A volte dei banali errori possono far perdere i rimborsi Irpef che spettano dopo la presentazione del Modello 730/2025. A dover stare attenti nella gestione della documentazione e dei dati comunicati all’Agenzia delle Entrate sono anche i dipendenti del comparto scuola: stiamo pensando trasversalmente al personale docente e a quello Ata.
Ma a cosa è necessario prestare attenzione? I dipendenti del comparto scuola non devono indicare la scuola come sostituto d’imposta all’interno del Modello 730/2025. In un certo senso questo può essere inteso come un banale errore, che potrebbe avere poche conseguenze. Ma che in realtà rischia di innescare una serie di conseguenze burocratiche e fiscali noiose per lo stesso lavoratore e per le varie segreterie scolastiche.
La scuola non è il sostituto d’imposta
Ma cerchiamo di capire in quale errore rischiano di cadere i docenti e il personale Ata. Se è vero che nel settore privato il datore di lavoro coincide sostanzialmente con il sostituto d’imposta, la situazione è un po’ diversa nel pubblico impiego. Ed è soprattutto un discorso che non vale nella scuola.
Chi bisogna indicare come sostituto d’imposta a questo punto? NoiPA e non la scuola: questo incarico viene assunto dal sistema di gestione del personale che fa capo direttamente al Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Volendo essere leggermente più precisi, NoiPA viene identificato, sotto il profilo tecnico, come DAG-DSII. Materialmente è il soggetto che si occupa di erogare gli stipendi agli insegnanti e al personale Ata. Si occupa, inoltre, di versare le imposte e di gestire le varie certificazioni uniche.
L’errore che a questo punto il dipendente va incontro è quello di indicare all’interno del Modello 730/2025 la scuola come sostituto d’imposta, facendolo diventare, automaticamente il soggetto che si deve occupare di effettuare il rimborso che scaturisce dalla dichiarazione dei redditi.
Perché si può cadere in questo errore
Ma quali sono le motivazioni che possono indurre alcuni dipendenti ad effettuare questo errore? Il problema sorge da un dettaglio tecnico, che può trarre in inganno molti soggetti.
Molte scuole si assumono l’onere di emettere la certificazione unica dei propri dipendenti, quando sono assunti con dei contratti brevi o per delle brevi supplenze. Questa particolare situazione fa in modo che le scuole compaiono direttamente nel menù a tendina dei sostituti d’imposta presenti nei vari software per compilare il Modello 730/2025.
Quando a gestire la pratica della dichiarazione dei redditi è un utente inesperto, è facile selezionare l’istituto scolastico come sostituto d’imposta.
In un certo senso è un errore umano e comprensibile, ma che potrebbe avere degli effetti immediati. La scuola riceve una comunicazione da parte dell’Agenzia delle Entrate per effettuare un rimborso Irpef che non può fare.
Come si deve comportare la scuola
Ma a questo punto come si deve comportare la scuola a fronte della ricezione di un Modello 730-4 con l’indicazione di effettuare un rimborso Irpef a un determinato dipendente? Entro 5 giorni deve farsi parte attiva e comunicare il rifiuto.
Da parte loro anche i docenti si devono fare parte attiva ed evitare di cadere in questo errore. È importante, infatti, che il sistema non consideri la scuola come sostituto d’imposta obbligato ad effettuare il rimborso che emerge dal Modello 730/2025. Commettere questo errore causa non pochi problemi a tutte le parti coinvolte.
Il dipendente deve evitare questo tipo di errore
Nel caso, invece, che il dipendente dovesse aver erroneamente indicato la scuola, il contribuente può procedere come segue:
- accede all’Area riservata del portale dell’Agenzia delle Entrate (in alternativa lo può chiedere al Caf o ad un professionista abilitato) e modifica il sostituto d’imposta, andando ad indicare NoiPA (DAG-DSII);
- verifica che il codice fiscale inserito del sostituto d’imposta sia quello corretto (quello di NoiPa è 80010030587).
Nel caso in cui il contribuente dovesse accorgersi dell’errore nel momento in cui il Modello 730/2025 non può essere più corretto, è possibile muoversi come segue:
- deve essere presentato un Modello Redditi PF integrativo, nel quale deve essere indicato il nuovo sostituto d’imposta presso il quale ricevere il rimborso o indicare direttamente dall’Agenzia delle Entrate;
- nel caso in cui non sia più possibile recuperarlo quest’anno, il rimborso Irpef potrà essere incassato nel corso dell’anno successivo.
I precari della scuola
Particolare attenzione nella gestione del rimborso che matura dal Modello 730/2025 deve essere posta dai precari, tra i quali rientrano anche i soggetti per i quali il contratto di lavoro scade al 30 giugno. Anche in questo caso i diretti interessati hanno la possibilità di appoggiarsi al proprio sostituto d’imposta per ottenere i crediti che spettano loro.
È bene ricordare che anche per i lavoratori che si trovano in questa situazione ad agire come sostituto d’imposta non è l’istituto scolastico, ma il Ministero dell’Economia e delle Finanze: deve essere indicato DAG-DSII come è stato riportato all’interno della certificazione unica.
Questo significa che i precari, con il contratto in scadenza il prossimo 30 giugno 2025, potranno mettere proprio questo come soggetto che provvederà ad effettuare il rimborso previsto dalla normativa.
È importante sottolineare che il diritto a ricevere il rimborso non viene perso nemmeno se la dichiarazione dei redditi viene presentata dopo il mese di giugno. NoiPA provvederà a versare quanto spetta con la prima rata utile.
Come ottenere il rimborso prima
Quanti hanno la necessità di ottenere il rimborso Irpef nel più breve tempo possibile devono accertarsi che il Caf o l’intermediario su cui si appoggiano per presentare la dichiarazione dei redditi inseriscono correttamente il DAG-DSII come sostituto d’imposta. Nel caso in cui il dipendente sia in Naspi è necessario inserire l’Inps, che provvederà ad effettuare tutte le operazioni connesse.
Inserire l’istituto di previdenza sociale al posto di NoiPA non è una soluzione sbagliata, ma le tempistiche per ottenere il rimborso sono generalmente più lunghe, NoiPA, invece, li eroga con due emissioni mensili: una ordinaria e la seconda speciale, man mano che l’Agenzia delle Entrate provvede a trasmettere le autorizzazioni di pagamento.
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