Donne d’Impresa: Marta Borri di Galeotti SpA, in prima linea per la sostenibilità ecologica.
Nasce medico, ma “è tutta la vita – esordisce così Marta Borri – che vivo e lavoro nel delicato settore del “riciclo, recupero e smaltimento rifiuti”. La nostra azienda è stata fondata nel 1984 ad Arezzo e recuperiamo e smaltiamo moltissime tipologie di rifiuti speciali e urbani, pericolosi e non”.
Grazie ad uno staff super esperto e qualificato, la Galeotti SpA serve aziende piccole, medie ma anche grandi industrie ed enti pubblici e ovviamente, tutte le attività di recupero e smaltimento sono garantite in conformità alle normative vigenti, con certificazioni ambientali ecc.
La contattiamo telefonicamente, proprio mentre sta effettuando un sopralluogo con la Forestale per controllo e verifica di una discarica abusiva in territorio toscano. Una giovane donna con l’entusiasmo di poter fare qualcosa di davvero importante per valorizzare quegli “scarti” che hanno la potenzialità di diventare motivo di business e anche nuove opportunità di occupazioni in Italia.
È lei, infatti, che in un’intervista aveva già dichiarato: “La quasi totalità di materie prime critiche viene importata in Italia da paesi extra UE, in parallelo, milioni di tonnellate di rifiuti vengono esportati all’estero. Un paradosso – questo – che penalizza il nostro Paese: mentre investiamo in innovazione e sviluppo tecnologico nel settore del recupero, vediamo delocalizzate risorse che potrebbero rappresentare vere opportunità economiche e occupazionali per l’Italia”.
Marta Borri rappresenta la terza generazione nella sua azienda che si trova a gestire oggi e ad analizzare le sfide e le opportunità di certi investimenti per lo sviluppo economico sostenibile, sia sociale che culturale in piena fase di transizione ecologica.
Rimane prioritaria nella sua vita vivere questa transizione ecologica con l’intenzione di poter portare il suo importante contributo in un mondo delicato e difficile quello del settore rifiuti dove la tecnologia sta galoppandodavvero velocemente. Gli imprenditori – afferma Marta Borri – hanno bisogno di nuovi spazi e di nuovo impegno per avere un made in Italy della sostenibilità ambientale e non chiamiamolo solo mondo dei rifiuti! La gestione dei rifiuti, infatti, – continua – è un asset strategico per investimenti, un’opportunità valida e importante per il nostro futuro anche in Italia. L’inquinamento e lo smaltimento dei rifiuti – conclude – sono minacce ambientali che dobbiamo saper prevenire e monitorare e noi di Galeotti SpA abbiamo raccolto questa sfida che ci trova in prima fila, presenti, attivi e competenti in materia da oltre cinquanta anni. Per conoscerla meglio e di più le abbiamo chiesto.
Da medico a imprenditrice: quali le ragioni più importanti di questa sua scelta di vita?
Ho intrapreso i miei studi medici perseguendo il sogno di diventare ricercatore oncologico (e mai avrei voluto esercitare la professione di medico ospedaliero) e di poter contribuire allo sviluppo di nuove terapie. Per fare ciò mi sono dovuta trasferire negli Stati Uniti dove ho lavorato alla ricerca di due nuovi biomarcatori tumorali portando il mio nome in due pubblicazioni scientifiche. Durante una visita alla mia famiglia scopro che l’azienda era in vendita, comprensibilmente, visto che essendo figlia unica nessuno avrebbe portato avanti l’attività. In quel momento è scattata qu qualcosa dentro di me:, ho chiesto di rimandare la trattativa di un anno e di lasciarmi osservare a cosa avrei rinunciato.
Scopro così un mondo pieno di potenziale, un mondo dove avrei potuto dare sfogo alla mia voglia di scoprire qualcosa di nuovo, qualcosa di utile e perché no qualcosa che fosse più remunerativo della ricerca medica perché insieme al sogno di diventare un buon ricercatore c’era quello di potermi costruire una base per una famiglia nella mia terra natale e purtroppo il ricercatore medico è un lavoro che nel nostro Paese è sottopagato e soprattutto non conosce orari.
Inizialmente le difficoltà sono state tante, in primis una forte crisi economica ha indebolito fortemente l’azienda e, consapevole che l’offerta che era stata fatta inizialmente non sarebbe più stata riproposta, mi sono sentita responsabile delle scelte che la mia famiglia ha fatto per amore nei miei confronti e con lo stesso amore e la stessa passione mi sono rimboccata le maniche ed ho iniziato a darmi da fare, loro mi avevano dato tanto ed io gli dovevo tanto. Quando si fa qualcosa con amore e passione si vedono gli ostacoli in modo diverso e si respirano le opportunità con più ottimismo. Mi sono rimessa in discussione, ho riniziato a studiare, prima economia poi due master in gestione ambientale, ho superato l’esame di abilitazione per diventare Responsabile Tecnico all’Albo Nazionale Gestori Ambientali, giorno dopo giorno, studi dopo studi, mi sono avvicinata al mondo dei rifiuti che inizialmente era un settore marginale dell’attività fino a renderlo il core business attuale dell’impianto.
È vero che le donne sono le più sensibili sostenitrici di una vera sostenibilità ecologica?
Le donne per propria natura possiedono un istinto materno protettivo e sono probabilmente più sensibili a tutto ciò che potrebbe rovinare l’ambiente in cui i propri figli cresceranno. Detto ciò, la sensibilità per l’ambiente a mio avviso non è frutto di un’attribuzione cromosomica ma della cultura generale che ogni individuo ricerca personalmente. Di sicuro ciò che più spinge le persone a cambiare le proprie abitudini è la curiosità e spesso si dice che sia una caratteristica molto femminile.
Come pensa di poter proteggere il made in Italy della sostenibilità in Italia?
Il made in Italy della sostenibilità è ancora un qualcosa di embrionale, quasi un’utopia.
Ciò che sogno è che grazie ad una stretta collaborazione tra il settore privato e quello pubblico, si possano creare i presupposti per uno sviluppo industriale della filiera del recupero di rifiuti, incentivando la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie che possano rendere economicamente sostenibile l’affinazione di nuove materie prime e seconde provenienti dal trattamento dei rifiutiitaliano da reimmettere nel mercato. Ad oggi, la quasi totalità di queste materie sono importate da paesi extra UE rendendo il nostro Paese fragile e non competitivo.
Qual è il futuro che augura a sua figlia?
A mia figlia auguro il meglio, come qualsiasi madre del resto, ma spero di poterle trasmettere l’amore per la natura ed il rispetto che essa merita. Mi auguro che qualsiasi cosa sceglierà di fare si possa realizzare personalmente e possa vivere una vita in salute e serena.
Sommozzatore nei fondali marini, c’è qualche altro hobby sportivo o artistico a cui riesce a dedicare il suo (poco) tempo libero?
L’attività di istruttore sub e di presidente di associazione sono ruoli che rivesto a titolo gratuito, il cui unico scopo è quello di avvicinare quante più persone possibili ad un mondo così affascinante, sano ed ancora abbastanza incontaminato. Purtroppo anche i nostri mari stanno iniziando a subire l’impatto distruttivo dell’uomo ed un mio piccolo progetto è quello di abbracciare e di supportare le iniziative ambientali che la Federazione Italiana Attività subacquee sta intraprendendo nel campo della tutela ambientale dei fondali marini con numerose attività di ricerca e di pulizia degli stessi. Ritornando però alla domanda iniziale ho sconvolto la mia vita per avere una famiglia e tutto il mio tempo libero è dedicato alla mia piccola Azzurra ed al mio splendido compagno di vita Daniele rifugiandoci il weekend in un piccolo borgo di campagna immersi nella natura, lontani dal caos cittadino.
Come può l’intelligenza artificiale migliorare i servizi già offerti dalla Galeotti SpA?
L’intelligenza artificiale potrebbe essere un supporto molto impattante a monte della filiera della gestione dei rifiuti. Immaginiamo dei “cassonetti intelligenti” che intercettano materiali recuperabili prima che arrivino in discarica attraverso dei lettori ottici. Esistono in Italia realtà eccellenti che attraverso sistemi di triturazione e lettori ottici riescono a suddividere i vari materiali.
Queste realtà di fatto operano solo su alcuni flussi di rifiuti già selezionati su scala ridotta. Se riuscissimo a selezionare i flussi a monte molto probabilmente potremmo intercettare molte più risorse. In questo modo impianti come il mio potrebbero dedicarsi al recupero vero e proprio e non alla selezione di flussi indifferenziati.
Rimanendo più concreti l’IA potrebbe:
– ottimizzare i giri di raccolta per ridurre i chilometri percorsi, i consumi di carburante ed i tempi
– prevedere i volumi dei rifiuti analizzando dati storici stagionali per prevedere quando e dove aumenteranno i rifiuti, migliorando la logistica,
– classificare automaticamente i rifiuti: attraverso sistemi intelligenti si potrebbero analizzare i rifiuti separando quelli pericolosi da quelli non pericolosi con maggiore precisione,
– monitorare in tempo reale emissioni, perdite, contaminazioni attraverso dei sensori intelligenti
– analisi automatica di documenti per verificarne la conformità normativa e la tracciabilità
– portali self service per aiutare i clienti a classificare correttamente i rifiuti da loro prodotti indicandone il corretto confezionamento per evitare dispersioni nell’ambiente prima del ritiro verso l’impianto.
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