Con un approccio analitico ampliato e integrato, l’edizione 2025 del rapporto “Welfare e Salute in Toscana” fornisce una prospettiva quinquennale dell’evoluzione del sistema regionale toscano nel suo complesso.
Qui di seguito un’analisi approfondita dei tratti essenziali del sistema.
Il contesto socio-demografico toscano
La Toscana si conferma una delle regioni italiane più vivaci sotto il profilo demografico: oggi conta oltre 3.660.000 residenti e, grazie alla propria attrattività economica, culturale e paesaggistica, ha contenuto molto meglio di altre aree del Paese l’erosione di popolazione osservata nell’ultimo decennio. Dopo l’impatto pandemico, la ripresa dei flussi in ingresso ha già riportato i residenti su un plateau stabile, segno di una resilienza strutturale che poggia su buone opportunità lavorative, una rete infrastrutturale diffusa e servizi pubblici di qualità.
Uno dei motori principali di questa resilienza è la presenza di cittadini stranieri, pari al 12% della popolazione – una quota tra le più alte in Italia – e caratterizzata da un’età media di dieci anni più giovane rispetto agli autoctoni. Gli immigrati apportano capitale umano e fertilità: quasi un nato su cinque in regione ha almeno un genitore straniero, contribuendo a riequilibrare la piramide per età e a rinnovare il tessuto sociale con competenze linguistiche, culturali e imprenditoriali preziose. Indicatori di integrazione – naturalizzazioni, matrimoni misti, imprese a conduzione straniera – mostrano una traiettoria ascendente, segno che chi arriva tende a radicarsi e a investire nel territorio.
Pur in un contesto di bassa natalità (20.725 nati nel 2024) e saldo naturale negativo, la regione compensa ampiamente il differenziale con un saldo migratorio positivo di +6,5 per 1.000 abitanti. Questo equilibrio originale riduce il ritmo di invecchiamento e offre al mercato del lavoro una base di forze attive che sostiene la produttività e la finanza pubblica. Al contempo, la Toscana vanta livelli di mortalità corretti per età migliori della media nazionale e ha già riportato gli indicatori ai valori pre-Covid, a testimonianza di un sistema sanitario capace di reagire rapidamente alle crisi.
L’invecchiamento – con il 26,8% di ultrasessantacinquenni e un indice di vecchiaia di 242 – viene ormai letto in chiave di opportunità: il “capitale d’argento” alimenta una domanda crescente di turismo slow, cultura, servizi di cura qualificati e nuove soluzioni tecnologiche per l’autonomia, generando occupazione in settori ad alto valore aggiunto. Programmi regionali di invecchiamento attivo, volontariato senior e formazione permanente stanno trasformando gli over 65 in risorsa, più che in costo sociale.
Anche la struttura familiare evolve in modo funzionale a stili di vita flessibili: i nuclei unipersonali (34%) e le coppie senza figli trainano la domanda di housing urbano e servizi di prossimità, mentre la diffusione dei consultori e la buona qualità dell’assistenza materno-infantile – cesarei fra i più bassi d’Italia – garantiscono protezione ai percorsi genitoriali. Nel frattempo, la permanenza prolungata dei giovani in famiglia (59% fra 18-34 anni) rappresenta un potenziale bacino di creatività e nuove competenze, pronto a liberarsi quando mercato del lavoro e politiche abitative ne favoriranno l’autonomia.
In sintesi, la Toscana affronta le sfide del declino naturale con tre assi di vantaggio: attrattività migratoria, longevità in buona salute e capitale sociale diffuso. Rafforzare queste leve – attraverso incentivi alla natalità, integrazione rapida dei nuovi residenti e investimenti in silver economy – potrà consolidare un modello demografico equilibrato e generativo, capace di sostenere benessere, coesione e sviluppo nei prossimi decenni.
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Determinanti contestuali e individuali di salute
Una base socio-culturale che fa la differenza
Il primo grande vantaggio competitivo della Toscana è la qualità del capitale umano. L’abbandono scolastico è sceso al 9,3% – un traguardo che centra l’obiettivo UE 2020 e resta migliore sia della media italiana (10,5%) sia di quella europea (9,5%). Sul fronte dell’istruzione terziaria, i laureati 30-34enni sono saliti al 31,3%, riducendo il divario con l’Europa e offrendo al tessuto produttivo competenze sempre più qualificate. Questa crescita di sapere formale è rafforzata da un’ampia partecipazione alla formazione continua e da un sistema scolastico inclusivo, capace di accogliere oltre mezzo milione di studenti, di cui il 17% stranieri, con percorsi di seconda generazione che accelerano l’integrazione.
Health literacy sopra la media
Avere cittadini istruiti si traduce in una alfabetizzazione sanitaria (HL) tra le più alte del Paese: il 64,2% degli adulti presenta livelli di HL sufficienti (contro il 42% nazionale), mentre solo l’8,3% è in fascia inadeguata. I ricercatori regionali hanno dimostrato che un buon HL si associa a migliori comportamenti nutrizionali (54,8 % di consumatori regolari di frutta/verdura con HL alto vs 46,4% con HL limitato) e a maggiore attività fisica nel tempo libero (66,1% vs 48,8%). Grazie all’integrazione dell’indicatore HL nelle sorveglianze PASSI e PASSI d’Argento, la Regione dispone di un cruscotto unico in Italia per monitorare e indirizzare campagne di prevenzione mirate.
Stili di vita: performance complessivamente virtuosa
Gli ultimi cicli di indagine evidenziano un quadro che, pur non esente da criticità, resta migliore del dato medio nazionale.
• Attività fisica: l’inattività completa riguarda il 30,8% dei toscani >3 anni, contro il 35% degli italiani; la quota di “sportivi continuativi” è in lieve aumento nonostante la pandemia.
• Sedentarietà: le fasce più a rischio sono gli anziani (42,6%) e gli adulti (30,5%), ma i giovani mostrano comportamenti più dinamici.
• Peso corporeo: pur con un 36,8% di sovrappeso negli uomini adulti, l’obesità resta sotto il 10% e in lieve flessione grazie a una dieta mediterranea ancora diffusa.
• Fumo: la prevalenza di fumatori continua a calare in linea con la tendenza nazionale, ma la Regione monitora con attenzione la diffusione di nuovi prodotti tra gli adolescenti.
• Alcol: il modello mediterraneo regge nelle fasce adulte, mentre tra i giovani si osserva un aumento di binge drinking; ciò ha spinto ad azioni educative nelle scuole e in contesti ricreativi.
Nel complesso, le abitudini toscane si mantengono uguali o leggermente migliori dei benchmark nazionali, a testimonianza di un mix favorevole fra politiche, ambiente sociale e consapevolezza individuale.
Governance e dati: un ecosistema integrato
Il vero punto di forza, che unisce tutti i determinanti, è l’infrastruttura informativa: sei sistemi di sorveglianza (OKkio, HBSC, EDIT, PASSI, PASSI d’Argento, LOST) alimentano decisioni evidence-based su tutta la popolazione, dai bambini agli over 65. I dati vengono restituiti in dashboard aperte, favorendo partecipazione e fiducia pubblica.
Conclusione, un contesto favorevole alla salute
Grazie a istruzione elevata, health literacy diffusa, stili di vita relativamente virtuosi e un ambiente sempre più presidiato da politiche green, la Toscana offre condizioni contestuali che potenziano le scelte individuali di salute. L’approccio integrato – dai banchi di scuola alle foreste urbane, dai sorveglianti PASSI al sistema One Health – crea un ecosistema in cui l’individuo non è mai solo ma sostenuto da reti educative, sociali e territoriali. Continuare a investire in competenze, ambiente e dati significherà trasformare queste buone premesse in vantaggi duraturi per la qualità di vita delle prossime generazioni.
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La salute dei toscani: quadro di eccellenza
Una popolazione che vive più a lungo e meglio
Nel 2024 la speranza di vita alla nascita in Toscana ha raggiunto 84 anni complessivi (82,2 per gli uomini, 85,9 per le donne), superando in media di oltre mezzo anno il dato nazionale e riprendendo la traiettoria di crescita bruscamente interrotta nel biennio pandemico 2020-2021. L’incremento rispetto al 2019 è stato di +0,5 anni per gli uomini e +0,2 per le donne, collocando la regione al 3° posto in Italia per longevità maschile e al 6° per quella femminile. Anche la speranza di vita a 65 anni registra 21,6 anni (20,2 maschi; 22,9 femmine), sempre superiore alla media del Paese. Ciò che davvero distingue il profilo regionale, però, è la quota di anni vissuti in buona salute dopo i 65: fra il 2009 e il 2022 la percentuale è salita dal 36 % al 46 % negli uomini e dal 28 % al 38 % nelle donne – valori tra i più alti d’Italia. In sintesi, la Toscana non solo allunga la vita, ma allunga la porzione di vita libera da disabilità.
Mortalità: il rientro dall’onda pandemica
Grazie alla pronta reattività del sistema sanitario e alla precoce protezione vaccinale, la regione è uscita dalla fase di eccesso di mortalità legato al COVID-19 con un anno d’anticipo rispetto alla media nazionale: nel 2024 il tasso standardizzato è sceso sotto il livello 2019, attestandosi su 801 decessi per 100.000 abitanti. L’analisi per causa di morte (dati consolidati 2022) mostra cali significativi nelle patologie cardiovascolari e respiratorie, con i tumori che rimangono la prima causa ma con incidenze in lento declino grazie a diagnosi precoce e percorsi terapeutici efficaci.
Eventi tempo-dipendenti: performance da benchmark
Nel campo delle emergenze cardio- e cerebro-vascolari la Toscana conferma risultati di punta. Dal 2019 al 2024 i ricoveri per infarto miocardico acuto sono scesi del 24% negli uomini e del 35% nelle donne; per ictus ischemico il calo supera il 25% in entrambi i generi. La mortalità a 30 giorni post-infarto è crollata al 5,7% (Italia 7,1%) e quella post-ictus al 7,4% (Italia 9,4%). Elemento chiave è la tempestività di rivascolarizzazione: oltre il 56% degli STEMI riceve PTCA entro 90 minuti, in linea con le regioni più virtuose. Questi numeri certificano un sistema di reti cliniche integrate (118-DEA-cardiologia neuro-vascolare) che funziona e riduce la disabilità a lungo termine.
Ricoveri, qualità e appropriatezza
Nel 2023 il tasso di ospedalizzazione standardizzato è sceso a 128,4 per 1.000 abitanti, ben al di sotto dello standard nazionale di 160 e fra i migliori d’Italia . I ricoveri chirurgici hanno già oltrepassato i volumi pre-pandemia, mentre quelli medici restano sotto il 2019 grazie a percorsi ambulatoriali e di telemonitoraggio che snelliscono la degenza. In parallelo, il fenomeno del “revolving door” psichiatrico (riammissione entro 30 giorni) è sceso al valore più basso degli ultimi 15 anni, segnale di una presa in carico territoriale più efficace.
Cancer screening: coperture ai vertici
Dopo il fisiologico rallentamento del 2020, nel 2023 la Toscana ha riportato le coperture di screening ai livelli ante-COVID:
• mammella 50-69 anni: 79,4 % di donne controllate, dieci punti sopra la media italiana.
• cervice 25-64 anni: 81,9 % (Italia 77,5 %).
• colon-retto 50-69 anni: 58,8 %, comunque 12 punti sopra la media nazionale.
L’ampliamento della mammografia alle 45-74enni e la progressiva transizione al test HPV hanno ulteriormente aumentato l’efficacia nel ridurre mortalità e trattamenti invasivi.
Salute mentale: nuove risposte a bisogni emergenti
Il dosaggio medio di antidepressivi (69,6 DDD/1 000 a.b./die) rimane superiore alla media italiana, indizio di un bisogno di supporto psichico rilevante . Tuttavia, la regione sta innovando il modello assistenziale: la sperimentazione dello psicologo di base in alcune Case della comunità ha già preso in carico 289 utenti in sei mesi, offrendo consulenza precoce e gratuita su ansia, depressione lieve e stress post-traumatico. Contestualmente, la riduzione dei ricoveri ripetuti indica che la presa in carico territoriale funziona.
Anziani: più autonomi, meno fragili
Ben il 98% dei 65-74enni è autonomo nelle attività quotidiane; solo oltre i 75 anni cresce l’esigenza di assistenza, ma i programmi di telemedicina e di supporto domiciliare riducono ingressi impropri in RSA . L’indice di aspettativa di vita in buona salute continua a salire, e la regione ha avviato percorsi di “invecchiamento attivo” che integrano prevenzione delle cadute, gruppi di cammino e volontariato senior, trasformando l’età anziana in risorsa per la comunità.
Bambini e adolescenti: basi solide per il futuro
Il tasso di mortalità infantile resta inferiore a 2,5 per 1.000 nati vivi, fra i più bassi d’Europa, mentre la copertura vaccinale a 24 mesi ha recuperato la flessione pandemica, tornando sopra il 95% per esavalente e MPR. Programmi come “OKkio alla Salute” e “EDIT” tengono alta la sorveglianza su obesità e dipendenze, con trend in lieve miglioramento grazie a campagne nutrizionali nelle mense scolastiche e al potenziamento dello sport di base.
Farmaci: uso mirato e innovazione
L’impiego di anticoagulanti di nuova generazione (34,4 DDD vs 30,8 Italia) e di antiaggreganti (76,3 vs 71,0) testimonia un’aderenza alle linee guida cardiologiche che si riflette nei bassi tassi di mortalità post-evento . Sul fronte oncologico, i consumi di farmaci antineoplastici sono in linea con il Paese, ma la Toscana è tra le prime ad aver attivato la gestione centralizzata delle terapie CAR-T in due hub certificati, riducendo migrazioni sanitarie.
Equità e coesione regionale
La mappa degli indicatori mostra graduali riduzioni dei gap fra aree metropolitane e zone interne. Gli screening oncologici hanno colmato la differenza nord-sud regionale; per gli infarti, la variazione di mortalità a 30 giorni fra ASL si è dimezzata in cinque anni. Anche sul fronte della salute mentale, l’implementazione dello psicologo di base parte proprio da territori periurbani e rurali, mirando a evitare disparità di accesso.
Sfide aperte e traiettorie di miglioramento
Restano margini per:
• contrastare l’aumento di binge drinking giovanile integrando prevenzione scolastica e community health
• ridurre l’uso di antidepressivi promuovendo terapie psicologiche brevi e attività di gruppo
• potenziamento della presa in carico della multimorbilità attraverso percorsi di farmacista di famiglia e telemonitoraggio integrato
• consolidare la silver economy, settore in cui la Toscana può diventare laboratorio europeo di tecnologie e servizi per l’autonomia.
Conclusione
I dati confermano che la Toscana è, in termini di esiti sanitari, una regione-benchmark a livello nazionale: più longeva, con meno mortalità post-evento acuto, coperture di screening elevate e un sistema pronto a innovare, dal “One Health” alla psicologia di base. Le criticità ancora presenti (salute mentale, binge drinking, politerapia) sono affrontate con strategie dedicate. Se la regione saprà continuare a investire in prevenzione, reti cliniche e digital health, potrà consolidare un vantaggio competitivo che già oggi si traduce in anni di vita, di salute e di benessere per i suoi cittadini.
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Le risorse del sistema sanitario toscano
Un bilancio solido che sostiene l’innovazione
Nel 2024 la spesa sanitaria regionale ha superato di poco i 7,2 miliardi di euro, pari a 2.180 € pro capite, mantenendo una crescita annua intorno al 2% e chiudendo il bilancio in pareggio per il settimo anno consecutivo. La Toscana è una delle sole quattro regioni in “fascia verde” per tutti gli indicatori di equilibrio economico-finanziario: margine operativo, gestione del debito e tempi di pagamento ai fornitori. Tale solidità consente di destinare risorse strutturali alla prevenzione (4,9% della spesa complessiva, mentre la media nazionale fatica a superare il 3,5%) e di programmare investimenti multiennali senza ricorrere a manovre straordinarie.
Capitale umano
Il Servizio sanitario regionale (SSR) impiega 57.800 equivalenti a tempo pieno:
• 7.300 medici ospedalieri e 1.300 medici di medicina generale (MMG), con un rapporto di 3,9 camici bianchi per 1.000 abitanti (Italia 3,6)
• 27.100 infermieri (8,1 per 1.000 abitanti) – il valore più alto del Centro-Sud – e 6.000 OSS
• una quota di professionisti sanitari under 40 che ha toccato il 23%, grazie a concorsi annuali, contratti di formazione specialistica co-finanziati dalla Regione e incentivi rientro dall’estero.
Sebbene la carenza di MMG sia un problema nazionale, la Toscana ha reagito con Aggregazioni funzionali territoriali (AFT) e borse formative extra per la medicina di famiglia, riducendo il numero di assistiti senza assegnazione stabile a meno dell’1% (era il 4% nel 2020).
Rete ospedaliera moderna e policentrica
Il sistema conta 39 presìdi ospedalieri (di cui 5 policlinici universitari) distribuiti in tre grandi Aziende sanitarie locali (ASL) e un’azienda ospedaliero-universitaria pediatrica. Il tasso di posti letto è di 3,3 per 1.000 residenti, perfettamente in linea con la programmazione nazionale, ma la vera forza è la differenziazione funzionale:
• 6 hub di alta specializzazione (trapianti, cardio-neuro-vascolare, grandi ustionati, oncologia pediatrica).
• 13 spoke dotati di DEA di I livello per reti tempo-dipendenti.
• 20 ospedali di comunità/strutture intermedie che assorbono dimissioni protette e riducono i giorni di degenza tradizionale.
Grazie a un investimento pluriennale in chirurgia robotica (oggi 27 sistemi attivi) e in sale ibride, la Regione registra i DRG di chirurgia maggiore con minori complicanze post-operatorie e minori riammissioni entro 30 giorni rispetto al benchmark nazionale.
Case della comunità e assistenza territoriale
La riforma PNRR ha accelerato la nascita delle Case della comunità: 48 strutture operative (1 ogni 75.000 abitanti) con team multiprofessionale, punto unico di accesso, ambulatori infermieristici e sportello sociale. In media, un cittadino toscano ha una Casa della comunità raggiungibile entro 18 minuti di auto o 30 di trasporto pubblico. Questi presìdi erogano oltre 3 milioni di prestazioni l’anno, dalle cure di primo livello alla teleassistenza, riducendo del 12% gli accessi impropri ai Pronto soccorso.
Si affiancano 20 Centrali operative territoriali che coordinano ricoveri a domicilio, ADI, palliativi e dimissioni difficili, con un tasso di presa in carico domiciliare degli over 65 all’11% (media Italia 7%).
Digital health: una dorsale già matura
Il Fascicolo sanitario elettronico (FSE) è attivato per il 93% degli assistiti e consultato attivamente dal 62% (più del doppio della soglia ministeriale). Il portale “Toscana Salute” integra prenotazioni, referti, ricette dematerializzate e pagamenti, evitando oltre 7 milioni di accessi agli sportelli fisici nel 2024.
Grazie al Programma regionale di telemedicina, 45.000 pazienti cronici (scompenso cardiaco, BPCO, diabete, oncologici) sono monitorati a distanza con dispositivi IoT. Le televisite costituiscono ormai il 6% delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e hanno tempi medi di attesa inferiori a 10 giorni.
Governance farmaceutica e innovazione terapeutica
L’approccio toscano alla spesa farmaceutica combina centrale unica di acquisto e terapeutic formulary regionale:
• quota di farmaci equivalenti al 35% del totale, record nazionale
• risparmi di 102 euro pro capite reinvestiti in molecole oncologiche e CAR-T
• farmacisti di comunità integrati con FSE per l’aderenza terapeutica, con una riduzione del 9% delle interazioni avverse segnalate.
I due IRCCS oncologici pubblici e la rete trasfusionale regionale hanno trattato 62 pazienti con terapie cellulari avanzate, evitando viaggi fuori regione e generando un risparmio indiretto di oltre 800.000 €.
Ricerca, innovazione e sinergie pubblico-privato
Il distretto “Life Sciences Toscana” ospita 250 aziende biotech, 12 centri universitari e 6 fondazioni culturali che collaborano su progetti Horizon e PNRR. Nel 2024 sono stati attivati 140 trial clinici (+18% sul 2023) e generati 64 milioni di euro in finanziamenti competitivi. L’integrazione tra università, centri di ricerca e imprese garantisce rapida traslazione dei risultati nella pratica clinica.
Investimenti PNRR e sostenibilità ambientale
La Regione ha programmato 1,4 miliardi di euro di fondi PNRR tra 2022-2026: messa in sicurezza sismica di 14 ospedali, impianti fotovoltaici da 58 MW, rinnovamento delle flotte di trasporto sanitario con mezzi elettrici. Tutti i nuovi cantieri sono “energia quasi zero”, con previsione di ridurre del 22% le emissioni di CO₂ del comparto sanitario entro il 2030.
Risorse della rete socio-sanitaria
Grazie a 125 strutture residenziali per anziani autosufficienti, 58 RSA e 35 centri diurni Alzheimer, la capacità ricettiva ha superato quota 9 000 posti, coprendo il 3,2% degli over 65 (benchmark europeo 3%). Oltre 500 cooperative sociali e 23 000 volontari supportano il continuum ospedale-territorio con servizi di trasporto, assistenza domiciliare leggera e tutoraggio digitale.
Leadership nella qualità e nella sicurezza
Tutti gli ospedali possiedono la certificazione ISO 9001 e 8 hanno ottenuto la Joint Commission International. L’adozione obbligatoria del Modello Tuscany Clinical Governance – indicatori di esito trimestrali su ogni unità operativa – ha ridotto del 25% il tasso di eventi avversi segnalati e portato il “Net Promoter Score” dei pazienti al +59.
Sfide e linee evolutive
Nonostante la posizione di forza, la Toscana identifica tre ambiti di potenziamento:
1. carenza di MMG: proseguire con borse aggiuntive, tutoraggio e incentivi alla periferia
2. rischio “digital divide”: garantire alfabetizzazione digitale agli anziani per fruire di FSE e teleassistenza
3. infrastrutture territoriali: completare 24 nuove Case della Comunità entro il 2026 per coprire in modo omogeneo zone montane e isole.
Conclusione
Ospedali moderni, territorio in espansione, professionisti qualificati, bilancio solido e forte spinta verso digitalizzazione e sostenibilità ambientale: queste sono le risorse chiave che collocano la Toscana tra i sistemi sanitari regionali più avanzati del Paese. Consolidare gli investimenti in capitale umano, case della comunità e innovazione terapeutica assicurerà alla popolazione non solo la tenuta, ma un’ulteriore crescita della qualità dell’assistenza nei prossimi anni.
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Valutazione della Regione Toscana 2019-2024: cinque anni di adattamento e rilancio
Il sistema di “bersagli” ideato dal Laboratorio MeS della Scuola Sant’Anna permette di leggere, anno dopo anno, la fotografia complessiva della performance sanitaria toscana. Dal 2019 al 2024 emergono tre fasi nette − resilienza, ripresa, nuova normalità − che descrivono come la Regione abbia assorbito lo shock pandemico, rilanciato i servizi e poi consolidato i risultati.
• 2019 – “Come eravamo”. Il bersaglio di partenza mostra già una sanità di alto profilo: efficienza prescrittiva farmacologica, bassi tassi di ricovero per acuti, bilanci in equilibrio. Restavano margini di miglioramento su salute mentale, appropriatezza diagnostica e continuità ospedale-territorio.
• 2020 – “Resilienza”. Con l’esplosione del COVID-19 il cruscotto introduce una dimensione ad hoc per misurare la tenuta dei volumi essenziali e l’avvio delle televisite. Nonostante l’aumento dei costi sostenuti per la pandemia, la Toscana mantiene buoni tempi di attesa e un catchment index soddisfacente; il forte investimento in sanità digitale viene evidenziato fra i punti di forza.
• 2021 – “Ripresa”. Ripristinata la maggior parte degli indicatori sospesi, la Regione rafforza la misurazione dell’esperienza utente (PREMs e PROMs) e contiene il costo pro capite. Inizia però a manifestarsi la criticità dell’indice di cattura, cioè la capacità di far prenotare visite e diagnostica nei tempi corretti, mentre le dimissioni volontarie segnano un lieve aumento.
• 2022 – “Trasformazione”. Rientrano pienamente i tassi di ospedalizzazione e si dà enfasi a sostenibilità economica e digitalizzazione. Viene introdotto il pentagramma sugli anziani e fragilità, a conferma dell’attenzione verso l’invecchiamento attivo. L’appropriatezza diagnostica e l’attività fisica adattata necessitano però di un ulteriore rilancio.
• 2023 – “Rilancio”. È l’anno di implementazione del DM 77: si consolidano le Case della comunità, crescono gli indicatori territoriali (IFeC, ADI) e la qualità delle cure resta elevata. Persistono due nodi – assenteismo legato alla coda pandemica e indice di cattura – andamenti comunque monitorati dal sistema bersaglio. Interessante l’evidenza, dal sondaggio di clima, di un maggiore orgoglio professionale fra i dipendenti, a fronte di attese più alte verso le direzioni aziendali.
• 2024 – “Nuova normalità”. Il bersaglio segna la definitiva stabilizzazione post-Covid: assistenza domiciliare in fascia eccellente, equilibrio economico confermato, forte espansione della sanità digitale e politiche del personale fra i nuovi driver trasversali. Restano criticità specifiche – indice di cattura delle visite (60%), lieve aumento di politerapia e uso di antibiotici pediatrici, crescita delle risonanze muscolo-scheletriche ripetute – ma il quadro generale torna largamente “verde”.
Trend di risultato
Dal 2019 al 2024 la quota di indicatori in fascia verde supera stabilmente il 70%, con picco al 75% nel 2024. I tassi di riammissione psichiatrica si sono quasi dimezzati (7% →5%) e l’assistenza domiciliare agli anziani è passata da 9,4 a oltre 13 per 1.000 residenti over 65. Le indagini PREMs sul ricovero, attive in tutti i presìdi, hanno quintuplicato i rispondenti e indicano progressi in accoglienza, gestione del dolore e dignità del paziente.
Chiavi di successo
Tre leve ricorrono in tutte le annate positive: bilanci solidi, governance dei dati (bersaglio, NSG, PREMs/PROMs) e cultura professionale. Queste consentono di anticipare le sfide (es. digital health), reggere agli shock (COVID) e convertire rapidamente risorse straordinarie (PNRR) in servizi territoriali.
Il quinquennio 2019-2024 dimostra che la Toscana ha trasformato una crisi globale in opportunità, mantenendo alta qualità clinica e accelerando l’innovazione. Le poche aree ancora “gialle” – indice di cattura, appropriatezza diagnostica, uso di antibiotici – sono ben individuate e presidiate dal cruscotto regionale. La traiettoria lascia quindi intravedere una sanità capace di entrare nel prossimo ciclo di programmazione con basi robuste e una vocazione consolidata al miglioramento continuo.
Conclusioni finali
L’edizione 2025 del rapporto “Welfare e salute in Toscana” si distingue per un impianto analitico più ampio e integrato, capace di restituire una visione quinquennale dell’evoluzione del sistema toscano nel suo insieme. I dati evidenziano una tenuta complessiva molto solida, ma non eludono alcune criticità che richiedono attenzione strategica. In primo luogo, la carenza di medici di medicina generale – pur contenuta – impone il rafforzamento delle misure già in atto (borse aggiuntive, tutoraggio, incentivi per aree periferiche). In secondo luogo, il rischio di “digital divide” va affrontato con politiche di alfabetizzazione mirate, affinché l’innovazione tecnologica (FSE, telemedicina) non si trasformi in nuova disuguaglianza. Infine, l’ampliamento della rete territoriale – 24 nuove Case della comunità entro il 2026 – rappresenta una sfida di equità e capillarità, soprattutto in zone interne e marginali. Il rilancio dell’assistenza territoriale, il contenimento del ricorso al privato e l’integrazione dei percorsi di inclusione sociale e disabilità saranno leve decisive per consolidare un modello di welfare incentrato sulla prossimità, sull’accessibilità e sulla sostenibilità di lungo periodo.
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