Turbine eoliche. Crediti foto: Getty Images
Da prima azienda che ha portato la corrente elettrica in Europa, con la centrale in Santa Redegonda a Milano che il 28 giugno 1883 accese la luce al Teatro Manzoni in piazza San Fedele e poi illuminò la Prima della Scala il 26 dicembre, a gruppo che è progressivamente cresciuto allargandosi alle attività di esplorazione ed estrazione di gas e petrolio, fino alla trasformazione degli ultimi anni che lo ha portato a concentrare le attività sulla sostenibilità, sia a livello di produzione energetica sia di offerta di servizi ai clienti. Edison, nei suoi oltre 140 anni di vita, potrebbe raccontare tante storie.
Il Gruppo Edison ha riorientato il portafoglio industriale puntando su rinnovabili e servizi. L’amministratore delegato Nicola Monti: «Il mercato della transizione ecologica ci ha fatto superare i risultati finanziari precedenti»
Quella di oggi è fatta da oltre seimila persone – tanti sono i dipendenti del gruppo che ha conservato la storica sede in Foro Buonaparte a Milano – fortemente radicata sul territorio e che punta sulla transizione. «Oggi», spiega l’amministratore delegato, Nicola Monti, «siamo un ecosistema di oltre seimila persone appunto, di cui circa mille provenienti da società acquisite negli ultimi due anni, e abbiamo una catena di fornitura di oltre quattromila imprese, da cui nel 2024 abbiamo effettuato acquisti di beni e servizi per 1,2 miliardi di euro, al 97 per cento rimasti in Italia». La data che segna la svolta è il 2020: Edison annuncia di aver firmato l’accordo per la cessione di tutte le attività operate nel Mar Mediterraneo, avviando così il riassetto strategico della società e il riposizionamento sui business della transizione ecologica. Le risorse liberate saranno investite per crescere nella generazione da fonti rinnovabili e gas di ultima generazione, servizi ai clienti, efficienza energetica e mobilità sostenibile.
Cambio di direzione
Dunque, da quel momento il focus diventano soprattutto le rinnovabili e la generazione low-carbon a basse emissioni con centrali termoelettriche altamente efficienti, l’elettrificazione dei consumi e i servizi energetici. Tra il 2023 e il 2024, Edison investe 1,2 miliardi dei 10 miliardi previsti entro il 2030 per crescere proprio in generazione rinnovabile e flessibilità, servizi a valore aggiunto per i clienti e portafoglio gas e green gas per la sicurezza energetica nazionale. Investimenti allineati per il 70 per cento agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (Sustainable Development Goals o SDGs) e per quasi il 50 per cento alla tassonomia europea. Un percorso strategico di sostenibilità illustrato anche in occasione di Futuro in corso, l’evento che si è svolto a Milano il 29 maggio, volto a spiegare l’idea di futuro che ha il Gruppo. «Negli ultimi anni», prosegue il ceo Monti, «Edison ha riorientato il proprio portafoglio industriale, divenendo un leader della transizione energetica. Siamo usciti dalle attività di esplorazione e produzione idrocarburi e abbiamo investito in particolare sulla crescita e consolidamento di rinnovabili, strumenti di flessibilità, clienti e servizi e, grazie a un’ottima performance operativa, siamo riusciti anche a superare i precedenti risultati finanziari, raddoppiando il margine operativo lordo e abbattendo il debito. Abbiamo saputo investire in attività dove le competenze di Edison hanno fatto la differenza e portato a risultati concreti, continuando a crescere nel segno della sostenibilità».
Cantieri in tutta Italia
Oggi Foro Buonaparte ha cantieri aperti per 400 megawatt di nuova capacità green, di cui oltre 300 megawatt fotovoltaici e circa 100 megawatt eolici, localizzati principalmente nel Sud Italia, che coinvolgono più di 900 maestranze e 200 imprese fornitrici. L’obiettivo è di raggiungere cinque gigawatt di potenza rinnovabile entro il 2030. Tra la fine del 2023 e il 2024, Edison ha messo in esercizio circa 100 megawatt di nuova capacità solare in Piemonte e Sicilia e ha avviato le ricostruzioni di 80 megawatt di eolico in Abruzzo. Con i nuovi aerogeneratori sarà possibile raddoppiare l’energia prodotta, riducendo di oltre il 73 per cento il numero di torri del vento.
Partecipazione dal basso
Se Edison è leader dell’eolico in Italia, è nell’idroelettrico che ha un’altra punta di diamante. La prima concessione ottenuta – la prima in Italia – è del 1890 e riguarda lo sfruttamento delle acque del fiume Adda. Successivamente costruisce le prime centrali idroelettriche del Paese, che producono energia verde, rinnovabile e programmabile ancora oggi. La storia di questo grande patrimonio energetico è raccontata sul sito dell’azienda, con le visite virtuali alle centrali sull’Adda “Bertini” di Paderno (Lc), “Esterle” di Cornate (Mb) e “Semenza” a Calusco (Bg). Edison punta ad aumentare l’energia proveniente dall’acqua con il “mini-idro”, impianti di piccola taglia. Le centrali di Palestro (PV) e Quassolo (TO) producono energia rispettivamente per 4.500 e tremila famiglie. Attraverso l’iniziativa di crowdfunding “Edison Crowd”, la popolazione locale ha potuto investire negli impianti, ottenendo un interesse annuo. «Edison Crowd», spiega Barbara Terenghi, responsabile Sostenibilità di Edison, «è stato un modo efficace, partecipato e intelligente per rafforzare il confronto con le comunità e dare l’opportunità di costruire insieme l’energia del futuro». E, anche se in formato più piccolo, c’è un altro strumento che di recente permette di far crescere l’energia verde in Italia, le Comunità Energetiche Rinnovabili (Cer), aggregazioni di cittadini, aziende ed enti che producono, consumano e condividono energia solare. «Clienti, territori e gli stessi fornitori sono i protagonisti della transizione», conclude Terenghi: «È quello che facciamo con le comunità energetiche rinnovabili, anche dedicate alle persone che si trovano in condizioni di povertà energetica».
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