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Cnpr forum: “La svolta del Fisco green tra equità, sviluppo e semplificazione”



“Alla fiscalità può essere riservato anche un compito di politica industriale ma occorre usare prudenza. Si fa presto a dire sostenibilità delle imprese ma dobbiamo considerare quali siano gli strumenti per misurare gli impegni effettivi delle aziende in questa direzione. Come primo firmatario della legge che ha istituito le società benefit e fondatore di Assobenefit non ho fin qui proposto benefici fiscali perché volevo che il mercato fosse più maturo e pronto. Oggi che questo percorso è stato compiuto possiamo iniziare a valutare una prima fiscalità di vantaggio piccola e progressiva per quelle imprese che scelgono questa qualifica giuridica molto impegnativa e invasiva che orienta le scelte nel prosieguo delle attività sfuggendo dal rischio di creare comportamenti opportunistici. Occorre avere uno sguardo globale per immaginare una fiscalità di vantaggio che premi comportamenti sostenibili. A livello globale sembra esserci una battuta d’arresto di istituzioni e mercati sulla sostenibilità peggiorata dall’ingresso dei dazi. Ma siamo in una fase interlocutoria e l’Europa non deve venir meno al suo impegno di immaginare strumenti fiscali e barriere non doganali orientate alla misurazione della sostenibilità delle azioni. Strada che non può essere dismessa”. Lo ha dichiarato Mauro Del Barba (Italia Viva), segretario della Commissione Finanze della Camera dei deputati, nel corso del Cnpr forum “Fisco green: equità, sviluppo e semplificazione” promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Fondamentale il piano Transizione 5.0 per Guerino Testa(Fratelli d’Italia), anche lui segretario della Commissione Finanze a Montecitorio: “Il fisco sicuramente deve assumere un ruolo strategico di indirizzo e deve stimolare comportamenti virtuosi sia da parte delle imprese sia da parte dei cittadini. La leva che deve essere azionata affinché ciò avvenga può essere il piano di transizione 5.0, ovviamente pensando al credito d’imposta che possa essere particolarmente attento all’efficienza energetica e alla riduzione delle emissioni. Voglio ricordare inoltre i fringe benefit relativi al lato aziendale nella finanziaria 2025 che prevedono una tassazione agevolata per i veicoli a bassa emissione e poi tutte le detrazioni fiscali fondamentali relativamente agli interventi di riqualificazione energetica degli edifici una per tutti l’Ecobonus. Ovviamente non si può tornare indietro anzi si deve intensificare tutta la partita della digitalizzazione e dei processi. Ritengo si debba sempre di più promuovere dei partenariati tra pubblico e privato, devono essere rafforzate e sostenute tutte le misure che vanno a favore delle famiglie a basso reddito con detrazioni fiscali rafforzate”.

Critico rispetto all’applicazione del Piano Antonio Misiani (Partito Democratico), vicepresidente della Commissione Bilancio a Palazzo Madama: “Sono assolutamente convinto che il fisco debba svolgere un ruolo centrale nella transizione ecologica, il punto è come farlo. Credo servano incentivi semplici da utilizzare e stabili nel tempo, in primo luogo a sostegno delle imprese e dei loro investimenti in tecnologie verdi attraverso crediti d’imposta per chi rinnova i macchinari in chiave ecologica. Il governo Meloni aveva promosso il programma Transizione 5.0 che nasceva da una buona idea che purtroppo è stata applicata molto male, con una iper burocratizzazione delle procedure, ed è fallita. Solo il 10% delle risorse disponibili è stato utilizzato. Bisogna cambiare partendo da questa esperienza negativa. Il secondo punto sono i cittadini che decidono di riqualificare energeticamente le proprie abitazioni. La stagione del superbonus è finita, il governo Meloni con la legge di Bilancio 2025 però ha abbattuto anche le detrazioni che c’erano prima del super bonus e in particolare quella che un tempo era al 65 per cento per la riqualificazione energetica delle abitazioni. È un errore, che indebolirà l’edilizia e impedirà a molte famiglie di ridurre i consumi migliorando l’efficienza delle loro case”.

Per Fabrizio Sala, deputato di Forza Italia in Commissione Finanze alla Camera: “Affermare che il fisco è una leva è una definizione corretta e attuale. Direi di più. Il fisco è la leva. In un panorama internazionale e anche europeo in cui la politica monetaria è in mano alla Banca Centrale Europea, la leva fiscale risulta essere assolutamente importante per creare sviluppo ed indirizzarlo verso alcuni settori.  Il più facile punto di caduta è quello delle detrazioni e delle deduzioni, quello dei bonus e dell’incentivo fiscale per arrivare a una transizione. E’ ancora più importante che tutto questo sia coordinato da un piano che è quello della transizione ecologica che guida verso un obiettivo. Altrimenti rischiamo di approvare bonus, detrazioni e deduzioni che sicuramente possono generare volano economico in alcuni settori, ma non riusciremmo a raggiungere alcuni degli obiettivi fondamentali che sono l’indipendenza energetica, la sostenibilità, l’idea che oggi il nostro Paese possa stare in piedi in un settore come quello dell’energia che è estremamente costoso. Tanto è vero che la stessa Confindustria ce lo segnala come alert principale. Non solo per la crescita e la competitività ma in generale per rendere il nostro Paese ancora più moderno”.

Nel corso del dibattito, moderato da Anna Maria Belforte, il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Mario Chiappuella, commercialista e revisore legale dell’Odcec di Massa Carrara: “Mai come in questo momento storico, caratterizzato dalle tante incertezze che la politica dei dazi degli Stati Uniti sta alimentando sui mercati internazionali, il fisco può diventare uno strumento strategico come nuova leva di sviluppo. In quest’ottica bisogna anche misurare bene l’impatto della Transizione ecologica, che deve andare di pari passo con l’equità sociale, evitando che i costi del sistema produttivo ricadano ancora una volta sui più deboli”.

Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni, consigliere dell’Istituto nazionale Esperti contabili: “La leva fiscale è uno strumento utilissimo per incentivare la sostenibilità ma dovrà essere articolata con detrazioni, deduzioni, bonus e crediti d’imposta. L’importante è che le regole siano chiare, stabili nel tempo e facilmente utilizzabili. Mi sembra che siamo sulla buona strada. Certamente non si può che essere favorevoli all’utilizzo del fisco per promuovere la Transizione ecologica ma questa non può non essere accompagnata da un piano adeguato, senza interventi generici e confusi. Manca tuttavia un argomento che riguarda il dover necessariamente lavorare sulla cultura della sostenibilità che deve essere pensata non come obbligo bensì come vantaggio per cittadini e imprese. Significa iniziare con un adeguato piano di formazione che parta dalle scuole. Certamente i tre punti cardine della transizione verso un mondo più sostenibile sono la riduzione dell’impatto ambientale, uno sviluppo che soddisfi le esigenze del presente senza compromettere le generazioni future e infine l’innovazione tecnologica puntando su ricerca e sviluppo delle nuove tecnologie nei settori chiave dell’innovazione sostenibile”.

Microcredito

per le aziende

 



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