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Fulvio Barion: “Ai giovani dico di non aver paura di osare”


ROVIGO – Il vasto raggio d’azione e l’impegno per le imprese, intervista a Fulvio Barion sviluppatore della rete territoriale di Confimprese Italia nel Centro-Nord.

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La sua operatività copre un’area geografica notevole, dal Piemonte all’Umbria, ha portato all’apertura di innumerevoli nuove sedi. Come riesce a mantenere un quadro così chiaro delle diverse esigenze e sfide delle PMI in un territorio così ampio e variegato, e qual è la strategia dietro questa espansione?

“È un lavoro che richiede un’immersione costante nel tessuto economico e sociale di ogni regione. La chiave è l’ascolto attivo: ogni territorio ha le sue peculiarità, le sue eccellenze e le sue criticità. La nostra strategia si basa sulla presenza capillare; non ci limitiamo a ‘aprire sportelli’, ma a creare veri e propri presidi sul territorio, formati da persone che conoscono le realtà locali. L’espansione nel Centro-Nord è dettata dalla volontà di essere sempre più vicini alle imprese, di offrire un supporto concreto e personalizzato, e di creare una rete sinergica che permetta lo scambio di buone pratiche e la risoluzione comune di problemi. È un approccio che attinge molto anche alla mia formazione sociologica: comprendere le dinamiche di comunità è essenziale per supportare al meglio l’imprenditoria.”

Con 40 anni di esperienza nel credito e la sua lunga permanenza in Confimprese Italia, ha assistito a trasformazioni epocali. Qual è, a suo parere, la più grande opportunità non ancora pienamente colta dalle imprese italiane in questo contesto economico?

“Credo che la più grande opportunità risieda ancora nella piena digitalizzazione e nell’internazionalizzazione mirata. Molte PMI italiane sono eccellenti nelle loro produzioni, ma non sempre riescono a sfruttare appieno le potenzialità del digitale per raggiungere nuovi mercati o ottimizzare i processi interni. L’altra grande opportunità è la valorizzazione del capitale umano attraverso la formazione continua e l’adozione di un welfare aziendale che attragga e fidelizzi i talenti. Non basta più produrre bene; bisogna anche sapersi posizionare, innovare nei processi e investire nelle persone. C’è un potenziale enorme, spesso frenato da una certa diffidenza al cambiamento o dalla mancanza di strumenti adeguati.”

Come Vicepresidente di Confimprese Italia, ha sottoscritto l’adesione alla direttiva Flussi fin dalla prima uscita. Può spiegarci l’importanza di questa posizione per le imprese che rappresentate e quale impatto ha avuto o potrà avere sul mercato del lavoro italiano?

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“L’adesione alla direttiva Flussi è stata una scelta strategica e necessaria. Le nostre imprese, in molti settori, soffrono di una carenza cronica di manodopera specializzata o anche generica. La direttiva Flussi, se ben gestita e calibrata sulle reali esigenze del mercato del lavoro, può rappresentare una risposta concreta a questa necessità. È fondamentale che vi sia un equilibrio tra le esigenze delle imprese e la tutela dei lavoratori, garantendo percorsi di integrazione e formazione adeguati. L’impatto potenziale è la possibilità di mantenere alta la produttività e la competitività delle nostre aziende, evitando che la mancanza di personale diventi un freno allo sviluppo.”

Il microcredito è un pilastro del suo impegno. Sapendo che i finanziamenti possono arrivare fino a 50.000, 75.000 o anche 100.000 euro, può raccontarci come questo strumento, al di là dell’aspetto puramente finanziario, riesca a promuovere la dignità del lavoro e l’inclusione sociale, magari con un esempio concreto che l’ha particolarmente colpita?

“Il microcredito è molto più di un semplice prestito. È un atto di fiducia verso chi ha un’idea e la voglia di mettersi in gioco, ma non ha accesso al credito tradizionale. Promuove la dignità perché permette alle persone di costruire il proprio futuro con le proprie mani, di sentirsi parte attiva dell’economia e della società. Un esempio che ricordo con affetto è quello di una signora, rimasta senza lavoro a un’età in cui ricollocarsi è difficile, che con un microcredito ha aperto una piccola attività di catering per eventi locali. Non solo ha creato il suo lavoro, ma ha anche assunto altre due persone. Questo dimostra come 50.000, 75.000 o anche 100.000 euro possano non solo far ripartire un’attività, ma anche generare un impatto sociale ed economico esponenziale, trasformando la vita di individui e intere famiglie.”

Oltre al microcredito, lei segue e amministra le esigenze di credito in generale delle aziende che segue. Quali sono le principali difficoltà che riscontra oggi nell’accesso al credito per le imprese, e come le affronta nel suo ruolo di consulenza?

“Le difficoltà sono spesso legate alla percezione del rischio da parte delle banche, accentuata dalle nuove normative, e alla mancanza di una cultura finanziaria adeguata tra le imprese, specialmente le più piccole. Molte aziende hanno bilanci ‘storici’ che non riflettono il loro potenziale futuro o non sono strutturate per presentarsi al meglio agli istituti di credito. Nel mio ruolo, mi occupo di tradurre le esigenze dell’impresa nel linguaggio della banca, aiutandole a costruire business plan solidi, a ottimizzare la loro struttura finanziaria e a comunicare efficacemente il proprio valore. Spesso si tratta di un lavoro di mediazione e di formazione interna, per superare le reciproche incomprensioni e facilitare l’incontro tra domanda e offerta di credito.”

    Per concludere, Dottor Barion, quale consiglio o messaggio finale vorrebbe lasciare ai giovani che si affacciano al mondo del lavoro, che sognano di avviare un’impresa o che intendono contribuire alla società, alla luce della sua vasta esperienza e delle sue diverse passioni?

    “Ai giovani direi: non abbiate paura di osare, di sbagliare e di reinventarvi. Il mondo del lavoro è in continua evoluzione, e le competenze oggi richieste vanno oltre la sola preparazione tecnica: sono la flessibilità, la capacità di problem solving, l’empatia e l’etica. Investite nella vostra formazione continua, ma soprattutto, coltivate la vostra curiosità e la vostra umanità. Se sognate di avviare un’impresa, non fermatevi alla prima difficoltà; cercate il supporto giusto, come il microcredito, e fate rete. E ricordate che il successo non è solo economico, ma è anche la capacità di lasciare un segno positivo nella vostra comunità. Siate protagonisti del vostro futuro, con coraggio e consapevolezza.”





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