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La cineteca nazionale rilancia il restauro di grandi film italiani con il sostegno dell’art bonus nel 2025


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La cineteca nazionale del centro sperimentale di cinematografia continua la sua opera di conservazione e restauro del patrimonio filmico italiano, un’attività cruciale per mantenere vive le radici culturali del Paese. Il progetto, reso possibile anche da un sostegno fiscale chiamato “art bonus”, coinvolge cittadini, aziende e fondazioni che possono contribuire al recupero di pellicole storiche di grande valore artistico e documentario. Questo intervento si configura come un’autentica missione a difesa della memoria collettiva attraverso il cinema.

La cineteca nazionale e il suo ruolo nella salvaguardia del patrimonio filmico

Fondata con la legge n. 958 del 1949, la cineteca nazionale fa parte del centro sperimentale di cinematografia, ed è riconosciuta tra le istituzioni più importanti per la tutela dei film italiani. Il compito principale che svolge, affidatole per legge dallo Stato, consiste nel conservare, catalogare e restaurare pellicole che altrimenti rischierebbero di andare perdute o deteriorarsi nel tempo. Ogni film restaurato passa per un processo tecnico complesso, con interventi che richiedono strumenti specifici e competenze specializzate. La conservazione va ben oltre la semplice riparazione: è un modo per tramandare la cultura e la storia a chi verrà dopo.

Un impegno crescente per i classici del cinema italiano

Negli ultimi anni, il centro sperimentale ha aumentato gli sforzi nel restauro di classici del cinema italiano, recuperando titoli che coprono diversi generi e periodi storici, dai film neorealisti fino ai lavori più recenti degli anni ’70. Questa missione, pur essendo istituzionale, trova nelle donazioni private un supporto fondamentale per garantire l’autonomia e la continuità degli interventi di recupero.

L’art bonus come leva fiscale per incentivare le donazioni a favore della cultura

Dal 2015 l’art bonus ha rappresentato uno strumento concreto per aiutare strutture come la cineteca nazionale a raccogliere fondi per le loro attività culturali. Previsto dalla legge di stabilità n. 208, art. 1 comma 318, l’art bonus offre un credito d’imposta che può arrivare fino al 65% del valore della donazione. Doppiamente utile poiché permette ai donatori di sostenere la cultura e al tempo stesso beneficiare di una riduzione fiscale.

Cittadini privati, imprese e fondazioni sono così incentivati a fare una liberalità che non rimane un semplice atto di generosità, ma diventa un investimento nella memoria storica italiana. “Grazie a questa forma agevolata di contributo, la cineteca riesce a pianificare interventi più ampi e raggiungere risultati più duraturi nel tempo, con maggiore visibilità e partecipazione da parte del pubblico.”

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Flessibilità e trasparenza per coinvolgere diverse realtà

Le modalità di adesione sono flessibili e interessano diverse realtà del territorio, coinvolgendo anche chi si avvicina per la prima volta al mondo del restauro filmico. La trasparenza nell’uso delle risorse e il riconoscimento pubblico del merito per i donatori rappresentano due elementi chiave per garantire fiducia e senso di responsabilità nelle collaborazioni.

I titoli restaurati e il valore culturale delle opere riportate alla luce

Il progetto include una selezione di film che appartengono alla storia del cinema italiano e che con fatica erano andati verso l’oblio o presentavano problemi di conservazione. Ricordiamo, per esempio, “Il delitto Matteotti” di Florestano Vancini , disponibile nella versione director’s cut, un’opera che tratta un episodio politico cruciale del Novecento italiano.

Altri titoli oggetto di restauro sono “Ultimo minuto” di Pupi Avati , “Alfredo Alfredo” di Pietro Germi , e “Metti, una sera a cena” di Giuseppe Patroni Griffi . Ogni film ha un suo contesto specifico e rappresenta una finestra sulle diverse epoche e culture italiane, dal drammatico al comico, fino a esperienze più sperimentali.

Titoli meno noti che tornano alla luce

Anche film meno noti come “Rita la zanzara” di Lina Wertmüller e “Cielo sulla palude” di Augusto Genina hanno trovato nuova vita grazie a questi interventi. Le pellicole restaurate vengono così restituite al pubblico e alle nuove generazioni, che possono apprezzare la qualità artistica e storica intatta, immersi in un’esperienza più autentica.

Il coinvolgimento del pubblico e delle imprese nella valorizzazione del patrimonio culturale

Il sostegno al restauro non è rivolto solo agli appassionati di cinema ma vuole coinvolgere tutta la società. Attraverso la campagna art bonus la cineteca nazionale invita imprese, enti e singoli cittadini a contribuire direttamente al salvataggio di questo patrimonio. “Non si tratta solo di preservare il passato, ma di costruire un punto di partenza per future idee e scoperte.”

Diventare parte di questo processo significa assumersi una responsabilità civica, rafforzare il senso di appartenenza alla comunità e promuovere la cultura italiana in modo concreto. Chi aderisce può inoltre ricevere riconoscimenti pubblici, come previsto dalla normativa, che valorizzano l’impegno di chi decide di investire risorse nel progetto di restauro.

Memoria culturale e dialogo tra passato e presente

In un momento storico in cui la memoria culturale rischia di essere frammentata, iniziative come questa aiutano a tenere unita la storia del cinema e a renderla accessibile in modo duraturo. La possibilità di osservare con i propri occhi film restaurati amplia l’orizzonte culturale e stimola l’interesse di pubblico e studiosi.

Ad oggi, la collaborazione tra enti culturali e settore privato conferma il ruolo centrale della cineteca nazionale nella conservazione di opere che rappresentano diverse tappe della produzione italiana tra dopoguerra e seconda metà del Novecento. Questo dialogo tra passato e presente continua a generare attenzione e sostegno concreto per il recupero delle pellicole.

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