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Confcommercio, Liguria tra ripresa e fragilità: PIL in crescita nel 2025, ma preoccupa l’emorragia di imprese


L’associazione incontra la sindaca Salis e l’assessora al Commercio Beghin. Le proposte: meno Tari, più parcheggi, sostegno ai Civ e un nuovo attrattore turistico. Secondo i commercianti, il PIL ligure tornerà positivo nel 2025 (+0,5%) con consumi in ripresa (+0,9%). Ma nel 2024 oltre 2.000 imprese dell’area Confcommercio hanno chiuso i battenti: rischio desertificazione commerciale

Dopo un 2024 segnato da una leggera contrazione dell’economia regionale, per la Liguria si prospetta nel 2025 una modesta ripresa, trainata soprattutto dai consumi e dal turismo. Lo afferma la nuova nota dell’Ufficio Studi di Confcommercio, che analizza l’andamento dei principali indicatori economici a livello nazionale e locale.

 

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PIL e consumi in ripresa

Il PIL ligure, che nel 2024 ha segnato un -0,3%, è previsto in crescita dello 0,5% nel 2025, mentre i consumi, in calo dello 0,2% nell’anno in corso, dovrebbero salire dello 0,9%, allineandosi alla media nazionale. Un segnale incoraggiante, favorito dalla stabilizzazione dell’occupazione e dall’afflusso di turisti stranieri.

Imprese in sofferenza: saldo negativo per il terzo anno consecutivo

Sul fronte delle imprese, però, i dati restano allarmanti. Solo nell’area di competenza di Confcommercio (commercio, turismo, trasporti e servizi), il saldo tra aperture e chiusure nel 2024 è stato di -2.193 imprese (2.489 nuove iscrizioni contro 4.682 cessazioni). Anche nel primo trimestre 2025 il trend negativo prosegue, con un saldo di -497 imprese.

Il settore più colpito è il commercio al dettaglio, con 871 cessazioni nel 2024, un dato che solleva il timore concreto di desertificazione commerciale, soprattutto nelle aree urbane. A pesare sono la crisi dei consumi, il costo dell’energia, ma anche la concorrenza del commercio online e la difficoltà di accesso al credito.

Focus settori

  • Turismo: unico settore con un lieve saldo positivo negli alloggi (+5 nel 2024), trainato dalla ripresa del comparto turistico.
  • Servizi alla persona e attività artistiche: saldo negativo costante, soprattutto tra bar, ristoranti e intrattenimento.

Il 2025 potrebbe rappresentare un anno di stabilizzazione economica per la Liguria, ma a condizione che vengano sostenuti i settori più fragili, in particolare il commercio di prossimità. Confcommercio sottolinea la necessità di politiche mirate, semplificazioni burocratiche e incentivi per rilanciare il tessuto produttivo locale.

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Il confronto con la nuova amministrazione: priorità al commercio di prossimità

Nella stessa giornata in cui sono stati diffusi i dati preoccupanti su imprese e consumi, Confcommercio Genova ha incontrato la Sindaca Silvia Salis e l’Assessora al Commercio Tiziana Beghin per un primo confronto ufficiale, alla presenza del Segretario Generale nazionale Marco Barbieri e del Segretario della Camera di Commercio di Genova Maurizio Caviglia.

Un’occasione cruciale per ribadire le priorità del commercio cittadino: rigenerazione urbana, lotta alla desertificazione commerciale, rilancio dei negozi di vicinato, semplificazione amministrativa, equità fiscale e accessibilità urbana.

Barbieri (Confcommercio): “Un negozio che chiude è un pezzo di città che si spegne”
Il commercio non è solo un indicatore economico, ma un presidio sociale e urbano, ha spiegato Barbieri, sottolineando l’impegno della Confederazione per promuovere un nuovo modello urbano basato su digitalizzazione, concorrenza leale e accesso al credito.

La sindaca Salis: «Quartieri vivi grazie al commercio locale». Ex Rinascente «uno dei miei chiodi fissi»

Per la sindaca Salis, “una città viva e coesa passa anche dal sostegno al commercio locale”. La rigenerazione urbana, la qualità dello spazio pubblico e politiche di semplificazione saranno strumenti centrali per costruire un nuovo rapporto tra amministrazione e attività economiche. Nel corso dell’incontro con Confcommercio, la sindaca Silvia Salis ha dedicato un passaggio rilevante al futuro dell’ex Rinascente, definendolo «uno dei suoi chiodi fissi». Ha spiegato che non è accettabile che un edificio così centrale e simbolico, nel cuore di Piccapietra, resti da anni in uno stato di abbandono e trascuratezza. Salis ha confermato che sta dialogando con diversi interlocutori del panorama imprenditoriale e commerciale, nel rispetto della proprietà privata, per proporre un rilancio sostenibile dell’area. La complessità della struttura, anche per dimensioni, rende difficile un intervento unitario, motivo per cui il Comune sta esplorando modelli di valorizzazione condivisa, coinvolgendo grandi player industriali e commerciali interessati ad adottare porzioni del quartiere. Secondo la Sindaca, la riqualificazione dell’ex Rinascente non è solo una questione di decoro urbano o attrattività commerciale, ma anche un intervento necessario in termini di sicurezza e vivibilità. Ha ribadito l’interesse strategico per l’area di Piccapietra all’interno di un più ampio progetto di adozione di aree urbane da parte di soggetti privati. Resta ancora incerta la posizione di Primark, potenziale investitore su cui si erano accese le speranze. Salis ha dichiarato di aver esplorato più opzioni con realtà interessate a comprendere la situazione, ma ha precisato che nessuna conferma definitiva è ancora arrivata. Di conseguenza, ha iniziato a valutare alternative concrete che il Comune possa sostenere, pur nei limiti imposti dalla natura privata dell’immobile. Il messaggio della sindaca è chiaro: serve una visione strategica e collaborativa per riattivare i vuoti urbani e restituire vitalità ai luoghi simbolici della città. E l’ex Rinascente, con la sua posizione e il suo passato, rappresenta un banco di prova fondamentale per il futuro del centro di Genova.

“Come amministrazione siamo ben consapevoli delle criticità e delle sfide che il commercio cittadino sta affrontando e affronterà nel futuro – ha detto l’assessora a Commercio e Turismo del Comune, Tiziana Beghin –. Ma siamo altrettanto consapevoli che queste sfide non potranno essere vinte se non attraverso la sinergia tra le istituzioni, le associazioni di categoria, le imprese e tutti quei commercianti che ogni giorno vivono e rendono vivo il tessuto sociale della città. L’impegno non può che essere quello di lavorare tutti insieme, fianco a fianco, avviando dei tavoli di confronto, affinché non si vedano più saracinesche storiche abbassarsi per sempre, ma anche per promuovere un commercio che sia non solo di qualità, ma veramente di prossimità e di vicinato, riportando tutto a una dimensione fatta anche di rapporti umani e non di mero scambio di beni”.

“Abbiamo ribadito a Sindaca e Assessora l’esigenza di rafforzare la concertazione tra amministrazione comunale e corpi intermedi – ha evidenziato Alessandro Cavo, presidente Confcommercio Genova –. Solo evitando decisioni calate dall’alto è possibile rispondere in modo efficace alle esigenze dei diversi settori che rappresentiamo, dal commercio al turismo, dalla logistica ai servizi alla persona”.

“La Camera di Commercio – ha evidenziato Maurizio Caviglia, segretario generale della Camera di Commercio di Genova – crede che la riqualificazione dei centri storici sia una leva fondamentale per poter migliorare la qualità della vita dei residenti e l’accoglienza nei confronti dei turisti. Per questo aderiamo dal 2012 a Urban Promo (l’iniziativa dell’Istituto Nazionale di Urbanistica per la rigenerazione urbana) e lanciamo annualmente campagne di comunicazione a sostegno del commercio di vicinato come #comprasottocasa”.

L’incontro ha rappresentato anche l’occasione per rilanciare le priorità già sottoposte da Confcommercio Genova alla Sindaca durante la recente campagna elettorale: sostegno ai negozi di vicinato, interventi su TARI, mobilità e sicurezza, promozione di una strategia integrata contro la desertificazione commerciale, tanto in centro quanto nelle periferie.

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“Sostenere i negozi di vicinato – ha proseguito Cavo – significa mantenere vivi i quartieri. I CIV, attraverso Confcommercio, sono in grado di segnalare le reali esigenze dei territori. Ma per farlo servono condizioni adeguate: pulizia, decoro, illuminazione e, soprattutto, pari opportunità rispetto alla grande distribuzione”.

In quest’ottica, Confcommercio Genova ha ribadito come oggi i grandi centri commerciali risultino più facilmente accessibili, sia con mezzi pubblici che privati, grazie alla disponibilità di parcheggi. Anche i piccoli esercizi devono poter offrire la stessa libertà di accesso: per questo l’associazione chiede con urgenza la realizzazione di parcheggi “a corona” intorno al centro e al centro storico, per rendere il commercio di prossimità davvero competitivo e accessibile.

Un altro punto chiave è lo sviluppo turistico. Confcommercio ha ribadito che la città ha bisogno di un nuovo attrattore di rilievo che si affianchi all’Acquario: un’esigenza finora non soddisfatta nell’ambito del progetto del nuovo Waterfront, che ospiterà invece un centro commerciale.

Centrale anche il tema della TARI. “Genova è da anni la seconda città più cara d’Italia – ha sottolineato Oscar Cattaneo, vicepresidente vicario di Confcommercio Genova – e il peso della tariffa è diventato insostenibile, soprattutto per commercianti e piccole imprese”. A pesare è in particolare l’assenza di un impianto moderno per il trattamento dei rifiuti, che comporta costi elevati per tutta la collettività. “Le attività considerate ad ‘alta produzione’, come bar, ristoranti, ortofrutta e panifici, pagano tariffe molto alte al metro quadro, a prescindere dalla reale quantità di rifiuti prodotti. Serve – ha concluso Cattaneo – una tariffazione puntuale, che premi chi differenzia bene o produce meno rifiuti”.

Le proposte Confcommercio: meno TARI, più parcheggi e un nuovo attrattore turistico

Confcommercio ha rilanciato una serie di richieste concrete, tra cui:

  • Parcheggi a corona per agevolare l’accesso al centro e rendere competitivi i piccoli esercizi rispetto alla grande distribuzione.
  • Una nuova attrazione turistica da affiancare all’Acquario per valorizzare il territorio.
  • Una revisione della TARI, che grava pesantemente su bar, ristoranti e alimentari, spesso penalizzati a prescindere dai reali volumi di rifiuti prodotti.
  • Sostegno strutturale ai CIV (Centri Integrati di Via), affinché possano agire come sensori dei bisogni dei quartieri e strumenti di rilancio locale.

Il prossimo passo? L’attivazione concreta dei tavoli tematici e la calendarizzazione di interventi mirati per riaccendere le luci nei quartieri, cominciando dalle piccole imprese che ogni giorno tengono viva la città.


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