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Uun’infrastruttura IT adeguata contro il blackout digitale



Un blackout digitale per un’azienda è un danno economico e reputazionale. Carmelo D’Agostino, Principal Engineer – Field Applications Engineering, Western Digital, elenca cinque misure per scongiurare le interruzioni IT.

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Negli ultimi anni, sempre più grandi aziende hanno dovuto fronteggiare interruzioni estese, che vanno da attacchi cibernetici e guasti tecnici a errori umani o eventi naturali estremi. Nonostante i processi ed i sistemi digitali abbiano velocizzato e ottimizzato molte attività aziendali, essi restano suscettibili a diverse fragilità. Con la progressiva trasformazione digitale delle organizzazioni, diviene cruciale quindi prepararsi e scongiurare quello che si potrebbe definire un vero e proprio ‘blackout digitale’.

La reazione a catena che si genera da un blackout digitale

Un’interruzione digitale non è solo un inconveniente tecnico, ma una grave problematica operativa capace di frenare o persino bloccare le operazioni aziendali. Da guasti hardware e anomalie software a interruzioni nei centri dati ed attacchi cibernetici. Ogni mal funzionamento dell’infrastruttura IT può generare una reazione a catena che colpisce ogni settore dell’organizzazione. Il flusso dati può arrestarsi, la produttività di team e stabilimenti può diminuire drasticamente, la filiera logistica può essere intralciata, la soddisfazione del cliente può peggiorare.

Cosa provoca alle aziende un periodo di inattività

Le interruzioni non rappresentano più eventi sporadici e isolati, ma si verificano con crescente frequenza e comportano costi sempre più elevati. Secondo Uptime Institute, il 54% delle aziende ha riportato che l’ultima interruzione di rilievo ha generato perdite superiori ai 100.000 dollari. Il 16% ha subìto danni economici superiori al milione di dollari. Per le imprese che operano con margini ridotti e tempistiche stringenti, anche un breve periodo di inattività può tradursi in conseguenze significative, sia in termini finanziari che di immagine.

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I principali incidenti informatici possono essere evitati adottando processi più solidi, configurazioni adeguate, supervisione più attenta e un’infrastruttura IT progettata correttamente. Sempre più aziende si affidano ai dati in tempo reale per gestire attività cruciali. Queste spaziano dal monitoraggio della produzione all’elaborazione degli ordini, dalla previsione della domanda fino all’analisi delle vendite. Il crescente utilizzo di soluzioni cloud, tecnologie basate sull’AI e dispositivi IoT in quasi tutti i settori spinge le organizzazioni a dotarsi di infrastrutture IT sempre più complesse, resilienti, ridondanti, scalabili ed efficienti dal punto di vista energetico. Questo per poter gestire in modo efficace l’aumento esponenziale dei dati e rispondere alle nuove esigenze operative.

Investire sulla resilienza per contrastare un potenziale blackout digitale

Quali misure possono adottare le organizzazioni per prevenire i blackout digitali? La risposta sta in una mentalità orientata alla resilienza:

  1. Sistemi di ridondanza e fail-over. La ridondanza dovrebbe essere considerata un requisito fondamentale, non un optional. Le aziende devono destinare risorse all’implementazione di sistemi di fail-over. Siano essi data center in modalità mirroring o soluzioni di storage ridondante in grado di subentrare automaticamente in caso di malfunzionamento dei sistemi primari. Un esempio è rappresentato dall’adozione di un’infrastruttura cloud ibrida, che consente di garantire la continuità operativa dei sistemi mission-critical anche in presenza di interruzioni parziali. Migliorando al contempo la flessibilità e la scalabilità dell’ambiente IT.

Il fenomeno crescente dei ‘dati ombra’

  1. Protocolli di backup e ripristino dei dati. Non è più sufficiente eseguire il backup una volta alla settimana. Sono fondamentali backup frequenti, automatizzati e verificati, archiviati sia on-premise che nel cloud. Altrettanto importante è disporre di un piano di disaster recovery collaudato che delinei ruoli, tempistiche e processi in caso di guasto informatico.
  2. Prevenzione e cybersecurity. Secondo il Cost of a Data Breach Report 2024 di IBM il costo medio globale di una violazione dei dati ha raggiunto il livello record di 4,88 milioni di dollari. Tra i fattori che incidono maggiormente vi è la crescita dei ‘dati ombra’, informazioni non mappate o non gestite correttamente. In un caso su tre, questi, infatti, sono stati l’origine in una violazione importante. Questo fenomeno crescente mette in evidenza come l’espansione incontrollata dei dati stia complicando ulteriormente la gestione della sicurezza informatica. Per mitigare tali rischi, è fondamentale adottare una strategia che includa verifiche di sicurezza regolari e formazione continua del personale. Oltre che autenticazione a più fattori e architetture basate sul modello Zero Trust, capaci di limitare al minimo la superficie di attacco.

Blackout digitale: come ridurre le interruzioni non pianificate

  1. 4. Manutenzione predittiva grazie all’IA. Le aziende moderne stanno adottando strumenti basati sull’intelligenza artificiale per anticipare guasti hardware e malfunzionamenti di sistema prima che si verifichino. Grazie alla capacità di analizzare pattern di utilizzo, variazioni termiche e log di errore, l’AI è in grado di individuare tempestivamente segnali di allarme e segnalare rischi potenziali. Questo approccio di manutenzione predittiva, se integrato con analisi in tempo reale, consente di ridurre in modo significativo le interruzioni non pianificate. Migliorando l’affidabilità dell’infrastruttura IT e ottimizzando la continuità operativa.

L’importanza, spesso trascurata, della continuità energetica

  1. Sostenibilità e resilienza energetica. Se le aziende aspirano a operazioni più sostenibili, devono includere nella pianificazione anche la continuità energetica. La resilienza energetica non rappresenta più soltanto un obiettivo ambientale, ma si configura come un elemento essenziale per garantire la continuità operativa. L’adozione di fonti rinnovabili e la scelta di hardware IT a basso impatto ambientale contribuiscono non solo alla riduzione delle emissioni di carbonio, ma anche all’ottimizzazione del costo totale di proprietà (TCO). Ad esempio, l’impiego di HDD da 26 Terabyte (TB), rispetto ai modelli da 22TB, per implementare un’infrastruttura da 2 Petabyte (PB), permette di utilizzare il 15% in meno di unità, con un consumo energetico inferiore del 15% per archiviare la stessa quantità di dati.

Agilità, continuità e sicurezza per affrontare le sfide future e il Blackout digitale

Oggi, le interruzioni IT non sono più una questione di ‘se’, ma di ‘quando’. Se è vero che l’immunità totale è un obiettivo difficilmente raggiungibile, una preparazione adeguata può fare la differenza tra un semplice contrattempo e un’interruzione critica. In questo contesto, la resilienza non è più una tematica riservata ai team IT: è diventata una priorità strategica che va discussa in sala riunioni. Le organizzazioni che sapranno integrare la resilienza nelle proprie strategie digitali saranno quelle meglio attrezzate per affrontare le sfide future con agilità, continuità e sicurezza.

 



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