L’attuale panorama economico globale sta vivendo il più grande shock protezionistico della storia, caratterizzato dalla prospettiva di un sensibile aumento delle tariffe doganali in un contesto di crescente globalizzazione delle catene di approvvigionamento. L’economia statunitense sta affrontando sfide significative e potrebbe accusare pressioni recessive nella seconda metà dell’anno, accompagnate da nuove preoccupazioni inflazionistiche.
Questo scenario, figlio della nuova politica commerciale svelata dalla nuova amministrazione Usa il 2 aprile, ha colto tutti di sorpresa, portando a un notevole cambiamento del sentiment per le imprese, i consumatori e Wall Street. I mercati finanziari hanno risposto a questa instabilità con un violento incremento di volatilità da parte dei mercati azionari e un’impennata dei rendimenti da parte dei mercati obbligazionari, dove il rendimento a scadenza del decennale statunitense è passato da quota 3,9% dei primissimi giorni di aprile al 4,6% di metà aprile (fonte Bloomberg), per poi ridimensionarsi.
La Federal Reserve si trova, suo malgrado, in una posizione di attesa precaria in tema di tassi, intravedendo possibili aspettative inflazionistiche non ancorate all’andamento (debole) dell’economia, con il rischio di assistere a un periodo di stagflazione. L’amministrazione Trump potrebbe attuare una riduzione fiscale, caldeggiata in campagna elettorale, per affrontare l’indebolimento dell’economia, senza però sortire alcun effetto di contenimento dell’inflazione, anzi.
Carmignac Sécurité, la parola ai gestori
L’ambiente d’investimento è quindi complicato e va affrontato con un opportuno bilanciamento del portafoglio e un’attenta diversificazione in ciascuna asset class: nell’ambito della componente obbligazionaria, dedicarne una quota a una strategia che limita la volatilità, con focus sui mercati obbligazionari globali, può rivelarsi una scelta particolarmente adatta. Il fondo Carmignac Sécurité, per esempio, punta a un’elevata diversificazione attraverso impieghi in obbligazioni societarie, debiti governativi, bond dei mercati emergenti in una certa misura e strumenti di mercato monetario, gestendo il rischio tramite strumenti derivati, il tutto con un approccio altamente attivo per sfruttare le mutevoli condizioni dei mercati.
Peraltro, questo nuovo contesto lascia intravedere alcune opportunità tattiche d’impiego: «la Germania, in particolare, è stata spinta all’azione dalle misure dell’amministrazione Trump, che hanno stimolato l’intera Europa a pensare in termini più indipendenti, in particolare nelle capacità militari», osservano Marie-Anne Allier e Aymeric Guedy, co-gestori del fondo Carmignac Sécurité. «L’amministrazione tedesca ha intrapreso un’iniziativa di stimolo fiscale significativa, paragonabile al Piano Marshall del secondo dopoguerra e ai progetti di riunificazione degli anni Novanta: dopo sedici anni di rigorosa disciplina di bilancio, e due anni di recessione economica, Berlino intende iniettare 500 miliardi di euro nella spesa per infrastrutture, allentando anche i vincoli di bilancio costituzionali nel settore della difesa», proseguono i gestori. «Nel breve termine, l’economia dell’area euro dovrà affrontare un contesto globale indebolito, appesantito dallo stallo americano, dai dazi, dalla persistente incertezza e dall’aumento dei tassi di interesse reali. Peraltro, il rischio di ribasso dell’inflazione potrebbe giustificare un ulteriore allentamento monetario da parte della Banca Centrale Europea (Bce), offrendo un certo sostegno alla stabilità economica dell’Eurozona».
A livello di attese, invece, le cose non vanno così male per i Paesi della moneta unica: in termini di crescita, Carmignac intravede una spinta significativa dell’economia tedesca a partire dal 2026, quando il mega-pacchetto fiscale entrerà in vigore, e per il 2027 la crescita in Germania potrebbe salire al 2%. Sull’inflazione, l’impatto delle tariffe rimane incerto e Carmignac si aspetta che le pressioni deflazionistiche, derivanti dal calo dei prezzi delle materie prime e dal rafforzamento dell’euro, possano contribuire a mitigarne i rischi. In questo contesto di mercato altamente volatile, caratterizzato da forti oscillazioni in tutte le asset class, i gestori del fondo Carmignac Sécurité stanno navigando con cautela, evitando posizionamenti estremi in attesa di maggiore chiarezza. L’annuncio dell’introduzione dei dazi da parte dell’amministrazione Trump, aggiunge Carmignac, ha portato a un irripidimento della curva dei rendimenti europea, con il rendimento tedesco a 2 anni sceso di -36 punti base rispetto ai -29 punti base del decennale, cancellando completamente la correzione del mese precedente legata all’annuncio dei piani di investimento in Germania. Questa mossa, secondo l’asset manager, è forse eccessivamente ottimistica alla luce degli annunci fatti un mese prima in merito al piano infrastrutturale tedesco, da cui il suggerimento di mantenere un posizionamento cauto in termini di duration modificata, in un contesto di espansione fiscale in Europa.
Le movimentazioni di portafoglio
Di recente, le mosse principali hanno riguardato la duration e il credito, specifica Allier: «in aprile abbiamo adottato un atteggiamento dinamico sul fronte della duration modificata, spostandola da 1,7 a 2,0 all’inizio del mese, al culmine dello shock di volatilità, per poi tornare a 1,8 in seguito al forte calo dei tassi europei. Nel comparto del credito, le nostre coperture hanno parzialmente compensato l’ampliamento degli spread creditizi. Abbiamo parzialmente preso profitto su queste coperture dopo lo shock di volatilità all’inizio del mese, per poi ricostituirle alla fine del mese con il restringimento degli spread di credito».
Da oltre 35 anni manteniamo il nostro approccio attivo e orientato alle convinzioni, pur essendo in grado di adattarci alle diverse configurazioni del mercato. Questo è ciò che vogliamo continuare a offrire agli investitori.
Per dribblare la volatilità, e fornire una base di rendimento più solida, l’assetto attuale di portafoglio di Carmignac Sécurité poggia su una combinazione equilibrata degli impieghi, costituita per due terzi da obbligazioni societarie con rendimento interessante, principalmente con rating sufficientemente consistenti e scadenze brevi; il rimanente un terzo è investito in mercati monetari, o equivalenti di liquidità, in bond con una duration vicina a due anni (con protezione del credito su quelli high yield) e in posizioni che traggono vantaggio da un irripidimento della curva.
Ma la resilienza arriva anche da un «carry» interessante, che porta al 3,6% (a fine aprile 2025) il rendimento a scadenza* del portafoglio su base annua di Carmignac Sécurité, generato in modo regolare per costituire la prima linea di difesa nei periodi di correzione del mercato obbligazionario.
*Yield to Maturity: Il rendimento a scadenza (YTM) è il tasso di rendimento annuo stimato che ci si aspetta da un’obbligazione se mantenuta fino alla scadenza, ipotizzando che tutti i pagamenti vengano effettuati come previsto e reinvestiti a questo tasso. Per le obbligazioni perpetue, per il calcolo si utilizza la data di call successiva. Si noti che il rendimento indicato non tiene conto del FX carry e delle commissioni e spese del portafoglio. L’YTM del portafoglio è la media ponderata degli YTM delle singole obbligazioni all’interno del portafoglio.
Titoli di stato solo di qualità
A seguito del pacchetto fiscale tedesco, Allier e Guedy si aspettano una ricaduta positiva, anche se modesta, sulla crescita degli altri Paesi dell’area euro: «i tassi d’interesse tedeschi hanno registrato un’impennata record dopo l’annuncio del nuovo piano Merz, con il tasso a 10 anni che ha registrato un balzo di oltre 40 punti base in 24 ore (fonte Carmignac), equivalente all’aumento registrabile in un trimestre. La curva si è fortemente irripidita, mentre gli spread creditizi, sostenuti dalle revisioni al rialzo della crescita a medio termine dell’Eurozona, hanno mostrato una certa resistenza, salendo di 5 punti base sull’high yield e scendendo addirittura di 5 punti base sui decennali italiani (fonte Carmignac al 31 marzo 2025).
Tuttavia, il maggior tasso medio di interesse che il governo tedesco deve pagare sul suo debito può rappresentare un rischio per alcuni Paesi: l’Italia, per esempio, potrebbe beneficiare da un lato delle misure di stimolo tedesche (l’1% di stimolo in Germania si traduce nello 0,1% di crescita aggiuntiva degli altri Paesi), mentre dall’altro soffrirebbe per l’aumento dei rendimenti obbligazionari, che si traduce in un aumento degli oneri di finanziamento del debito pubblico».
Tra l’altro, i gestori del fondo Carmignac Sécurité ritengono che i mercati siano eccessivamente compiacenti nei confronti del rischio di credito sovrano, dato che gli spread si sono allargati solo parzialmente dopo l’annuncio del piano di stimolo fiscale tedesco e delle tariffe. Da qui scaturisce l’attuale visione negativa sui titoli di stato dei Paesi «non frugali» dell’unione monetaria, cautela che nel portafoglio del fondo si esprime anche attraverso posizioni corte (al ribasso) sulla Francia, a causa della situazione politica interna e della traiettoria fiscale insoddisfacente.
Per evitare questo rischio, buona parte degli attivi rimane investita in obbligazioni societarie dei Paesi sviluppati con rating elevato, per un totale di 329 sottostanti con rating medio A- (al 30 aprile 2025, fonte Carmignac), più una fetta non marginale impiegata nel mercato monetario e nella liquidità. (riproduzione riservata)
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Principali Rischi del Fondo Carmignac Sécurité
TASSO D’INTERESSE: Il rischio di tasso si traduce in una diminuzione del valore patrimoniale netto in caso di variazione dei tassi. CREDITO: Il rischio di credito consiste nel rischio d’insolvibilità da parte dell’emittente. PERDITA IN CONTO CAPITALE: Il portafoglio non gode di alcuna garanzia o protezione del capitale investito. La perdita in conto capitale si produce al momento della vendita di una quota a un prezzo inferiore rispetto al prezzo di carico. CAMBIO: Il rischio di cambio è connesso all’esposizione, mediante investimenti diretti ovvero utilizzando strumenti finanziari derivati, a una valuta diversa da quella di valorizzazione del Fondo. L’investimento nel Fondo potrebbe comportare un rischio di perdita di capitale.
*Fonte: Carmignac, al 28/02/2025. Classi A EUR Acc. Scala di rischio tratta dal KID (Documento contenente le informazioni chiave). Il rischio di livello 1 non indica un investimento privo di rischio. Questo indicatore può cambiare nel tempo. ** Il Regolamento SFDR (Regolamento sull’informativa di sostenibilità dei mercati finanziari) 2019/2088 è un regolamento europeo che impone agli asset manager di classificare i propri fondi in tre categorie: “Articolo 8”: fondi che promuovono le caratteristiche ambientali e sociali, “Articolo 9” che perseguono l’investimento sostenibile con obiettivi misurabili o “Articolo 6” che non hanno necessariamente un obiettivo di sostenibilità. Per ulteriori informazioni consultare: https://eur-lex.europa.eu/eli/reg/2019/2088/oj?locale.
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