Thélios fa il bis. L’eyewear expert del gruppo Lvmh ha inaugurato ieri il suo nuovo sito produttivo a Longarone (Belluno). Il nuovo stabilimento, adiacente alla prima manifattura aperta nel 2018 dedicata all’acetato, è invece specializzato nella lavorazione del metallo.
L’inaugurazione della struttura di 20mila metri quadrati segna la conclusione di un progetto avviato nel 2023, con la revisione dei piani di sviluppo di Thélios per salvaguardare il know-how presente sul territorio, che ha portato all’acquisizione dello stabilimento ex-Safilo e l’assorbimento di circa 250 lavoratori, inseriti in organico con mesi di anticipo rispetto al piano industriale iniziale. Il sito è stato oggetto di un importante intervento di ristrutturazione, volto a uniformare lo stile architettonico con quello della preesistente manifattura e a migliorare la qualità degli spazi, sia in termini estetici che funzionali. La superficie produttiva complessiva di Thélios è ora di 40mila metri quadrati e sono impiegate 1300 persone.
Al taglio del nastro sono intervenuti Toni Belloni, presidente di Lvmh Italia; Alessandro Zanardo, CEO di Thélios; Valeria Mantovan, assessora della Regione Veneto e Roberto Padrin, sindaco di Longarone e presidente della Provincia di Belluno. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso ha inviato un messaggio per sottolineare che “la nuova struttura rappresenta non solo un importante investimento in innovazione, ma anche l’espressione di un territorio che da secoli è fucina dell’alta qualità narrata in ogni prodotto”.
Nata nel 2017 in joint venture con Marcolin per sviluppare l’eyewear di Celine, nel 2022 Thélios è stata integrata completamente in Lvmh. Oggi è a tutti gli effetti uno dei player principale del settore progettando, producendo e distribuendo occhiali per molte delle maison più prestigiose del colosso francese: Dior, Fendi, Celine, Givenchy, Loewe, Kenzo, Berluti, Bulgari, Tag Heuer e Fred; Stella McCartney e per i brand proprietari Barton Perreira e Vuarnet.
Il ruolo di Thélios all’interno della galassia Lvmh è sempre più strategico, come ha confermato a Pambianconews Toni Belloni: “Le nostre marche hanno l’obiettivo di esprimere i propri valori nelle categorie che interessano ai nostri clienti. L’eyewear ha un trend secolare relativo alla correzione della vista, all’aumento di grandi prodotti nel mondo e poi, naturalmente, è esposto alla moda. Ad esempio il precedente direttore creativo di Celine (Hedi Slimane, ndr) aveva fatto dell’eyewear un elemento che definiva la silhouette del brand, ciò ha avuto una forza trainante importante. L’occhialeria è una delle categorie che consentono ai consumatori di accedere alle marche attraverso un prodotto di grandissima qualità; gli occhiali permettono di esprimere la propria affinità con i codici di un brand. Si tratta di prodotti che continuano ad avere dei prezzi ragionevoli o comunque più bassi rispetto ad altre categorie. La produzione è 100% made in Italy e la distribuzione è fortemente selettiva; adottiamo i medesimi standard che le nostre marche perseguono in generale nelle proprie strategie”.
Alessandro Zanardo racconta a Pambianconews il percorso che ha portato Thélios a investire nuovamente sul territorio bellunese: “Avevamo in mente di sviluppare una fabbrica greenfield per la lavorazione del metallo ma in zona non ci sono terreni industriali disponibili, cercavamo altrove nel distretto quando abbiamo saputo che questa fabbrica rischiava di essere chiusa. Ci è sembrata una grandissima opportunità essendo dall’altra parte della strada rispetto alla manifattura inaugurata nel 2018, dal punto di vista dell’operations è fantastico. In più trovare già 250 persone con competenze consolidate ci ha convinto a procedere con l’acquisizione mantenendo il numero complessivo degli impiegati, pur essendo inizialmente al di sopra di quanto preventivato. Gli occhiali in metallo rappresentano circa un quarto della produzione di Thélios”.
Guardando agli esordi, il manager riflette sul percorso intrapreso dettato da una visione industriale precisa di Lvmh: ” Siamo partiti con un solo marchio ma importante. Slimane amava molto gli occhiali ma vale lo stesso anche per il nuovo direttore creativo di Celine, Michael Rider, forse anche di più, come abbiamo avuto modo di constatare pochi giorni fa durante la sua prima sfilata a Parigi. Celine è stato il training ground per creare una manifattura che avesse certe caratteristiche qualitative di integrazione con le maison. Qualora fossimo arrivati a determinati livelli qualitativi Thélios avrebbe avuto un’interpretazione diversa del concetto di licenza, che per noi è una vera e propria partnership. La nostra crescita è avvenuta in modo organico, includendo ulteriori maison del gruppo che, però, sono sempre state libere di venire con noi. Hanno notato che il lavoro fatto con Celine rappresentava un’innovazione in termini di collaborazione e gestione della categoria. Il grande cambio di scala è avvenuto, ovviamente, con Dior nel 2021. Essere parte del gruppo Lvmh agevola perché siamo all’interno di un ecosistema in cui ciascuna azienda è indipendente dalle scelte, allo stesso tempo abbiamo una filosofia di fondo che è quella del gruppo, che è molto coerente tra noi e le maison che rappresentiamo”.
Non solo partner dei marchi fashion, jewels e watches di Lvmh ma, nel 2023, anche proprietari di player indipendenti. Prima la storica maison francese Vuarnet e poi l’azienda californiana Barton Perreira, due specialisti entrati direttamente in Lvmh: “Si tratta di una strategia di espansione del portafoglio, non tanto in termini numerici, ma di brand che avessero funzioni differenti, non in sovrapposizione a quelle che avevamo già; per offrire un prodotto con uno scopo diverso e raggiungere consumatori differenti. Vuarnet è un prodotto outdoor, Barton Perreira è molto focalizzato sull’occhiale da vista. Poi c’è un’ottica di know-how, Vuarnet ha una fabbrica di lenti minerali da sole, una competenza molto rara e molto complessa da formare. Barton Perreira invece ha la competenza dell’occhiale da vista, che ha delle specificità tecniche molto diverse da quelle dell’occhiale da sole e quindi ci ha aiutato a sviluppare anche internamente queste abilità”. Lo scorso anno, inoltre, Thélios ha annunciato il proprio ingresso nel capitale della berlinese Mykita con una quota di minoranza. Potrebbe essere il prossimo brand ad entrare nella scuderia Lvmh? “Si è trattato di un’acquisizione finanziaria, quindi dal punto di vista operativo non c’è nulla, sono indipendenti, però pensavamo fosse un brand estremamente interessante, con un’expertise unica sul metallo in modo completamente diverso da come lo interpretiamo noi. Hanno un piano di design industriale, lavorano molto sull’alluminio, su metalli leggerissimi. Una quota era in vendita e ne abbiamo approfittato”, chiarisce Zanardo.
La distribuzione di Thélios è tra le più selettive nel comparto eyewear, soprattutto rispetto ad altri player. Sull’eventualità di aprire degli store monomarca il CEO ricorda i cinque negozi Barton Perreira negli Stati Uniti e anticipa la volontà di aprirne alcuni in Europa, Italia inclusa, nei prossimi due anni. Vuarnet conta invece tre boutique (Parigi, New York, Megève) e per adesso non c’è un piano di sviluppo retail. “Siamo un’azienda wholesale e credo continueremo ad esserlo, abbiamo messo in atto alcuni esperimenti come il negozio Thélios nell’aeroporto di Doha, in Qatar, disegnato e sviluppato da noi ma è il duty free local a gestirlo. Stiamo inoltre collaborando con partner ottici ma sempre in formato wholesale. Gli ottici sono stati la base della nostra crescita e quindi vogliamo continuare a lavorare con loro. Ciò che possiamo e vogliamo fare è aiutarli a fare uno step ulteriore per fornire un’esperienza di lusso al consumatore”.
Mentre alcuni competitor, in primis EssilorLuxottica e Kering Eyewear, stanno scommettendo su funzioni fotografiche e sull’AI nel campo dell’occhialeria, per ora Thélios non programma investimenti simili: “Gli smart glasses, così come l’intelligenza artificiale applicata alla nostra categoria, sono interessanti. È semplicemente una dimostrazione che l’occhiale è un settore con delle potenzialità che possono spaziare anche dove non ci immaginavamo. Detto questo non so se noi lo approcceremo. Lo guardiamo con interesse? Lo esploriamo? Lo studiamo? Certo”, chiarisce il manager che esclude per ora anche la possibilità di collaborazioni con celebrities per il lancio di nuove linee. A proposito di novità, nel 2024 è stata presentata la nuova collezione di occhiali in collaborazione con la manifattura svizzera di orologi di lusso Tag Heuer. Avvicinatasi al mondo dell’occhialeria nel 2002, la maison ha creato modelli fino al 2016 per poi tornare in pista con Thélios. “Tag Heuer ha una natura particolare, tecnica. Ci stiamo focalizzando sempre di più sulla parte degli occhiali da vista. Mentre siamo partiti con un posizionamento che guardava sia agli occhiali da sole che a quelli da vista in modo equilibrato. Crediamo moltissimo nello sviluppo non solo del prodotto ma anche del servizio agli ottici. Un marchio come Tag Heuer parla tanto al consumatore di occhiali da vista. Stiamo inoltre beneficiando di un momento interessante, da quando è diventato sponsor della F1 ha una visibilità importante che ha chiarito anche i valori del brand”, conclude Zanardo.
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