Ogni anno, milioni di contribuenti presentano il modello 730 per dichiarare i propri redditi e ottenere, in caso di saldo a credito, un rimborso IRPEF direttamente in busta paga o sul cedolino della pensione. Si tratta di un meccanismo semplice e veloce, pensato soprattutto per lavoratori dipendenti e pensionati, che possono così recuperare somme trattenute in eccesso durante l’anno. Tuttavia, con la recente riforma della riscossione approvata nel 2024, si aprono nuovi scenari per chi ha debiti fiscali pendenti: il rimborso potrebbe essere sospeso o utilizzato forzatamente per coprire quanto dovuto al Fisco.
La novità è contenuta nel Decreto Legislativo n. 110/2024, che ha introdotto la cosiddetta compensazione “forzosa” tra crediti e debiti fiscali. Si tratta di un’evoluzione significativa del sistema, pensata per velocizzare il recupero delle somme non versate.
Ma è bene fare chiarezza: nonostante la norma sia in vigore, la sua applicazione è subordinata all’emanazione di un apposito decreto attuativo da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che al momento non risulta ancora pubblicato. Vediamo dunque come funziona attualmente il rimborso IRPEF tramite 730, cosa potrebbe cambiare e quali accorgimenti è utile adottare.
Come funziona il rimborso IRPEF tramite 730
Il rimborso IRPEF attraverso il modello 730 viene riconosciuto quando, a seguito della dichiarazione dei redditi, emerge un credito d’imposta a favore del contribuente. In base alla situazione lavorativa o pensionistica, il rimborso può avvenire in due modalità:
1. Rimborso 730 tramite sostituto d’imposta (datore di lavoro o INPS)
Questa è la modalità più comune. Se il contribuente ha un sostituto d’imposta (azienda o ente previdenziale), il rimborso IRPEF viene erogato direttamente in busta paga o nella pensione, a partire dal mese di luglio (per i lavoratori) o agosto-settembre (per i pensionati).
Esempio: se da modello 730 risulta un credito IRPEF di 700 euro, il datore di lavoro lo accrediterà al lavoratore nel cedolino paga di luglio.
2. Rimborso senza sostituto d’imposta (730 senza sostituto)
In caso di contribuenti privi di sostituto d’imposta – come chi ha perso il lavoro, lavora autonomamente o non ha un reddito fisso – il rimborso viene gestito direttamente dall’Agenzia delle Entrate.
I tempi in questo caso si allungano: il pagamento arriva in genere entro sei mesi dalla scadenza della presentazione del modello, e comunque non prima di dicembre.
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Blocco dei rimborsi 730: cosa prevede la nuova normativa
Con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 110/2024, si è modificato il sistema di riscossione dei crediti tributari e introdotta la compensazione forzosa tra crediti d’imposta e cartelle esattoriali non pagate.
In sintesi: se il contribuente ha un rimborso IRPEF superiore a 500 euro e allo stesso tempo ha debiti fiscali pendenti, l’Agenzia delle Entrate avvia una verifica preventiva.
Cosa succede dopo la verifica?
- Se emergono cartelle non pagate, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione (AdER) invia una proposta di compensazione al contribuente.
- Il contribuente ha 60 giorni di tempo per aderire alla proposta.
- In caso di accettazione, il credito fiscale viene utilizzato per estinguere (in tutto o in parte) i debiti.
Se invece il contribuente rifiuta la compensazione, la situazione si complica: il rimborso viene sospeso fino al 31 dicembre dell’anno successivo, periodo durante il quale l’AdER può attivare un’azione esecutiva per il recupero forzoso dei debiti.
Attenzione: non tutto è già operativo. Ecco cosa manca
Nonostante il decreto sia in vigore dall’8 agosto 2024, per l’effettiva applicazione della norma serve un decreto attuativo del MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) che a oggi (fine maggio 2025) non è ancora stato emanato.
Pertanto, per i rimborsi derivanti dal modello 730/2025 nulla cambia rispetto al passato. Fino all’adozione del decreto attuativo, resta valida la procedura classica:
se il contribuente rifiuta la proposta di compensazione, il rimborso non viene bloccato e l’Agenzia delle Entrate procede al pagamento.
Consigli pratici per i contribuenti
- Verifica la tua situazione debitoria: accedi al cassetto fiscale o all’area riservata di Agenzia delle Entrate-Riscossione per controllare se hai cartelle aperte o avvisi da saldare.
- Soglia di attenzione: 500 euro: il meccanismo del blocco si attiva solo per rimborsi superiori a questa soglia. Se hai diritto a rimborsi inferiori, la procedura di verifica non viene avviata.
- Valuta la compensazione: se hai debiti fiscali e ricevi una proposta di compensazione, valuta bene la convenienza di accettarla. In alcuni casi potrebbe essere una soluzione utile per estinguere parte del debito senza ulteriori costi.
- 730 con o senza sostituto: ricorda che, se presenti un 730 senza sostituto d’imposta, il rimborso sarà più lento e, quando sarà attivo il nuovo meccanismo, potrebbe essere tra i più soggetti a sospensione.
Ottima domanda, perché chiarire il ruolo del sostituto d’imposta (datore di lavoro o INPS) nel caso di rimborsi IRPEF e debiti con il Fisco è fondamentale per comprendere come funziona davvero il nuovo meccanismo. Vediamo punto per punto cosa accade attualmente e cosa potrebbe cambiare con l’attuazione della riforma.
Cosa fa il sostituto d’imposta con il 730/4
Dopo la presentazione del modello 730, l’Agenzia delle Entrate invia al sostituto d’imposta (datore di lavoro o ente pensionistico) il modello 730-4, che contiene le istruzioni per applicare le trattenute o i rimborsi in busta paga o sul cedolino della pensione.
Nel caso in cui dal 730 emerga un credito IRPEF, il sostituto d’imposta riceve il 730-4 con indicato l’importo da rimborsare al dipendente/pensionato nella prima mensilità utile (generalmente a partire da luglio per i lavoratori e da agosto-settembre per i pensionati).
Cosa succede se il contribuente ha debiti fiscali?
Con le regole attuali (modello 730/2025), anche se il contribuente ha debiti con il Fisco, il 730-4 viene comunque inviato al sostituto d’imposta. Tuttavia, l’Agenzia delle Entrate può decidere di intervenire in via preventiva se emerge un’evidente situazione debitoria e bloccare temporaneamente l’erogazione del rimborso per effettuare controlli. In questi casi, può esserci una sospensione temporanea, ma non un blocco definitivo a meno che non si concretizzi un’azione esecutiva tramite l’Agenzia delle Entrate-Riscossione (AdER).
Una volta che entrerà in vigore il nuovo sistema previsto dal D. Lgs. 110/2024, lo scenario cambierà. In particolare, se il credito IRPEF supera i 500 euro e il contribuente ha debiti iscritti a ruolo, l’Agenzia delle Entrate avvierà una verifica preventiva e potrebbe bloccare direttamente l’invio del 730-4 al sostituto d’imposta oppure inviare una proposta di compensazione al contribuente (tramite AdER) prima di procedere.
In conclusione
Il nuovo meccanismo di compensazione forzosa dei crediti IRPEF con i debiti fiscali rappresenta una svolta importante nelle modalità di gestione dei rimborsi. Tuttavia, fino all’emanazione del decreto attuativo del MEF, le regole restano quelle attuali.
Chi ha presentato il modello 730/2025 può quindi stare tranquillo: se ha diritto a un rimborso e non accetta eventuali proposte di compensazione, l’Agenzia delle Entrate procederà al pagamento secondo le consuete modalità.
Conviene però non farsi trovare impreparati: conoscere la propria posizione fiscale e gestire con attenzione eventuali debiti è oggi più che mai fondamentale per evitare sorprese future.
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