MILANO (ITALPRESS) – Nel 2024 il Prodotto Interno Lordo delle imprese lombarde ha registrato un aumento pari allo 0,7%, un dato che colloca la regione in linea con la media nazionale. È questo il primo dato che emerge dal rapporto “L’economia della Lombardia” realizzato dalla Banca d’Italia e presentato questa mattina a Milano. Per Giorgio Gobbi, direttore della sede milanese della Banca d’Italia, si tratta di una crescita che tuttavia si muove “a un ritmo non particolarmente sostenuto”.
“La crescita è stata imputabile prevalentemente al settore dei servizi, la manifattura continua a essere debole, il settore delle costruzioni ha rallentato, ma la crescita è stata ancora positiva”, ha aggiunto sottolineando trend positivi di crescita nella prima parte del 2025 A far da traino alle imprese lombarde sono stati anche gli investimenti pubblici sostenuti dalle risorse del PNRR per interventi da realizzare in Lombardia (quasi 14 miliardi di euro). Un discorso particolare riguardano i Giochi Olimpici e Paraolimpici di Milano-Cortina 2026. Gli investimenti sul territorio lombardo connessi con i Giochi ammontano a un totale complessivo di quasi 2,4 miliardi di euro, finanziati prevalentemente con fondi statali e regionali (rispettivamente 56 e 19 per cento). Il piano nazionale per le opere olimpiche prevede la realizzazione di 40 progetti in Lombardia, per complessivi 1,5 miliardi (il 43 per cento degli importi delle opere previste nei territori coinvolti dai Giochi).
La Regione, attraverso il Piano Lombardia, individua interventi aggiuntivi per oltre 500 milioni, ai quali si aggiungono tre progetti gestiti da soggetti privati (più di 300 milioni stimati). Considerando la tipologia di interventi, il 25% delle risorse complessive è destinato alla realizzazione o all’ampliamento degli impianti – sportivi e non – strettamente legati all’evento, il 45% al miglioramento delle infrastrutture stradali per l’accesso alle sedi di svolgimento delle gare e il restante 30% al potenziamento della mobilità ferroviaria. Secondo i dati pubblicati dalla Società Infrastrutture Milano Cortina e dalla Regione Lombardia, a fine maggio i cantieri avviati o conclusi riguardavano 35 progetti, circa la metà di quelli finanziati con risorse pubbliche.
Nel 2024 le esportazioni sono cresciute dello 0,6%, a fronte di una lieve diminuzione in Italia. Stimate a prezzi costanti, sono aumentate in misura analoga, con incrementi elevati nel settore delle apparecchiature elettroniche e forti cali nei comparti della moda. La crescita delle esportazioni è stata di poco inferiore a quella della domanda potenziale per i prodotti della regione (0,9%), con una conseguente moderata erosione della quota di mercato regionale sui principali mercati di destinazione. A pesare sull’export è il contesto macroeconomico incerto. L’andamento del commercio con l’estero ha risentito soprattutto della debolezza della congiuntura in Francia e Germania, principali mercati di sbocco della regione, verso cui i flussi di esportazioni sono diminuiti soprattutto nei settori della metallurgia, della meccanica e, per la Germania, dei mezzi di trasporto. Si sono ridotte anche le esportazioni verso gli Stati Uniti, mercato in cui le vendite della farmaceutica, della metalmeccanica e del comparto moda hanno registrato cali significativi.
“Il quadro economico non è particolarmente favorevole, soprattutto per la Lombardia che è una regione manifatturiera più della media nazionale ed è più aperta allo scambio internazionale della media italiana. Quindi i fattori di tollerabilità dell’economia italiana sono amplificati in Lombardia – ha sottolineato Gobbi – Per esempio il centro finanziario di Milano è aperto e integrato agli scambi internazionali. Il permanere dell’incertezza non facilita l’attività. Però le imprese lombarde anche in passato hanno dimostrato di essere duttili, capaci di trovare nuovi mercati e di adattarsi presto per trarre conclusioni”.
Discorso a parte merita il tema dei dazi da parte dell’amministrazione Trump. Gli Stati Uniti sono il terzo mercato di sbocco dei flussi diretti di esportazione delle merci regionali, con una quota pari all’8,6% sul totale delle esportazioni e un’incidenza sul PIL del 2,9% nel 2022-24, entrambe inferiori alla media italiana (rispettivamente 10,5 e 3,1%). Le esportazioni regionali con un’esposizione relativamente elevata sul mercato statunitense sono quelle de settori delle bevande, della moda (calzaturiero e abbigliamento), dei mobili e della farmaceutica. Secondo il rapporto della Banca d’Italia, circa il 40% delle imprese industriali che esportano negli Stati Uniti si attende una riduzione delle vendite in questo mercato nel biennio 2025-26 in relazione ai dazi americani.
Di queste, le aziende esposte per oltre il 50% delle vendite estere sul mercato statunitense sono un numero esiguo (poco meno del 4%), mentre per il 16% delle imprese gli Stati Uniti rappresentano tra il 25 e il 50% del fatturato estero. La quota di addetti nelle imprese esposte sul mercato statunitense è mediamente contenuta: nel 2022 circa il 2,5% degli occupati regionali lavorava per società di capitali esportatrici con un’incidenza sul fatturato delle vendite negli Stati Uniti superiore al 10%.
Da segnalare che a causa di questo clima di incertezza, gli investimenti dell’industria in senso stretto sono diminuiti del 6,9%. Ulteriore elemento di freno all’economia lombarda è stata la diminuzione del credito bancario alle imprese, pari al -1,6%. Sul fronte del lavoro, in Lombardia il numero degli occupati è cresciuto di circa 37.000 unità (0,8%) grazie al positivo andamento del settore dei servizi, mentre il tasso di disoccupazione è sceso al 3,7% Il reddito disponibile delle famiglie è aumentato dell’1,2% in termini reali. Le retribuzioni sono cresciute in misura contenuta, ma il recupero del potere d’acquisto eroso dall’inflazione è ancora parziale.
Anche i mutui alle famiglie per l’acquisto di abitazioni hanno ripreso a crescere segnando un +1,8% e parimenti ha continuato ad espandersi il credito al consumo (6,7%). Su questo tema, le compravendite di immobili residenziali sono aumentate grazie alla diminuzione dei tassi di interesse e le quotazioni sono ancora salite (rispettivamente 0,5 e 4,1%). Nel segmento non residenziale le compravendite sono cresciute del 2,7%, a fronte di un calo delle quotazioni dell’1,2%.
-Foto xh7/Italpress-
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