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‘Area Tempio-Stazione, il rilancio è possibile’


Rilanciare la Zona Tempio-Stazione: una sfida urbana, sociale e culturale. Questo è il titolo della mozione che, in termini di proposta e di prospettiva, ha posto nuovamente sui banchi del Consiglio Comunale di Modena le problematiche legate a degrado urbano e sociale e di ordine pubblico che affollano gli spazi della cronaca.
Ne parliamo con il primo firmatario del documento, il Consiglieree Comunale del Partito Democratico Luca Barbari. Consigliere Barbari, partiamo da una domanda personale. Lei ha parlato in Consiglio di un legame affettivo con la Zona Tempio. Ci racconta perché?
Sì, è una zona a cui sono molto legato. È un pezzo importante della mia storia personale e familiare, ma è anche un’area ricca di bellezza architettonica e di memoria collettiva. Per questo la sua riqualificazione non è solo una questione urbanistica, ma anche identitaria. Quali sono oggi, secondo lei, le principali criticità che affliggono questa zona?Purtroppo si sommano diverse problematiche: la prima è la sicurezza. Dallo spaccio alle aggressioni, fino a episodi drammatici come accoltellamenti e omicidi. Non possiamo derubricarli come fatti isolati. Servono interventi strutturali, un presidio costante delle forze dell’ordine, ma anche risposte economiche, sociali, educative e culturali.Nella mozione si parla degli ‘Hub Urbani e di Prossimità’. Di cosa si tratta?
È uno strumento previsto dalla Legge Regionale n. 12 del 2023 che consente di accedere a finanziamenti per rigenerare interi comparti urbani, promuovendo commercio, cultura e inclusione. Abbiamo proposto di candidare la zona Tempio-Stazione, dal Museo Enzo Ferrari fino ai Giardini Ducali. Sarebbe un modo concreto per mettere in rete luoghi simbolici e dare loro una nuova centralità. Oltre al sostegno regionale, su cosa può contare concretamente questo rilancio? Due cose: risorse economiche e alleanze. Non si rigenera un quartiere con la sola repressione, soprattutto se si chiede venga fatta solo dalla Polizia Locale, quando è noto che la stazione ha sue forze di polizia. Serve un lavoro integrato sia sotto il profilo della sicurezza, sia degli interventi di rigenerazione sia coinvolgendo enti del Terzo Settore, commercianti, famiglie, scuole. Pensiamo a realtà come il Centro “Il Ponte”, il Teatro Tempio: sono esempi di presidio sociale che vanno rafforzati e replicati, moltiplicati, per restituire il quartiere alla cittadinanza. La mozione chiede anche il potenziamento delle forze dell’ordine. È sufficiente per riportare sicurezza?
È necessario, ma non sufficiente. Le forze dell’ordine hanno un ruolo fondamentale nella fase di indagine e repressiva. Li voglio ringraziare profondamente per il loro lavoro quotidiano, soprattutto perchè fino a quando il Governo non provvederà ad elevare la questura di Modena in fascia A, loro continueranno a lavorare con numeri non adeguati alla complessità del territorio. Però la sicurezza si costruisce anche prevenendo il disagio, promuovendo il rispetto delle regole attraverso l’educazione, la formazione, l’aggregazione sociale e sportiva, combattendo povertà e diseguaglianze. Non si tratta solo di reprimere, ma di ricostruire fiducia tra istituzioni e cittadini. Per questo il nostro impegno è duplice: chiediamo più agenti, ma anche più presenza sociale sul territorio.Negli ultimi anni sono nate esperienze di animazione urbana importanti, ma spesso episodiche e localizzate nel tempio e nello spazio. Cosa serve davvero per una riappropriazione duratura degli spazi pubblici?
Sono realtà preziose, ma da sole non bastano a garantire una presenza costante e positiva nello spazio urbano. Serve una strategia strutturata che unisca riprogettazione fisica e animazione sociale: spazi ben disegnati, curati e illuminati scoraggiano certi comportamenti e favoriscono la presenza di famiglie, giovani, cittadini. L’urbanistica non è neutra, come non lo è il vuoto: se non si riempie con attività culturali, aggregative ed economiche di qualità, si riempirà comunque — ma di altro. Per questo chiediamo interventi integrati: rigenerazione, sicurezza, ma anche promozione culturale e riattivazione degli spazi dismessi. A Medolla ci sono locali inutilizzati da anni che potrebbero tornare a vivere. Ripartire da lì, per me, è una priorità.In zona Crispi, nonostante nuove attività anche sotto i portici della stazione, persistono situazioni di disagio e insicurezza legate alla presenza di spacciatori e persone senza dimora. Cosa si può fare di più?
È un problema concreto, che chi abita lì vive quotidianamente. Alcune presenze — pur non costituendo reato — rendono gli spazi invivibili e limitano la libertà di chi ci vive, specie nei pressi di portoni, scuole, portici. Servono risposte diversificate: lo spaccio va contrastato con determinazione, mentre le persone fragili vanno accompagnate dai servizi sociali e sanitari. La Polizia Locale ha un ruolo chiave nel presidio e nella valutazione delle situazioni, ma non può reggere tutto il peso da sola. Lo ha detto più volte anche il sindaco Mezzetti: servono più agenti di Stato. Da anni chiediamo che la questura venga innalzata di fascia, per avere personale adeguato a una città complessa come Modena. È urgente potenziare gli organici, specie per indagare su droga e affitti irregolari, spesso legati proprio allo spaccio.In piazzale Natale Bruni permane una forte presenza di prostituzione, anche in appartamenti. È ancora un problema? E come si affronta oggi?
Lo è, e va affrontato senza ipocrisie. Anche quando si sposta al chiuso, la prostituzione ha impatti sul decoro urbano, sulla sicurezza e sulla vita di chi abita quelle zone. E parliamo di un tema delicato, che tocca due questioni fondamentali: il rispetto della persona e la libertà individuale. Di recente, poi, il governo ha introdotto un codice Ateco che riconosce di fatto l’attività delle escort: una mossa che per molti equivale a una forma di legalizzazione. È una contraddizione che non possiamo ignorare. A livello locale servono strumenti adeguati per gestire le conseguenze sul piano urbano, ma a livello nazionale serve chiarezza politica. Chi governa non può fare finta che il tema non esista, mentre sui territori ci si ritrova ogni giorno a conviverci.Cosa risponderebbe a chi pensa che questa zona sia ormai irrecuperabile?
Direi che sbaglia. Guardi cosa è successo alla Sacca: oggi sta rinascendo grazie a investimenti mirati, che il Comune ha correttamente reperito all’sterno e concentrati nella zona Nord della città. La Zona Tempio è la porta Nord del centro di Modena: i turisti che arrivano in Stazione o dall’aeroporto di Bologna per prima cosa di Modena vedono piazza Dante e il Tempio. In questa area verrà la nuovamente cittadella della giustizia. Ha un potenziale enorme. Serve solo la volontà politica e una visione chiara. Portare in quell’area il nuovo Tribunale è stata una scelta strategica. Bisogna continuare con progetti di quella caratura, come è stato fatto alla Sacca dove si sono concentrati grandi investimenti attraverso risorse nazionali.In chiusura, un messaggio ai cittadini della Zona Tempio?
Vi ascoltiamo, vi siamo vicini. Vogliamo che il vostro quartiere torni a essere un luogo bello, sicuro e vivo. Il lavoro sarà lungo, ma abbiamo gli strumenti, le idee e soprattutto la determinazione per farcela.Gi.Ga.



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