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Intelligenza artificiale su misura: ora le aziende italiane la sviluppano in casa. E solo per loro


di
Alessia Cruciani

 

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Da grandi realtà come Leonardo, Eni e Pirelli a startup meno note, ecco chi implementa soluzioni personalizzate e verticali

C’è un’Italia dell’intelligenza artificiale che non si accontenta di usare modelli generativi «preconfezionati», ma se la cuce addosso su misura. E lo fa sviluppando soluzioni proprie, verticali, pensate per risolvere problemi specifici, all’interno di contesti industriali, energetici, sanitari o legali, in grado di generare vantaggi competitivi duraturi. Si tratta quasi sempre di un’intelligenza artificiale non generativa — quindi non come ChatGpt, Gemini o Claude per intenderci — ma decisiva nei processi produttivi e decisionali delle aziende. Dai grandi gruppi alle startup, ecco uno scorcio su un panorama che, giorno dopo giorno, si espande sempre più. E danno l’idea di un’Italia che innova partendo da sé.

L’importanza del supercalcolo

L’intelligenza artificiale è uno degli asset portanti della sicurezza globale. Per Leonardo, dunque, rappresenta una tecnologia strategica al centro della trasformazione digitale. L’azienda ha lanciato il proprio Centro di Eccellenza per le Advanced Cognitive Solution, un polo che riunisce oltre 60 professionisti impegnati nello sviluppo di soluzioni Ai in ambiti come fluidodinamica dei velivoli, il supporto ai piloti per operazioni complesse per testarne lo stress cognitivo. «Stiamo puntando sul digitale, sia dal punto di vista degli investimenti sia del capitale umano — racconta Greta Radaelli, head of Advanced cognitive solution —. L’Ai è una tecnologia chiave, talmente presente nei nostri velivoli che in futuro saranno una sorta di supercomputer volanti. In Leonardo abbiamo capacità e competenze avanzate sull’Ai, ma soprattutto possiamo contare su un’infrastruttura di supercalcolo, il davinci-1, essenziale per lo sviluppo di modelli più avanzati e complessi».




















































Potenza di calcolo, dati, intelligenza artificiale supportano anche la strategia di transizione energetica di Eni, accelerando il processo di ricerca, sviluppo e produzione. «Già impieghiamo l’Ai in modo molto efficace in una molteplicità di casi e processi rilevanti per l’industria energetica, soprattutto per i progetti legati alle energie rinnovabili — interviene Alessandra Fidanzi, responsabile Data, AI & Agile experience center of excellence di Eni —. Abbiamo sviluppato soluzioni di intelligenza artificiale sfruttando le capacità del supercalcolo per creare modelli avanzati, verticalizzati sulle nostre esigenze e grazie a un vasto patrimonio informativo. Sono per esempio in uso modelli proprietari per progettare e ottimizzare impianti eolici o per la ricerca di materiali innovativi per la transizione energetica a cui si affiancano modelli LLM per un accesso rapido ed efficiente al vasto patrimonio di conoscenze della nostra società».

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Anche Pirelli ha optato per lo sviluppo e una gestione interna dell’intelligenza artificiale, fondando il Digital Solutions Center di Bari, dove lavorano 80 specialisti. Per l’azienda milanese è il primo centro di sviluppo focalizzato sull’innovazione digitale e l’Ai viene utilizzata soprattutto nella manutenzione predittiva, nella qualità dei processi produttivi e nello sviluppo delle mescole per nuovi pneumatici. «L’intelligenza artificiale ci porterà al livello successivo — afferma Pier Paolo Tamma, senior vice president chief digital officer —. Stiamo applicando algoritmi di Ai anche nella ricerca e sviluppo di nuovi prodotti, dalla definizione delle mescole alla simulazione virtuale del processo di sviluppo. Ma anche altre aree, come la qualità e la supply chain, sono fortemente coinvolte».

Proposte smart

Leader nell’automazione industriale, Comau ha introdotto «un Ai Competence Center che si occupa sia di awareness interna attraverso workshop e sessioni formative, che dell’implementazione di soluzioni rese disponibili a tutti nostri dipendenti», racconta Stefano Boscolo Bozza, chief information officer. Mentre Roberto Vollaro, head of Engineering excellence ricorda che «i nostri robot sono in grado di riconoscere oggetti di diverse dimensioni e caratteristiche, decidendo autonomamente l’azione più appropriata da eseguire. Una capacità fondamentale non solo nel settore automotive ma anche in altri come la logistica e la cantieristica navale».

Lanciata nel 2024, 4cAI è una piattaforma integrata che offre soluzioni Ai specifiche per avvocati, consulenti e direzioni legali. In pochi mesi ha generato utili e superato i 500 contratti attivati, con oltre 1.400 professionisti formati. «Abbiamo unito competenze giuridiche, tecnologiche e formative per creare soluzioni pratiche e ad alto valore», spiega il fondatore Alessandro Renna. L’azienda sta crescendo anche grazie a una campagna di equity crowdfunding.

Specializzata nell’analisi semantica da oltre 30 anni, expert.ai affianca aziende e Pa con soluzioni di Ai. È quotata sul mercato Euronext Growth Milan e attiva in Europa e Nord America.Attraverso la piattaforma EidenAI, propone applicazioni verticali per assicurazioni, pharma, editoria e amministrazioni pubbliche. Tra i clienti figurano Axa, Generali, Sanofi, Bloomberg e Dow Jones.

La startup torinese Aiko sviluppa software Ai per l’automazione delle missioni spaziali. Le sue soluzioni consentono ai satelliti di elaborare dati, prendere decisioni e individuare guasti in autonomia. Attiva anche in Francia (ha una sede a Tolosa) e Usa, ha raccolto 5,6 milioni di euro per espandere il business. Aiko è considerata un punto di riferimento europeo per la space autonomy.

PatchAI, startup nata a Padova e oggi parte dell’americana Alira Health, ha sviluppato una piattaforma AI conversazionale per supportare i pazienti in studi clinici e terapie. L’assistente virtuale raccoglie dati in tempo reale, migliora l’aderenza terapeutica e semplifica la gestione degli studi. Collabora con big pharma come Roche, Novartis e AstraZeneca, e mantiene in Italia lo sviluppo del prodotto.

Già 600 mila aziende agricole in oltre 100 Paesi si sono affidata alla tech company xFarm, la cui piattaforma combina Ai, dati satellitari e sensoristica. L’obiettivo è supportare agricoltori e consorzi nella gestione intelligente delle colture. Tra i clienti: Barilla, Lavazza, Parmalat, Bayer.

AISent crea sistemi di Ai per il manifatturiero, migliorando controllo qualità, gestione delle code e ottimizzazione dei parametri. AISent è l’acronimo di Artificial Intelligence Sentinels e l’azienda punta a cogliere segnali di innovazione e a trasformarli in vantaggi competitivi. Come una vera «sentinella tecnologica».

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