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Agrinet4Women, storie di agricoltura sostenibile


Agrinet4Women è un progetto multimediale che racconta storie di agricoltura sostenibile in cui sono protagoniste le donne. Imprenditrici agricole accomunate dagli obiettivi di sostenibilità che raggiungono con determinazione e intelligenza. Seppure in crescita, sono ancora sottorappresentate e avrebbero bisogno di maggiori sostegni

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Foto: Confagricoltura

Le donne, forza trainante dell’economia

Agrinet4Women è un progetto multimediale che racconta storie di agricoltura sostenibile di cui sono protagoniste le donne. È promosso dal gruppo multimediale Icaro (Rimini) in collaborazione con TV2000, Università IUAV di Venezia e Confagricoltura Donna.

Agrinet4Women, progetto multimediale per imprenditrici agricole

Cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito della PAC (Politica Agricola Comunitaria), Agrinet4Women si compone di 8 puntate TV (Agrinet – Il futuro in campo), 8 talk show (Agri-talk – L’agricoltura al femminile) e 8 podcast (Agrinet – Storie di sostenibilità).

Inoltre, la campagna digitale via social, siti web, articoli su stampa, newsletter e l’evento conclusivo nella sede di Confagricoltura.

Coordinatrice del progetto e conduttrice del programma televisivo Agrinet – Il futuro in campo è la giornalista Francesca Magnoni. Ha messo competenza e cuore nel raccontare 8 storie di donne che operano in settori diversi dell’agricoltura, accomunate dagli obiettivi di sostenibilità che raggiungono con determinazione e intelligenza.

Sostenibilità che non vivono come un freno allo sviluppo delle loro aziende, ma come una componente essenziale di un nuovo modo di fare agricoltura. E, come ha sostenuto una di loro – Desirée Nieves – non parliamo di quote rosa: la parità si costruisce sul merito.

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Gli agricoltori scelgono la sostenibilità

La magnifica sede romana di Confagricoltura ha ospitato l’evento conclusivo del progetto Agrinet4Women. La prima riflessione è venuta da Nicola Gherardi, componente della Giunta di Confagricoltura.

Le sfide che l’agricoltura deve affrontare sono ben note: cambiamento climatico, decarbonizzazione, crescita demografica, difficoltà di reperimento della manodopera, costi dell’energia, necessità di produrre più cibo.

Gherardi ha sottolineato una questione importante, che troppe volte rimane in secondo piano: andare verso sistemi di produzione agricola sostenibile non è un’imposizione dall’alto, bensì una libera scelta degli imprenditori agricoli che hanno capito che conviene prima di tutto a loro.

Gherardi ha evidenziato il problema del budget PAC. Il 16 luglio la Commissione Europea presenterà la proposta per la nuova PAC: è forte il timore di una scure sull’agricoltura. Infatti, con l’approvazione del Fondo Unico – che metterebbe in competizione agricoltura, salute, energia e ricerca – si rischia di distruggere la politica agricola europea.

Nella critica situazione attuale, inoltre, c’è il rischio che i fondi per l’agricoltura siano dirottati a favore della difesa militare.

L’agricoltura non è più considerata nemica dell’ambiente

Dopo anni in cui l’opinione dominante era quella di considerare l’agricoltura nemica dell’ambiente e del Pianeta, il nuovo commissario europeo per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale, Christophe Hansen, ha invertito la rotta.

Oggi l’agricoltura è amica dell’ambiente anche per un motivo banale: un terreno sano e un ecosistema sano garantiscono agli agricoltori prodotti migliori.

Tuttavia, ridurre troppo velocemente i principi attivi come richiedeva la strategia Farm to Fork causerebbe un drastico calo della produzione agricola. Questo passaggio deve essere graduale, e accompagnato da soluzioni tecnologiche: un esempio tra tanti, l’agrivoltaico avanzato che coniuga produzione agricola e produzione di energia.

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A questo proposito va ricordato che Confagricoltura ha varato la prima CER (Comunità Energetica Rinnovabile) nazionale in campo agricolo.

Con il lavoro femminile cresce il Pil

Nell’UE le donne rappresentano quasi la metà della forza lavoro, ma sono ancora troppo poche quelle in posizioni di vertice e, a parità di mansioni, guadagno meno dei colleghi uomini.

Questa discriminazione è ancora più evidente quando le donne chiedono finanziamenti in banca: una penalizzazione anche per le startupper più innovatrici.

Eppure, secondo l’Indice di parità di genere nel lavoro, l’Italia è considerato un Paese “ad alto impatto”: se si colmasse il divario di genere e aumentasse il lavoro femminile, entro il 2050 il Pil dell’Italia crescerebbe del 12%.

Favorire innovazione e ricerca

Oggi le donne guidano il 32% delle imprese agricole (media UE 29%), più di un terzo ha meno di 30 anni, hanno una forte spinta all’innovazione, il 36% dei lavoratori autonomi è donna. Tuttavia, permangono significativi divari strutturali.

La presidente Alessandra Oddi Baglioni ha sottolineato l’impegno di Confagricoltura Donna nel 2025 per favorire l’innovazione e la ricerca del settore, sfatando i pregiudizi che ancora esistono. È necessario promuovere l’accesso delle donne nelle materie STEM, ricerca, intelligenza artificiale, genetica agraria, agricoltura di precisione, nuove tecnologie per l’agricoltura.

«La tecnologia deve arrivare nei campi dove si genera valore e si produce benessere», ha dichiarato Oddi Baglioni.

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Sostenere l’agricoltura femminile

«Innovativa e sostenibile non solo dal punto di vista ambientale, ma soprattutto economico e sociale», ha affermato l’europarlamentare Maria Teresa Vivaldini, ricordando che l’Italia è sul podio per l’agricoltura sostenibile.

«Solo 1 azienda su 5 nell’UE è gestita da donne. Perché il rapporto aumenti si deve poter conciliare il lavoro con la vita familiare, a cominciare dagli asili nido.

Ma servono anche più formazione, più sostegni e una maggiore considerazione da parte degli istituti di credito».

Pronte a fare rete

«Il cambiamento climatico è una realtà, è già iniziato. Gli studi dicono che le donne in agricoltura stanno aumentando, sono innovatrici e sostenibili, ma soprattutto sono resilienti, disposte al cambiamento e in grado di leggere la tradizione con uno sguardo attuale.

Sono pronte a fare rete, a integrare la tecnologia nell’agricoltura e a fare scelte rispettose dell’ambiente», ha affermato Giulia Lucertini, associata di Estimo agrario nell’IUAV di Venezia.

Come si desume da Agrinet4Women, le donne sono una forza trainante dell’economia in Italia e in Europa, ma ancora sottorappresentate. Il 64,8% ha un’età media di 49 anni e il 33,76% delle titolari è tra i 18 e i 29 anni.

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Una piacevole sorpresa viene dal Sud: il maggior numero di imprese agricole femminili è in Sicilia, seguita da Puglia e Campania.

Come ha preso corpo Agrinet4Women

Abbiamo chiesto a Francesca Magnoni di raccontare a Rinnovabili significato e obiettivi di questo progetto.

Com’è nata, e quando, l’idea di Agrinet4Women?

Il progetto Agrinet4Women è nato con l’obiettivo di valorizzare il ruolo delle donne nell’agricoltura, mettendo in luce storie di imprese femminili innovative che stanno trasformando il settore agricolo attraverso ricerca, sostenibilità, valorizzazione delle produzioni tipiche, salvaguardia delle aree rurali e nuove tecnologie.

Francesca Magnoni

L’idea ha preso forma nel 2024, con la partecipazione della nostra casa di produzione audiovisiva al bando europeo dedicato alla comunicazione e diffusione delle politiche agricole comunitarie.

Sono diversi anni che ci aggiudichiamo il cofinanziamento e nell’ultima edizione abbiamo voluto puntare sulle donne.

Il nostro obiettivo è raccontare e diffondere le esperienze di imprenditrici agricole che rappresentano un nuovo volto del settore primario: donne giovani, formate, aperte al mercato e protagoniste del cambiamento rurale.

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Le donne in agricoltura parlano di ricerca, ambiente, comunità e futuro

Perché raccontare le storie di imprenditrici agricole?

Per dare voce a una trasformazione silenziosa ma profonda che sta attraversando il settore primario e colmare il gap di genere ancora presente nel settore.

Le donne nell’agricoltura oggi rappresentano quasi il 32% delle imprese agricole italiane, ma sono portatrici di modelli imprenditoriali innovativi, spesso legati a sostenibilità, multifunzionalità, digitale e valorizzazione dei territori.

Comunicare queste storie serve a tre obiettivi fondamentali: valorizzare la loro professionalità, ispirare altre donne, cambiare la narrazione sull’agricoltura.

Il mondo agricolo non è più solo tradizione o fatica. È un settore in evoluzione, dove le donne stanno tracciando strade nuove, che parlano di ricerca, ambiente, comunità e futuro.

Iniziative come Agrinet4Women nascono proprio con questa finalità: dare visibilità e dignità narrativa a chi ogni giorno lavora la terra non solo con le mani, ma con idee, innovazione e cuore.



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