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Festival dell’Economia, Claudia Eccher: “La vera sfida sarà bilanciare la tecnologia con il valore insostituibile delle competenze umane”


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In un contesto economico sempre più connesso e in costante trasformazione, le piccole e medie imprese e i liberi professionisti si trovano di fronte a nuove sfide e opportunità legate all’internazionalizzazione e alla digitalizzazione dei servizi.

Venerdì 23 maggio, dalle ore 17:45 alle 18:45, la Sala Calepini della Camera di Commercio di Trento ospiterà l’incontro “Le PMI e i liberi professionisti in Italia ed in Europa: internazionalizzazione e digitalizzazione dei servizi professionali”, nell’ambito del Festival dell’Economia di Trento 2025.

Tra i relatori – oltre a Luigi Alfredo Carunchio, Andrea De Bertoldi, Simona D’Alessio, Sara Ferrari, Luca Iannettone, Barbara Lorenzi, Marco Natali, Marta Schifone – figura Claudia Eccher, avvocato cassazionista, titolare dello studio legale Eccher & Partners e membro laico del Consiglio Superiore della Magistratura.

Tra i suoi ruoli spiccano anche il suo essere Professionista Delegato alle Esecuzioni Immobiliari presso il Tribunale di Trento e membro del direttivo di Rotary Club Trento, Commissione dei Dodici, C.d.A. Italferr e UCID Trento oltre che presidente di associazioni culturali e internazionali.

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In questa intervista, Claudia Eccher anticipa i temi principali dell’incontro,  e analizza le principali sfide che liberi professionisti e PMI affrontano oggi per competere in Europa, evidenziando come digitalizzazione e apertura ai mercati internazionali siano diventate leve strategiche imprescindibili.

Con un approccio pragmatico, sottolinea l’importanza delle alleanze professionali, della conoscenza normativa e dell’adozione consapevole delle tecnologie, senza dimenticare il ruolo cruciale della sostenibilità e dell’Intelligenza Artificiale nei nuovi modelli di lavoro.

Quali sono oggi le principali sfide che Piccola Media Impresa e liberi professionisti devono affrontare per competere a livello europeo?

“I liberi professionisti in Europa, compresi quelli italiani, affrontano diverse sfide significative per rimanere competitivi in un mercato sempre più integrato e in rapida evoluzione.

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Sicuramente digitalizzazione e competizione internazionale sono in primo piano tra le sfide che ci attendono, tuttavia esse vanno di pari passo con la complessità normativo/burocratica e la sostenibilità e responsabilità sociale.

Sebbene ci siano sforzi per semplificare le procedure, la complessità delle normative nazionali ed europee, in particolare per la partecipazione a gare d’appalto o per l’accesso a fondi europei, può rappresentare una barriera per i liberi professionisti, soprattutto per quelli più piccoli.

In tale contesto la conoscenza approfondita del “Codice degli Appalti” e delle direttive europee è fondamentale. Il mondo del lavoro è in continua trasformazione: si assiste a una crescente importanza delle libere professioni nell’economia della conoscenza, ma anche a nuove forme di lavoro (ad esempio, piattaforme digitali) che possono alterare le dinamiche tradizionali. I professionisti devono essere flessibili e adattarsi a questi nuovi modelli.

Importante come dicevo prima anche la sostenibilità e responsabilità Sociale: sempre più spesso, nei processi di selezione e nelle richieste dei clienti, vengono integrati criteri ecologici e sociali e spesso le PMI ed i liberi professionisti che non dimostrano un impegno verso la sostenibilità ambientale e la responsabilità sociale rischiano di essere esclusi da determinate opportunità.”

Perché internazionalizzazione e digitalizzazione sono diventate leve strategiche imprescindibili per la crescita professionale e imprenditoriale?

“La diffusione su larga scala della rete Internet negli ultimi 20 anni ha abbattuto le barriere geografiche. Un professionista o un’azienda possono raggiungere clienti e collaboratori in qualsiasi parte del mondo, non solo nel proprio paese. Questo significa un mercato potenziale infinitamente più ampio, che può tradursi in nuove opportunità di business e crescita.

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Gli strumenti digitali, software gestionali, piattaforme cloud e automazione dei processi permettono quindi di ottimizzare tempi e risorse poiché è del tutto evidente che le attività ripetitive possono essere automatizzate, liberando tempo prezioso per il professionista o l’imprenditore, che può così concentrarsi su compiti a maggior valore aggiunto, come la strategia, lo sviluppo di nuove idee o la cura delle relazioni con i clienti.

Inoltre le piattaforme digitali facilitano la comunicazione interna ed esterna. Email, chat, videoconferenze e strumenti di collaborazione online permettono di interagire in tempo reale con clienti, fornitori e colleghi, superando le distanze e rendendo i processi decisionali più rapidi ed efficaci.

Le tecnologie digitali aprono la strada a nuovi modelli di business e alla creazione di servizi innovativi. Basti pensare all’e-commerce, ai servizi di consulenza online, ai prodotti digitali o all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale per migliorare l’offerta. Chi non abbraccia la digitalizzazione rischia di rimanere indietro rispetto a chi è in grado di sfruttare queste opportunità e noi avvocati non siamo esenti da questa nuova ondata di progresso tecnologico.

Linternazionalizzazione è il passo successivo alla digitalizzazione, e permette di capitalizzare le opportunità che la tecnologia rende possibili attraverso l’ espansione del mercato e l’ aumento dei ricavi.

E’ del tutto evidente che i mercati nazionali possono essere saturi o limitati, dunque l’internazionalizzazione permette di accedere a un bacino di clienti molto più ampio, aumentando il potenziale di fatturato e di crescita. Questo è particolarmente interessante per i settori di nicchia o altamente specializzati.

Inoltre l’espansione internazionale determina l’accesso a nuove risorse e competenze: può portare a nuove partnership, all’acquisizione di nuove competenze e all’accesso a risorse (umane, tecnologiche, finanziarie) che potrebbero non essere disponibili nel mercato domestico.”

 

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Quanto sono importanti le alleanze tra PMI o liberi professionisti per competere sul mercato europeo e essere davvero utili alle imprese?

“Lavorare in team con altri professionisti consente di scambiare conoscenze, best practice e metodologie. Questo non solo migliora la qualità del servizio offerto, ma arricchisce anche il bagaglio professionale di ciascun membro dell’alleanza.

Inoltre le alleanze permettono di assemblare team “ad hoc” per specifici progetti, garantendo una maggiore flessibilità e adattabilità alle esigenze del cliente e del mercato, senza i vincoli derivanti da assunzioni a tempo pieno.

Molti bandi e opportunità a livello europeo richiedono una dimensione, un volume d’affari o una capacità progettuale che un singolo professionista o un piccolo studio non raggiungerebbe mai. Le alleanze permettono di presentarsi con una “massa critica” maggiore, aumentando le probabilità di aggiudicarsi contratti significativi.

Nel nostro codice degli appalti conosciamo bene l’istituto dell’avvalimento, contratto che consente ad un operatore economico di partecipare a una gara, anche se non possiede tutti i requisiti necessari, grazie al contributo di altre imprese ausiliarie. Queste imprese mettono a disposizione dotazioni tecniche, risorse umane e strumentali per la durata dell’appalto. 

Lavorare in alleanza permette inoltre di ripartire il rischio su più spalle. In caso di difficoltà per un membro (es. malattia, picchi di lavoro, perdita di un cliente), gli altri possono intervenire per garantire la continuità del servizio. Si crea un sistema di mutuo supporto, dove i professionisti possono confrontarsi, risolvere problemi comuni e superare sfide che da soli sarebbero più ardue.”

Quali strumenti concreti possono supportare una PMI nell’approccio ai mercati esteri?

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“L’approccio ai mercati esteri per le PMI è un percorso molto complesso. Fortunatamente, esistono numerosi strumenti concreti che possono supportarle in ogni fase, dalla pianificazione all’esecuzione.

In primo luogo, il Supporto istituzionale è fondamentale e vede coinvolta l’ ICE-Agenzia (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane). Molte Camere di Commercio, sia in Italia che all’estero offrono servizi di supporto all’internazionalizzazione, come corsi di formazione, studi di mercato, organizzazione di eventi e assistenza nella ricerca di partner.

Reputo un valido strumento anche la Consulenza Specialistica privata ovvero il servizio di Professionisti specializzati in export che possono affiancare la PMI per un periodo di tempo limitato, aiutandola a definire e implementare la strategia di internazionalizzazione, ovvero di esperti in diritto commerciale internazionale, normative doganali, fiscalità internazionale e tutela della proprietà intellettuale nei vari paesi.”

Come possono PMI e professionisti scegliere le tecnologie digitali più adatte alle loro esigenze?

“Sia per le PMI che per i liberi professionisti, la scelta delle tecnologie digitali più adatte è un passo cruciale per la crescita e la competitività.

Non si tratta di adottare l’ultima moda, ma di selezionare strumenti che portino valore reale. Un approccio strutturato prevede una preventiva analisi delle esigenze e degli obiettivi per poter poi identificare i punti deboli e le inefficienze: le domande preliminari che un buon professionista dovrebbe porsi creo che siano “Quali sono i problemi attuali? Dove si perdono tempo o risorse?”

In base agli obiettivi, credo che sia poi necessario individuare le macro-aree in cui servono strumenti,  senza cercare di digitalizzare tutto in una volta. Iniziare con un’area specifica, testare e poi espandere seguendo un approccio incrementale. Questo riduce il rischio e permette di imparare strada facendo.

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E’ altresì fondamentale la Formazione, ovvero assicurarsi che chi userà lo strumento riceva una spiegazione adeguata sull’utilizzo efficiente del mezzo. Molti fornitori sappiamo che offrono corsi o webinar. Infine non dobbiamo dimenticare il Monitoraggio dei Risultati dopo l’implementazione, al fine di misurare se gli obiettivi prefissati siano stati raggiunti.

La scelta delle tecnologie digitali non è una decisione una tantum, ma un processo continuo di valutazione e adattamento per garantire che l’attività rimanga agile, efficiente e competitiva.”

Quanto pesa, secondo lei, la trasformazione digitale nei percorsi di crescita delle PMI?

“La trasformazione digitale pesa in modo enorme e sempre più determinante sui percorsi di crescita delle PMI. Non è più un’opzione o un “plus”, ma una condizione imprescindibile per la sopravvivenza e la competitività nel mercato attuale, sia a livello nazionale che, in particolare, europeo e globale. E’ lo stesso PNRR che ce la impone.

Un sito web professionale, una presenza sui social media e l’utilizzo di piattaforme e-commerce e marketplace internazionali (B2C e B2B) permettono alle PMI di superare le barriere geografiche e raggiungere un pubblico vastissimo, molto oltre i confini locali o nazionali. La digitalizzazione apre la porta a modelli di business innovativi, come la vendita online diretta, la consulenza a distanza, l’erogazione di servizi basati su abbonamento.

La capacità di raccogliere, analizzare e interpretare grandi quantità di dati (sulle vendite, sul comportamento dei clienti, sulle tendenze di mercato) fornisce alle PMI insight preziosi per prendere decisioni informate, identificare nuove opportunità e anticipare le esigenze del mercato.

Il processo di digitalizzazione favorisce una mentalità più aperta al cambiamento, all’innovazione e alla sperimentazione all’interno dell’azienda.

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Nonostante i chiari vantaggi, le PMI italiane hanno mostrato in passato un certo ritardo nella digitalizzazione rispetto alle controparti europee, soprattutto per quanto riguarda l’adozione di tecnologie più sofisticate come l’Intelligenza Artificiale. E tutto questo soprattutto per la mancanza di competenze digitali. Dobbiamo quindi colmare questo gap di formazione.

In conclusione, la trasformazione digitale non è più una opzione per le PMI, ma un “must-have”. Le aziende che non abbracciano questo cambiamento rischiano di perdere competitività, quote di mercato e, nel lungo periodo, la stessa possibilità di operare. Quelle che la implementano strategicamente, invece, possono non solo sopravvivere ma prosperare, aprendosi a nuove opportunità di crescita esponenziale e posizionandosi come leader nel loro settore.”

Qual è l’impatto dell’intelligenza artificiale e dell’automazione nel lavoro dei liberi professionisti?

“L’impatto dell’Intelligenza Artificiale (AI) e dell’automazione sul lavoro dei liberi professionisti è profondo e si manifesta come una “doppia faccia”: da un lato offre opportunità straordinarie per aumentare l’efficienza, la qualità e la portata dei servizi; dall’altro, presenta sfide significative che richiedono adattamento e un ripensamento del proprio ruolo.

L’AI può automatizzare attività di routine e a basso valore aggiunto come l’inserimento dati, la categorizzazione di documenti, la generazione di report standardizzati, la programmazione di appuntamenti o la gestione di email di routine. Questo libera tempo prezioso per il professionista.

Gli strumenti basati sull’AI possono elaborare e analizzare grandi quantità di dati in tempi rapidissimi, estraendo insight e fornendo informazioni utili per prendere decisioni più informate (es. giurisprudenza su casi simili, dottrina, schemi).

In settori come il legale, finanziario o medico, l’AI può inoltre fornire analisi predittive, suggerire diagnosi o valutare rischi, fungendo da “assistente” intelligente al professionista.

Il rovescio della medaglie è che l’eccessiva automazione può portare a una riduzione del contatto umano e della personalizzazione, che sono spesso il punto di forza dei liberi professionisti. Per questo trovare un equilibrio tra efficienza e relazione è fondamentale per il Rischio di “de-umanizzazione” del servizio se non si mantiene un approccio centrato sulla persona.

Recentemente il Procuratore di Trento Sandro Raimondi, dal 13 maggio a riposo e al quale va il mio sentito ringraziamento per quanto fatto in questi anni per la città di Trento e per la particolare attenzione alla violenza di genere e alla tutela del territorio, ha introdotto l’Intelligenza Artificiale anche nel lavoro della procura.

Il dott. Raimondi ha stipulato una convenzione con Provincia, trentino digitale e Commissariato del governo, per la creazione di una piattaforma digitale che, sfruttando l’algoritmo “Qlik sense”, permette di ridurre di molto i tempi di analisi e confronto dei dati.

In particolare il sistema impiegato ha consentito di confrontare 40 terabyte di dati incompatibili tra loro in soli 2 giorni, dati per i quali, se le forze di polizia avessero voluto procedere ad un’analisi tradizionale, avrebbero impiegato 10 anni.

Per i liberi professionisti, l’AI e l’automazione non sono una minaccia da cui difendersi, ma un’opportunità da abbracciare con intelligenza. In definitiva, credo che l’AI trasformerà il lavoro dei liberi professionisti elevandolo a un livello superiore di complessità e valore aggiunto, a patto di sapersi adattare e reinventare.”

Guardando al futuro: quali saranno, secondo lei, le caratteristiche chiave dei professionisti europei del domani?

“I professionisti europei del domani, per competere in un mercato del lavoro in continua evoluzione e influenzato da megatrend come la digitalizzazione, l’Intelligenza Artificiale, la transizione verde e i cambiamenti demografici, dovranno possedere un mix di competenze tecniche (hard skills) e trasversali (soft skills) altamente sviluppate, insieme a una mentalità proattiva e orientata al futuro.

Il professionista europeo del domani sarà un individuo iper-connesso e tecnologicamente avanzato, ma profondamente umano e relazionale e  la vera sfida sarà bilanciare l’efficienza offerta dalla tecnologia con il valore insostituibile delle competenze umane.”

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