La sicurezza sul lavoro per le piccole e medie imprese passa dal Campidoglio, al via a Roma il convegno “Medie, piccole e microimprese a confronto per una sicurezza sul lavoro più efficace”, promosso da Aic, con la Federazione nazionale degli Ordini Tsrm e Pstrp e Anpit, con il patrocinio dell’Assemblea Capitolina. Attorno al prestigioso tavolo romano si sono riunite istituzioni, professionisti e rappresentanti delle imprese per una riflessione congiunta su uno dei temi più urgenti del mondo del lavoro.
Un cambio culturale
La prima certezza emersa dal confronto riferisce che la battaglia per la sicurezza sul lavoro si vince proprio nel cuore del tessuto economico nazionale. Si vince, oppure si perde se non si farà abbastanza, parlando con le micro, piccole e medie imprese. Primo passo, una svolta culturale. Quella perorata dal senatore Tino Magni, presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia: “La sicurezza non può più essere considerata un costo. Serve un’azione culturale profonda su tutto il mondo del lavoro, soprattutto in agricoltura e in fabbrica, e politiche che premino le imprese virtuose e penalizzino chi non rispetta le regole. Intelligenza artificiale e tracciabilità possono diventare strumenti fondamentali anche per prevenire gli incidenti, non solo per contrastare lo sfruttamento”.
Partecipazione, promozione e dialogo
Gli ha fatto eco Walter Rizzetto, presidente della Commissione Lavoro pubblico e privato alla Camera che ha riaffermato la necessità di “affrontare il tema della sicurezza sul lavoro con strategie innovative e l’obiettivo di creare un sistema molto partecipativo”. Per Rizzetto: “È necessario che tutti i soggetti coinvolti, non solo condividano le regole, ma che cooperino con senso di responsabilità. Per questo la legge votata per la partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa è fondamentale. Serve applicare una promozione della cultura della prevenzione. In tutte le scuole di ordine e grado si andrà ad affrontare la cultura della sicurezza. Con testimonial. Per renderlo un momento esperienziale”.
Lo stato dell’arte
Svetlana Celli, presidente dell’Assemblea Capitolina, ha parlato di “emergenza quotidiana” lanciando contestualmente un appello diretto “sistema Paese, perché solo un impegno condiviso può trasformare la prevenzione da principio astratto a pratica quotidiana”. Michele Lepore, già docente di Diritto del Lavoro all’Università La Sapienza di Roma, ha ricordato che “il 90 per cento degli infortuni si verifica in aziende con meno di 10 dipendenti ed è lì che dobbiamo concentrare gli sforzi, con strumenti concreti e personalizzati”. Quindi ha aperto alle possibilità offerte dalle nuove tecnologie: “Come la nuova app presentata oggi, pensata per aiutare i piccoli imprenditori a gestire la sicurezza in modo semplice ed efficace”.
Valori condivisi non obblighi burocratici
Federico Iadicicco, presidente nazionale di Anpit, ha sottolineato l’impegno dell’associazione “nel promuovere la cultura della sicurezza come valore, non come obbligo”, mentre Massimiliano Scorza (Anpit Latina) ha ribadito l’importanza della formazione esperienziale, “capace di generare consapevolezza reale anche nelle imprese con meno risorse”. Un’attenzione particolare è stata riservata al settore agricolo, che è tra quelli più a rischio: Anna La Rocca, responsabile studi e legislazione di AIC, ha ricordato che “Nel 2024 si sono registrati oltre 24.000 infortuni in agricoltura, con picchi nei ribaltamenti di trattori e cadute dall’alto. La fascia più colpita è quella tra i 44 e i 64 anni, e i lavoratori stranieri rappresentano il 20,8% degli incidenti”. Nonostante una lieve flessione delle denunce, il quadro resta critico. “L’Inail ha stanziato 357,5 milioni di euro per la sicurezza agricola negli ultimi cinque anni: è il momento di trasformare quegli investimenti in risultati concreti.”
Che fare?
Per Luciano Guglielmetti di AIC Lazio sul tema della sicurezza sul lavoro in relazione (anche) alle piccole e medie imprese “serve un intervento deciso sul rafforzamento dell’iscrizione alla Rete del Lavoro Agricolo di Qualità, il sistema volontario di accreditamento istituito con decreto nel 2015 e gestito dall’Inps che raccoglie le imprese agricole rispettose della legalità, della legalità contributiva e contrattuale, della sicurezza sul lavoro e prive di condanne per reati legati allo sfruttamento della manodopera, a cui ha aderito solo il 3% delle imprese agricole iscritte al Registro delle Camere di Commercio. Tale attività verrà svolta attraverso l’introduzione di forme di premialità fiscale e contributiva e il riconoscimento della qualifica di ‘azienda etica’: ciò renderebbe economicamente vantaggiosa la legalità e rafforzerebbe il valore sociale delle aziende che promuovono una filiera equa e sicura”. Un messaggio condiviso anche da Giuseppe Di Terlizzi (Federazione TSRM e PSTRP), che ha proposto il potenziamento dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL e l’introduzione di criteri minimi per la qualifica dei consulenti sulla sicurezza il cui ruolo diventa pregnante e fattivo nell’azione di contrasto ma anche di supporto delle piccole imprese”.
La sicurezza aiuta la produttività delle piccole e medie imprese
Antonella Milieni, intervenuta nel panel dedicato alla percezione del rischio in rappresentanza dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, ha ribadito che “la sicurezza non è solo dovere morale, ma leva per migliorare produttività e sostenibilità sociale e il ruolo dell’Inl non vuole essere soltanto repressivo e punitivo ma di confronto e di supporto”. Guglielmo Loy, presidente Civ Inail, ha spiegato: “È fondamentale aumentare il livello di sensibilizzazione e intensificare le attività per la prevenzione degli infortuni sul lavoro. Raggiungere i più di 3,5 milioni di luoghi di lavoro presenti in Italia è una sfida imprescindibile per garantire misure realmente efficaci, soprattutto nelle microimprese, dove il rischio infortunistico è spesso più alto. Strumenti come informazione, formazione e incentivi devono diventare prioritari, e l’Inail può – e deve – metterli in campo con un investimento significativo, capace di incidere concretamente sulla cultura della sicurezza”.
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