Aste immobiliari

 il tuo prossimo grande affare ti aspetta!

 

Commercio, Global Attractiveness Index conferma ‘resilienza’ Italia


Piattaforma di analisi, misurazione e approfondimento dell’attrattività-Paese e di discussione dei fattori e delle strategie che maggiormente incidono su di essa, il Global Attractiveness Index compie 10 anni: presentato in 25 Paesi a oltre 10.000 stakeholder globali, è oggi uno strumento chiave della diplomazia economica italiana. Arrivati a metà del 2025 emergono le prime evidenze per lo stimolo dell’attrattività dei Paesi. Il percorso del Global Attractiveness Index 2025 – supportato da alcune importanti multinazionali , da Toyota Material Handling a Philip Morris e Amazon, e incluso nel Composite Indicators & Scoreboards Explorer della Commissione Europe a – si concluderà nel prossimo settembre quando, durante la 51esima edizione del Forum “Lo Scenario di oggi e di domani per le strategie competitive” ospitato a Villa d’Este (Cernobbio), sarà presentato il Rapporto 2025, contenente la classifica GAI, il Tableau de Bord per l’Italia e molte altre analisi.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Tra gli elementi più innovativi della valutazione, l’Indice di Sostituibilità Commerciale , che misura quanto ogni Paese sia un partner commerciale “insostituibile”, esportando beni di cui detiene ampie quote di mercato. In questo indicatore, l’Italia si posiziona al 21esimo posto al mondo, 2° in Europa dietro la Germania: un segnale di potenziale solidità in una fase di profonde turbolenze commerciali.

Fra le evidenze del percorso di lavoro 2025 , la valutazione sull’importanza delle multinazionali estere che nonostante rappresentino una quota ridotta in termini numerici svolgono un ruolo centrale nell’economia italiana ed europea. In Italia, infatti, pur rappresentando appena lo 0,3% delle imprese in termini numerici, le MNE sostengono il 9,9% dell’occupazione totale nazionale, generano il 17,4% del Valore Aggiunto (o PIL), il 20,5% del valore della produzione e realizzano il 22,5% degli acquisti di beni e servizi del Paese, attivando il tessuto economico e imprenditoriale del Paese.

“I dati del Global Attractiveness Index 2025 confermano il ruolo chiave delle multinazionali come motore di sviluppo per l’economia italiana” sottolinea Giorgio Busnelli, VP & Country Manager di Amazon Italia. “In 15 anni di presenza in Italia, Amazon ha investito oltre 20 miliardi di euro, contribuendo significativamente alla digitalizzazione del Paese. La nostra esperienza dimostra, infatti, come le multinazionali possano essere un catalizzatore per lo sviluppo dell’intero sistema economico: questo è particolarmente evidente per le oltre 20.000 PMI che utilizzano i nostri servizi per crescere in Italia e all’estero. Per massimizzare questo impatto positivo, è fondamentale poter contare su un quadro normativo europeo e nazionale chiaro, stabile e armonizzato che faciliti gli investimenti e l’innovazione, a beneficio di imprese e consumatori. In questo senso, in Amazon crediamo che un Mercato Unico Europeo forte, inclusivo e sostenibile sia la ricetta vincente per favorire la crescita della competitività europea, e vogliamo fare la nostra parte per rafforzarlo.”

L’Italia registra, tuttavia, un gap rispetto al contesto europeo, o in altri termini, un margine di ulteriore sviluppo delle MNE nel Paese. A livello europeo, infatti, le MNE sostengono il 15,4% dell’occupazione complessiva (+5,5 p.p. rispetto alla quota italiana), il 23,8% del Valore Aggiunto (+6,4 p.p.), il 26,9% del valore della produzione (+6,4 p.p.) e il 30,2% degli acquisti di bei e servizi (+7,7 p.p.).

L’attrazione di grandi imprese multinazionali è un elemento dirimente per la competitività del Paese: le MNE attive in Italia registrano un valore aggiunto per addetto – il principale indicatore di produttività – pari a €106mila, +77% rispetto alle imprese domestiche. Non solo: gli investimenti per addetto delle MNE attive in Italia risultano di €13,7mila, +79% rispetto alle imprese domestiche.

 

Prestiti aziendali immediati

anche per liquidità

 

Come evidenzia Leonardo Salcerini, Amministratore Delegato di Toyota Material Handling Italia: “Nello scenario che il Global Attractiveness Index rileva e dove si misura la resilienza dell’Italia ai rischi commerciali, ci riconosciamo tra le multinazionali estere che comunque continuano a contribuire alle attività di Ricerca & Sviluppo, cruciali per la crescita del nostro Paese e la creazione di posti di lavoro. Siamo orgogliosi di far parte di questo progetto, che vede raggiunto il traguardo dei 10 anni, volto a ottimizzare l’ambiente pro-business e a sostenere le politiche di attrattività con strumenti innovativi come il Tableau de Board.”

Negli ultimi anni, l’Unione Europea ha compiuto progressi significativi nella definizione di standard normativi comuni, grazie al cosiddetto Brussels Effect: la capacità di esportare le proprie regole oltre i confini europei, trasformandole in standard de facto a livello internazionale. Tuttavia, permangono criticità legate alla sovraregolamentazione europea: una regolamentazione comunitaria efficace, che consenta agli Stati membri di adottare discipline normative che meglio si adeguino al contesto nazionale, è una delle chiavi per incentivare la competitività italiana ed europea. In questo modo la regolamentazione comunitaria diventa non solo leva di competitività e attrattività economica, ma anche uno strumento strategico per rafforzare la posizione dell’Europa nello scenario globale.

“Un quadro regolatorio nazionale ed europeo equilibrato è una delle precondizioni necessarie per attrarre investimenti e costruire filiere integrate ad alto valore aggiunto, come quella che Philip Morris ha costruito in Italia grazie ad importanti investimenti in innovazione e tecnologia, uniti ad una chiara visione del futuro – ha commentato Pasquale Frega, Presidente e Amministratore Delegato di Philip Morris Italia. Oggi la nostra filiera coinvolge 41mila persone, 8mila imprese e genera un impatto complessivo pari a oltre mezzo punto del PIL nazionale: un modello di eccellenza capace di creare valore lungo tutta la catena, dall’agricoltura all’industria fino alla ricerca e sviluppo. È essenziale, pertanto, che il contesto normativo, regolatorio e fiscale, nel suo complesso guardi all’innovazione – come accade in Italia per il nostro settore – e sia in grado di rafforzare sempre di più la competitività del sistema Paese e del Continente: solo in questo modo l’Italia e l’Europa potranno giocare un ruolo di prim’ordine in uno scenario internazionale sempre più complesso”.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Assistenza e consulenza

per acquisto in asta

 

Source link

 

Mutuo casa veloce

Mutuo fino al 100%