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CRM con l’IA: come costruire relazioni di valore con i clienti


Negli anni scorsi, molte PMI hanno trattato il Customer Relationship Management o CRM come un’opzione “da grandi”: utile, certo, ma non essenziale. Oggi, questa percezione non è più sostenibile. A fronte di un pubblico sempre più esigente, di canali frammentati e di una pubblicità online che costa sempre di più, le aziende che non mettono il dato del cliente al centro rischiano di scomparire sotto la polvere dell’irrilevanza.

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“L’intelligenza è la capacità di adattarsi al cambiamento.”

— Stephen Hawking

Nel 2025, CRM non significa solo “gestire contatti”, ma predire comportamenti, ottimizzare vendite, costruire relazioni autentiche e personalizzate con meno sforzo e più risultati. Il mercato lo ha già capito: secondo il report di HubSpot sullo State of Marketing 2025, le aziende che utilizzano soluzioni CRM integrate con intelligenza artificiale hanno una probabilità 3 volte maggiore di aumentare le conversioni rispetto a chi gestisce i contatti in modo frammentato.

CRM, il cuore pulsante del marketing delle PMI

Dopo aver affrontato il tema del marketing digitale, torniamo a parlare di strategia, ma lo facciamo partendo dal suo vero motore: la gestione del dato. Come già evidenziato, una strategia digitale che non si appoggia su una base solida di informazioni strutturate è destinata a produrre risultati incerti, discontinui, quando non del tutto inefficaci. Ecco perché oggi, più che mai, il CRM rappresenta il cuore pulsante del marketing per le PMI.

La centralizzazione dei dati in un unico sistema consente alle imprese non solo di evitare errori grossolani – come inviare una promozione “per nuovi clienti” a chi è già cliente – ma soprattutto di costruire relazioni personalizzate, misurare l’efficacia delle attività e ottimizzare gli investimenti. In un contesto dove i margini sono spesso ridotti e il tempo è una risorsa preziosa, questo può fare la differenza tra un’azienda che cresce e una che rincorre i competitor.

L’adozione di CRM e ERP in Italia

Ma a che punto siamo in Italia? I numeri aiutano a capire quanto il divario tra consapevolezza e implementazione sia ancora ampio. Secondo il Digital Growth Index 2024, il 65% delle PMI italiane dichiara di aver adottato un sistema CRM o ERP, un dato in crescita del 10% rispetto all’anno precedente. Sembrerebbe un segnale incoraggiante, ma basta scavare un po’ più a fondo per scoprire che solo il 22% delle imprese utilizza il CRM in modo strategico, integrando analisi predittive, automazioni e personalizzazione del customer journey.

In altre parole, più di quattro aziende su dieci hanno uno strumento CRM, ma lo usano come un’agenda digitale o un archivio contatti, senza sfruttare le vere potenzialità.

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Trasformare i dati in vantaggi competitivi è la priorità

È un fenomeno che possiamo definire di “CRM incompleto”: il software è presente, ma non è integrato con il sito, né con le campagne pubblicitarie, né con i canali social. I dati ci sono, ma sono sparsi, disorganizzati, spesso inutilizzati. In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale e la pubblicità programmatica lavorano in tempo reale, basarsi su fogli Excel aggiornati a mano o su email scollegate significa non solo restare indietro, ma sprecare soldi, tempo e opportunità.

Le imprese che non riescono a trasformare i dati raccolti in informazioni utili per decisioni di marketing e customer experience si trovano in una posizione sempre più svantaggiata. Ecco perché questo secondo approfondimento della rubrica si concentra proprio sul CRM: non come software, ma come sistema operativo per la crescita delle PMI italiane. Perché oggi, un’azienda può anche non avere un addetto marketing dedicato, ma non può permettersi di ignorare il valore strategico di un dato ben gestito.

CRM & PMI: numeri, ostacoli e opportunità

Nel primo articolo di questa rubrica abbiamo fotografato un’Italia imprenditoriale ancora “digitale a metà”: le PMI dichiarano di investire nella trasformazione digitale, ma spesso lo fanno adottando strumenti di base (gestionali, software per la fatturazione) e con scarsa integrazione tra le varie aree aziendali. In particolare, avevamo visto come meno del 26% delle PMI italiane abbia raggiunto un livello avanzato di digitalizzazione, e come solo il 17,2% delle microimprese (meno di 10 addetti) utilizzi attivamente un CRM per gestire la relazione con i clienti.

Questi dati si confermano e si arricchiscono in questo secondo approfondimento dedicato al CRM. Secondo una recente indagine di Capterra Italia, solo il 38% dei dipendenti coinvolti nelle attività di assistenza clienti utilizza un software CRM per gestire le chiamate dei clienti. Un numero che evidenzia due cose: da un lato la crescente adozione degli strumenti CRM anche in ambito customer care, dall’altro l’ampio margine di miglioramento, soprattutto sul fronte della diffusione interna e dell’uso trasversale tra reparti.

Ci allontaniamo dal mercato italiano per un momento per osservare chi oggi sta utilizzando il CRM “in modo completo”, sfruttando anche l’AI. A livello globale, il mercato del CRM non solo è maturo, ma in continua espansione. Secondo Gartner, si prevede una crescita del 14% tra il 2024 e il 2030 per le soluzioni CRM a livello mondiale. L’ultima edizione del report “State of Sales” di Salesforce, l’83% dei team di vendita che utilizzano l’intelligenza artificiale (IA) ha registrato una crescita dei ricavi nell’ultimo anno, rispetto al 66% dei team che non la utilizzano. L’adozione dell’IA nei sistemi CRM ha portato a miglioramenti significativi nella qualità dei dati, nella produttività e nella personalizzazione per i clienti.

CRM e intelligenza artificiale: nuove evoluzioni e casi reali

La vera evoluzione del CRM nel 2025 non è (solo) tecnologica. È strategica. Le PMI che stanno ottenendo i migliori risultati non sono necessariamente quelle che investono di più, ma quelle che sfruttano il CRM come piattaforma centrale, capace di integrare flussi operativi, marketing, vendite e post-vendita. Un’evoluzione resa possibile, in larga parte, dall’intelligenza artificiale.

Tra le best practice che distinguono le aziende che ottimizzano il CRM da quelle che si limitano a installarlo ci sono le automazione dei processi: dalle email di follow-up ai reminder per i clienti inattivi, le PMI più organizzate usano il CRM per liberare risorse umane da attività ripetitive; l’integrazione con altri strumenti: i CRM più efficaci sono quelli che dialogano con le piattaforme di contabilità, marketing automation, e-commerce; l’analisi dei dati: la vera forza del CRM, oggi, non è più la gestione dei contatti, ma la capacità di generare insight. Le PMI che usano dashboard predittive, analisi dei comportamenti e segmentazioni automatiche sono in grado di capire meglio i clienti e anticiparne i bisogni.

Evoluzioni del CRM con l’AI

Fin qui abbiamo parlato delle basi. Con l’intervento dell’AI, a questi utilizzi si aggiungono altre evoluzioni che stanno ridisegnando completamente il concetto di relazione con il cliente. Tra le applicazioni più diffuse e strategiche:

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  • Chatbot evoluti per la gestione automatica e multilingua delle richieste, attivi 24/7;
  • Motori di raccomandazione per suggerimenti su misura, come nel caso di Spotify for Artists, che consiglia contenuti promozionali ai creator in base alla loro audience;
  • Previsioni di vendita basate su dati storici e comportamenti ricorrenti, già adottate con successo da Salesforce Einstein e Microsoft Dynamics AI;
  • Analisi del sentiment che classificano le emozioni espresse dai clienti tramite email, ticket o social media, usate da aziende come Hootsuite e Delta Airlines per migliorare il customer experience score.

In pratica, in questo momento storico la tecnologia è l’ultimo dei problemi: c’è ed è spesso accessibile. Questo approfondimento ha descritto evoluzioni tecnologiche per capire dove stiamo andando. Tuttavia, le funzionalità di base – l’automazione, l’integrazione con altri sistemi e l’analisi dei dati – fanno parte di tutti i CRM presenti sul mercato e molti di questi hanno dei pricing sostenibili per una PMI, soprattutto all’inizio. Gli ostacoli quindi quali sono?

Nel primo articolo, abbiamo menzionato il fattore culturale che incide sulla trasformazione digitale delle PMI. Dopo aver letto questo articolo, consideriamolo superato. Resta la competenza digitale e la formazione del personale, due aree che comporterebbero investimenti ulteriori. Secondo Forrester e altri studi, una percentuale importante di progetti CRM fallisce non per motivi tecnici, ma per scarsa adozione interna. Sarà bene superare simili scogli perché il futuro è già indirizzato. Accenture stima, infatti, che il 50%-70% del valore immediato dell’IA generativa risieda nell’ambito del cliente, con il 93% dei CMO che prevede un cambiamento significativo nel rapporto con i clienti nei prossimi cinque anni.

Le criticità dell’AI nel CRM

L’AI genera anche nuove criticità. Secondo Gartner, una delle principali sfide per le aziende nel 2025 sarà la valutazione del valore e dei rischi dell’intelligenza artificiale generativa integrata nel software: il numero di buyer che lo considera un problema è aumentato del 70% rispetto al 2024. La ragione è chiara: l’AI da sola non è un vantaggio, se non è contestualizzata e utile a risolvere problemi reali. Le aziende non vogliono più “il CRM con l’AI”, ma un CRM che sfrutti l’intelligenza artificiale per ridurre il carico operativo, migliorare la fedeltà del cliente o aumentare le vendite.

Inoltre, riprendendo il report Gartner già menzionato, il 59% dei buyer aziendali ha dichiarato di rimpiangere almeno un acquisto software fatto negli ultimi 18 mesi. La categoria “Marketing & Comunicazione” è la seconda più colpita da questo purchase regret (31%), dopo l’IT (38%). Le cause? Interfacce troppo complesse, mancata integrazione con altri sistemi, dati non centralizzati, ma soprattutto aspettative disattese rispetto alle promesse commerciali.

Il CRM, quindi, resta uno strumento potente, ma solo se utilizzato con una visione strategica e operativa coerente. L’AI può accelerare i processi e potenziare i risultati, ma non sostituisce la necessità di metodo, cultura del dato e formazione interna. Il rischio, altrimenti, è quello di un “effetto boomerang”: strumenti costosi e potenti che restano sottoutilizzati o generano frustrazione. Come scrive Gartner: “Un CRM intelligente senza un’organizzazione intelligente è solo un altro database”.

Domande chiave per orientare la strategia CRM

  • Quanti e quali canali oggi generano contatti (richieste di informazioni, assistenza clienti, landing page, etc)?
  • Se ho un CRM, quanti di questi canali sono collegati al mio CRM?
  • Quali team accedono al CRM e quanti dovrebbero accedere?
  • Riformulo la domanda precedente in un altro modo come strumento di controllo della cultura della tua azienda: quali team dovrebbero conoscere il mio cliente e le richieste che fanno alla mia azienda?
  • Il team coinvolto nella relazione con il cliente è adeguatamente formato per utilizzare il CRM?
  • Il team che utilizza strumenti di relazione con il cliente (CRM/ email) è a conoscenza dei principi della normativa della privacy?
  • Ci sono comunicazioni e processi che possono essere automatizzati?
  • Sto chiedendo tutti i dati necessari per conoscere davvero il mio cliente?

Checklist operativa per l’implementazione del CRM

  • Valutazione delle esigenze aziendali: identificare le funzionalità necessarie in un sistema CRM
  • Selezione del CRM: scegliere una soluzione che si integri con gli strumenti esistenti e sia scalabile.
  • Formazione del personale: organizzare sessioni di formazione per garantire un utilizzo efficace del CRM.
  • Integrazione con altri sistemi: assicurarsi che il CRM sia integrato con altri software aziendali.
  • Monitoraggio e analisi: utilizzare le funzionalità analitiche del CRM per monitorare le performance e prendere decisioni informate.
  • Aggiornamento continuo: mantenere il CRM aggiornato e adattarlo alle nuove esigenze aziendali.

Bandi, voucher e finanziamenti per l’adozione del CRM

I CRM presenti sul mercato hanno dei pricing che variano in base al database esistente e hanno dei piani mensili. In alcuni casi, con un database con meno di mille contatti si trovano piani anche gratuiti. Tuttavia, se sei una PMI con una base di dati importante e utilizzi già strumenti gestionali che però non ti supportano nella relazione vera e propria come farebbe un CRM, sono disponibili diversi bandi e finanziamenti. Come sempre, invito a visitare i principali siti di riferimento (incentivi.gov.it, invitalia.it e il sito del Ministero delle imprese e del Made in Italy). Proprio tra aprile e maggio si sono chiusi dei bandi che garantivano l’accesso a contributi interessanti per la digitalizzazione (Voucher Digitali I4.0, Bando CONneSSI e Transizione Digitale ed Ecologica nella regione Lombardia).

Nel prossimo articolo approfondiremo un altro pilastro fondamentale del marketing per le PMI: il content marketing e la SEO. Parleremo di ottimizzazione per la ricerca vocale, contenuti multicanale e snippet informativi, strumenti sempre più strategici per emergere in un panorama online sempre più competitivo.

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