Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Il Friuli Venezia Giulia verso la leadership nella nautica sostenibile: presentato lo studio sul Distretto econautico


Promuovere il turismo nautico d’alta gamma, attrarre Mega Yacht, investire in infrastrutture sostenibili e fare sistema: sono questi i capisaldi dello studio realizzato da Uniontrasporti con la Camera di commercio Venezia Giulia e il Consorzio di sviluppo economico della Venezia Giulia e presentato questa mattina nella sede di Trieste dell’Ente camerale.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

La Blue economy, o economia del mare, rappresenta un settore strategico per l’Italia, che contribuisce in modo significativo al Pil nazionale, all’occupazione con migliaia di posti di lavoro e offre opportunità di crescita sostenibile. Il mare rappresenta una risorsa fondamentale per l’Italia che, con oltre 7.500 km di costa e la sua posizione strategica nel Mediterraneo, ha un vantaggio naturale nello sfruttamento delle risorse marine.

La Camera di commercio ha inteso realizzare lo studio per valutare le opportunità di promuovere – in stretta sinergia con l’ente regionale che ha recentemente fatto una legge dedicata – il turismo diportistico e il settore dei Mega Yacht. Si tratta di settori chiave della Blue economy, che si aggiungono ad attività come la pesca, il trasporto marittimo, l’acquacoltura e lo sviluppo di energie rinnovabili marine.

“Secondo i dati del 13.o Rapporto sull’economia del mare, la Blue Economy cresce del 16% annuo, ben più della media dell’economia nazionale. Anche l’occupazione – commenta Antonio Paoletti, presidente della Camera di commercio Venezia Giulia – mostra un segno positivo (+7,7%). Il Friuli Venezia Giulia, seppure sesto per numero assoluto di posti barca, detiene il primato nazionale per densità (165 posti per km di costa). Con 2,7 miliardi di valore aggiunto legato all’economia del mare, il settore rappresenta oltre il 7% del PIL regionale”.

“Da sempre – ha detto Antonio Paoletti – ci occupiamo di Blue economy a tutto campo, con particolare riferimento alla nautica da diporto e alla cantieristica. In questo caso abbiamo aggiornato lo studio già fatto nel 2013, adeguandolo alle novità produttive ma anche al cambiamento avvenuto nel settore turistico che ha influito e influirà in maniera considerevole sulla nautica. C’è un grande impulso e una forte volontà indirizzati ad offrire più servizi e spazi per i Mega Yacht e Trieste può ampliare l’offerta sia all’interno del Porto Vecchio, che nell’area di Porto Lido dove nell’ambito del progetto del Nautaverso la stessa Camera di commercio creerà le condizioni per la realizzazione di una marina con queste particolari caratteristiche. Ci attendono numerose sfide in termini di sostenibilità, formazione ma sono convito che con il nuovo cluster regionale – di cui siamo un componente importante –  MareTC Fvg potrà contribuire a creare sviluppo e a rispondere alle necessità delle imprese anche in termini di innovazione. E in tutto ciò siamo convinti che la Regione Fvg continuerà ad affiancare il comparto con risposte concrete a un sistema che dialoga e lavora bene assieme.”

“Il riconoscimento e la presa d’atto del Distretto nautico – secondo Fabrizio Russo, presidente Coseveg – sono fattori importanti dal punto di vista economico, per un settore resiliente con due aziende che producono yacht di lusso, venute in Italia per il made in Italy. La tradizione della nautica si completa in un Distretto che è la conclusione di una filiera che parte da lontano, ricomprendendo i grandi player e i maestri d’ascia, prendendo in grande valore l’attenzione all’ambiente con produzioni ecosostenibili. E la Legge regionale specifica sulla nautica ed è fondamentale per garantire ulteriore sviluppo”.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Il nostro territorio ha un valore aggiunto importante in cui la politica, le associazioni di categoria e le impres e dialogano con continuità. “Come europarlamentare – ha affermato Anna Maria Cisint – sono a rappresentare il settore marittimo nella commissione competente: l’economia del mare è fatta di tante componenti e il nostro territorio vanta una portualità abbinata a insediamenti vantaggiosi grazie alla Zona Logistica Semplificata che, partendo dal Porto di Monfalcone, fa in modo che ci sia un vantaggio fiscale e meno burocrazia per aggredire un mercato importante”.

Nel portare i saluti dell’assessore regionale Sergio Emidio Bini, per la direzione centrale delle Attività produttive della regione Fvg, Massimo Giordano, ha ricordato “che gli attuali 15.500 posti barca impiegano più di 2 mila persone, con la cantieristica che ne impiega altri 1.350 per costituire assieme il 15% del Pil regionale e il 16% dell’export del Fvg. La legge regionale 11/24 promuove lo sviluppo ecosostenibile e competitivo del settore nautico regionale ed è indubbiamente uno strumento normativo semplice, agevole e innovativo, votato a grande maggioranza dal Consiglio regionale. Un testo che tiene in considerazione – conclude – della formazione professionale, di innovazione e sostenibilità, dello sviluppo dei marina, delle darsene e degli ormeggi, prevedendo incentivi alle Pmi e la promozione del turismo nautico”.

Il Fvg è indubbiamente un laboratorio di innovazione, anche nella definizione della normativa regionale, con una regione “piccola” in cui la forza delle relazioni e delle collaborazioni costituisce il Dna dello sviluppo. “In Friuli Venezia Giulia esiste un confronto continuo – evidenza il presidente di MareTCFVG, Massimiliano Ciarrocchi –  con la nautica che al suo interno ha la componente industriale e quella turistica. Trieste e Monfalcone sono aree caratterizzate dalla costruzione, dall’ innovazione e dalla manutenzione. Fincantieri è leader nella navalmeccanica, Beneteau è leader nella nautica da diporto e al loro fianco esistono filiere di Pmi del territorio che guardano anche alla ricerca di tecnologie rispettose dell’ambiente”.

Il lavoro, commissionato con il supporto di Fit Consulting, analizza il potenziale del Friuli Venezia Giulia nel segmento del diportismo e della cantieristica di lusso, con l’obiettivo di creare un vero e proprio distretto econautico regionale.

“Parliamo di un settore che in Italia muove circa 80 miliardi di euro di valore aggiunto, con un effetto moltiplicatore di 1,8 sull’economia reale. Ma nei comparti più forti del nostro territorio, come la cantieristica, ogni milione investito può attivare oltre 2,5 milioni di ricadute”, ha sottolineato Antonello Fontanili, direttore di Uniontrasporti.

“Il territorio ha grandi numeri e attori di primo piano – da Fincantieri a Monte Carlo Yachts – ma soffre un gap nei servizi e nelle infrastrutture rispetto a competitor come Slovenia e Croazia”, ha evidenziato ancora Fontanili. Le tariffe di ormeggio risultano elevate e la qualità dei servizi (manutenzione, assistenza, rifornimenti) è giudicata insufficiente. Le raccomandazioni: avere una visione al 2035”.

Lo studio propone un piano d’azione in tre fasi: 2025–2027 con la definizione delle aree strategiche e del modello di governance del distretto; 2027–2030 con la realizzazione di nuove marine dedicate e avvio di cantieri per il refitting sostenibile; 2030–2035 con l’attrazione di investitori esteri e consolidamento dell’ecosistema industriale. Tra le misure chiave le tariffe agevolate per soste lunghe, la promozione di un brand regionale della nautica di lusso, la partecipazione a fiere internazionali, nonché eventi esclusivi e pacchetti turistici integrati.

“Il distretto econautico è lo strumento per unire tradizione, tecnologia e sviluppo sostenibile. Con investimenti mirati e una regia condivisa, il Friuli Venezia Giulia può diventare un punto di riferimento nel Mediterraneo per il turismo nautico e la cantieristica d’eccellenza”, ha concluso Fontanili.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Quindici anni fa Beneteau ha deciso di installare la propria filiale italiana a Monfalcone, perché ha ritenuto che il Mediterraneo orientale offrisse possibilità di sviluppo maggiori rispetto al Mediterrano centrale e occidentale: i fatti hanno dato ragione e nella nautica internazionale il mercato orientale sta crescendo, nonostante ci sia un conflitto in essere. “Penso – sono le parole di Fernando Cuogo, CFO di Beneteau Italia – che anche per il Distretto del Fvg sia importante questa visione. Se il distretto riesce ad essere parte centrale di uno sviluppo di tutta un’area, allora sì che può far crescere questa area perché attrarre aziende è fondamentale. A noi – conclude – piacerebbe molto esportare le nostre barche dal Porto franco di Trieste perché sarebbe un vantaggio competitivo enorme, come anche fare attività di refitting nell’area di Punto Franco. In conclusione, la nautica italiana è la prima al mondo e penso che il distretto Fvg possa essere trainante anche nella sua promozione contribuendo alla crescita del Salone Nautico di Venezia con un ritorno che risulterebbe importante per questa regione”.

“La sfida dei Super Yacht è una grande opportunità, c’è sicuramente posto, ma con la consapevolezza – ha commentato Alberto Cattaruzza, presidente di Ocean Srl – che non siamo il Tirreno che vanta una lunga tradizione in questo ambito e non siamo la Sardegna con l’esperienza pluridecennale della Costa Smeralda. Dobbiamo stare attenti a non sbagliare, partendo da un’idea di marine di lusso con basso impatto ambientale e quindi marine green, con prodotti esclusivi e attrezzate con bar, ristorante, piscine, eliporto, con tutte quelle attrezzature che vengono richieste da una clientela che spende molto, ma che è molto esigente perché abituata molto bene sia in altre regioni d’Italia che in Croazia o Montenegro”.

È fondamentale pensare a investimenti negli hub portuali e retroportuali nella nostra regione per portare significative ricadute su tutte le filiere produttive. “La nostra area – ha spiegato Enrico Samer, presidente e ad di Samer & Co. Shipping – è ricca di ormeggi per il diporto e si auspica possano nascere importanti realtà anche per i Mega Yacht, per averli qui stanziali e non solo turistici e per poter quindi fare anche lavori di manutenzione. Per accoglierli sono adatte sia una parte del Porto Vecchio, che Porto Lido come anche zone a Monfalcone. Importante, però, guardare ancor più alla costruzione di yacht dai 50-60 metri in su che in Italia ha pochi spazi.  Il cliente cerca il Made in Italy e in questo momento stiamo lavorando nel porto industriale di Trieste dove si stanno realizzando scafi in acciaio da 40-50m per i cantieri marchigiani, proprio grazie a una logistica funzionale agli spostamenti. Al momento si perde il valore aggiunto della finitura dello yacht, ma abbiamo l’obiettivo di creare un magazzino ampio al punto da contenere Mega Yacht fino a 90 metri, con la possibilità di realizzare anche due yacht da 50-60m in contemporanea. L’obiettivo è quello di poter essere operativi nella seconda metà del 2026. Ciò genererà un indotto incredibile in temini di produzione e occupazione”.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Trasforma il tuo sogno in realtà

partecipa alle aste immobiliari.

 

Source link

Carta di credito con fido

Procedura celere