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scenari futuri tra IA e trasformazione digitale


A differenza di quanto si sente dire spesso l’Intelligenza Artificiale potrebbe aumentare (trasformandoli) i posti di lavoro

 

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L’automazione, l’intelligenza artificiale e la connettività stanno trasformando profondamente la natura del lavoro. Secondo stime del World Economic Forum, entro il 2027 potrebbero sparire 85 milioni di posti, ma nascerne 97 milioni legati a nuove forme di collaborazione tra persone, macchine e algoritmi.

Anche McKinsey prevede che entro il 2030 il 30 per cento della forza lavoro globale sarà costretto a cambiare professione. Ma con un saldo netto attivo.

L’intelligenza artificiale non solo amplia le mansioni, ma sostituisce sempre più anche quelle cognitive. Secondo il MIT, settori come finanza e sanità saranno tra i più impattati. Le previsioni sollevano interrogativi importanti: il futuro porterà maggiore libertà o insicurezza? Maggiore flessibilità o controllo?

Per capire meglio come le persone immaginano questi cambiamenti, è interessante lo studio condotto da Bitrix24, piattaforma di lavoro online, che ha interpellato i suoi utenti – professionisti di diversi settori – con otto domande sulle aspettative lavorative al 2050. Le risposte mostrano un mix di ottimismo, realismo e apertura al cambiamento, offrendo una fotografia utile per orientarsi in uno scenario ancora in evoluzione.

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Lavorare nel 2050, le previsioni degli utenti Bitrix24 in 8 domande

Ai partecipanti del sondaggio Bitrix24 è stato chiesto di rispondere a una serie di domande prospettiche sul lavoro nel 2050.

I risultati rivelano un mix complesso ma affascinante di ottimismo, pragmatismo e immaginazione. Di seguito, analizzeremo questi risultati alla luce di tendenze globali più ampie.

La prima domanda riguarda quanti giorni a settimana si prevede di lavorare nel 2050.

Il 50 per cento degli intervistati prevede una settimana lavorativa da 3-4 giorni. Solo il 28 per cento pensa che si continuerà a lavorare 5 giorni o più, mentre il restante 21 per cento pensa che si lavorerà 2 giorni in meno.


La seconda domanda che è stata posta riguarda la misura in cui si pensa che l’IA o i Robot aiuteranno nelle attività lavorative, per il 49 per cento, l’IA darà un forte supporto al lavoro umano, solo il 10 per cento prevede un impatto minimo, mentre la restante parte prevede un supporto moderato.

In seguito è stato domandato, quali secondo gli intervistati saranno le sedi di lavoro principali.

Il 37 per cento si immagina ancora a casa, ma un 20 per cento prevede ambienti virtuali in realtà aumentata o metaverso, la restante parte degli intervistati pensa che il lavoro si svolgerà nell’ufficio tradizionale o in spazi di coworking flessibile.

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Alla domanda che riguarda la previsione di come si svolgeranno le comunicazioni con i colleghi, metà degli utenti ha risposto che continueremo a combinare riunioni in presenza e da remoto. Cresce però l’interesse per strumenti come ologrammi e traduttori in tempo reale con un 16 per cento che crede in questa svolta per la collaborazione globale.

Per quanto riguarda gli spostamenti per raggiungere le sedi lavorative, il parere ricevuto è stato notevolmente frammentato, le risposte più quotate riguardano veicoli autonomi e trasporto pubblico intelligente.


In seguito è stata posta una domanda per comprendere quali sono le paure per il futuro e se è reale la paura di poter essere sostituiti lavorativamente dall’IA e dalla robotica. Il 33 per cento crede in una completa automazione entro il 2050, ma il 40 per cento è scettico. Un dato che riflette incertezza e preoccupazione per il futuro dei lavoratori nei settori amministrativi e impiegatizi.

La penultima domanda indaga sulle modalità in cui L’IA potrebbe migliorare la collaborazione, per il 47 per cento dei partecipanti, l’IA sarà integrata nei progetti di gruppo come supporto invisibile ma indispensabile. Un 14 per cento immagina addirittura l’uso di interfacce cervello-computer, segno di apertura verso tecnologie avanzate, anche transumane.

Infine, è stato domandato quale forma di lavoro si ritiene che l’IA assumerà prevalentemente nel 2050, la maggioranza prevede un futuro lavorativo affiancato da assistenti virtuali intelligenti 43 per cento e da sistemi IA integrati in tutte le attività quotidiane 32 per cento

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Le differenze tra Paesi cambiano anche la visione lavorativa del futuro

L’indagine condotta da Bitrix24 mostra che, sebbene emergano alcune tendenze comuni sul futuro del lavoro, le risposte variano sensibilmente da Paese a Paese.

Differenze culturali, economiche e tecnologiche influiscono sul modo in cui le persone immaginano il 2050. Ecco quattro esempi emblematici.

Settimana lavorativa più breve? Non per tutti

A livello globale, la maggior parte degli utenti 50,16 per cento immagina una settimana lavorativa di 3-4 giorni. Ma in Paesi come Germania 64,71 per cento e Italia 42,11 per cento in molti prevedono ancora orari pieni, con 5 giorni di lavoro o più.

In Germania pesa la forte etica del lavoro e una struttura industriale consolidata. In Italia, invece, la visione più tradizionale potrebbe riflettere incertezza economica e minor flessibilità del mercato del lavoro.

Fiducia nell’IA? Meno marcata in America Latina

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Nel complesso, quasi la metà degli utenti 49,19 per cento, si aspetta un supporto significativo dall’intelligenza artificiale.

Ma in America Latina la percezione è più cauta, infatti solo il 36,23 per cento prevede un impatto rilevante, mentre il 53,62 per cento si attende un aiuto solo moderato.

Le differenze potrebbero dipendere da minori investimenti in trasformazione digitale e timori legati all’occupazione nei settori più vulnerabili.


Realtà virtuale sul lavoro, la Polonia ci crede di più della Germania

Globalmente, il 20,39 per cento immagina di lavorare in uffici virtuali. In Germania, però, solo il 5,88 per cento considera questa ipotesi, mentre il 52,94 per cento, pensa che si lavorerà ancora in uffici fisici. Di contro, in Polonia, oltre il 27 per cento, prevede uno scenario immersivo in VR.

In Germania pesa la cultura del lavoro in presenza e la forte attenzione alla privacy. La Polonia, invece, mostra maggiore apertura tecnologica, che potrebbe essere legata alla sua forza lavoro più giovane e tecnologicamente avanzata, unita ai grandi sforzi di modernizzazione digitale degli ultimi anni.

Il Brasile teme l’Automazione del lavoro

Il 39,52 per cento degli utenti brasiliani teme che il proprio lavoro sarà completamente automatizzato, ben oltre la media globale. In Germania, invece, solo l’11,76 per cento prevede un simile scenario.

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In Brasile, la paura potrebbe derivare da un mercato del lavoro meno tutelato e dalla diffusione di mansioni facilmente sostituibili. In Germania, la presenza di solide tutele occupazionali e formazione continua riduce la percezione del rischio.

Sguardi diversi, futuro condiviso

Le differenze tra Paesi mostrano che il futuro del lavoro non sarà omogeneo. Cultura, economia e infrastrutture tecnologiche plasmano visioni diverse, che governi e aziende dovranno considerare per gestire il cambiamento in modo equo e inclusivo.

Il sondaggio Bitrix24 disegna un futuro del lavoro più flessibile, digitale e integrato con l’IA. Permangono dubbi sull’automazione, ma prevale un ottimismo cauto. La vera sfida sarà conciliare efficienza e valori umani, rendendo il progresso accessibile a tutti.

Il futuro del lavoro nel 2050
Testo completo del report di Bitrix24



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