Studiare agraria – lo dico per esperienza diretta – è appassionante, permette di conoscere le dinamiche e le sfide che stanno all’origine della produzione del cibo, della gestione dell’acqua e della generazione di fonti di energia rinnovabili. Tutte risorse che, molto più di altre, condizionano la nostra vita sulla Terra.
Oltre ad acquisire competenze in questi ambiti cruciali, i laureati in scienze agrarie possono lavorare in diversi ambiti, dall’agricoltura alla progettazione del verde passando per l’agroindustria e il vivaismo. A seconda della sua specializzazione, un agronomo può essere un valido consulente per le aziende agricole o contoterzi, i consorzi o gli studi specializzati, gli enti municipali o i centri di ricerca. Oppure può diventare un giornalista specializzato come me.
Inoltre, può usare le conoscenze acquisite e le nuove tecnologie per rinnovare le tecniche agronomiche contribuendo a rendere l’agricoltura più efficiente, sostenibile e resiliente.
Nonostante la molteplicità degli sbocchi lavorativi e l’importanza delle sfide nel settore, in Italia le lauree in agraria attirano sempre meno studenti tra quelli che si iscrivono all’università.
Abbiamo approfondito il tema insieme a Michele Mattetti, professore associato presso il Distal dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, e ad altri docenti universitari.
Facoltà di Scienze Agrarie, gli studenti sono in calo
Mattetti ha usato la banca dati del Ministero dell’istruzione e del merito (Mim) e le informazioni di altri dataset per analizzare l’andamento delle iscrizioni ai corsi triennali delle 21 facoltà di agraria presenti in Italia. Gli unici corsi non considerati sono stati Zootecnia e Produzioni alimentari. Dall’analisi del docente è emerso un progressivo calo del numero di iscritti.
Calo degli iscritti totali alle lauree in Scienze e tecnologie agrarie e forestali dal 2013 in poi
(Fonte foto: Michele Mattetti – Unibo)
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“A livello nazionale i corsi di Scienze e tecnologie agrarie hanno registrato un picco di iscrizioni nell’anno accademico 2013-2014 per poi avere sempre meno matricole. In 12 anni il numero di iscritti ad agraria in Italia si è quasi dimezzato passando dai 4.800 del 2013-2014 ai circa 2.800 dell’anno accademico attuale. La perdita di interesse per i corsi triennali si riflette anche sui corsi magistrali che, dopo il picco del 2015-2016, hanno avuto sempre meno matricole” spiega Mattetti.
È interessante notare come il picco di iscritti si sia verificato appena prima dell’Expo 2015 che aveva messo al centro dell’attenzione pubblica, soprattutto tra i giovani, le sfide legate alla produzione sostenibile di cibi sani.
“Il successivo calo delle matricole potrebbe essere dovuto alla perdita di interesse da parte dei diplomati nei licei e negli istituti tecnici agrari, che tra l’altro riportano anch’essi una flessione degli iscritti e presentano un minore tasso di passaggio all’università. Bisognerebbe concentrarsi maggiormente sui ragazzi dei licei che sono cresciuti del 15% nell’ultimo decennio e che, nella maggior parte dei casi, passano all’università” sottolinea Mattetti.
La contrazione delle matricole riguarda tutte le facoltà di agraria ad eccezione di quella dell’UniBo. “L’Università di Milano è quella con più iscritti in assoluto, ma negli ultimi anni riporta un trend negativo di iscrizioni. Al secondo posto per numero di iscritti c’è Bologna, l’unica con matricole in crescita rispetto al passato – specifica Mattetti. Le facoltà con le maggiori flessioni sono quelle di Reggio Calabria, Palermo e Napoli. Va detto che in generale, dal 2003 al 2023, gli immatricolati sono in calo di oltre il 18% al sud, mentre sono in crescita al nord e più o meno stabili al centro”.
Gli immatricolati nel sistema universitario italiano calano al sud negli anni compresi tra il 2003 e il 2023
(Fonte foto: AlmaLaurea)
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Scienze e tecnologie agrarie, perché fanno meno gola?
Il calo degli iscritti ad agraria è sostanzialmente dovuto al fatto che non esercita un richiamo forte quanto altre materie e offre sbocchi professionali in un settore poco conosciuto e spesso bistrattato dall’opinione pubblica. “Senza dubbio chi vuole avere la certezza di lavorare subito dopo la laurea e ricevere uno stipendio alto fin da subito, tende a preferire facoltà come ingegneria. Inoltre, se non si ha una famiglia attiva in agricoltura, è difficile conoscere e informarsi sul comparto in modo da decidere consapevolmente se le scienze agrarie sono la scelta giusta” precisa Mattetti.
Bisogna anche considerare l’influenza dei mass media e della società sulle scelte dei giovani. Spesso la stampa generalista parla di agricoltura in relazione all’inquinamento ambientale e alle proteste degli agricoltori, mostrando il settore in chiave negativa. Il risultato è che, in assenza di altre fonti di informazione, l’agricoltura è vista come poco sostenibile e restia al cambiamento.
“La maggiore attenzione alla sostenibilità e al benessere animale potrebbe spingere gli studenti a preferire scienze naturali e veterinaria, nella convinzione errata che fare agraria equivalga a sfruttare senza criterio colture e animali – prosegue Mattetti. Per evitare che tale tendenza si consolidi, occorre raccontare meglio le dinamiche del settore, evidenziando anche i cambiamenti positivi e i progressi tecnologici“.
“Dopo Expo 2015, l’immagine delle professioni agrarie è tornato agli stereotipi di 50 anni fa. Dunque, stiamo compiendo un grande sforzo di comunicazione per riportare le tematiche agricole all’attenzione dei giovani” puntualizza Roberto Oberti, professore ordinario presso il Disaa dell’Università di Milano.
Università: comunicazione, incontri e novità per invertire la rotta
Per risollevare le iscrizioni, il Coordinamento nazionale dei corsi di laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie ha avviato tavoli di confronto tra docenti di diverse università. “A questi tavoli individuiamo iniziative specifiche volte a far conoscere maggiormente le facoltà di agraria ai giovani. Oltre a investire su nuove attività di orientamento, pensiamo di promuovere i corsi con il coinvolgimento di personaggi di successo attivi nel settore, ma dobbiamo ancora capire quali sono i migliori canali di comunicazione” fa sapere Mattetti.
“Puntiamo sugli open day, sulla distribuzione di brochure chiare e sulla comunicazione sul sito e sui social – afferma Oberti. In più, abbiamo intensificato le attività con le scuole superiori del nostro bacino geografico, organizzando incontri in sede con le quarte e le quinte degli istituti tecnici agrari e dei licei. Ai ragazzi proponiamo cicli di lezioni interattive su temi agrari di attualità, come agricoltura di precisione e digital farming, allo scopo di far conoscere sia l’ampiezza delle tematiche studiate ad agraria sia le sfide tecnologiche e scientifiche che attendono i laureati del settore”.
La Facoltà di Milano ha attivato anche tirocini interni per studenti del quarto anno delle superiori: i posti disponibili sono limitati, ma si tratta comunque di un’opportunità unica per avvicinarsi all’università in modo più consapevole.
Per aumentare l’appeal tra i ragazzi, è importante stupirli con proposte nuove. Negli ultimi anni, sono nati nuovi corsi che mettono al centro l’agricoltura di precisione, l’agricoltura digitale e l’ingegneria agraria. Un esempio di corso triennale di questo tipo è Sistemi digitali in agricoltura, attivato nel 2023 dall’UniMi.
“È un corso di laurea a orientamento professionalizzante: fornisce competenze fortemente indirizzate al mondo del lavoro – chiarisce Oberti. Nei primi due anni le materie di base sono ridotte al minimo a favore di laboratori applicativi tenuti sia da docenti sia da soggetti esterni, esperti di meccanizzazione agricola e agricoltura 4.0. I laboratori sono molto apprezzati per il focus sulle tecnologie digitali applicate in diversi ambiti. Il terzo anno prevede periodi di stage presso aziende convenzionate o realtà produttive che usano tecnologie digitali per l’agricoltura”.
Sistemi digitali in agricoltura si rivolge soprattutto ai diplomati degli istituti agrari, meccatronici e informatici. Al termine del corso, i ragazzi possono trovare facilmente lavoro poiché il settore agricolo e quello agromeccanico cercano molto figure con una formazione tecnologico-applicativa e una conoscenza delle esigenze dei diversi ambiti agricoli.
“Essendo partito da poco, Sistemi digitali in agricoltura ha ancora un numero di iscritti limitato, ma si sta facendo conoscere: le domande per l’anno 2025-2026 sono già superiori a quelle registrate a settembre 2024 – commenta Oberti. È possibile presentare la domanda di ammissione al corso, previo svolgimento del test nazionale Tolc LP, fino al 4 settembre 2025″.
L’ingegneria agraria apre nuove possibilità agli agronomi
L’attuale offerta didattica delle università comprende anche nuovi corsi magistrali sull’agricoltura 4.0 e sull’ingegneria agraria, accessibili a tutti o riservati solo agli ingegneri. Al momento i laureati triennali in scienze agrarie possono accedere ad esempio a:
Tali corsi prevedono un approccio multidisciplinare e offrono diversi sbocchi professionali. I laureati possono lavorare in aziende agricole e agroalimentari o in imprese produttrici di tecnologie a supporto delle produzioni agricole, ma anche in studi di consulenza, centri di ricerca e dipartimenti tecnici della pubblica amministrazione.
“I laureati del corso Agricultural Engineering trovano impiego in realtà molto diverse, dalle aziende che progettano e costruiscono trattori o altri mezzi agricoli, alle imprese che sviluppano sistemi per l’automazione dei veicoli agricoli. Alcuni contribuiscono alla creazione di spin-off” fa sapere Luca Bascetta, professore ordinario e coordinatore del corso del PoliMi.
Precise and sustainable agriculture
Proposto dall’UniBo dal 2020, il corso Precise and sustainable agricolture è accessibile a chi possiede una laurea triennale, un diploma universitario triennale o un altro titolo conseguito all’estero, riconosciuto idoneo, e supera la prova di valutazione iniziale. Gli iscritti approfondiscono diversi temi riguardanti l’agricoltura smart. Dopo il primo anno di insegnamenti comuni, durante il secondo anno è possibile specializzarsi in tecniche e tecnologie innovative per la produzione vegetale o animale.
Presentazione del corso Precise and sustainable agricolture dell’Università di Bologna
“Dal primo anno a oggi il numero medio di iscritti è stato di 23, in linea con la media nazionale per la classe di laurea LM-69, pari a 25,7. Le domande di ammissione sono aumentate notevolmente, passando da 108 nel 2020 a 813 nel 2024 – spiega Claudio Ratti, professore associato e coordinatore del corso dell’UniBo.
Il grosso divario tra ammessi e iscritti è dovuto al fatto che il corso attrae soprattutto studenti da paesi extra UE che spesso non riescono a ottenere il visto per entrare in Italia. Stiamo lavorando con le Ambasciate per risolvere il problema, ma il compito non è facile e i tempi sono lunghi. Intanto cerchiamo di anticipare sempre più le scadenze degli Intake e le pubblicazioni dei risultati di ammissione per dare più tempo per il rilascio del visto”.
Quest’anno le domande di ammissione al corso sono già più di 860, ma è ancora possibile fare domanda fino al 22 agosto 2025 e, per gli studenti europei, fino al 24 ottobre 2025. In media il 79% degli iscritti sono stranieri e non residenti nella regione e tutti i laureati del corso hanno trovato un impiego in tempi brevi. “Una parte dei nostri studenti dei corsi triennali è spaventata dalla lingua inglese, ma in realtà quelli che si iscrivono non incontrano difficoltà e spesso trovano lavoro prima di laurearsi” sottolinea Ratti.
Il corso offre solide basi teorico-empiriche e include diverse attività pratiche. “Gli studenti, particolarmente interessati all’applicazione delle nuove tecnologie nei vari settori dell’agricoltura, sentono molto la necessità di ‘mettere le mani in pasta’ e i docenti fanno di tutto per andare loro incontro” sostiene Ratti.
Agricultural Engineering
Per l’ammissione al corso del PoliMi, occorre avere una laurea in Scienze e tecnologie agrarie oppure in Ingegneria industriale, dell’Informazione, civile o ambientale. Può accedere al corso anche chi ha una laurea triennale, conseguita con l’acquisizione di 180 CFU di cui almeno 40 CFU relativi ad attività formative in specifiche materie scientifiche. In questo caso, è però prevista una valutazione della carriera pregressa e dell’adeguatezza della preparazione.
“Dal 2021 a oggi abbiamo sempre avuto un buon numero di iscritti. Più o meno ogni anno il 70% delle matricole aveva una laurea in ingegneria, mentre il 30% un’altra laurea, generalmente scienze agrarie. La maggior parte degli iscritti sono uomini (72% in media) e italiani (73% in media), ma negli anni la percentuale di donne è aumentata del 11%, mentre quella di studenti stranieri è cresciuta del 30% – specifica Bascetta. Per iscriversi al corso nell’anno 2025-2026, è possibile fare domanda dal 7 luglio al 27 agosto 2025 per il primo semestre e dall’8 gennaio al 20 febbraio 2026 per il secondo semestre”.
Testimonianza di uno studente del corso Agricultural Engineering del Politecnico di Milano
Durante il primo semestre del primo anno, gli studenti provenienti da ingegneria e quelli provenienti da agraria seguono corsi differenti allo scopo di integrare le lacune, rispettivamente, nelle materie agrarie e in quelle ingegneristiche. Nel secondo semestre, il percorso formativo – uguale per tutti – è dedicato all’apprendimento di conoscenze di Information and Communication Technologies.
“Ci siamo impegnati a far conoscere e far crescere la nuova laurea. Ogni docente del corso ha contatti regolari con le aziende del settore agricolo e agroindustriale per sviluppare percorsi di ricerca e didattica e per organizzare seminari e visite per i ragazzi” spiega Bascetta.
“Gli studenti si appassionano particolarmente all’intelligenza artificiale, alla robotica terrestre e aerea e alle tecnologie e metodologie per la riduzione dell’impatto ambientale dell’agricoltura – sottolinea Bascetta. Gli allievi incontrano difficoltà soprattutto nel primo semestre a causa della non omogeneità della preparazione iniziale. Tuttavia, in seguito, gli studenti hanno competenze sia di tipo ingegneristico che di tipo agronomico, candidandosi a ricoprire ruoli professionali finora assenti“.
Scienze agrarie per la sostenibilità
La laurea magistrale dell’UniMi, ad accesso libero con valutazione iniziale dei requisiti tramite colloqui da remoto, include un curriculum in Agricoltura di precisione. In generale, il corso mira a preparare agronomi moderni, professionisti con una solida cultura tecnico-scientifica, una visione multidisciplinare del sistema agricolo e un’elevata preparazione operativa per gestire le attività economiche e produttive in modo sostenibile.
Gli studenti provenienti da paesi Ue possono presentare le domande di ammissione fino al 31 ottobre 2025, mentre per quelli provenienti da paesi extra Ue il termine per la presentazione delle domande è già scaduto lo scorso 30 aprile.
Durante il primo anno gli studenti seguono attività obbligatorie su diversi temi quali l’analisi e la gestione dei dati, le produzioni sostenibili vegetali e animali, l’ingegneria agraria e le discipline economico-politiche. Durante il secondo anno, in base ai loro interessi, i ragazzi possono scegliere gli esami specialistici del curriculum in Agricoltura di precisione.
Tale curriculum permette di approfondire i metodi per la gestione sito-specifica delle colture e l’aumento dell’efficienza dei processi produttivi, nonché imparare a usare le tecnologie di automazione, i sistemi digitali e la modellistica per ottimizzare l’uso degli input e la programmazione delle operazioni agricole.
Agricoltura 4.0, c’è bisogno anche di ingegneri con competenze agri
Con la smart farming in crescita a livello europeo, i settori dell’agricoltura e dell’agroindustria avranno sempre più bisogno di agronomi capaci di gestire le nuove tecnologie, ma anche di ingegneri con buone conoscenze delle pratiche agronomiche.
Gli ingegneri junior possono accedere ad altri due corsi magistrali, entrambi in inglese:
- Advanced Automotive Engineering (Ingegneria dei veicoli avanzata), che comprende un curriculum in Off-Highway Vehicles Engineering (Ingegneria dei veicoli fuoristrada), di Motorvehicle University of Emilia Romagna – MUNER;
- Agritech Engineering del Politecnico di Torino.
Advanced Automotive Engineering
Dal 2017 MUNER, nata dalla sinergia tra le Università dell’Emilia-Romagna e le più importanti aziende della Motor Valley, offre 3 corsi di laurea magistrale dedicati all’ingegneria del veicolo. Nel 2024 l’offerta formativa si amplia con il nuovo curriculum in Off-Highway Vehicle Engineering, dedicato all’ingegneria dei veicoli fuoristrada e supportato da aziende come CNH e da FederUnacoma.
“Per ora i posti disponibili sono 20, poiché il curriculum prevede attività professionalizzanti, difficilmente gestibili con un alto numero di iscritti, e si propone di formare professionisti destinati a lavorare presso i grandi produttori di macchine e tecnologie per l’agricoltura. Il primo anno si sono iscritti studenti particolarmente appassionati e ora puntiamo a far avvicinare i ragazzi a queste tematiche tramite la Summer School in Off-Highway Vehicle Design“ spiega Mattetti.
Il bando di ammissione per l’anno 2025-26 è aperto fino al 2 luglio 2025. Ogni anno, MUNER apre un primo bando da gennaio a marzo, destinato a studenti extra Ue, e un secondo bando da aprile a luglio per studenti italiani ed europei. Al momento dell’application, occorre indicare un ordine di preferenza tra i curriculum disponibili (6 per Advanced Automotive Engineering). L’assegnazione del curriculum di destinazione avviene a seconda della posizione in graduatoria.
La classe della Summer School 2024 in Off-Highway Vehicle Design del Muner
(Fonte foto: Muner)
Per gli iscritti al curriculum dedicato ai veicoli fuoristrada, i corsi del primo semestre del primo anno sono comuni agli altri curricula e si svolgono presso il Dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari, a Modena. Dal secondo semestre, i corsi sono specifici e si tengono in diverse sedi didattiche in Emilia Romagna. Nel caso del curriculum in Off-Highway Vehicle Engineering, i corsi si svolgono presso il Distal dell’UniBo.
“La progettazione di motori e trasmissioni per mezzi agricoli è una delle tematiche che desta sempre il maggior interesse tra gli allievi – specifica Mattetti. Gli studenti, avendo già competenze ingegneristiche, non hanno particolari difficoltà nel seguire le lezioni e affrontare gli esami”.
Agritech Engineering
Partito nel 2023, il corso del PoliTo forma professionisti in grado di sviluppare e gestire sistemi evoluti per la raccolta dati, droni, rover e mezzi agricoli a guida autonoma, nonché modelli matematici per un uso più efficiente dell’acqua in agricoltura. I laureati avranno anche le competenze per pianificare strategie per il riutilizzo degli scarti agricoli e implementare tecnologie avanzate per l’aumento della sicurezza dei lavoratori agricoli.
Presentazione del corso Agritech Engineering del Politecnico di Torino
Anche questo corso, che nell’anno accademico 2023-2024 ha registrato 14 matricole, mira non tanto ad avere un alto numero di iscritti, ma piuttosto a coinvolgere studenti davvero motivati e appassionati di tecnologie innovative per il settore agricolo.
Il percorso formativo si sviluppa in tre fasi distinte:
- integrazione della formazione pregressa con conoscenze complementari necessarie per affrontare gli insegnamenti successivi;
- didattica riguardante le discipline caratterizzanti la laurea magistrale (tecnologie per l’agricoltura di precisione, meccanica e meccatronica per l’agricoltura, uso sostenibile delle risorse idriche, normative e politiche della produzione agricola, approcci gestionali per l’innovazione tecnologica in ambito agricolo);
- focus sugli interessi personali tramite corsi a scelta, un tirocinio e la preparazione della tesi.
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