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Lombardia, motore d’innovazione grazie alle Zis


«Molti degli strumenti finanziari che abbiamo messi in campo sono molto innovativi. Abbiamo lavorato da buoni lombardi, ponendoci una domanda da buoni lombardi: come migliorarci ulteriormente»: Guido Guidesi, assessore allo sviluppo economico di Regione Lombardia, lavora molto. La sua scommessa è quella di aiutare la Lombardia a trainare la ripresa industriale del Paese. Con tutti gli strumenti propri della Regione, ma anche dell’ordinamento europeo. «Ci siamo chiesi se c’era del potenziale ancora inespresso», aggiunge in questa conversazione, «e l’abbiamo cercato nella mancata connessione dei know how di cui disponiamo…».

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La Lombardia continua a crescere, nel frattempo, e in alcune provincie – Bergamo, Brescia e Monza, ad esempio – si registra addirittura una percentuale di disoccupazione stabilmente sotto il 3%. Oltre il 60% degli investitori stranieri in Italia e 92 dei 100 investitori più significativi sono proprio in Lombardia. Come “fare meglio”? «Innanzitutto facendo sì che, nonostante i costi energetici e l’iper-regolamentazione europea, che rischiano di far perdere competitività alle imprese, il primato lombardo si conferma tale ed è importante – sottolinea Guidesi – che rimanga tale anche nei prossimi anni»; per questo la Regione ha deciso di adottare nuovi strumenti e iniziative a favore del tessuto produttivo ed economico, confermandosi, di fatto, un ottimo alleato delle aziende.

Un nuovo pacchetto di misure, dunque, a cominciare dal bando “Nuova impresa 2025”, dal valore di oltre 10 milioni di euro, che ha l’obiettivo, in continuità con le precedenti edizioni, di sostenere l’avvio di nuove imprese e l’autoimprenditorialità, anche in forma di lavoro autonomo con partita Iva individuale, attraverso l’erogazione di contributi a fondo perduto sui costi connessi alla creazione delle nuove imprese; c’è poi il “Microcredito per le piccole e medie imprese e per i lavoratori autonomi” da 24 milioni di euro per sostenere investimenti delle aziende; e in tema di innovazione c’è il “Lombardia Venture”, nato per promuovere l’accesso al capitale di rischio da parte delle imprese innovative lombarde, in particolare start up e scale up, per favorire lo sviluppo di tecnologie critiche.

Ma c’è una novità assoluta su cui l’assessore si sta concentrando ed è quella delle “Zone di Innovazione e di Sviluppo” (Zis) per dare una spinta e valorizzare il potenziale ancora inespresso del tessuto produttivo lombardo la Regione. Si tratta di un nuovo modello di politica industriale; l’idea è quella di sostenere aggregazioni spontanee di soggetti pubblici e privati – localizzati in un determinato territorio – che condividano una vocazione produttiva ed economica ben definita. L’obiettivo è di favorire la cultura dell’innovazione: «Non vogliamo adottare un approccio uniforme a livello istituzionale, ma costruire risposte mirate, calibrate sulle esigenze specifiche dei singoli settori – soprattutto in un contesto in cui le contingenze economiche evolvono con grande rapidità. Le Zis si inseriscono proprio in questa logica», sintetizza Guidesi.

Alla base dell’operazione ci sarà una mappatura dettagliata, che permetterà di individuare gli attori da coinvolgere in ciascuna Zis, con la possibilità di includere anche soggetti strategici esterni all’area geografica di riferimento.

L’istituzione delle Zis avverrà su proposta dei territori, attraverso un bando regionale per manifestazioni d’interesse. I criteri premieranno le iniziative capaci di attivare sinergie pubblico-private, attrarre talenti e capitali, promuovere formazione e generare partnership a livello locale, nazionale e internazionale. Ogni Zis sarà valutata anche in termini di impatto economico e sociale, con l’obiettivo di costruire un modello replicabile in altre aree della regione. «In questo modo», spiega Guidesi, “come Regione puntiamo a consolidare quanto costruito finora: restare una terra manifatturiera, capace di offrire alle imprese un ambiente, dinamico e favorevole alla crescita. Vogliamo continuare a creare le condizioni perché fare impresa in Lombardia sia, oggi più che mai, una scelta conveniente».

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Le nuove Zis dovrebbero entro l’ultimo trimestre dell’anno costituire, per le oltre 800 mila imprese attive – capaci di generare sul territorio delle dodici province lombarde un valore aggiunto di 480,6 miliardi di euro – il principale canale di dialogo non solo fra economia e politica ma anche fra ricerca, accademia e finanza. Spiega ancora Guido Guidesi: «L’idea è quella di cambiare radicalmente approccio: stiamo rimappando la geografia produttiva del nostro territorio individuando, risalendo le filiere, le capitali produttive dei comparti più competitivi con l’obiettivo di costruire attorno a questi poli un nuovo ecosistema in grado di generare aggregazioni spontanee di soggetti pubblici e privati. Da parte nostra saremo pronti a mettere in campo, oltre alle misure economiche già attivate e che a oggi a vario titolo sfiorano i 100 milioni di euro, strumenti studiati e dedicati a ogni singola Zona di Innovazione e Sviluppo».

«Non vogliamo adottare un approccio uniforme a livello istituzionale, ma costruire risposte mirate, calibrate sulle esigenze specifiche dei singoli settori, soprattutto in un contesto in cui le contingenze economiche evolvono con grande rapidità. Le Zis si inseriscono proprio in questa logica», osserva ancora l’assessore, che ora chiede alle reti territoriali di rappresentanza imprenditoriale, alle Camere di Commercio, agli atenei ma anche alla politica locale di rispondere alla chiamata in maniera propositiva (Varese ad esempio sta già lavorando sull’aerospazio mentre Pavia sulla microelettronica, a Brescia sulla siderurgia, a Bergamo sulla meccatronica e a Crema sul Beauty). L’istituzione delle Zis avverrà infatti su proposta dei territori, attraverso un bando regionale per manifestazioni d’interesse. «Ogni Zis – conclude Guidesi – sarà valutata anche in termini di impatto economico e sociale, con l’obiettivo di costruire un modello replicabile in altre aree della regione».

Il tutto, senza dimenticare nessuna delle altre misure già collaudate a vantaggio delle imprese, come “Quota Lombardia”’, dal valore di 25 milioni, che sostiene le Pmi che hanno intrapreso o stanno per intraprendere un percorso di patrimonializzazione mediante la quotazione sui sistemi multilaterali di negoziazione; il “Fondo Confidiamo nella ripresa – energia” per supportare le aziende penalizzate dalla crisi energetica in corso favorendo l’accesso alla liquidità per fronteggiare l’aumento dei costi dei fattori produttivi, in particolare energetici; il terzo strumento di questa ‘categoria’ è quello dedicato alle “imprese storiche”; 10 milioni di euro per promuovendo interventi di riqualificazione dell’unità locale di svolgimento dell’attività, restauro e conservazione di beni mobili e immobili e innovazione dei servizi offerti. Ci sono poi i bandi “Patrimonio d’impresa”, “Riconoscimento dei musei di impresa” e quello per riconoscere gli “Artigiani di Qualità”.
Infine, Regione Lombardia si dedica anche alla sviluppo e alla transizione, oltre che al tema dell’internazionalizzazione; con opportunità come “Linea Green”, “Linea Sviluppo aziendale” e il “Basket Bond Lombardia’” strumento importante per agevolare l’accesso al credito delle piccole medie imprese, una misura da 32 milioni di euro voluta da Guidesi, per supportare gli investimenti e i piani di sviluppo delle Pmi lombarde.



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