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le Cer accendono i piccoli Comuni- Corriere.it


Il Sole rimedio allo spopolamento: le Cer accendono i piccoli Comuni
Uno degli impianti realizzati da Edileco

Piccoli movimenti locali che, tutti insieme, possono fare la differenza e creare un sistema energetico nazionale pi� forte. � questa l’immagine che meglio descrive il progetto di sviluppo delle Comunit� Energetiche Rinnovabili (Cer) nei territori di Valle d’Aosta, Alessandrino e Biellese portato avanti da Edileco, societ� cooperativa italiana specializzata in costruzioni e riqualificazioni ecocompatibili nata vent’anni fa che oggi conta pi� di quaranta soci e 150 dipendenti.

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La societ� Edileco, specializzata in riqualificazioni ecocompatibili, ha creato sei Comunit� Energetiche Rinnovabili tra Valle d’Aosta, Biellese e Alessandrino per rendere i centri sotto i 5.000 abitanti pi� attrattivi per cittadini e imprese

L’iniziativa, che ha ricevuto il riconoscimento Premio Innovazione Smau per il suo modello all’avanguardia, ha avuto inizio l’anno scorso e ha gi� portato alla nascita di sei Cer, di cui quattro in Valle d’Aosta: �Negli ultimi mesi ci siamo occupati con grande successo della progettazione e installazione di impianti fotovoltaici�, racconta il presidente di Edileco, Davide Trapani: �Il fenomeno delle Cer � ancora piccolo a livello nazionale ma sul lungo termine, anche grazie agli incentivi statali, potr� fare la differenza�.

Verso l’autosufficienza

Edileco ha considerato la Valle d’Aosta come un territorio strategico per sviluppare le Cer, incentivando l’autosufficienza energetica dell’area e dotando le comunit� di uno strumento che possa anche supportare lo sviluppo di attivit� locali. La Regione, infatti, si distingue come quella che in Italia ha la pi� alta percentuale di piccoli Comuni: ad eccezione del capoluogo Aosta, 73 su 74 hanno meno di cinquemila abitanti, con molte zone periferiche a rischio spopolamento. In questo contesto, nella visione della societ� cooperativa le Cer possono diventare uno strumento prezioso per valorizzare le risorse energetiche del territorio e renderlo pi� attrattivo per i residenti e le imprese, riducendo al tempo stesso la dipendenza dalle reti centralizzate e dai combustibili fossili. Le quattro Cer costituite in Valle d’Aosta da Edileco sono organizzate in sei configurazioni di autoconsumo condiviso e gestiscono 16 impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili, per una potenza complessiva superiore a 1,25 megawatt di picco: la produzione sar� pari al consumo medio annuale di oltre 400 famiglie di quattro persone.

La prima Cer fondata, e che ha gi� impianti e consumatori registrati, � quella di Media Valle: comprende i comuni di Nus, Saint-Marcel, F�nis, Quart e Brissogne. Il gruppo sta sviluppando due ulteriori Cer in Piemonte: quella di Valle Elvo, nel Biellese, che include due impianti da 100 kilowatt di picco complessivi, e quella di Precipiano, nell’Alessandrino, che avr� un impianto da 990 kilowatt di picco. Insieme, gli impianti produrranno abbastanza energia per soddisfare il fabbisogno medio annuale di oltre 360 famiglie di quattro persone. �In questo progetto�, continua Trapani, �abbiamo puntato su impianti tra gli 80 e i 100 kilowatt e ci siamo rivolti soprattutto alle Piccole e medie imprese, perch� quelle pi� grandi sono escluse dai contributi pubblici�.

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Dal punto di vista tecnico, le Cer sono oggetti giuridici – sia associazioni sia cooperative – in possesso di uno o pi� impianti rinnovabili per produrre in autonomia e consumare energia elettrica. Chi detiene la propriet� dell’impianto pu� autoconsumare l’energia che produce, distribuendo la parte restante agli altri membri della Cer che aderiscono come semplici consumatori. Secondo i dati del Gestore dei servizi energetici (Gse) aggiornati a marzo, le Cer attualmente attive in Italia sono 212, con 326 impianti rinnovabili collegati, una potenza installata complessiva di 18 Megawatt e 1.956 utenze connesse. Nonostante l’aumento delle domande per costituire nuove Cer (quasi 4mila quelle ricevute dal Gse al 31 marzo scorso), gli obiettivi fissati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) sono ancora molto lontani: l’Italia � ferma a circa l’un per cento del target, che prevede di arrivare al traguardo di 1.730 Megawatt installati entro il 30 giugno 2026.

La partita degli incentivi

Proprio per sostenere il raggiungimento degli obiettivi, il Governo ha stanziato 2,2 miliardi di euro destinati a contributi fino al 40 per cento sui costi per la realizzazione di impianti rinnovabili da inserire in Cer. Inoltre il termine delle domande per accedere ai fondi, inizialmente previsto per lo scorso 30 marzo, � stato prorogato al 30 novembre.

�La norma per sostenere le Cer � stata un’ottima intuizione, anche perch� con questo tipo di incentivi si pu� rientrare dell’investimento in tre o quattro anni�, spiega Trapani, che per� evidenzia anche i difetti nell’applicazione della normativa: �La lentezza della burocrazia � un grosso freno. Per gli impianti di dimensioni pi� grandi bisogna prima fare una domanda di connessione e ottenere il permesso dal gestore della rete: un’operazione che pu� durare anche tre mesi. Dopo, si pu� fare domanda per l’incentivo Pnrr, che ci mette altri due mesi ad arrivare. In pratica, questo significa che non possiamo far partire i lavori prima di quattro o cinque mesi da quando il cliente ci contatta�. E altri mesi passano prima di vedersi erogati i contributi: �Per la Cer di Media Valle, avviata lo scorso agosto scorso, stiamo ancora aspettando l’arrivo dei contributi�.

Ma questo non � l’unico problema: �Le continue oscillazioni delle normative, anche nelle tempistiche, sono difficili da seguire e finiscono per ostacolare la transizione energetica. A chi opera sul mercato servono leggi efficaci sul lungo periodo�. Il potenziale, per�, rimane. �La creazione di una Cer pu� fare una grossa differenza per le imprese�, puntualizza Trapani, �perch� genera ricchezza ed � un toccasana per la rete di distribuzione nazionale. In prospettiva, � come se stessimo costruendo insieme una grande centrale elettrica diffusa in tutta Italia tarata sulle esigenze locali e senza bisogno di ampliare la rete nazionale�. Un potenziale che si applica soprattutto alle prospettive future: �Dopo un grosso lavoro di mappatura locale degli edifici, abbiamo visto che c’� ancora una grande potenzialit� di sviluppo nei Comuni: le Comunit� Energetiche non sono greenwashing, ma possono davvero sostenere i bisogni di una comunit� in maniera rilevante. Il nostro Paese � fatto soprattutto di piccoli Comuni: � su queste realt� che dobbiamo puntare per contribuire all’autonomia energetica di tutti�.



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