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Nell’ultimo articolo (lo trovi qui) ci siamo soffermati su EMAS (acronimo di Eco-Management and Audit Scheme), un regolamento che rappresenta una parte integrante del quadro strategico UE per la produzione e il consumo sostenibili. 

Oltre a garantire il massimo impegno in campo ambientale, EMAS, dà il suo contributo al raggiungimento di obiettivi anche in campo economico; ad esempio, le imprese che ottengono la certificazione EMAS possono migliorare la loro efficienza finanziaria e la loro competitività ottimizzando l’utilizzo delle risorse. 

Il tema che affronteremo nell’approfondimento di oggi riguarda l’importanza della sostenibilità nella scelta del lavoro dei giovani, e, la suddetta questione, si traduce direttamente nelle aspettative professionali in quanto le nuove generazioni valutano con attenzione i valori delle imprese e tendono a preferire quelle con una chiara responsabilità sociale e ambientale. In questo periodo storico, il panorama del lavoro è più che mai in evoluzione e, in tale contesto dinamico, emerge con decisione un fattore determinante per i giovani alla ricerca di un impiego: la sostenibilità. 

Quest’ultima non viene più considerata come un mero valore aggiunto bensì un pilastro fondamentale che le aziende, e di conseguenza il mercato del lavoro, debbono integrare a tutti i livelli. Inoltre, in occasione della Giornata della Terra 2025, uno studio condotto da Azerion, azienda attiva nel settore delle tecnologie pubblicitarie, ha analizzato oltre 12 milioni di ricerche online dall’Italia sull’ambiente e sulla sua sostenibilità nel periodo compreso tra il 2024 e il mese di marzo del 2025. 

Un dato interessante di eventi internazionali come la Giornata della Terra o le giornate dedicate alla biodiversità, promosse dalle Nazioni Unite, riescono ad accendere l’interesse collettivo, spingendo milioni di italiani ad informarsi di più su questi temi. 

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I giovani non solo chiedono un mondo più equo e sostenibile, ma cercano attivamente aziende che riflettano questi valori, prova ne sia che, secondo diverse indagini, sono i più informati sulla sostenibilità e i più esigenti verso le imprese, pretendendo azioni concrete e non solo dichiarazioni di intenti. 

Il rapporto dei giovani lavoratori con la sostenibilità

La sostenibilità non deve essere considerata come una moda passeggera, ma una trasformazione profonda del modo di fare business e di vivere. 

Per i giovani in cerca di lavoro nel 2025, abbracciare i principi della sostenibilità e sviluppare le competenze adatte non è solo un vantaggio competitivo, ma una vera e propria necessità per costruire una carriera di successo e contribuire a un futuro migliore per tutti

Per i Millennials e, in particolar modo, per la Generazione Z, il tema della sostenibilità è diventato sempre più centrale nello stile di vita, per questo la nuova generazione ha un chiaro  obiettivo: l’impatto sociale. Le nuove generazioni sono intrinsecamente più consapevoli e sensibili alle tematiche ambientali e sociali dato che sono cresciute in un’epoca di crisi climatica e crescente disuguaglianza. 

Per i giovani che si affacciano al mondo del lavoro nel 2025, sviluppare competenze legate alla sostenibilità è cruciale. Non si tratta solo di nozioni tecniche, ma anche di soft skills che permettano di navigare in un contesto complesso e in continua evoluzione:

  • Pensiero sistemico: la capacità di comprendere le interconnessioni tra i problemi ambientali, sociali ed economici;
  • Problem solving orientato alla sostenibilità: sviluppare soluzioni innovative per le sfide ambientali e sociali;
  • Alfabetizzazione ambientale: conoscenza dei principi di base dell’ecologia, del cambiamento climatico, dell’economia circolare;
  • Conformità normativa: comprensione delle leggi e dei regolamenti in materia di sostenibilità;
  • Comunicazione e collaborazione: la capacità di lavorare in team multidisciplinari e di comunicare in modo efficace gli obiettivi e i risultati di sostenibilità;
  • Etica e responsabilità sociale: un forte senso di integrità e un impegno per pratiche aziendali etiche.

Quali potrebbero essere alcuni consigli per i giovani candidati che vogliono posizionarsi in modo strategico nel mercato del lavoro del 2025? Sicuramente investire nella formazione, di conseguenza, cercare corsi universitari, master o certificazioni specifiche in sostenibilità, green economy, gestione ambientale. 

Sviluppare le soft skills con la partecipazione a progetti, volontariato, esperienze che rafforzino il pensiero critico, la capacità di risolvere problemi e la collaborazione. 

 

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Fare networking per connettersi con professionisti del settore e partecipare a eventi sulla sostenibilità e seguire le ultime tendenze e normative in materia di sostenibilità.

Millennials e GenZ: I giovani lavoratori sono maggiormente informati ed esigenti

Nella 14a edizione del Gen Z and Deloitte Millennial Survey, il 70% dei candidati ritiene che la politica ambientale sia un criterio fondamentale per la selezione dei candidati

Secondo recenti studi, oltre il 70% dei giovani tra i 20 e i 30 anni considera la sostenibilità un fattore determinante nella scelta del proprio impiego e, le aziende che dimostrano un reale impegno verso la riduzione dell’impatto ambientale, l’inclusione sociale e la trasparenza nei processi produttivi risultano più attrattive per le nuove leve. 

Non si tratta più solo di “greenwashing”, ma di un’esigenza reale di coerenza tra ciò che si comunica e ciò che si fa, prova ne sia che la priorità è trovare un equilibrio tra vita privata e lavorativa, accompagnato da un forte entusiasmo per l’apprendimento e l’aggiornamento professionale: la chiave è trovare il giusto compromesso tra tecnologia, benessere e sviluppo professionale

La preoccupazione per l’impatto ambientale non riguarda solo le abitudini dei consumatori, ma anche il modo in cui la Generazione Z e i Millennial valutano il proprio stile di vita, e, questo orientamento, se tradotto in una crescente ricchezza di influenza nelle politiche ESG, non ha etica e sostenibilità senza la sua unica strategia di marketing, il suo concreto valore e la sua integrazione nella cultura aziendale.

La fascia 18-24 anni è la più consapevole e informata sulla sostenibilità: il 30% conosce il tema (contro il 19% della popolazione generale) e il 40% ha familiarità con l’Agenda 2030, non solo, l’84% ha ricevuto formazione sulla sostenibilità, principalmente a scuola o all’università, il doppio rispetto alla media (42%).

I giovani sono i più critici verso le imprese, chiedendo azioni concrete per la riduzione delle emissioni, l’efficienza energetica e il rispetto dei diritti umani, ritenendo che la sostenibilità influenzi sia la reputazione aziendale che le scelte d’acquisto.

 

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Aziende sotto esame: serve più impegno e trasparenza

Le imprese sono percepite come il terzo attore più influente nella sostenibilità sociale, dopo Governo e istituzioni europee. Solo il 15% dei cittadini, però, ne valuta positivamente l’operato, un divario che evidenzia una distanza tra aspettative e azioni concrete. 

I cittadini chiedono alle aziende, dal punto di vista della sostenibilità sociale, maggiore impegno nel rispetto dei diritti dei lavoratori (indicato dal 58% dei rispondenti), del loro benessere (46%) e nell’integrità (42%), come elementi fondamentali per rafforzare la fiducia nel mondo imprenditoriale. 

Sul fronte ambientale, le richieste puntano a migliorare la gestione dei rifiuti (importante per il 70% del campione), ridurre le emissioni (65%) e adottare energie rinnovabili (60%). L’efficacia di queste iniziative dipende anche dalla capacità di comunicarle in modo chiaro e credibile. 

 

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Al momento, molte imprese faticano a far percepire il proprio impegno, con una comunicazione spesso poco credibile, incompleta e poco chiara. Secondo il Rapporto, una comunicazione più strategica sulla sostenibilità sociale può migliorare la percezione pubblica e rafforzare la reputazione aziendale. Le imprese che sapranno integrare la sostenibilità in modo autentico e trasparente nelle proprie strategie risponderanno alle esigenze della società e otterranno anche un vantaggio competitivo significativo sul mercato. 

Come migliorare la situazione? 

  • Richiesta di Impegno Aziendale: Circa il 69% dei giovani desidera che le proprie aziende investano in sforzi di sostenibilità, inclusa la riduzione del carbonio, l’uso di energia rinnovabile e la riduzione dei rifiuti;
  • Percezione dell’Impegno Aziendale: Solo il 38% dei dipendenti intervistati ritiene che il proprio datore di lavoro stia facendo abbastanza per affrontare il cambiamento climatico e la sostenibilità, indicando un gap tra aspettative e realtà;
  • Vantaggi per le Aziende Sostenibili: Le aziende che adottano pratiche sostenibili tendono a essere più innovative, resilienti e attrattive per i talenti, migliorando la produttività e riducendo i costi a lungo termine. La transizione sostenibile porta a una crescita dell’occupazione “green”;
  • Benessere e Inclusione: Le nuove generazioni sono sempre più sensibili alle tematiche legate al benessere psicologico e al burnout. Richiedono ambienti di lavoro supportivi e inclusivi, con un’attenzione crescente alla sostenibilità sociale (benessere dei dipendenti, rispetto dei diritti dei lavoratori, equità retributiva).

Anche incrementare le proprie competenze potrebbe rappresentare una scelta corretta per aumentare la propria competitività: 

  • Richiesta di Green Skills: Il mercato del lavoro sta vedendo una crescente domanda di “competenze verdi” (green skills). Sei su dieci giovani tra i 16 e i 24 anni a livello globale (61%) concordano che lo sviluppo di queste competenze potrebbe aprire nuove opportunità di carriera. Tuttavia, meno della metà (44%) ritiene di possedere le competenze verdi necessarie per avere successo nella forza lavoro odierna, evidenziando un gap formativo;
  • Nuovi Profili Professionali: La transizione ecologica sta generando nuovi ruoli e trasformando quelli esistenti, con una forte richiesta di professionisti in settori come le energie rinnovabili, l’economia circolare, la gestione ambientale e l’analisi ESG;
  • Interdisciplinarietà: La sostenibilità non è più un ambito a sé stante, ma una competenza trasversale richiesta in quasi tutti i settori. I giovani che combinano le loro competenze tecniche con una comprensione della sostenibilità saranno avvantaggiati.

La Giornata della Terra 2025: un momento di riflessione sull’importanza della sostenibilità

La Giornata della Terra 2025, celebrata il 22 aprile, ha avuto come tema centrale “Investire nel nostro futuro sostenibile”. L’evento ha evidenziato l’urgenza di adottare azioni concrete per contrastare il cambiamento climatico e costruire un’economia più verde e inclusiva. Forte e deciso il richiamo all’urgenza di un’azione collettiva per fare della sostenibilità una reale priorità. 

Sostenibilità che non è da intendersi unicamente come necessità da un punto di vista ambientale, ma anche considerata come approccio attraverso cui le aziende possono mettere in campo strategie per promuovere un benessere diffuso tra le persone e operazioni sostenibili. Cosa ciò significhi lo ricorda molto bene il l Global Compact delle Nazioni Unite quando precisa che “direttamente o indirettamente, le aziende influenzano ciò che accade ai dipendenti, ai lavoratori della catena del valore, ai clienti e alle comunità locali, ed è importante gestire gli impatti in modo proattivo”

Alla base di questa considerazione sta, ovviamente, la promozione dei diritti umani e dell’uguaglianza di genere. Ma nel concreto il Global Compact ricorda che i posti di lavoro che le aziende creano devono essere dignitosi e soddisfacenti e che le catene di valore devono essere più inclusive. Questa attitudine porta con sé molti vantaggi perché può far sì che incrementi la produttività e che si sblocchino nuovi mercati.

Tra i temi principali emersi:

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  • Ruolo delle nuove generazioni: i giovani sono stati protagonisti con campagne, manifestazioni e progetti educativi in tutto il mondo, chiedendo maggiore coerenza tra le promesse politiche e le azioni concrete per la transizione ecologica;
  • Impegno delle imprese: molte aziende hanno annunciato nuovi obiettivi di sostenibilità, evidenziando come la responsabilità ambientale sia ormai una parte centrale della strategia aziendale, anche per attrarre giovani talenti;
  • Innovazione verde: sono stati messi in luce nuovi progetti legati all’energia rinnovabile, all’economia circolare e alla mobilità sostenibile, evidenziando come la sostenibilità rappresenti anche una grande opportunità economica e occupazionale;
  • Transizione Energetica e Rinnovabili: Il focus principale della Giornata della Terra 2025 è stato sulla necessità di accelerare la transizione verso le energie rinnovabili;

Si è lanciato un appello globale per triplicare la generazione di elettricità pulita entro il 2030. Questo non è solo un imperativo ambientale per ridurre le emissioni di gas serra, ma anche un’opportunità economica che può generare milioni di nuovi posti di lavoro a livello globale;

  • Giustizia Climatica e Protezione dei Vulnerabili: La campagna ha evidenziato l’importanza di garantire una transizione energetica giusta ed equa, proteggendo le comunità più vulnerabili che sono spesso colpite in modo sproporzionato dagli effetti del cambiamento climatico;
  • Sensibilizzazione e Azione Collettiva: La Giornata della Terra 2025 ha avuto l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle sfide ambientali e di promuovere l’attivismo giovanile e il coinvolgimento delle comunità locali. L’idea di fondo è che solo agendo insieme, con “il nostro potere”, si possa spingere i leader a intraprendere azioni climatiche urgenti e concrete per salvare il pianeta.

In sintesi, la Giornata della Terra 2025 ha ribadito che la sostenibilità non è solo una priorità ambientale, ma anche sociale, economica e lavorativa, soprattutto per le nuove generazioni che vogliono costruire un futuro equo, giusto e vivibile

Anche in Italia, diverse città e organizzazioni hanno celebrato la giornata con eventi dedicati alla sostenibilità a 360 gradi, inclusi workshop, concerti, attività educative per bambini e dibattiti pubblici, spesso con un focus sull’energia e l’economia circolare.

Alcune conclusioni 

In conclusione, nel 2025 la sostenibilità è molto più di una tendenza per i giovani: è un criterio fondamentale nella loro ricerca di lavoro e nella loro aspettativa verso i datori di lavoro. Le aziende che non solo dichiarano un impegno per la sostenibilità, ma lo integrano attivamente nella loro cultura e nelle loro operazioni, saranno quelle che attrarranno i migliori talenti delle nuove generazioni. 

Allo stesso tempo, i giovani devono essere proattivi nell’acquisire le “competenze verdi” necessarie per cogliere le crescenti opportunità in un mercato del lavoro in continua evoluzione. L’indagine Istat rivela anche che, mediamente, le donne sono più attente degli uomini nell’adottare comportamenti ecosostenibili

Non sorprende che la propensione ai comportamenti ecocompatibili aumenti con il migliorare del livello di istruzione. Il 66,4% dei laureati è preoccupato per i cambiamenti climatici, contro il 53,2% di chi ha conseguito la licenza media.

Ma quali sono i timori principali degli italiani quando si parla di ambiente? I cambiamenti climatici rappresentano la grande paura del nuovo millennio. 

 

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Nel 1998 erano la preoccupazione principale per un italiano su tre (il 36%); oggi, spaventano sei italiani su dieci, il 58,1 per cento. Non cambia, invece, l’inquietudine sull’inquinamento dell’aria, che da 20 anni è percepito come un problema rilevante da un italiano su due

La sostenibilità aziendale è uno dei valori a cui i millennial (e non solo) prestano maggiore attenzione nella scelta di un ambiente di lavoro, tanto che, secondo una ricerca di GreenBiz, circa 2 giovani su 3 preferiscono rinunciare a lavorare in aziende che non hanno a cuore la sostenibilità ambientale. È fondamentale, però, non fermarsi a compiere azioni a favore dell’ambiente: occorre coinvolgere e sensibilizzare il personale nelle attività che l’azienda compie. Ci sono diversi casi in cui le aziende sono perfettamente allineate alle direttive di sostenibilità, ma il personale non ne è al corrente. 

Non solo, gli HR devono inserirsi nelle strategie di comunicazione per mostrare l’impegno nella sostenibilità della propria azienda, perché appaia più appetibile anche per nuovi talenti.





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