Oggi 4 luglio 2025 la Federazione Italiana Giuoco Calcio ha comunicato ufficialmente l’esclusione del Brescia Calcio dal calcio professionistico. Dopo 114 anni di storia la squadra lombarda non ha ottenuto la licenza nazionale per il campionato di Serie C 2025/26. Il comunicato FIGC ha confermato quanto già da tempo era stato accertato e dichiarato che la società “non ha soddisfatto tutte le condizioni e i requisiti necessari per l’ottenimento della licenza”, a causa di debiti, mancati versamenti e inadempienze amministrative.
Il club, sotto la proprietà di Massimo Cellino dal 2017, non ha pagato la tassa di iscrizione alla Serie C, né ha depositato la garanzia da 350.000 euro. Inoltre entro il 6 giugno non sono stati saldati oltre 3 milioni di euro di stipendi arretrati. Le mensilità di novembre e dicembre 2024, così come quelle di gennaio e febbraio 2025, risultano irregolari nei versamenti di contributi e ritenute.
Il processo che ha portato al fallimento è iniziato il 28 febbraio, quando la Co.Vi.So.C. ha richiesto chiarimenti all’Agenzia delle Entrate riguardo a crediti d’imposta utilizzati dal club. Il 16 maggio l’Agenzia ha risposto che tali crediti erano inesistenti configurando un’irregolarità. Il 22 maggio è arrivato il deferimento di Brescia e dei suoi dirigenti. Sette giorni dopo il Tribunale Federale Nazionale ha emesso la sanzione: 8 punti di penalizzazione, di cui 4 da scontare nella stagione in corso e 4 nella prossima. Il 6 giugno, non essendo stati pagati gli stipendi dovuti, il club non ha potuto presentare l’iscrizione e ha cessato l’attività professionistica.
Il progetto per il nuovo Brescia
Alla chiusura del vecchio Brescia è seguita una nuova fase, guidata da Giuseppe Pasini, presidente della Feralpisalò. L’obiettivo è mantenere il calcio professionistico in città trasferendo la Feralpisalò a Brescia e modificandone nome e sede. Pasini ha incassato il sostegno di A2A, la multiutility partecipata dai Comuni di Brescia e Milano, che si è detta pronta a supportare il progetto. L’incontro tra le parti con la presenza anche della sindaca di Brescia Laura Castelletti ha posto le basi per un’operazione condivisa. L’idea è coinvolgere altri imprenditori locali e assicurare un coordinamento costante con l’amministrazione comunale.
Anche la sindaca Castelletti ha ribadito l’impegno del Comune: “Stiamo costruendo un progetto condiviso, solido e concreto. La Loggia c’è fin dal primo giorno”. Il Comune di Brescia sta dunque agendo come facilitatore, per garantire la continuità sportiva cittadina.
Il 17 luglio 2025 potrebbe diventare una data simbolica: esattamente 114 anni prima, nel 1911, nacque il Foot Ball Club Brescia. La nuova società mira a ottenere dalla FIGC il riconoscimento per disputare la Serie C con la nuova denominazione e sede. Entro il 12 luglio deve essere presentata la documentazione necessaria. Sembra tutto già scritto ma a pochi giorni dalla data della rinascita ci sono ancora problemi.
Le complicazioni legate allo stadio Rigamonti
Uno degli ostacoli principali alla rinascita del calcio a Brescia riguarda l’utilizzo dello stadio Rigamonti. L’impianto, storico teatro delle partite del vecchio Brescia, è al centro di una complessa vicenda burocratica e contrattuale. Il contratto tra il Comune e il Brescia Calcio si è risolto il 28 giugno 2025 per il mancato pagamento di una delle due rate del canone. In base agli accordi, la revoca scatterebbe dopo due rate non pagate, anche non consecutive, ma il Comune ha fatto valere il diritto di risoluzione per inadempienza. Il 2 luglio è stato fissato un appuntamento per la restituzione delle chiavi dell’impianto, ma nessun rappresentante del club si è presentato. Se Cellino non dovesse restituire l’impianto entro la nuova scadenza fissata, il Comune procederà con il cambio delle serrature.
Nel frattempo la Giunta comunale ha predisposto una proposta di delibera che contiene gli indirizzi per la concessione urgente dello stadio per la stagione 2025/26. L’assegnazione sarà annuale e condizionata alla rappresentanza della città da parte della nuova società. Se ci sarà una sola manifestazione d’interesse, l’impianto verrà assegnato direttamente; in caso contrario, sarà indetto un bando. La nuova concessione prevede che il club assegnatario sia in possesso di licenza FIGC per il campionato professionistico e dichiari la volontà di rappresentare ufficialmente Brescia. Sono richieste anche tutte le autorizzazioni per modifiche societarie e impiantistiche.
Il ruolo di Cellino nella transizione
Massimo Cellino ha annunciato che non resterà spettatore passivo. L’imprenditore sardo contesta la revoca della concessione dello stadio sostenendo di aver pagato una rata e che la revoca automatica sarebbe applicabile solo in caso di due rate non versate. Inoltre rivendica il valore delle migliorie apportate al Rigamonti nel 2019 per l’adeguamento alla Serie A e il possesso del centro sportivo di Torbole Casaglia di proprietà familiare.
Cellino si oppone anche alla cessione del nome e del simbolo del Brescia Calcio, elementi centrali della nuova identità che Pasini vorrebbe costruire. La possibilità che l’ex proprietario impugni legalmente le decisioni relative alla concessione dello stadio e al marchio non è esclusa. Del resto il nuovo corso calcistico bresciano si fonda su tempistiche precise. La Feralpisalò ha avviato la procedura per presentare una manifestazione di interesse, mentre la FIGC attende la documentazione per autorizzare le modifiche societarie e logistiche. Il 15 luglio è il termine ultimo per richiedere variazioni alla denominazione e sede.
L’intenzione di Pasini è chiara: costruire una società forte, sostenuta da più imprenditori locali, con una struttura manageriale solida e una rosa competitiva. In fase avanzata c’è la trattativa con Dimitri Bisoli, capitano del Brescia fallito, per inserirlo nel nuovo progetto. Il Comune ha ribadito la volontà di affidare lo stadio a chi garantirà la rappresentanza sportiva cittadina, con l’auspicio che il nuovo club possa mantenere un legame con la storia e i simboli del Brescia Calcio.
Il futuro del calcio bresciano
Il progetto di rilancio avviato da Giuseppe Pasini rappresenta una concreta possibilità per mantenere la città di Brescia nel calcio professionistico. L’interesse di A2A, il supporto del Comune e la visione manageriale di Pasini sono elementi chiave per la riuscita dell’operazione. Il capitolo legato allo stadio Rigamonti, con le questioni legali ancora da dirimere, ma con una delibera già attiva che apre all’uso temporaneo dell’impianto per la stagione 2025/26, resta il nodo principale da risolvere in tempi ristretti. Ovviamente anche il coinvolgimento di più soggetti pubblici e privati è considerato essenziale per garantire solidità e progettualità nel medio periodo.
I tifosi sperano che il 17 luglio possa segnare non solo una data simbolica, ma anche il punto di partenza concreto per un nuovo capitolo del calcio a Brescia. L’obiettivo è quello di risalire nel panorama calcistico nazionale con una struttura più moderna e sostenibile rispetto al passato, un percorso già intrapreso negli da tanti storici club che hanno dovuto ricominciare da zero e sono riusciti a conquistare titoli e partecipazioni nelle coppe europee.
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