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Talenti e AI: le sfide e i trend HR da conoscere nel 2025


La ricerca di professionisti qualificati e la carenza di competenze in ambito AI tra le priorità degli HR manager in Italia

 

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La trasformazione digitale continua a rivoluzionare il settore delle risorse umane. Oggi, il mondo HR si trova al centro di un cambiamento epocale che intreccia tecnologia, dati e nuovi approcci alla gestione del lavoro.

In primo piano, troviamo gli HR manager, chiamati a interpretare questo cambiamento: ottimizzare i processi, gestire meglio i team, costruire esperienze lavorative più fluide e orientate al benessere. Tra gli alleati più potenti ci sono le nuove tecnologie AI.

Da quella generativa (GenAI) a quella agentica (Agentic AI), che promette di automatizzare attività complesse e liberare tempo per attività di maggiore valore.

Per rimanere competitive, oggi le imprese stanno guardando oltre le funzionalità tradizionali. Infatti, cresce la domanda di soluzioni tecnologiche capaci di generare vero impatto strategico: sistemi intelligenti, piattaforme evolute, tecnologie capaci di alleggerire la complessità quotidiana e guidare decisioni più efficaci. 

In Italia, le funzionalità che gli utenti considerano essenziali quando cercano un software di questo tipo sono la gestione dei permessi e delle risorse umane e il monitoraggio di ferie e giorni liberi. A rivelarlo è l’indagine “HR Software Trends 2025” di Capterra che fotografa una profonda trasformazione nella gestione delle risorse umane grazie all’adozione crescente dell’intelligenza artificiale.  

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Il report, realizzato su un campione di 300 responsabili HR italiani e confrontato con oltre 3.200 professionisti HR in 11 Paesi, mette in evidenza sia le sfide comuni sia le priorità specifiche delle aziende italiane nell’ambito dell’acquisizione dei talenti, dello sviluppo delle competenze, del coinvolgimento dei dipendenti e dell’adozione responsabile delle tecnologie AI.

HR Software Trends 2025

Scopriamo i 5 trend più significativi che stanno ridisegnando il settore HR nel 2025.

L’AI e le nuove frontiere del recruiting in Italia

Tra le sfide principali per il 2025 troviamo il recruiting di professionisti qualificati, importante per il 39% dei leader HR italiani, una percentuale superiore alla media globale del 34%. 

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Quasi la metà delle aziende italiane, circa il 49%, prevede di ampliare il proprio organico nei prossimi 12 mesi, mentre il 48% si aspetta un aumento dei costi legati alla selezione. Si tratta di percentuali superiori alla media internazionale. Per affrontare queste sfide, molte imprese stanno puntando su soluzioni HR basate sull’intelligenza artificiale, in grado di automatizzare lo screening dei candidati, migliorare la pianificazione del personale e rendere l’esperienza di selezione più efficiente e mirata.

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L’AI può semplificare e velocizzare le fasi di preselezione, permettendo ai recruiter di concentrarsi maggiormente sulla creazione di relazioni autentiche con i candidati. È però fondamentale ricordare che la tecnologia deve essere un supporto, non un sostituto del contatto umano.

LEGGI ANCHE: Boom delle assunzioni con l’AI: il 90% delle aziende USA la userà entro il 2029

Formazione e upskilling al centro delle strategie HR

Tra le altre priorità in Italia, spiccano la formazione e l’aggiornamento delle competenze. Il 43% degli HR manager italiani indica la formazione dei dipendenti come la principale sfida operativa per i prossimi 12 mesi, contro una media globale del 38%.

Ben il 64% degli intervistati italiani prevede un aumento dei costi per formazione e upskilling, rispetto al 55% a livello globale. La carenza di competenze in ambito AI rappresenta una barriera significativa: il 48% dei leader HR italiani la segnala come una sfida, contro il 43% a livello mondiale.

Per colmare queste lacune, molte aziende italiane stanno puntando su strumenti ritenuti fondamentali da una larga parte dei leader HR a livello globale: il 42% degli intervistati, ad esempio, indica i sistemi di gestione dell’apprendimento (Learning Management System) come prioritari, mentre il 40% guarda alle piattaforme di HR e talent analytics.

Tuttavia, solo il 39% dei professionisti HR italiani considera le risorse formative un criterio determinante nella scelta di nuovi software, un dato in linea con la media internazionale, nonostante sia chiara la consapevolezza del divario di competenze da colmare.

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Coinvolgimento e retention dei dipendenti

Il 32% dei responsabili HR in Italia considera il coinvolgimento dei dipendenti una delle principali sfide, contro il 38% a livello globale. Per quanto riguarda la retention, il 22% la indica come priorità, mentre a livello mondiale la percentuale sale al 36%. Nonostante queste differenze, sia le aziende italiane che quelle internazionali stanno già vedendo benefici concreti dall’uso di strumenti HR potenziati dall’intelligenza artificiale.

A livello globale, il 43% dei team HR che adottano l’AI segnala una maggiore soddisfazione dei dipendenti, e il 39% nota un miglioramento nella retention: risultati che rispecchiano anche l’esperienza degli utenti italiani.

Rischi dell’AI e sicurezza dei dati

La sicurezza e la gestione dei rischi restano priorità, ma i responsabili HR italiani si mostrano leggermente meno preoccupati rispetto ai colleghi internazionali. Il 60% degli intervistati italiani considera la sicurezza un fattore critico nella scelta dei software HR, rispetto al 67% globale.

Solo il 26% dei leader HR italiani afferma che le preoccupazioni sulla sicurezza hanno guidato gli acquisti di software HR nell’ultimo anno, contro il 43% globale. Al contrario, le aziende italiane sono più motivate dalla necessità di migliorare le integrazioni di sistema.

Rimanere competitivi in uno scenario in continua evoluzione

Le organizzazioni italiane si trovano a operare in un contesto in continua evoluzione, guidato dalla trasformazione digitale e dall’impatto crescente dell’intelligenza artificiale.

Sebbene i responsabili HR in Italia condividano molte delle stesse priorità dei colleghi internazionali, come l’acquisizione di talenti, l’upskilling e il coinvolgimento delle persone, emergono anche alcune criticità più marcate, in particolare legate all’aumento dei costi di recruiting e al divario nelle competenze digitali.

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Talenti e AI: le sfide e i trend HR per il 2025

LEGGI ANCHE: AI e risorse umane: come l’intelligenza artificiale sta trasformando il mondo HR

Il mercato delle tecnologie HR continua a offrire grandi potenzialità in termini di innovazione e miglioramento della gestione del lavoro.

Tuttavia, la realizzazione concreta di queste promesse dipende da variabili complesse: dalla facilità d’uso delle soluzioni adottate alle aspettative delle persone, fino all’influenza di fattori macroeconomici e normativi sempre più rilevanti.

Per mantenere un vantaggio competitivo, le imprese italiane non possono limitarsi a introdurre strumenti digitali avanzati: devono affiancare alla tecnologia un vero investimento nello sviluppo delle competenze, in particolare legate all’intelligenza artificiale, e favorire una cultura aziendale orientata alla formazione continua.

Solo così potranno rispondere alle esigenze attuali e future della forza lavoro, migliorare la retention e sfruttare appieno il potenziale delle soluzioni HR.

Le aziende che sapranno mettere le persone al centro delle proprie strategie digitali saranno quelle meglio attrezzate per attrarre, coinvolgere e fidelizzare le risorse chiave in uno scenario sempre più complesso e in continua evoluzione.

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