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Investire 20.000 euro in prodotti a basso rischio, quali scegliere?


Lasciare il proprio denaro sul conto corrente non è mai una buona idea in quanto c’è il rischio che possa perdere di valore a causa dell’inflazione. Investire, invece, dà la possibilità di far crescere il proprio capitale nel tempo e creare una piccola rendita per il futuro. Se non si è esperti e si desiderano far fruttare 20.000 euro come iniziare quindi? Sicuramente optando per prodotti a basso rischio, ecco maggiori dettagli in merito.

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In quali prodotti investire 20.000 euro?

Nel caso si disponga di un bel gruzzoletto come 20.000 euro e si desideri effettuare un investimento per ottenere un rendimento discreto, la parola d’ordine sarà prudenza.

Viste le oscillazioni degli ultimi tempi del mercato, sarà infatti importante valutare con attenzione le opzioni di investimento più sicure analizzando i vantaggi, gli svantaggi e gli orizzonti temporali.

Al momento, i prodotti più sicuri per investire il proprio denaro sono sicuramente:

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

  • i conti deposito vincolati e non vincolati;
  • i buoni fruttiferi postali;
  • i Btp;
  • il mattone.

Conti deposito

Per investire 20.000 euro, una delle soluzioni più semplici e sicure è rappresentata dai conti deposito. Grazie a tali strumenti messi a disposizione dalle banche, è possibile accantonare una somma di denaro per un determinato periodo ottenendo un tasso di interesse prefissato.

Esistono due tipologie di conti deposito: ci sono quelli liberi e i vincolati. Con i primi, i propri soldi sono disponibili quando si vuole mentre con i secondi, che offrono di solito dei rendimenti più alti, il denaro è soggetto a un vincolo che può arrivare anche a sessanta mesi.

Si tratta di prodotti sicuri perché i depositi bancari fino a 100.000 euro a persona per banca sono protetti dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi in caso di fallimento dell’istituto di credito.

Ecco un esempio:

Giacomo ha 70.000 euro su un conto deposito presso una determinata banca e quest’ultima fallisce. Giacomo non perde il denaro ma lo riceve interamente grazie al Fitd. Se invece sul conto avesse avuto 120.000 euro, avrebbe recuperato solo 100.000 mila che è il limite massimo.

Nel caso non si voglia rischiare di perdere denaro, non si dovranno mai superare i 100 mila euro per istituto. Qualora si abbiano somme maggiori, si dovrebbe diversificare tra più banche.

Tra i migliori conti deposito del momento, ci sono quello di Illimity bank e di Ing. I depositi su quest’ultimo conto sono garantiti dal fondo di diritto olandese “Nederlandse Depositogarantiestelsel” fino a 100.000 euro a depositante. Offre quindi la stessa copertura del fondo italiano. Il tasso di interesse offerto è del 3,50% per 6 mesi e non vi è la necessità dell’accredito dello stipendio o di vincoli di denaro.

L’altro offre invece un tasso di interesse annuo lordo del 3% al termine dei 60 mesi a chi è cliente Premium.

Questi sono solo alcuni degli esempi di conti deposito con rendimenti più alti. Ci sono anche, solo per citarne alcuni:

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

  • il Rendimax di banca Ifis con vincolo posticipato che dopo 5 anni offre il 3% annuo lordo;
  • il conto deposito Twist che offre un tasso di interesse lordo che arriva al 3%;
  • il conto deposito Cherry Bank che dopo 60 mesi offre un tasso annuo lordo del 2,40%;
  • il conto deposito Klarna con rendimento che arriva al 2,74% lordo, non è protetto dal fondo di garanzia italiano ma da quello svedese con un rimborso massimo di circa 100.000 euro;
  • il conto deposito Mcc One Young di MedioCredito Centrale che offre interessi fino al 3,30% lordi ma se si ha un’età inferiore a 30 anni.

Buoni fruttiferi postali

Nel caso si vogliano investire 20.000 euro si potrà valutare anche l’opzione “buoni fruttiferi postali”. Tali prodotti hanno anche un rilevante vantaggio fiscale, la tassazione è agevolata al 12,50% sugli interessi e sono esenti dall’imposta di successione.

Tra i migliori buoni postali da scegliere per ricevere tassi di interesse più alti, ci sono gli ordinari e i 3×4. I primi durano 20 anni e al termine di tale periodo offrono un rendimento annuo lordo del 3%. Gli interessi vengono riconosciuti a partire dal 1° anno per cui se il rimborso viene chiesto prima, si riceve solo il capitale investito al netto di eventuali oneri fiscali.

I 3×4 durano invece 12 anni e al termine di tale periodo offrono un tasso di interesse annuo lordo del 3%. Gli interessi vengono riconosciuti dopo 3, 6 e 9 anni per cui prima tre anni, si otterrà solo la cifra investita al netto degli oneri fiscali, se presenti.

Btp

Tra i prodotti a basso rischio ci sono anche i Btp ovvero ititoli di Stato emessi dal governo italiano che hanno delle scadenze che vanno dai 18 mesi fino ai 50 anni.

Si tratta di strumenti di investimento a medio-lungo termine che garantiscono un reddito fisso in quanto chi li acquista, riceve un pagamento che viene detto “cedola” ogni 6 mesi sempre della stessa cifra.

Tali prodotti sono collocati sul mercato mediante un’asta marginale nella quale il Tesoro stabilisce a propria discrezione sia il prezzo minimo che la quantità di titoli da emettere in modo tale da adeguare l’offerta alla domanda.

Per quanto riguarda le aste, esse si tengono di solito due volte al mese ed il calendario viene pubblico sul sito del Mef.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Al momento, ad esempio, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha annunciato l’emissione dei Btp a 3 anni, 7 anni e 30 anni.

Investire nel mattone

Con 20.000 euro è possibile inoltre investire nel mattone ma solo se si è disposti a valutare delle zone meno centrali o delle città in crescita. Rispetto a obbligazioni o ad azioni, la casa è un investimento concreto che permette di avere una rendita mensile se viene affittata e in più mantiene un valore nel tempo.

In alcuni posti, soprattutto al Sud Italia ci sono immobili che costano poco ma che necessitano ovviamente di essere ristrutturate. Grazie al bonus ristrutturazione, però, si avrà un contributo utile per la sistemazione per cui una casa acquistata a poco, potrebbe salire di valore.

Come detto, con 20.000 euro non si potrà comprare una casa in centro ma in periferia. Se si opta per tale soluzione, però, si dovranno valutare anche tali aspetti:

  • i costi aggiuntivi perché oltre al prezzo della casa serviranno i soldi per il notaio, le tasse ed eventuali lavori nonché le spese di agenzia;
  • la zona in cui si acquista l’immobile perché se nessuno vorrà vivere in quel luogo sarà inutile anche spendere una cifra bassa.

Investire 20.000 euro nel mattone è quindi possibile ma bisognerà farlo con attenzione. L’ideale sarebbe puntare su città minori in crescita o su piccoli immobili da ristrutturare con un potenziale da affitto.

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