parla di rivoluzione. Ma c’è chi si chiede se il grande cambiamento annunciato nella Pac post-2027 sarà davvero tale. La nuova proposta della Commissione europea – che ruota attorno alla creazione del National and Regional Partnership Fund (Nrpf), cioè il Fondo unico che accorpa i fondi della Pac, il Fondo sociale e i fondi di Coesione – promette una Pac più snella, più flessibile, più vicina ai bisogni dei territori. Un fondo unico, in grado di riunire in un solo contenitore il sostegno al reddito e le misure di sviluppo rurale, superando la storica dicotomia tra Feaga e Feasr.
Ma sarà sufficiente un’operazione di semplificazione amministrativa a rispondere alle sfide sistemiche che attraversano l’agricoltura europea? Il sospetto, tra addetti ai lavori e governi, è che dietro il termine “semplificazione” si nasconda anche un rischio di discontinuità, se non di disimpegno. I dettagli, ancora provvisori, parlano di un impianto finanziario più agile, con possibilità di spostare fondi tra obiettivi e programmi, cofinanziamenti più flessibili e minori obblighi burocratici. Una scelta che, nei numeri, potrebbe valere oltre 1,5 miliardi di euro di risparmi per le aziende agricole e 200 milioni per le amministrazioni pubbliche.
Tagli e tetto per i fondi alle grandi aziende
Ma la domanda che aleggia nei corridoi del Consiglio è: a chi andranno davvero questi benefici? E a quale prezzo? Le nuove regole prevedono soglie più stringenti per l’accesso agli aiuti diretti: dai 20.000 euro in su scatteranno tagli progressivi –25%, -50%, fino al 75% per i grandi beneficiari – con un tetto massimo fissato a 100.000 euro per azienda. Una misura pensata per favorire giovani, donne, piccoli agricoltori e realtà in zone svantaggiate. Eppure non tutti i governi sono convinti che questa “redistribuzione per degressività” riuscirà a evitare squilibri e conflitti interni, soprattutto nelle regioni dove la concentrazione fondiaria è ancora elevata.
Più risorse per i giovani agricoltori
Il capitolo giovani agricoltori, tanto evocato, contiene novità interessanti ma ancora poco definite. I cosiddetti “starter pack” potranno arrivare fino a 300.000 euro, ma saranno legati a business plan, soglie di età e coerenza con le strategie nazionali di ricambio generazionale. Un passo avanti o un’altra corsa a ostacoli burocratici? Difficile dirlo, soprattutto in assenza di criteri chiari e uniformi tra i Paesi. Anche sul fronte ambientale, la riforma si muove tra ambizione e prudenza. Le nuove priorità includeranno clima, suolo, biodiversità, energia da fonti rinnovabili e sviluppo del biologico.
Il nodo dei fertilizzanti
Ma basterà scrivere nero su bianco queste parole per garantire una reale transizione agroecologica? E come evitare che i criteri si trasformino in meri adempimenti formali? Un altro nodo, tutt’altro che secondario, riguarda la gestione dei fertilizzanti. Il via libera al Renure – fertilizzante ricavato dal recupero dell’azoto dei reflui zootecnici – è atteso con favore da molti Paesi (Italia inclusa), ma altri – Francia e Austria su tutti – temono che l’adozione possa compromettere la sostenibilità degli allevamenti estensivi o minare i progressi fatti con la Direttiva Nitrati. È la classica tensione tra innovazione e precauzione, che continua a dividere l’Europa agricola.
Sulla scena si affaccia poi il tema della sovranità proteica: un obiettivo che mette tutti d’accordo, almeno in apparenza. L’Ue importa ancora troppa soia, troppi mangimi, da pochi fornitori esterni. La Commissione auspica una spinta alle colture proteiche europee – leguminose, piante azotofissatrici, rotazioni foraggere – e prevede un incremento di superfici da 4,2 a 7,1 milioni di ettari entro il 2027. Ma è sufficiente una previsione di crescita per costruire una filiera vera? E ci saranno abbastanza incentivi per rendere le produzioni proteiche competitive sul mercato?
La Pac post-2027 potrebbe dunque rappresentare un’opportunità. Potrebbe ridisegnare l’equilibrio tra agricoltura e ambiente, tra grandi e piccoli, tra centro e periferia. Ma le incognite sono molte. In un contesto geopolitico incerto, con l’inflazione alimentare ancora sopra il 3%, i prezzi dei fertilizzanti in risalita e le tensioni commerciali con gli Stati Uniti che minacciano nuovi dazi, il rischio è che il nuovo impianto si scontri con vecchie fragilità. E che a farne le spese siano, ancora una volta, gli agricoltori. Bruxelles promette una Pac più moderna, più semplice, più giusta. Ma la sfida sarà dare concretezza a queste promesse. E dimostrare, nei fatti, che dietro la parola “riforma” non si nasconde solo un esercizio contabile, ma una visione per l’agricoltura europea del futuro.
Eventi chiave della nuova Pac
Data | Evento chiave |
16 luglio 2025 | Presentazione ufficiale proposta PAC post-2027 |
Settembre 2025 | Voto sul fertilizzante Reneure al Comitato Nitrati |
Ottobre 2025 | Entrata in vigore attesa per il pacchetto semplificazioni |
Inizio 2026 | Avvio triloghi con il Parlamento europeo |
2028 | Entrata in vigore nuova Pac e nuovo Mff |
Glossario
NRPF e NFNRF sono due sigle chiave nella proposta di riforma della PAC post-2027:
- NRPF = National and Regional Partnership Fund
È il nuovo fondo proposto dalla Commissione europea per sostituire i due attuali fondi della Pac, il FEAGA (Fondo Europeo Agricolo di Garanzia) e il FEASR (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale). L’idea è creare un fondo unico e integrato che raccolga tutte le risorse per il sostegno al reddito, allo sviluppo rurale, alla resilienza e alla transizione ecologica. Questo permetterebbe una programmazione più flessibile e coerente tra le diverse politiche agricole e rurali. - NFNRF = National and Flexible Non-Refundable Facility
Anche se meno usata nei testi principali rispetto a NRPF, questa sigla fa riferimento a un possibile strumento di flessibilità finanziaria previsto all’interno del nuovo assetto, pensato per rispondere rapidamente a crisi, emergenze climatiche, sanitarie o di mercato. Potrebbe sostituire l’attuale “riserva di crisi” Pac e offrire finanziamenti non rimborsabili attivabili in tempi brevi.
In sintesi:
NRPF è il contenitore principale della nuova Pac.
NFNRF è uno strumento operativo interno al NRPF, pensato per la gestione di crisi e transizioni.
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