Nel corso del 2024, le relazioni tra Giappone e Repubblica popolare cinese (Rpc) hanno registrato dei miglioramenti, attestandosi su una traiettoria positiva che appare stabile anche nella prima metà del 2025. Sullo sfondo, il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. L’innalzamento di nuove barriere tariffarie e i segnali discordanti giunti da parte statunitense sulle garanzie di difesa del Giappone hanno incrinato la fiducia di Tokyo verso Washington. In questo contesto, Tokyo mantiene una strategia incentrata sulla cautela. Il governo Ishiba, entrato in carica a fine 2024, rimane debole e il suo destino sarà determinato dall’andamento delle elezioni per la camera alta del prossimo luglio. A livello strutturale permangono comunque, da parte giapponese, preoccupazioni circa l’assertività cinese sui fronti di Taiwan e del mar Cinese meridionale, oltre alle storiche dispute territoriali sulle isole Senkaku/Diaoyu e all’asse di cooperazione tra Pechino e Mosca. Ad esse si aggiungono le incognite sul ruolo di deterrenza degli Stati Uniti (Usa) in caso di contingenza intorno a Taiwan.
A metà novembre 2024, i leader di Giappone e Cina, Shigeru Ishiba e Xi Jinping, si sono incontrati a margine del vertice Asia-Pacific economic cooperation (Apec) di Lima. Per i leader dei due paesi, dal 2014 il forum delle economie dell’arco del Pacifico è diventato un appuntamento fisso per mantenere un dialogo ai più alti livelli, anche in momenti in cui le tensioni tra le due maggiori economie asiatiche erano più evidenti di oggi.45
Durante l’incontro di Lima, Tokyo e Pechino hanno rinnovato l’impegno a promuovere un “rapporto di reciproco beneficio incentrato su interessi comuni”. I due leader hanno confermato l’intenzione di migliorare la comunicazione bilaterale a tutti i livelli, di ridurre dispute e preoccupazioni reciproche in modo da aumentare la cooperazione e il coordinamento su più fronti. Xi ha poi sottolineato la necessità di uno sforzo comune per costruire relazioni stabili tra i due paesi in modo da rispondere alle necessità di quella che il leader cinese chiama “la nuova era”, un’epoca di “ringiovanimento” nazionale della Rpc e di rafforzamento della posizione del paese sugli scenari internazionali.46
Per Ishiba, al primo impegno internazionale dopo la sua nomina a ottobre 2024 a capo di un governo di minoranza, l’incontro con Xi ha rappresentato un primo e fondamentale banco di prova diplomatico.47 In continuità con il corso diplomatico del suo predecessore Fumio Kishida incentrato su una logica di politica di potenza “gestita”,48 Ishiba ha ribadito l’intenzione del suo governo di arrivare a “risultati concreti” per un effettivo miglioramento delle relazioni bilaterali, a cominciare dalla difesa congiunta del libero mercato.49
Sul fronte economico, come hanno ribadito anche i due leader nel corso del vertice, le economie cinese e giapponese sono profondamente integrate, a partire dalle catene di approvvigionamento essenziali per i settori manifatturieri giapponese e cinese – che sono peraltro legati a doppio filo al resto della regione, dalla Corea del Sud all’area Asean. In questo contesto, la Cina rimane il primo partner commerciale di Tokyo in termini di volume di scambi: un quinto degli scambi commerciali del Giappone, quarta economia del mondo, si svolge sull’asse Tokyo-Pechino per un totale di $300,7 miliardi. Il Giappone esporta verso la Rpc macchinari di precisione, componentistica elettronica e materiale plastico, mentre importa principalmente prodotti elettronici, materiale elettrico e abbigliamento. Inoltre, nonostante le recenti strategie di diversificazione, le industrie giapponesi dipendono ancora dall’import di terre rare dalla Rpc50. Secondo dati della Banca mondiale, il Giappone è dietro solo a Stati Uniti e Hong Kong tra le principali destinazione dell’export cinese.51 Sul fronte degli investimenti, il Giappone rimane un fornitore importante di capitali esteri (il terzo, dietro Singapore e Corea del Sud), ma in graduale declino. Nel 2023, gli investimenti giapponesi nella Rpc si sono attestati sui $3,8 miliardi, con una caduta del 64,1% rispetto all’anno precedente.52
Si mantiene invece in crescita il settore dei servizi e del turismo: l’e-commerce è in crescita da anni e nel 2022 i consumatori cinesi hanno acquistato prodotti giapponesi online per un valore totale di $14,4 miliardi.53 Inoltre, il turismo in entrata dalla Cina ha contribuito al sorpasso del Giappone sulla Thailandia tra le mete preferite dal turismo internazionale in Asia, con un totale di quasi 37 milioni di presenze turistiche straniere nel 2024, e si prevede che il numero di turisti cinesi in Giappone toccherà i 9,3 milioni alla fine di quest’anno.54 A dicembre 2024, il governo giapponese ha annunciato un allentamento dei requisiti per la richiesta e il rilascio di visti turistici per i cittadini cinesi, introducendo visti multi-ingresso validi dieci anni per individui ad alto reddito. La decisione, annunciata nell’ambito di un vertice ad alto livello sugli scambi culturali e sulla cooperazione tra popoli tenutosi a Pechino,55 è arrivata in previsione di un incremento del turismo internazionale verso il Giappone nell’anno dell’Expo di Ōsaka e in risposta al reinserimento da parte cinese del Giappone in una white list di paesi i cui cittadini sono esclusi dall’obbligo di richiesta di visto per soggiorni di breve durata nella Rpc.
A marzo 2025, il Sesto dialogo economico ad alto livello tenutosi a Tokyo alla presenza dei ministri degli Esteri dei due paesi, Takeshi Iwaya e Wang Yi, a più di sei anni di distanza dal precedente, ha ulteriormente rafforzato l’impressione di un maggiore coordinamento bilaterale in ambito economico e commerciale. Al termine del vertice, l’agenzia di stampa di stato cinese Xinhua ha riportato il raggiungimento di un “consenso su venti punti” tra i due paesi, a partire da collaborazioni negli ambiti dello sviluppo sostenibile, della protezione ambientale, dell’assistenza agli anziani e degli scambi nel settore dei servizi.56
Cambiamenti strutturali e il nesso economia-sicurezza nazionale
Le tendenze illustrate in precedenza si inseriscono in un quadro più ampio di mutamenti strutturali nelle due economie, come ricordato da Aoyama.57 Da un lato, la Cina deve far fronte a una prolungata crisi immobiliare e al calo della domanda interna.58 A ciò si aggiungano gli effetti sul breve e medio termine della nuova guerra dei dazi avviata dall’insediamento della seconda amministrazione Trump e quelli sul lungo termine del rapido invecchiamento della popolazione.59 Dall’altro, le imprese giapponesi, con il sostegno del governo di Tokyo, nel tentativo di mantenere testa ai competitor cinesi, stanno adattando le loro strategie agli attuali rischi politici ed economici.
Dal 2022 il governo giapponese ha introdotto misure specifiche tese a garantire la sicurezza economica del paese che prevedono, tra le altre, (a) sostegni a industrie considerate strategiche (ad esempio nel campo dell’aviazione e delle attrezzature mediche) e (b) incentivi per le aziende che intendono spostare le loro produzioni o parte di esse, fuori dalla Cina. Attualmente, più della metà delle aziende giapponesi che operano in Rpc avrebbe intenzione di continuare a investire qui, e si sarebbero dotate di una strategia industriale orientata a produrre in Cina per vendere in Cina (China for China) seguendo l’esempio di altri operatori multinazionali. Il restante 30-40% delle aziende giapponesi invece prevede o ha già annunciato ridimensionamenti del personale e una graduale riduzione della loro presenza nel paese, a fronte di un aumento dei costi di produzione e del lavoro.60
Tra gli obiettivi delle autorità di Tokyo, in questo senso, c’è anche quello di rendere l’economia giapponese meno vulnerabile alla coercizione economica di Pechino e ai rischi geopolitici legati a Taiwan. 61 È evidente, infatti, che il principio della separazione tra i piani politico ed economico che ha caratterizzato le relazioni sino-giapponesi dalla loro normalizzazione nel 1978 al 2010 (anno in cui sono riemerse le tensioni territoriali sulle isole Senkaku/Diaoyu, amministrate dal Giappone ma rivendicate dalla Cina) è ormai superato.62 In quella circostanza, dopo l’arresto di alcuni membri dell’equipaggio di un peschereccio cinese che aveva speronato una nave della guardia costiera di Tokyo in acque territoriali giapponesi, la Rpc aveva imposto una serie di restrizioni all’export di terre rare nei confronti del Giappone.
Ad agosto 2023, dopo l’annuncio del governo giapponese dell’avvio dello scarico in mare di tonnellate d’acqua triziata (cioè, di quell’acqua utilizzata per il raffreddamento dei reattori danneggiati della centrale nucleare n.1 di Fukushima), Pechino ha messo al bando l’importazione di prodotti ittici e frutti di mare dal Giappone adducendo come motivazione preoccupazioni per una loro compromissione con materiali radioattivi.63
L’utilizzo ricorrente da parte di Pechino di strumenti economici o commerciali in funzione ritorsiva ha spinto quindi Tokyo ad adottare misure simili, allineandosi agli interessi strategici statunitensi. A luglio 2024, il governo giapponese presieduto dal predecessore di Ishiba, Fumio Kishida, aveva imposto dei limiti all’esportazione di un numero di macchinari e utensili per la produzione e i controlli di qualità di chip e semiconduttori.64 Questa misura fa il paio con le iniziative a sostegno della rinascita di un’industria dei semiconduttori locale trainata dalle iniziative Rapidus e dagli investimenti della taiwanese Tsmc che, nel corso del 2024, ha inaugurato due stabilimenti produttivi nella prefettura di Kumamoto.65
Inoltre, il governo giapponese si sta dotando di nuovi strumenti legislativi atti a bloccare investimenti stranieri in settori strategici (energia, infrastrutture e telecomunicazioni) se provenienti da aziende considerate vicine a un governo straniero potenzialmente interessato a raccogliere informazioni sensibili.66 Tali iniziative si inseriscono comunque in un contesto di preoccupazione da parte giapponese per l’assertività cinese in tratti di mare contesi, nel mar Cinese orientale, nel mar Cinese meridionale e, soprattutto, su Taiwan.
Nel corso del 2024, la Forza di autodifesa aerea del Giappone e la Guardia costiera hanno registrato centinaia di intrusioni di velivoli e imbarcazioni cinesi nello spazio aereo e nelle acque contigue e territoriali giapponesi.67 In virtù del mantenimento dello status quo nello stretto di Taiwan, il governo giapponese ha più volte espresso preoccupazione per le esercitazioni militari cinesi intorno all’isola, che hanno “sfiorato” le isole più meridionali dell’arcipelago, come Yonaguni e Miyako. Inoltre, nel contesto della strategia dell’Indo-Pacifico, Tokyo ha aderito a esercitazioni militari congiunte con partner e alleati nella regione (Stati Uniti, Filippine e Australia) e ha accelerato sulla fornitura di aiuti militari non letali a paesi coinvolti in dispute territoriali con Pechino (in particolare le Filippine).68 A febbraio di quest’anno, il cacciatorpediniere Akizuki della Forza di autodifesa marittima giapponese è passato attraverso lo stretto di Taiwan, pochi mesi dopo il passaggio di un’altra nave da guerra giapponese.69
Anche alla luce di ciò, nel corso del vertice di Lima Xi ha messo in guardia la controparte giapponese, rimarcando il passato imperialista di Tokyo e la sua estraneità a questioni considerate “interne” da Pechino, inclusa Taiwan.70 Eppure sembrano emergere elementi di un coordinamento informale con Taipei. A luglio 2024, la guardia costiera taiwanese e quella giapponese avevano tenuto una prima esercitazione congiunta per “la sicurezza della navigazione” dalla firma nel 2017 di un memorandum di cooperazione.71 A marzo 2025, Shigeru Iwasaki, ex capo di stato maggiore della Forza di autodifesa giapponese, pensionato nel 2014, è stato nominato consulente a titolo gratuito del governo di Taipei.72
Conclusioni
Alla luce di quanto illustrato sopra, emerge un quadro complesso. Da un lato, la struttura delle catene di valore asiatiche e il loro rapporto con il mercato statunitense richiedono un rafforzamento del dialogo in materia economica e commerciale tra Pechino e Tokyo, allargando lo spettro della discussione anche alla Corea del Sud, altra grande potenza manifatturiera della regione. Pochi giorni dopo il sesto dialogo economico di Tokyo, i ministri del Commercio di Giappone, Cina e Corea del Sud si sono riuniti a Seul per rafforzare gli assetti di libero scambio già esistenti tra le tre principali economie del Nordest asiatico, in particolare il Regional comprehensive economic partnership (Rcep), entrato in funzione nel 2022.73
Dall’altro, le tendenze positive in ambito economico e commerciale non riparano le fratture maturate in ambito politico e diplomatico nel corso degli ultimi anni. La recente condanna a Shanghai di un cittadino giapponese detenuto con l’accusa di spionaggio a 12 anni di carcere aggiunge un elemento di frizione nelle relazioni bilaterali.74 Dopotutto, il ricorso sempre più frequente a strumenti di coercizione economica da parte di entrambi gli attori rende di fatto la dimensione politica inscindibile da quella economica. Eventuali momenti di distensione sono destinati a essee fragili e dipendenti, nel contesto dell’attuale incertezza politica interna al Giappone, dagli orientamenti del singolo esecutivo in carica.
45 S. Y. Soeya, “Japan’s Diplomacy toward China under the Abe Shinzō Administration” in J. Brown, G. Delamotte and R. Dujarric (a cura di) The Abe Legacy: How Japan Has Been Shaped by Abe Shinzo, Rowman-Littlefield, 2021.
46 Ibid. Si veda sul concetto B. Gallelli, “Jingshen: A governmental keyword in 21st-century China in Discourse, Rhetoric and Shifting Political Behaviour in China, London-New York: Routledge, 2021.
47 A. Okutsu, “Ishiba hangs on as Japan PM, will lead minority government”, Nikkei Asia, 11 novembre 2024.
48 G. Pugliese e M. Zappa, “Japan 2023: Still Walking in Abe Shinzō’s Footsteps”, Asia Maior, Vol. XXXIV, 2024, pp. 87-89.
49 Ministry of Foreign Affairs of Japan. “China-Japan Summit Meeting”, 15 novembre 2024.
50 WITS, Japan Rare-earth metals, scandium and yttrium imports by country in 2023.
51 WITS, China Trade.
52 Il dato va letto alla luce di una tendenza degli operatori giapponesi a re-investire i profitti maturati in Rpc nello stesso paese (“China for China strategy”), creando così strategie industriali specifiche per la Rpc. Si veda infra. Per i dati sul commercio, si veda Ministry of Foreign Affairs of Japan, “Chūgoku keizai gaiyō”, giugno 2024.
53 R. Aoyama, “Japan and China’s economies are adapting, not decoupling”, East Asia Forum, 27 giugno 2024.
54 N. Zheng e C. Ishikawa, “Japan overtakes Thailand as China’s most popular destination”, Nikkei Asia, 11 febbraio 2025.
55 Si veda: Ministry of Foreign Affairs of Japan, “Second Japan-China High-Level People-to-People and Cultural Exchange Dialogue”, 25 dicembre 2024.
56 “Key consensus reached at China-Japan high-level economic dialogue”, Xinhua News, 23 marzo 2025.
57 Aoyama (2024), cit.
58 L. Gao e R. Woo, “China’s property slump persists as stimulus struggles to stabilise sector”, Reuters, 17 marzo 2025.
59 F. Chen, “An in-depth look at China’s economic crisis, and why inexperience is fuelling the fire”, South China Morning Post, 12 ottobre 2024.
60 China International Import Expo, “58% of Japanese companies plan to increase or maintain investment in China in 2025: chamber survey”, 13 febbraio 2025; T. Hale e X. Wang, “Foreign companies adopt ‘China for China’ strategy”, Financial Times, 15 novembre 2022.
61 Si veda, ad esempio, sul caso delle terre rare K. Bradsher “How China Took Over the World’s Rare Earths Industry”, The New York Times, 16 aprile 2025. Sulle catene di approvvigionamento strategiche e Taiwan, si veda: J. Schneider e L. Ottinger, “Japan’s Economic Security Renaissance. Chips, coercion, and lessons from the 1930s”, China Talk, 11 aprile 2024.
62 Si veda a proposito M. Zappa “Japan’s “Pragmatic” Diplomacy Towards the PRC: Lessons from the Cold-War?” in A. Berkofsky e G. Sciorati (a cura di), Moving Targets: Trends in Japans Foreign and Security Policies, Ledi Publishing, 2024, pp. 33-53.
63 Come spiegano Pugliese e Zappa, tuttavia, contemporaneamente al bando, le importazioni di frutti di mare giapponesi verso Hong Kong segnarono un considerevole incremento (90% ca. su base annua). Si veda G. Pugliese e M. Zappa, op. cit.: p. 71.
64 K. Hayakawa, F. Kimura e K. Yamanouchi, “The trade effects of export control regulations in Japan”, Journal of Japanese and International Economies 77, 2025.
65 Si vedano Y. Hagiwara, “Japan Approves $3.9 Billion in Aid to Chip Venture Rapidus”, Bloomberg, 2 aprile 2024; M. Tobin, H. Ueno e J. Liu, “How Japan Is Trying to Rebuild Its Chip Industry”, The New York Times, 9 aprile 2024.
66 Y. Hirose e R. Imao, “Japan to vet investments by firms under China state influence”, Nikkei Asia, 22 gennaio 2025.
67 “By sea and sky: Worries mount over threats to Japan’s security”, Nikkei Asia, 27 dicembre 2024.
68 J. Ryall, “Japan expands Official Security Assistance scheme, flexes clout in more nations”, South China Morning Post, 3 dicembre 2024.
69 “Japanese destroyer passes through Taiwan Strait for just second time”, Jiji Press, 3 marzo 2025.
70 Ministry of Foreign Affairs The People’s Republic of China. “Xi Jinping Meets with Japanese Prime Minister Shigeru Ishiba”, 16 novembre 2024.
71 The Asahi Shimbun, “Japan, Taiwan coast guards hold joint search and rescue drill off Japan’s eastern coast”, 20 luglio 2024.
72 Focus Taiwan-Cna, “Cabinet appoints ex-Japan Self-Defense Forces head as unpaid adviser”, 21 marzo 2025.
73 “South Korea, China, Japan agree to promote regional trade as Trump tariffs loom”, Reuters, 30 marzo 2025.
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