Durante la Conferenza sulla ripresa dell’Ucraina sono stati firmati una ventina di accordi tra Italia e Ucraina: ecco cosa faranno Sace, Simest, Cdp, Leonardo, Enav, Snam e Mermec.
Mercoledì, nel suo intervento alla Ukraine Recovery Conference, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha invitato le aziende italiane a investire nella ricostruzione dell’Ucraina: “Non è un azzardo”, ha detto, ma “un investimento in una nazione che ha dimostrato più resilienza di qualsiasi altra”. Ha poi garantito che le autorità, le istituzioni finanziarie e le società statali Sace, Cassa depositi e prestiti e Simest saranno al “fianco” delle imprese.
IL NUOVO FONDO EUROPEO PER L’UCRAINA
Durante la conferenza, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato lo stanziamento di 2,3 miliardi di euro per la ricostruzione dell’Ucraina (1,8 miliardi in garanzie sui prestiti e 580 milioni in sovvenzioni) più il lancio di un nuovo fondo di equity sostenuto dalla Banca europea per gli investimenti, dall’Italia (Cassa depositi e prestiti), dalla Francia (Proparco), dalla Germania (KfW) e dalla Polonia (Bgk): con una dotazione iniziale di 220 milioni di euro, il fondo punta a mobilitarne 500 entro l’anno prossimo.
L’ACCORDO TRA LEONARDO, ENAV E UKSATSE SULLO SPAZIO AEREO
Quanto agli accordi imprenditoriali siglati nell’ambito della Ukraine Recovery Conference, quelli che coinvolgono le aziende italiane sono in tutto una ventina.
Uno degli accordi più rilevanti è quello tra Leonardo (gruppo della difesa e dell’aerospazio controllato dal ministero dell’Economia), Enav (azienda specializzata nel controllo del traffico aereo, sempre controllata dal ministero dell’Economia) e l’Ukrainian State Air Traffic Services Enterprise (UkSatse) per il ripristino e il potenziamento dell’infrastruttura aerea civile dell’Ucraina.
Più nello specifico, Leonardo fornirà supporto tecnologico e infrastrutturale al piano di recupero (è previsto il trasferimento di cinque sistemi radar, ad esempio), mentre Enav contribuirà con le proprie competenze operative. Beneficiario e attuatore del progetto sarà UkSatse, in quanto fornitore dei servizi di navigazione aerea ucraini. L’obiettivo ultimo, si legge nel comunicato, è la “riapertura graduale dello spazio aereo alle operazioni civili” dopo l’aggressione russa.
L’ACCORDO TRA SNAM E GTSOU SUL GAS
Snam, la società che gestisce la rete italiana del gas naturale, ha firmato un memorandum di cooperazione con Gtsou, l’operatore del sistema di trasporto del gas in Ucraina e verso i paesi dell’Unione europea.
La collaborazione riguarda l’analisi delle prospettive di trasporto del gas via tubo tra i due paesi e di utilizzo degli impianti di stoccaggio ucraina, la ricerca sui gas decarbonizzati, la creazione di una piattaforma sulla manutenzione della rete e la valutazione del mercato del gas liquefatto (Gnl).
L’ACCORDO TRA MERMEC E IMPULSE SULLA SICUREZZA FERROVIARIA
Il gruppo italiano Mermec, che sviluppa tecnologie avanzate per il trasporto ferroviario, ha sottoscritto un accordo con l’azienda ucraina Impulse per la realizzazione di sistemi di sicurezza ferroviaria.
Secondo l’amministratore delegato di Mermec, Vito Pertosa, si tratta di un progetto “essenziale per favorire la cooperazione tecnologica sulla rete ferroviaria ucraina con un sistema che la uniformerà a quella europea”.
LA SACE ADERISCE AL PROGETTO DEL FONDO EUROPEO PER GLI INVESTIMENTI
Sace, l’agenzia per il credito all’esportazione controllata dal ministero dell’Economia, ha aderito al progetto InvestEU Ukraine Export Credit Guarantee Facility, portato avanti dalla Commissione europea e dal Fondo europeo per gli investimenti dalla metà del 2024. Il meccanismo prevede la fornitura, da parte del Fondo, di garanzie fino a 300 milioni di euro alle varie agenzie nazionali partecipanti: Sace otterrà 24 milioni, che utilizzerà per fornire garanzie e controgaranzie alle piccole e medie imprese italiane che esportano beni e servizi in Ucraina.
Le stime dicono che InvestEU Ukraine Export Credit Guarantee Facility porterà benefici a più di cinquecento esportatori europei, di cui novanta in Italia.
Oltre al nostro paese, all’iniziativa partecipano altri nove stati membri dell’Unione: Danimarca, Francia, Germania, Lettonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Finlandia. L’obiettivo è incoraggiare innanzitutto le esportazioni in Ucraina di macchinari, materiali da costruzione, tecnologie avanzate e servizi utili alla ricostruzione.
COSA FARANNO CDP, SIMEST E SACE
Sace, assieme a Cassa depositi e prestiti e a Simest, ha firmato un memorandum d’intesa con il ministero dell’Economia ucraino sulla cooperazione per la ripresa e lo sviluppo dell’economia dell’Ucraina.
Inoltre, Simest – la società di Cassa depositi e prestiti dedicata all’internalizzazione delle imprese italiane – metterà a disposizione un fondo di 300 milioni di euro per il credito alle esportazioni delle aziende italiane coinvolte nella ricostruzione dell’Ucraina.
I BANDI A CUI L’ITALIA NON PARTECIPA
Nel suo discorso alla Ukraine Recovery Conference, Matteo Zoppas, presidente di Ice (l’agenzia per la promozione all’estero delle aziende italiane), ha spiegato che “con un valore stimato di 500 miliardi, la ricostruzione dell’Ucraina rappresenta un’opportunità strategica per le imprese italiane”. Tuttavia – ha fatto notare – “ad oggi sono stati pubblicati oltre novecento bandi, ma a causa di burocrazie, mancanza di formazione ed informazione sui bandi, l’Italia ha partecipato solo a tredici, con sei aggiudicazioni. Un dato che sottolinea la necessità di offrire un supporto strutturale per accedere pienamente a queste opportunità”.
A questo proposito, Ice fornisce supporto gratuito alle imprese per accedere alla piattaforma developmentaid.org, dove al momento sono attivi settantasette bandi per la ripresa dell’Ucraina nei settori energetico, agroalimentari, metallurgico, edilizio, infrastrutturale e non solo.
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