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Rassegna stampa aumentata ESG/ 415


In questo numero: Sfdr, via libera degli investitori sulla riforma – Ue, la Commissione spinge il nucleare – Issb, standard in 36 giurisdizioni – Giappone, la sicurezza sul caldo è legge – Agm, gli azionisti bocciano le proposte anti-Dei – Emissioni, i gestori investono più nel fossile che nell’energia pulita

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La “Rassegna stampa aumentata ESG” di ETicaNews, è un resoconto di analisi e commenti, principalmente orientato a livello internazionale, che punta la lente su alcuni dei principali snodi dell’informazione sui temi di sostenibilità negli ultimi sette giorni. Dando la precedenza agli argomenti su cui l’attenzione di ETicaNews è costante.

sfdr, via libera degli investitori sulla riforma

Dalla consultazione della Commissione europea sulla riforma del Sustainable Finance Disclosure Regulation (Sfdr) emerge un ampio consenso tra investitori e associazioni di settore sulla necessità di semplificare e armonizzare il quadro normativo. La call for evidence è stata aperta all’inizio di maggio e si è conclusa la scorsa settimana. I partecipanti hanno chiesto maggiore chiarezza nelle categorie di prodotto, sostenendo le proposte della Eu Platform on Sustainable Finance che distinguono tra fondi sostenibili, di transizione e con caratteristiche Esg. Molti auspicano il mantenimento delle attuali classificazioni in Articolo 8 e 9 e una transizione graduale. C’è anche consenso sull’esigenza di chiarire la definizione di “investimento sostenibile”, ma senza irrigidirla eccessivamente, evitando una dipendenza esclusiva dalla Tassonomia Ue. Inoltre, si propone di ridurre gli obblighi di rendicontazione sugli impatti negativi principali (Pai) e di allinearli agli standard Esrs rivisti. Infine, molti attori suggeriscono di ispirarsi al modello britannico dei Sustainability Disclosure Requirements (Sdr) per le disclosure rivolte ai consumatori, mantenendo l’interoperabilità con la Markets in Financial Instruments Directive (Mifid), l’Insurance Distribution Directive (Idd) e la Corporate Sustainability Reporting Directive (Csrd).

Ue, la commissione spinge il nucleare

I piani dell’Unione europea per espandere la capacità nucleare del blocco da 98 a 109 gigawatt entro il 2050 richiederanno investimenti pari a 241 miliardi di euro. Di questi, 205 miliardi serviranno per nuovi impianti e 36 miliardi per il prolungamento della vita dei reattori esistenti. È quanto emerge da una bozza della Commissione europea vista da Reuters. Il documento evidenzia la necessità di strumenti finanziari innovativi per mitigare i rischi e attirare capitali privati, scoraggiati da ritardi e sforamenti di budget nei progetti recenti. Una stima della Commissione prevede che ritardi quinquennali nei nuovi impianti potrebbero comportare costi aggiuntivi per 45 miliardi di euro. Dalla bozza emerge anche che la Commissione e la Banca europea per gli investimenti lanceranno un programma pilota di accordi di acquisto di energia elettrica del valore di 500 milioni di euro, a cui potranno partecipare anche progetti nucleari. Il nucleare genera già il 24% dell’elettricità del blocco, ma il settore è oggetto di divisioni politiche, con la fazione dei favorevoli capeggiata dalla Francia e quella dei contrari dalla Germania.

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issb, standard in 36 giurisdizioni

La Ifrs Foundation ha annunciato che 36 giurisdizioni hanno già adottato o stanno integrando gli standard di rendicontazione di sostenibilità sviluppati dall’International Sustainability Standards Board (Issb) nei propri quadri normativi. In particolare, 17 hanno già finalizzato il loro approccio all’utilizzo degli standard e di queste, 14 si sono prefissate l’obiettivo di adottare pienamente gli standard, due stanno adottando solo gli standard climatici e una li sta incorporando parzialmente. Altre 16 giurisdizioni non hanno ancora finalizzato il loro approccio agli standard Issb e sono ancora in fase di consultazione. Gli annunci della Ifrs Foundation mostrano un continuo progresso verso l’espansione dei requisiti di sostenibilità basati sugli standard Ifrs S1 (generale) e S2 (climatico), rilasciati nel giugno 2023 con l’obiettivo di ridurre la frammentazione del reporting Esg, offrendo riferimenti comparabili, affidabili e globali a investitori, banche e assicuratori.

giappone, la sicurezza sul caldo è legge

  • OGGETTO – Dal 1° giugno 2025 il Giappone ha introdotto una normativa per obbligare le aziende a proteggere i lavoratori dalle ondate di calore
  • DATA – 2 giugno 2025
  • FONTE – Protect Workers From Heat Waves or Face Fines, Japan Tells Firms
  • PAROLE CHIAVE: Giappone, lavoratori, indate di calore, imprese, legislazione, sanzioni

Dal 1° giugno 2025 il Giappone ha introdotto una normativa per obbligare le aziende a proteggere i lavoratori dalle ondate di calore. La nuova legislazione, tra le prime al mondo a livello nazionale sulla sicurezza dei dipendenti legata al caldo, arriva dopo che nel 2024 si sono registrati 30 morti e 1.200 infortuni a causa delle torride temperature estive, in particolare nei settori edilizio e manifatturiero. Le imprese dovranno monitorare l’indice Wet Bulb Globe Temperature (Wbgt), implementare protocolli per individuare e assistere rapidamente i lavoratori, utilizzare dispositivi indossabili, implementare sistemi di sorveglianza tra colleghi e predisporre trasporti d’emergenza verso ospedali o cliniche. Le sanzioni per chi non si adeguerà possono arrivare a 500 mila yen (3475 dollari circa). Secondo un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, tra il 2000 e il 2019 i colpi di calore hanno causato quasi mezzo milione di decessi all’anno, mentre l’Organizzazione Internazionale del Lavoro ha stimato un impatto economico potenziale di 2,4 mila miliardi di dollari entro il 2030 se non si ridurranno le emissioni di gas serra.

agm, gli azionisti bocciano le proposte anti-Dei

  • OGGETTO – Gli azionisti di Walmart e Netflix hanno respinto con percentuali superiori al 99% due risoluzioni che miravano a limitare le loro politiche di Diversità, Equità e Inclusione
  • DATA – 9 giugno 2025
  • FONTE – More than 99% of Walmart, Netflix Shareholders Reject Anti-DEI Proposals
  • PAROLE CHIAVE: politiche Dei, Walmart, Netflix, National Center for Public Policy Research, risoluzioni, assemblea annuale degli azionisti, voto

Gli azionisti di Walmart e Netflix hanno respinto con percentuali superiori al 99% due risoluzioni che miravano a limitare le loro politiche di Diversità, Equità e Inclusione (Dei). Le risoluzioni erano state presentate dal gruppo conservatore National Center for Public Policy Research (Ncppr) all’assemblea annuale delle due aziende, ricevendo meno dell’1% del sostegno degli azionisti. Entrambi i consigli di amministrazione avevano raccomandato di votare contro, riaffermando il valore delle politiche inclusive per dipendenti, clienti e partner commerciali. Le campagne anti-Dei hanno ottenuto simili voti di sfiducia anche durante le ultime assemblee annuali degli azionisti di Apple, Amazon, Goldman Sachs e altre grandi società statunitensi. Le proposte arrivano in un contesto segnato da un ripensamento e ritiro delle strategie Dei da parte delle imprese negli Stati Uniti, in seguito alla decisione della Corte Suprema contro l’uso di criteri razziali nelle ammissioni universitarie che ha portato a un maggiore controllo sulla legalità anche delle politiche Dei aziendali.

emissioni, i gestori investono più nel fossile che nell’energia pulita

  • OGGETTO – I principali gestori patrimoniali mondiali stanno ancora destinando la maggior parte degli investimenti a compagnie energetiche ad alta intensità di carbonio
  • DATA – 11 giugno 2025
  • FONTE – Global Money Managers Off Track to Hit Key Climate Metric
  • PAROLE CHIAVE: BloombergNef, gestori patrimoniali, investimento, compagnie energetiche, alta intensità di carbonio, BlackRock, Vanguard, Net Zero

Un nuovo studio di BloombergNef rivela che i principali gestori patrimoniali mondiali stanno ancora destinando la maggior parte degli investimenti a compagnie energetiche ad alta intensità di carbonio, rallentando la transizione verso un’economia a basse emissioni. La ricerca ha analizzato quasi 70mila fondi che investono in società impegnate nella fornitura di energia sulla base di un nuovo indicatore, il “Energy Supply Fund-enabled Capex Ratio” (Esfr). Dal report emerge che per ogni 10 milioni di dollari destinati alla produzione fossile, solo 4,8 milioni vanno all’energia pulita. I colossi statunitensi degli investimenti Blackrock e Vanguard hanno punteggi Esfr rispettivamente di 0,47 e 0,48, mentre i gestori europei raggiungono 0,85. Il basso investimento in tecnologie pulite è attribuito alla percezione di una scarsa investibilità del settore. Inoltre, i dati evidenziano un mancata allineamento con l’obiettivo Net Zero a livello globale. Lo studio sollecita quindi una maggiore azione politica e un segnale più forte al mercato.

 

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